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Un blog creato da desio_5_stelle il 09/02/2010

desio 5 stelle

trasparenza & partecipazione per il bene comune

 
 

AREA PERSONALE

 

I CANDIDATI SI PRESENTANO

 

26 NOVEMBRE 2010 - TUTTI A CASA!!!

Le dimissioni del sindaco non sono arrivate, la mozione di sfiducia non è stata votata in consiglio, ma ciò che conta è l'ottimo risultato raggiunto oggi, 26 Novembre 2010: 17 CONSIGLIERI (PD, DESIO VIVA, IDV, LEGA, DESIO 5 STELLE) MEDIANTE DIMISSIONI CONTEMPORANEE QUESTA MATTINA HANNO RESPONSABILMENTE MESSO LA PAROLA FINE AL DISASTROSO MANDATO MARIANI BIS.

E' quello che aspettavamo dal 26 luglio, esattamente 4 mesi fa, quando abbiamo proposto la mozione di sfiducia.

Finalmente la parola torna ai cittadini.

 

DESIO 5 STELLE AL FORUM GIOVANI

MICOL CASTELLANI e DAVIDE TRIPIEDI al FORUM GIOVANI

 

 

GUARDA IL VIDEO: "LA MAFIA A DESIO"

 

 

INCENERITORE DI DESIO

In questo breve filmato la nostra battaglia per l'alternativa al nuovo (e al vecchio) inceneritore, in difesa di SALUTE, AMBIENTE e TASCHE dei CITTADINI!!! 

 

RICORSO AL TAR CONTRO PEDEMONTANA

I Comitati di cittadini di Bovisio Masciago, Cesano Maderno e Seveso fanno ricorso al TAR contro Pedemontana
 

E' NATO IL MOVIMENTO 5 STELLE!

fatto di cittadini, incensurati e lontani da tutti i partiti, che vogliono riappropriarsi della Politica per il bene comune contro gli interessi dei soliti noti!

 

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Sito denuclearizzato

 

Stop al Consumo di Territorio

 

 

TERREMOTO IN PROVINCIA: INDAGATO PER CORRUZIONE IL VICEPRESIDENTE

Post n°166 pubblicato il 28 Luglio 2011 da te.miti
 

Terremoto in Provincia: indagato
per corruzione il vicepresidente

Il vicepresidente della Provincia Antonino Brambilla

Monza - Terremoto in consiglio provinciale. Il vicepresidente Antonino Brambilla, assessore all'Urbanistica, è indagato dalla procura di Monza per corruzione. Nella stessa inchiesta anche altri tre esponenti politici molto noti a Monza e in Brianza: il consigliere regionale Massimo Ponzoni, l'ex sindaco di Giussano Franco Riva e l'ex assessore provinciale Rosario Perri, dimessosi dall'incarico un anno fa sulla scia delle intercettazioni dell'operazione “Infinito” che ha sgominato le cosche della ‘Ndrangheta nel nostro territorio. Nell'inchiesta, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica cittadina Giordano Baggio, altri indagati, tra i quali due imprenditori brianzoli e due funzionari della Regione Lombardia.

Al centro delle indagini, secondo l'accusa, operazioni illecite attorno alle aree interessate dai piani regolatori di Giussano e Desio da parte di Brambilla, all'epoca dei fatti contestati assessore all'Urbanistica a Desio, Perri, funzionario dirigente dell'ufficio tecnico della stessa città, e dall'allora sindaco Riva in cambio di incarichi politici di prestigio grazie a Ponzoni (nelle sue funzioni di coordinatore regionale del Pdl). La notizia dell'inchiesta è emersa nelle ultime ore a seguito del decreto di proroga delle indagini, scattate ufficialmente il 27 dicembre scorso con l'iscrizione degli indagati sul registro delle comunicazioni di reato, emesso dal gip di Monza Maria Rosaria Correra.

«Ho saputo di essere indagato e per questo mi sono presentato spontaneamente dal pm», ha dichiarato Brambilla a “il Cittadino”, promettendo di difendersi «documenti alla mano» dalle accuse di corruzione ipotizzate nei suoi confronti dal pm Baggio. «È un addebito infondato, inverosimile, sulla base di elementi inesistenti - dichiara l'avvocato Ivan Colciago, difensore di Brambilla -. Il mio assistito, che peraltro si è presentato davanti al pubblico ministero senza avere la cognizione degli elementi finora raccolti, ha risposto in modo esaustivo agli addebiti formulati». Nega le accuse anche l'ex sindaco di Giussano Franco Riva: «Come sindaco ho sempre cercato di assicurare all'amministrazione la massima trasparenza e pulizia morale».

Tutti i particolari e le reazioni nell'edizione de “il Cittadino” in edicola domattina.

Antonella Crippa
Federico Berni

 
 
 

Il Picco della Salute

Post n°165 pubblicato il 26 Luglio 2011 da desio_5_stelle
 

"Una delle più frequenti obiezioni che viene mossa a noi medici "allarmisti" è che, in barba ai rischi ambientali, la speranza di vita è, almeno nei paesi occidentali, non solo cresciuta, ma sta ulteriormente aumentando. Sembrerebbe quindi che i veleni ( metalli pesanti , agenti cancerogeni, diossine, particolato ultrafine, pesticidi, radiazioni...) per i quali tanto ci agitiamo, non fossero poi così pericolosi né in grado di danneggiarci più di tanto.


Forse, ancora una volta, siamo invece proprio noi ad avere ragione: andate sul sito della Commissione Europea per la Salute e scegliete, come indicatore, l'aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at birth) e l'aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), cliccate in corrispondenza di "Italia" e studiate i grafici che visualizzerete.


E' chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell'aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l'altro, non aveva mai fatto prima. Cosa sta succedendo? E' evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l'aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro, che purtroppo colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini. Questo dato, del resto perfettamente coerente con l'aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta.

E' questo crollo della speranza di vita in salute che il Prof Ugo Bardi ha definito, analogamente al picco del petrolio, il "picco della salute". Le riflessioni che tutto ciò , in qualità  di medico oncologo mi suscita sono tante, ma la prima è che mi sembra davvero paradossale che non ci si interroghi adeguatamente sulle cause di questo fenomeno, quasi che noi medici (ed in particolare noi oncologi che pure abbiamo sviluppato tanta sensibilità  nei confronti della qualità  della vita dei nostri pazienti), abbiamo di fatto dimenticato che la miglior qualità di vita si gode semplicemente quando non si ha bisogno di noi, né delle nostre cure, esami o farmaci anche se sempre più "intelligenti".


In questo periodo poi in cui da ogni dove siamo bersagliati da richieste di fondi per la ricerca sul cancro, vorrei fare a tutti una domanda: pensiamo davvero che sia questa la strada da battere per vincere questa malattia o non sarà che così facendo puntiamo a cronicizzare il cancro, ma non a debellarlo?


Il Presidente Nixon firmò nel 1971 il National Cancer Act, un solenne atto con cui dichiarava di voler sconfiggere il cancro, e Gaylord Nelson fu l'unico membro del Senato a votare contro, quando gli fu chiesto ragione di ciò disse: "semplicemente non riuscivo a vedere quale era la logica; pensavo che stessimo promettendo alla gente cose che non saremmo mai stati in grado di mantenere".

Oggi, nel 2011, dopo 40 anni, a chi dobbiamo dare ragione? In U.S.A fino al 2005 sono stati investiti oltre 50 miliardi di dollari nella guerra contro il cancro, ma è sotto gli occhi di tutti che, se da un lato diminuisce l'incidenza di alcuni tipi di tumore (specie quelli correlati al tabagismo, abitudine fortunatamente in diminuzione specie nei maschi), dall'altro ci si ammala sempre di più per tumori alla prostata, testicolo, mammella, tiroide, linfomi, melanoma, pancreas, fegato... e soprattutto si ammalano sempre più giovani e giovanissimi.
Proprio in questi giorni è comparso sui giornali di Brescia che in quella città vi sono state in un solo anno ben 60 nuove diagnosi di cancro fra bambini ed adolescenti, con un aumento dell'8% rispetto all'anno precedente: chi non si preoccuperebbe davanti a tali numeri?

Certo, per alcuni tipi di tumore, anche in stadi avanzati, qualche miglioramento della sopravvivenza è stato raggiunto: ma a che prezzo, sia in termini di effetti collaterali che economici? Un articolo recente ha valutato che a New York negli anni '90 si poteva prolungare di 11,5 mesi la vita di un paziente affetto da tumore al costo di 500 $, nel 2004, per lo stesso tipo di cancro e nel medesimo stadio, erano disponibili cure in grado di prolungare la vita di 22,5 mesi al costo di 250.000 $. Il ricercatore R.W Clapp che riporta questi dati si spinge oltre ed afferma: "C'è uno straordinario profitto dell'industria farmaceutica in generale e la chemioterapia attualmente in uso o all'orizzonte è uno dei campi più promettenti....[...] La "target therapy" (terapia mirata o intellligente n.d.r.) come descritta da Hanahan e Weinberg è il Santo Graal delle multinazionali del farmaco e ci si aspetta che il numero di persone affette da cancro in U.S.A raddoppierà  nelle due prossime decadi".


Davvero possiamo onestamente pensare di poter sostenere questi costi e, soprattutto, che così facendo si apra un reale spiraglio nella guerra contro il cancro? Siamo in tanti fra "addetti" e "non addetti" ai lavori a ritenere che questo approccio sia perdente e vorremmo che si invertisse al più presto la rotta, o che per lo meno la ricerca di efficaci terapie fosse accompagnata da pari investimenti per la rimozione delle cause del cancro: in U.S.A. il National Cancer Institute investe meno del 3% per la reale prevenzione della malattia e l'America Cancer Society addirittura meno dello 0.1 %...Qualcuno può onestamente ritenere che nel nostro paese siamo messi meglio?


E' davvero sensato puntare tutta l'attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare l'attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l'altro di fornire ai cittadini informazioni scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro habitat? E' ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA ... e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo. E' ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell'ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi.

Non sto inventando nulla di nuovo: nella lettera al Presidente Obama del 10 Aprile 2010 che accompagna il Report commissionato dal governo americano ad un Panel di Oncologi "Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now" troviamo scritte queste parole: "il popolo americano, ancor prima di nascere, è bombardato continuamente da una miriade di combinazioni di esposizioni tossiche. Il Panel La esorta [Presidente Obama] ad esercitare con forza tutto il potere della Sua carica per rimuovere le sostanze cancerogene e gli altri agenti tossici dal nostro cibo, dall'acqua e dall'aria, perché tutto ciò aumenta a dismisura i costi per la sanità, danneggia la produttività della nostra Nazione e devasta la vita degli Americani".


Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di cui NON ci si ammala! Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l'esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china."

Patrizia Gentilini
Medico Oncologo ed Ematologo, Presidente ISDE Forlì

Forlì 30 marzo 2011


Bibliografia

http://ec.europa.eu/health/indicators/healthy_life_years/data/index_en.htm

Agenzia nazionale del Farmaco AIFA –Osmed

http://ugobardi.blogspot.c

Danei G.: Causes of cancer in the world: comparative risk assessment of nine behavioural and
environmental risk factors Lancet 366: 1784-1793, 2003
Clapp RW et al:
Environmental and Occupational Causes of Cancer, Lowell Center for Sustainable
Production, 2007
Devra Davis: La Storia Segreta della Guerra al Cancro
Samuel S. Epstein: How to win the war against cancer, 2005 http://www.preventcancer.com/
2008-2009 Annual Report Presidet’s Cancer Panel Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now
Grafico aspettativa di vita sana uomini italiani.

grafico

 
 
 

"Munnezza" a Desio, possibile. "5 Stelle": sono rifiuti pericolosi

Post n°164 pubblicato il 23 Luglio 2011 da te.miti
 

«Munnezza» a Desio, possibile
«5 Stelle»: sono rifiuti pericolosi

23 luglio 2011 www.ilcittadinomb.it
 
Desio - Disponibili a smaltire fino a 10 tonnellate al giorno di rifiuti. Praticamente, il carico di un camion. Nel pieno del dibattito sulla spazzatura di Napoli, arriva la "nota tecnica" di Alcide Copreni, presidente di Bea, la società che gestisce il forno inceneritore di via Agnesi. "Di fronte all'eventualità dell'arrivo di rifiuti campani - spiega Copreni - il nostro impianto sarebbe disponibile ad accogliere 10 tonnellate al giorno, a precise condizioni".

Lo ha anche scritto nero su bianco il direttore generale di Bea, Alberto Cambiaghi, rispondendo ad una richiesta della Regione Lombardia, che qualche giorno fa ha avviato una "ricognizione" tra tutti gli impianti lombardi, per sapere le disponibilità di ciascuno. "Fatto salvo l'adempimento di tutte le norme in materia ambientale (tipologia dei rifiuti che sia compatibile con le nostre autorizzazioni) e la predisposizione di parte dell'autorità competente di una specifica ordinanza, la società è disponibile al ritiro dei rifiuti".

E in allegato, la scheda tecnica specifica che la quantità per cui Bea dà la disponibilità è di 10 tonnellate al giorno. L'ipotesi resta comunque sulla carta, perché ogni decisione sarà presa in subordine al decreto rifiuti (per ora bloccato) , ad un eventuale accordo tra Stato e Regioni e dopo un'ordinanza specifica del prefetto, di fronte all'emergenza. Prima dell'accoglienza, insomma, ci sono tante tappe da affrontare. Il forno, comunque, sarebbe pronto ad accogliere i rifiuti in eccedenza.

Non vede nessuno scandalo il presidente Copreni. "Che differenza c'è tra i rifiuti di Napoli e altri rifiuti? La spazzatura non ha colore politico. Di fronte all'emergenza, scatta la solidarietà". Non la pensano così la Lega Nord che ha avviato una petizione raccogliendo 500 firme e il consigliere comunale di Desio 5 Stelle, Paolo Di Carlo: «Quei rifiuti sono pericolosi, contengono di tutto».
P.F.

 
 
 

Class action per l'inquinamento dell'aria: in arrivo nuove cause

Post n°163 pubblicato il 22 Luglio 2011 da te.miti
 

Circa 1.200 decessi all'anno a Milano attribuiti alle polveri presenti nell'atmosferaClass action per l'inquinamento
dell'aria:in arrivo nuove causeIn 175 hanno già chiesto un risarcimento. Prima udienza a novembre. Ora altri mille seguiranno la stessa strada

MILANO - «Se nell'aria di Milano i livelli di particolato fossero inferiori del 10%, i decessi sarebbero ogni anno 210 in meno. E si eviterebbero 27 morti per tumori ai polmoni su 997». I dati sono frutto di una ricerca svolta da Paolo Crosignani, medico dell'Istituto dei tumori, che spiega: «A Milano 1.178 decessi l'anno sono attribuibili all'inquinamento. Il Pm10, la concentrazione di particolato respirabile e il Pm2,5, o particolato fine, insieme ad altri inquinanti, provocano infiammazioni delle parti profonde del polmone e alterano la coagulabilità del sangue», spiega. «Circa il 70% del Pm10 si stima sia dovuto al traffico: la relazione tra particolato e mortalità è lineare. Una riduzione anche parziale dell'inquinamento migliorerebbe la salute in tempi brevi».

AZIONI LEGALI FOTOCOPIA - Per queste ragioni è stata avviata dai Verdi nel maggio scorso una class action dei cittadini milanesi contro il Comune e la Regione: in 175 residenti l'hanno firmata consentendone la notifica e mettendo in moto il meccanismo che porterà all'udienza l'8 novembre prossimo. Intanto sono arrivati altri mille firmatari pronti ad attivare nuove azioni legali fotocopia.
Perché sottoscrivere un'iniziativa del genere? «Non ho mai avuto problemi di salute», spiega Luca Ruberti, 33 anni, direttore creativo. «Sono stato agonista di nuoto dai 10 ai 16 anni. Ho iniziato ad avere l'asma intorno ai 20 anni e da quattro vado avanti con i broncodilatatori, che mi consentono di ricevere ossigeno a sufficienza. Lavoro a Milano da dieci anni e in cento fogli di analisi i medici spiegano che le mie funzioni vitali si sono ridotte all'80%. I miei bronchi sono costantemente infiammati. Per chi soffre d'asma l'ambiente inquinato è un peggiorativo: via da Milano sto meglio. Ho firmato perché spero che quest'azione cambi qualcosa».

CLASS ACTION - Chi ha sottoscritto la class action, dimostrando di risiedere a Milano da più di dieci anni, imputa all'amministrazione - la Regione e la giunta comunale guidata dall'ex sindaco Moratti - il mancato raggiungimento degli obiettivi Ue. Milano ha superato a febbraio il limite di 35 giorni annui con concentrazioni di particolato oltre la soglia dei 50 microgrammi al metro cubo. Al 21 luiglio si è arrivati a quota 68. Nel quinquennio 2005-2010 i giorni fuorilegge sono oscillati da un massimo di 152 a un minimo di 87 all'anno. Ogni firmatario potrebbe essere risarcito con 6 mila euro. Ma la salute non ha prezzo. «Riduzione delle funzioni respiratorie, bronchiti croniche, infezioni all'apparato respiratorio, asma e anche tumori: il 10 per cento dei firmatari ha portato documentazione medica», spiega l'avvocato Claudio Linzola, che ha raccolto i ricorsi.

RISCHIO SANZIONI - Ricorda un uomo di 62 anni che gli ha detto: «Sono sempre stato sano, ho fatto molto sport e poi, senza una ragione, mi è venuta l'asma. Sono andato dal dottore cercando una spiegazione, e lui mi ha chiesto: "Non leggi i giornali? Non sai com'è l'aria a Milano?"». Linzola legge da una delle cartelle cliniche dei firmatari: «L'analisi della funzione polmonare evidenzia una compromissione di tipo ostruttivo». Da un'altra: «La prova spirometrica evidenzia un'ostruzione». Dice ancora l'avvocato sui tumori: «Nessun medico metterà mai nero su bianco che la causa di un carcinoma è il particolato. Eppure il Pm10 non lo espelliamo mai, lo accumuliamo continuamente, negli alveoli polmonari, nel sistema linfatico, in quello arterioso. Lo accumuliamo abitando in una città dove le centraline rilevano valori fuori norma da oltre un decennio». Questa iniziativa, che potrebbe essere replicata in altre città con analoghi problemi - da Torino a Napoli l'aria d'Italia non è tra le più salubri - parte da lontano. «Nel marzo 2005, il sindaco era Albertini, ho presentato il primo reclamo ufficiale alla Ce e, in sei anni, un piano di risanamento dell'aria non è ancora stato fatto. A fine 2010, Milano e la Lombardia sono state deferite: significa che i governi locali non sono ritenuti affidabili. E la Ue ci multerà perché i limiti di legge sono stati superati per anni», conclude Enrico Fedrighini, consigliere comunale e capogruppo dei Verdi. «A quanto ammonterà la sanzione? Devono quantificarla, ma si tratterà di 800 milioni di euro per ogni anno di sforamento. Una montagna di soldi, che potevano essere usati diversamente».

Anna Tagliacarne
21 luglio 2011

http://www.corriere.it/ambiente/11_luglio_21/tagliacarne-inquinamento-aria_33738ada-b37c-11e0-a9a1-2447d845620b.shtml

 
 
 

Desio, il bilancio 2010 della Gsd nel mirino della vice sindaco

Post n°162 pubblicato il 21 Luglio 2011 da te.miti
 
Tag: desio, GSD

Desio, il bilancio 2010 della Gsd nel mirino della vice sindaco

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

Tanti i perché posti al presidente della società

— DESIO –
PERCHÉ INVESTIRE 2 milioni per una sede che serve a un’altra società? Perché costi di consulenze così alti? Perché quegli assegni staccati per associazioni di volontariato e fatti consegnare dall’ex sindaco? Mattinata calda, questa, in casa della Gestione Servizi Desio, la società al 100% di proprietà del Comune, chiamata ad approvare il Bilancio consuntivo 2010. La nuova Amministrazione comunale di centrosinistra, infatti, ha posto una serie di interrogativi, già due settimane fa, quando il documento arrivò sul tavolo del sindaco Roberto Corti e del suo vice Lucrezia Ricchiuti. I quali hanno chiesto una dettagliata relazione al presidente della società Nicola Bellizzi, nominato dalla precedente Amministrazione, per potersi chiarire le idee in merito a operazioni che non sono propriamente limpide, secondo loro: «Sembriamo di fronte a una scatola vuota con sperpero di soldi», sintetizza Ricchiuti, che già da quando era all’opposizione monitora i “movimenti” delle varie realtà partecipate dal Comune. Anche perché i dipendenti, 4 operai e 2 impiegati, vengono utilizzati per la gestione dei cimiteri mentre gli altri servizi vengono affidati all’esterno, come l’illuminazione pubblica, le manutenzioni degli edifici comunali o dei semafori. «E’ un’azienda depotenziata dopo le varie cessioni di rami d’azienda a seguito della costituzione di Gelsia e Brianzacque – diceva Ricchiuti lo scorso novembre, dai banchi della minoranza -, un’azienda costosa per la sua forma giuridica e a mio avviso inutile». Adesso che ha la delega alle società partecipate, conferma la linea: «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla nuova sede del Polo d’Igiene – dice – data in affitto a Gelsia Ambiente, per il quale è stato acceso un mutuo di 2 milioni. Abbiamo chiesto il perchè di questa scelta e di avere il piano finanziario dell’opera. Poi abbiamo preteso spiegazioni sulla cifra alta per le troppe consulenze esterne e sul costo dei dipendenti». Non solo: il Comune vuole vederci chiaro anche sulla famosa vicenda di “assegnopoli” con gli assegni per un valore di 60 mila euro predisposti per un gruppo di associazioni di volontariato, consegnati in parte a mano dal sindaco già spodestato Giampiero Mariani, con la bufera politica e mediatica che venne fuori a dicembre.

 
 
 

Il consiglio comunale è on-line!

Post n°161 pubblicato il 15 Luglio 2011 da desio_5_stelle
 

Grazie all'ottima iniziativa del sindaco Roberto Corti e della giunta del Comune di Desio, d'ora in avanti sarà possibile vedere da casa il consiglio comunale in diretta streaming tramite Internet e rivedere la registrazione anche a distanza di tempo attraverso il sito istituzionale del comune.

Lo chiedevamo da 2 anni noi del MoVimento 5 stelle: inizialmente avevamo cercato di riprendere le sedute consiliari - pubbliche - come semplici cittadini, ma ci è sempre stato vietato dall'ex presidente del consiglio Nicola Mazzacuva; dal 2010 tramite il nostro consigliere Di Carlo abbiamo portato la questione in commissione Statuto e Regolamenti, ma l'iter si è fermato nel novembre 2010 con l'auto-scioglimento del consiglio comunale.

I prossimi obiettivi sono la diretta delle commissioni, la pubblicazione dei curriculum e dei certificati penali di consiglieri e assessori, la possibilità per i cittadini di contattare ogni consigliere dal sito del comune e di interagire online per contribuire all'amministrazione comunale con suggerimenti e/o segnalazioni.

Un primo piccolo passo verso la trasparenza è stato fatto, come MoVimento 5 Stelle proseguiremo con determinazione su questa strada.

Bruno Marton
Desio 5 Stelle

 
 
 

I rifiuti di Napoli

Post n°160 pubblicato il 12 Luglio 2011 da desio_5_stelle
 

Recentemente il consigliere Sicurello (IDV) ha suggerito al sindaco di impegnarsi affinché una parte dei rifiuti che ingombrano le strade di Napoli potesse essere incenerita a Desio.

Premesso che siamo contrari all'incenerimento dei rifiuti a valle della raccolta differenziata e siamo per la chiusura progressiva di tutti gli inceneritori, a maggior ragione siamo contrari all'incenerimento del rifiuto napoletano "tal quale" che contiene di tutto ed è molto più pericoloso di quello che attualmente viene bruciato a Desio. Incenerire il "tal quale" è estremamente inquinante.
Mi rendo conto che il riciclo di un rifiuto così eterogeneo, senza una raccolta differenziata a monte, è molto difficile: per cercare quantomeno di limitare i danni i rifiuti napoletani dovrebbero essere avviati ad un impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) in grado di estrarre innanzitutto la parte putrescibile (umido) ricavandone un materiale biostabilizzato utilizzabile come riempitivo inerte (costruzione di terrapieni, ecc.)

Il TMB potrebbe inoltre recuperare almeno in parte plastica e metalli. La frazione residua potrebbe essere stoccata in discarica dove (essendo ormai priva dell'umido) non produrrebbe odori, percolato né gas ad effetto serra.

Faccio notare che la maggior parte dei rifiuti napoletani inviati in Germania non sono stati inceneriti ma trattati in un grande TMB tedesco.Se a Desio avessimo al posto dell'inceneritore un impianto TMB  (il Comitato per l'Alternativa lo chiede dal 2008) sarei favorevole, per una volta, al ricevimento di una quota dei rifiuti napoletani.

Giovedì scorso 7 luglio, in opposizione alla proposta di Sicurello, la Lega ha presentato in consiglio comunale un ordine del giorno che richiedeva al sindaco di adottare "ordinanze di divieto allo stoccaggio, conferimento, trattamento o smaltimento di rifiuti di origine extraregionale sul proprio territorio a  tutela della salvaguardia e della salute pubblica e dell’incolumità dei cittadini".

Premesso che l'obiettivo da raggiungere al più presto è di rendere autosufficienti le regioni nella gestione dei rifiuti, la domanda che dobbiamo porci non è "da dove vengono i rifiuti?" ma "che rifiuti sono?" e "siamo in grado di trattarli?". La risposta è che il rifiuto napoletano tal quale, ancora più del secco brianzolo, va trattato con impianti a freddo che il Comitato chiede dal 2008 e che ad oggi non abbiamo.
Invece, secondo la Lega, quello che conta è solo l'origine del rifiuto, se ad esempio l'indifferenziato "tal quale" provenisse da Lecco o da Pavia anziché da Napoli, potrebbe essere tranquillamente bruciato a Desio in quanto rifiuto prodotto all'interno della Regione Lombardia.

Più che tutela della salute dei cittadini mi pare propaganda leghista allo stato puro, di conseguenza non ho votato a favore ed ho scelto di astenermi in quanto, al di là delle distorsioni e strumentalizzazioni, ritengo validi due principi generali contenuti nell'odg: autosufficienza dei territori e tutela della salute. Che però non si realizzano con manovre di facciata come l'ordine del giorno in questione, soprattutto se non si considera un altro principio: la gestione corretta dei rifiuti. Il problema non è evitare che i rifiuti napoletani arrivino a Desio, il problema è far sì che siano trattati in modo corretto da chi ha gli impianti (TMB) per farlo. Noi, a Desio, oggi, non li abbiamo.

Paolo Di Carlo

 
 
 

Desio, Pedemontana spazzerà via la discarica della 'ndrangheta

Post n°159 pubblicato il 11 Luglio 2011 da te.miti
 

Desio, Pedemontana spazzerà via la discarica della ’ndrangheta

da Il Giorno
articolo di 
ALESSANDRO CRISAFULLI

Il Comune tratta con la società la bonifica dell’area destinata al cantiere

— DESIO —
PEDEMONTANA dà una mano al Comune di Desio nella complessa e onerosa bonifica della maxi discarica della ’ndrangheta?
È una possibilità, nuova e concreta, che si è fatta strada nelle ultime settimane, fitte di incontri e colloqui fra la neo amministrazione di centrosinistra e i vertici della società che sta realizzando l’autostrada.

UNA CHANCE ghiotta, che il Comune è intenzionato a non lasciarsi sfuggire, visto che per ripulire l’area di via Molinara, dove la malavita organizzata aveva realizzato almeno 110mila metri cubi di scavo abusivo riempiendolo con rifiuti inquinanti e pericolosi, occorrono almeno 2 milioni di euro: questa la prima stima in base all’analisi del geologo incaricato di valutare l’inquinamento del terreno. E non è ancora chiaro chi dovrà accollarseli, visto che i responsabili finiti in carcere si sono dichiarati nullatenenti e non si sa se e di quale entità potranno essere i finanziamenti regionali o statali. La questione è stata affrontata anche nella parte iniziale del Consiglio comunale di giovedì sera, con una interpellanza del consigliere Pdl Vincenzo Bella, che ha chiesto lumi al sindaco sullo stato di fatto della più grande ferita ecologica presente sul territorio cittadino. «Uno dei tanti temi posti sul tavolo delle discussioni negli incontri avuti con Pedemontana è proprio questo - ha spiegato Roberto Corti -. Quell’area da bonificare insiste sul futuro cantiere di Pedemontana, abbiamo dunque domandato loro come possono far partire i lavori se prima non avviene la bonifica. È chiaro che non possono girare attorno a un’area così vasta, quindi bisognerà risolvere il problema prima dell’avvio degli interventi autostradali. Loro si sono dimostrati disponibili a discuterne e si è aperto uno spiraglio perché intervengano, anche se al momento non c’è niente di certo».
Anche perché l’indagine geologica si è fermata a 6 metri, ma i rifiuti sono stati seppelliti sicuramente fino a 11, forse addirittura a 20 metri di profondità, quindi i 2 milioni stimati potrebbero lievitare. «Non sappiamo ancora completamente cosa ci sia sotto - ha aggiunto Corti, che sta seguendo l’iter di Pedemontana e tutti i problemi connessi insieme all’assessore all’Urbanistica Daniele Cassanmagnago - quindi il nostro prossimo passo sarà chiedere al magistrato che ha in mano l’inchiesta il nullaosta per indagini più approfondite, in modo da avere il quadro completo». Per ora, si sa che sotto ci sono eternit e idrocarburi, forse cromo, più materiale inerte, macerie e scarti edilizi. A 6 metri di profondità è stata trovata anche una Bmw.

 
 
 

Ecomafie: "Brianza colonizzata"

Ecomafie: «Brianza colonizzata»
Ambiente, business miliardario

Ecomafia/ Business senza crisi, traffico rifiuti lungo come l'A1 Per 290 clan giro affari da 19 miliardi: in Campania più illeciti

Monza - Oltre 1.100 chilometri di tir allineati, 82mila, carichi di rifiuti speciali e pericolosi per 2 milioni di tonnellate. La quantità sequestrata dalle forze dell'ordine nel 2010 in Italia.

Numeri contenuti nel rapporto Ecomafia 2011 di Legambiente. Un business gestito da 290 clan, 20 in più del 2009 con un fatturato di 19,3 miliardi, in calo di 1,2 miliardi per la contrazione dell'abusivismo edilizio, che nel 2010 ha comunque registrato 26.500 casi nonostante il -22,4% del mercato del mattone.

I reati in campo ambientale sono 84 al giorno, 3,5 all'ora, e in costante crescita (in Lombardia sono passati da 855 a 1.619) e riguardano soprattutto i cicli dei rifiuti e del cemento, tanto che, nonostante le chiusure degli ultimi giorni da parte del Pirellone alla «munnezza» di Napoli, secondo l'inchiesta «Eurot», immondizia lombarda sarebbe finita abusivamente all'ombra del Vesuvio.

E proprio nella classifica dell'illegalità nel ciclo dei rifiuti, non a caso, la Lombardia è balzata dal sesto al quattordicesimo posto dopo Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio, prima regione del Nord Italia con 371 infrazioni (144 sequestri e 401 denunciati) contro le 153 del 2009 scoperte soprattutto grazie al super lavoro delle Polizie provinciali.

Un business, secondo la Direzione nazionale antimafia, fiutato dalla 'ndrangheta che ha «colonizzato» hinterland milanese e Brianza anche nella gestione del ciclo del cemento e del movimento terra: «Soppiantando e trasformando una buona parte dell'economia con tanti imprenditori finiti nelle maglie criminali per scelta consapevole o perché costretti».

Come la Perego Strade di Cassago: «azienda solida e dal buon nome che dal 2007, secondo gli inquirenti, ha subito una scalata societaria da parte di un boss». Expo 2015 e Pedemontana, come emerso da inchieste giudiziarie, le due maxi opere nel mirino delle cosche.

 
 
 

Processo Infinito: governo chiede 20 milioni di euro di danni alla 'ndrangheta

Post n°157 pubblicato il 10 Luglio 2011 da te.miti
 

Processo Infinito, governo chiede
20 milioni di danni all'ndrangheta

'ndrangheta, cinquanta arresti in Brianza

Monza - Pene da sei a vent'anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa, e richieste di risarcimento danni fino a venti milioni di euro. Oggi a Milano è stato il giorno delle richieste di pubblico ministero e parti civili al processo contro le cosche della 'ndrangheta lombarde e brianzole individuate con l'indagine 'Infinito'. Alla sbarra 119 imputati.

Al termine di una requisitoria fiume, il pubblico ministero Alessandra Dolci ha chiesto 16 anni per Giuseppe Moscato, presunto capo del locale di Desio e pene dai 6 ai 12 anni per gli Stagno e i Cristello (protagonisti di una sanguinosa faida tra Seregno e Giussano). Giovedì 14 luglio la parola passerà ai difensori. La sentenza, è prevista entro Natale.

Dopo il pm, è stato il turno delle parti civili, tra cui i comuni brianzoli di Desio, Giussano, Paderno, che hanno depositato le loro conclusioni scritte. La Presidenza del consiglio dei ministri, ha presentato richiesta di risarcimento per venti milioni di euro, con una provvisionale immediatamente esecutiva di cinque milioni di euro.

Tempi inevitabilmente più lunghi per gli altri 39 imputati coinvolti nell'inchiesta che hanno scelto invece il rito ordinario. Ma il collegio ha fissato un calendario 'di fuoco', con 40 udienze da qui a Natale. In questo processo, nell'ambito della presentazione delle eccezioni preliminari, alcuni difensori hanno chiesto al giudice di dichiarare l'incompetenza territoriale del tribunale milanese, a favore proprio di quello di Monza, in relazione al luogo in cui sarebbero stati commessi i reati contestati.

F.B.

 
 
 
 

IL CONSIGLIO COMUNALE E' ON-LINE

Lo chiedevamo da 2 anni noi del MoVimento 5 stelle: finalmente, grazie alla decisione del sindaco Roberto Corti e della giunta del Comune di Desio, da Luglio 2011 è possibile vedere da casa il consiglio comunale in diretta streaming tramite Internet e rivedere la registrazione anche a distanza di tempo attraverso il sito istituzionale del comune (accedi alla web tv).

Inizialmente avevamo cercato di riprendere le sedute consiliari - pubbliche - come semplici cittadini, ma ci è sempre stato vietato dall'ex presidente del consiglio Nicola Mazzacuva; dal 2010, tramite il nostro consigliere Di Carlo, abbiamo portato la questione in commissione Statuto e Regolamenti, ma l'iter si era fermato nel novembre 2010 con l'auto-scioglimento del consiglio comunale. Nel luglio 2011 la svolta, grazie all'intervento rapido ed efficace del neo-sindaco.

 

 

CHI SIAMO

Siamo cittadini delusi dai partiti, dai quali non ci sentiamo rappresentati. Ci impegnamo in prima persona perché l'amministrazione della città di Desio sia intesa in modo nuovo, trasparente e aperto alla partecipazione di tutti: con questo spirito abbiamo presentato alle elezioni comunali 2010 la lista civica "DESIO 5 STELLE". Essere residenti a Desio, non avere condanne penali, non essere iscritti a partiti e non aver ricoperto cariche politiche per più di un mandato sono caratteristiche di tutti i candidati che ne fanno parte: semplici cittadini, fuori dai partiti e lontani dai centri di potere, convinti che il riscatto della città possa arrivare solo lavorando per il bene comune. 

Nonostante ci presentassimo per la prima volta, e nonostante i "gufi" che ci davano sconfitti al 2%, alle scorse elezioni abbiamo ricevuto un ottimo sostegno: quasi il 5% e un seggio ampiamente guadagnato in consiglio comunale. Un risultato migliore di quelli ottenuti da UDC e IDV.

In seguito alla sospensione e al successivo scioglimento del consiglio comunale (v. box a sinistra) la città di Desio è stata giudata dal Commissario dott.ssa Nuzzi fino alle elezioni amministrative (maggio 2011). Mentre tutti i partiti hanno visto scendere il numero di voti, il MoVimento a Desio è cresciuto fino al 6,17% ottenendo un seggio di minoranza.

 

 
 

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PAOLO DI CARLO, CONSIGLIERE DESIO 5 STELLE

Dal 2007 faccio parte del Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Desio, mentre dal 2008 sono attivo all'interno del Comitato per l'Alternativa al nuovo inceneritore di Desio per dimostrare che vivere senza inceneritore (e senza l'inquinamento e le malattie che ne conseguono) è possibile. Nel 2010, candidato sindaco per Desio 5 Stelle, sono stato eletto consigliere comunale, risultato confermato nel 2011 nonostante la riduzione del numero dei consiglieri da 30 a 24.

 

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