Errani e i rimborsi regionali

Errani prova a metterci un coperchio per coprire lo scandalo dei rimborsi in Regione Emilia-Romagna

Ci sta provando in tutti i modi Vasco Errani a mettere un coperchio sulla spinosa vicenda dei rimborsi regionali. Il combattivo presidente dell’Emilia Romagna ha deciso di farsi paladino dei diritti e delle prerogative dei ‘suoi’ consiglieri regionali, da proteggere e tutelare da controlli indebiti. Una determinazione che è andata fino alla Corte costituzionale. E la scorsa settimana ecco un intervento tanto discreto quanto deciso, con due emendamenti inviati alle Commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera dei deputati, intente a convertire in legge il Decreto sui risparmi nella Pubblica amministrazione. Il governatore ha inviato un documento di tre pagine, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, in cui ha chiesto ai deputati del Pd di procedere, di fatto, a un colpo di spugna nella normativa esistente che riguarda i controlli della Corte dei conti sulla “gestione finanziaria degli enti territoriali”. Normativa stabilita nel 2012 dal governo Monti con un decreto, il 174/2012, che mirava a dare una risposta agli scandali dei vari Fiorito o della giunta Formigoni. Dopo il clamore di Lazio e Lombardia, le inchieste sono partite ovunque. Anche nella rinomata Emilia Romagna in cui Errani governa da quasi 15 anni. Sotto la lente della Corte dei conti sono finiti 1,8 milioni di euro di spese “non a norma”. Un consigliere Idv, ad esempio, ha speso 25 mila euro in soli sei mesi; la cognata di Pierferdinando Casini, Silvia Noé, si è fatta rimborsare cene fatte per beneficienza. Il capogruppo Pd ha portato a rimborso 1.100 euro pagati per due notti in un hotel a Venezia.

 

La paghetta di Calderoli - Il Giornalettismo

L’indignatissimo Roberto Calderoli faceva notare qualche tempo fa che lui dava un sacco di soldi alla Lega, e la casa che il partito gli pagava a Roma (in una zona di gran lusso) era quindi cosa dovuta. Oggi, scrive il Giornale, spuntano altri 2200 euro dati senza giustificativi: 

Le ricevute mensili, firmate dal senatore leghista, sono contenute nel memoriale che l’ex tesoriere della Lega al Senato, Piergiorgio Stiffoni, cacciato malamente dal partito, ha raccolto e tiene pronto per i pm di Roma, quando lo chiameranno. Dalle carte emergecheCalderoli,subitodopolacaduta del governo di cui era ministro della Semplificazione (suo sottosegretario era Francesco Belsito), quindi a metà novembre 2011, chiese ed ottenne dalla tesoreria della Lega al Senatoun contributo mensile di 2mila euro, oltre ovviamente allo stipendio da senatoreeall’affitto per l’appartamento a Roma (pari a 2.200 euro mensili).

Il primo mese la «paghetta» è stata trasferita con bonifico bancario, ma nei mesi successivi (almeno quattro) il contributo è stato dato cash, in contanti, all’attuale triumvirodellaLega, cui Stiffoni faceva firmare ricevute senza un giustificativo:

Forse una compensazione per il surplus di lavoro fatto da Calderoli come coordinatore nazionale delle segreterie (incarico per il quale «non ho mai percepito un’indennità », ha già spiegato Calderoli, visto che per anni la Lega gli ha riconosciuto «soltanto un rimborso per le spese sostenute »che,tra l’altro,«è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso»), o per l’introito da ministro che era venuto a mancare causa caduta governo. I gruppi parlamentari possono usare i soldi messi a disposizione dal Senato e dalla Camera (in tutto 70 milioni l’anno), come credono, all’internodicertiparametri.

Quindi la Lega può benissimo scegliere di dare ogni mese 2mila euro in contanti ad un suo importante esponente:

Queste uscite sono ora al vaglio della società di revisione esterna PriceWaterhouseCoopers, ingaggiata dalla Lega per analizzare i conti dell’ex tesoriere Stiffoni, e l’indagine si sta concludendo in modo positivo, nel senso chenonmancherebbeuneuroei contisarebbero tutti in regola (ma allora perché Stiffoni è stato espulso dalla Lega come fosse un ladro?).

 

BREAKING NEWS

LEGA -
Giro di soldi del tesoriere
Da: Il Giornale

I COLONNELLI
E il legame tra Belsito e Bonet è solido. Tanto che sarà il faccendiere a occuparsi di investire a Cipro i 6 milioni di euro prelevati dalle casse di via Bellerio, e depositati su un conto gestito da un altro indagato: Paolo Scala, sentito ieri dai pm milanesi. Un personaggio (e un interrogatorio) chiave, tanto che il suo verbale è stato secretato. Ma la gestione «allegra» della cassa da parte di Belsito non sarebbe stata sconosciuta all’interno della Lega. Nell’informativa consegnata dai carabinieri del Noe alla procura di Napoli, infatti, compaiono alcune intercettazioni che riguardano Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Una delle ipotesi investigative è che le spericolate operazioni finanziarie possano aver ricevuto la benedizione da qualcuno che siede ai piani alti del Carroccio. Maroni e Calderoli, al telefono con Belsito, discutono degli investimenti fatti con i fondi del Carroccio dall’ex tesoriere. Lui che, in un’altra conversazione del 24 febbraio, spiega a Romolo Girardelli (il contatto fra Belsito e gli uomini della ’ndrangheta) che «per sé non aveva preso nulla, perché sono serviti a soddisfare le esigenze di altri».

IL VORTICE DI MILIONI
Come si fa a far sparire un po’ di denaro? I pm seguono gli affari di Bonet con la Siram. E notano qualcosa di strano. In particolare, il 24 febbraio del 2010. Quando 3,4 milioni di euro viaggiano dall’azienda energetica alla Polare. Lo stesso giorno, 3,2 milioni passano dalla Polare alla Fintecno (altra società del gruppo), assieme ad altri 152mila euro. Nell’arco delle 12 ore, Fintecno retrocede a Siram 2,9 milioni, e 138mila euro. «Il trasferimento di denaro fra le società è alquanto astruso e per certi aspetti incomprensibile e illogico». Insomma, sarebbe tutto falso. Un giochino per creare crediti di imposta. E fondi neri usati anche, secondo i pm, per oliare lo sponsor politico.

Secondo gli inquirenti si tratterebbe delle «esigenze personali dei familiari di Umberto Bossi». Si tratterebbe di oltre 200mila euro per i figli del Senatùr e di una cifra tra i 200 e i 300mila euro per le spese del SinPa, il sindacato padano fondato da Rosi Mauro. Un’ombra sulla trasparenza degli investimenti la gettano le parole di Scala, intercettato al telefono. «Tranquillo», dice a Bonet a proposito degli investimenti a Cipro. I soldi «non hanno problemi a entrare e non avranno problemi a uscire. Escono dall’Italia, ma prima di arrivare dove devono arrivare fanno due processi di filtrazione, per cui la cosa è tranquilla».
 

Formigoni scarica
gli arrestati:
“Forse un errore candidarli”

SCARICA gli ex assessori arrestati, a dimettersi per gli scandali non pensa neppure. Conta di arrivare a fine mandato, a meno che non si apra una chance per le Politiche. Roberto Formigoni, presidente della Regione, ieri è stato chiaro parlando delle disavventure giudiziarie degli ex assessori Franco Nicoli Cristiani e Massimo Ponzoni: «Non a caso forse, e lo sottolineo con una certa malizia, dal 2010 entrambi non sono più membri di giunta: questa è stata la mia decisione». Alla domanda se sia stato un errore candidarli, Formigoni precisa: «Probabilmente è stato un errore, con il senno di poi. Però la compilazione delle liste spetta ai partiti, e i due hanno raccolto decine di migliaia di preferenze. I fatti contestati risalgono a dopo le elezioni. Qualcosa non ha funzionato, ma si deve distinguere le responsabilità politiche da quelle personali. Inoltre vale sempre il principio di innocenza ».

E per il futuro: «Mancano tre anni alla scadenza della legislatura che onorerò fino alla fine. Ma è chiaro che io sono anche un dirigente di partito: quando e se ci saranno le elezioni politiche anticipate, valuterò col partito e con me stesso la decisione migliore». Nonostante le inchieste, Formigoni dipinge il Pdl come il «partito degli onesti: ogni volta che viene trovato qualcuno che ha tradito per noi è una sconfitta». Non manca la stoccata ai giudici: «La Lombardia è la Regione più virtuosa d’Italia ed è anche quella in cui la magistratura trova due o tre casi di corruzione. Chissà cosa accadrà nelle altre regioni meno virtuose. Peccato che lì la magistratura non sia altrettanto efficiente ». A commentare le frasi di Formigoni il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina: «Le parole del governatore rimangono insufficienti — spiega — rispetto al tema politico emerso con forza in questi giorni. E che la Lombardia abbia urgente bisogno di un’agenda di cambiamento profondo, che questa esperienza amministrativa non è in grado di dare, credo sia ormai convinzione assai diffusa».

Ieri, tra l’altro, è iniziato il processo a un altro ex assessore, Piergianni Prosperini, arrestato mentre era in carica. I consiglieri regionali Pippo Civati del Pd e Chiara Cremonesi di Sel chiedono che la Regione si costituisca parte civile nel processo: «Che Regione Lombardia scelga di non costituirsi parte civile nel processo a Prosperini grida vendetta». Formigoni, ieri, ha anche parlato d’altro, per dimostrare «che noi lavoriamo per aiutare i cittadini lombardi, nonostante la campagna mediatica scatenata in questi giorni». Ecco quindi una bozza di legge «per sviluppare l’economia lombarda», puntando sull’istruzione, sulla digitalizzazione e sul risparmio energetico.

 

Breaking News

Il Sindaco e Perri
si scambiano accuse sull'immobile 
PTB ceduto al comune

Il governo va sotto 3 volte:
Voto contro di FLI con l'opposizione

L'IRA di Bossi. Il governo non deve telefonare alla polizia.
Dobbiamo prepararci. Il governo tecnico è alle porte. E noi andremo all'opposizione. Per certi versi è pure un bene». La sua analisi è spietata. E non lascia spazio a vie di fuga. Fini valuta la rottura col Pdl, ma vuole arrivarci sulla giustizia e non sul Rubygate

Napolitano:
Bordata a Berlusconi.
Bocciato il lodo
ALFANO retroattivo

PDL - Volano gli stracci dopo il divorzio Berlusconi-FINI

Anche la fiducia del 29 settembre passa:
Ma Futuro e Libertà è determinate:
E la lega sente odore di bruciato
Bossi pessimista sul futuro


MAGGIORANZE A RISCHIO -
Il Pdl contava fino ad oggi su 271 deputati, secondo quanto riportato dal sito Internet della Camera , che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora di una trentina di finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega Nord non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati. Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati. Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l'Italia; sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche. Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente. L'Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo. Al Senato attualmente il Pdl conta 145 aderenti. La maggioranza può contare anche su 26 leghisti e su 3 aderenti all'Mpa per un totale di 171 senatori su una maggioranza assoluta, al netto dei senatori a vita, di 158 voti. I finiani qui dovrebbero essere tra i 10 e i 14.

 

The LAST NEWS

L'AUTOGOL DEL PDL E IL CONTROPIEDE DELLA LEGA NORD. IN AUTUNNO LA "PULIZIA ETNICA" DEL CARROCCIO IN BRIANZA INIZIA DA QUI.
Tempi duri per la PDL - Il Sindaco è avvisato?

Davanti alla debolezza degli organi provinciali del Pdl, la Lega Nord o meglio Cesarino Monti dà il meglio si sè. E' come lasciare Milito o meglio Kakà dei tempi d'oro (vista la militanza milanista del Leone di Lazzate) dieci metri di vantaggio ini contropiede. Il prezzo per tenere a galla la baracca sgangherata della coalizione desiana era un assessorato in più al Carroccio. Prima dell'inchiesta sulla 'ndrangheta. Ora le quotazioni dell'appoggio leghista sono in rapida e continua salita. L'ossigeno costa sempre più caro. Tutti a casa e candidato sindaco padano doc. Un modo per fare pulizia all'interno del Pdl come sostiene da giorni il senatore Monti. E il Popolo delle Libertà come un puglie suonato al primo round non può che incassare messo nell'angolo dalle liti interne e dalla mancanza di una leadership  provinciale in grado di tenere testa ai "pugni leghisti". Il Pdl non è riuscito nemmeno a tenere una linea comune davanti all'onda che ha spazzato via il "cardinale nero" e 40 anni di politica amministrativa. La brutta pagina del consiglio comunale pieno di botte e insulti si poteva evitare, ma ormai a Desio e dintorni nel Pdl ciascuno ragiona per sè. E il primo cittadino in mezzo a prendere botte da una parte all'altra. Quanto potrà durare? Non arriva al panettone dicono i maligni. La Lega si frega le mani per un progetto più ampio che punta all'intera Brianza. Del resto chi è senza peccato (in zona) scagli la prima pietra. Cesarino da Lazzate ne ha un'intera montagna di scorta.
Editoriale di Marco Pirola, direttore de "L'esagono" - tratto dall'uscita del 26 luglio 2010

Nelle carte spuntano anche
i nomi di Perri e Pezzano
I soldi nascosti nei tubi
da Il Cittadino M&B - QUI

 

 

 

Altre News

Il Coordinamento Cittadino di Desio
strappa una promessa al SINDACO:
Presto una ORDINANZA PER LA SICUREZZA CON IL SERVIZIO PERMANENTE DI POLIZIA SERALE CON TURNO 
DALLE 19 ALLE 24.

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Arrivano primi commenti
sulle nomine A.L.S.I
al post 191
.

***

da Il Giorno del 21 Giu 2010
articolo di Alessandro Crisafulli

Desio. non solo il PAM: per il PD passaggi poco chiari su altri terreni

PRESTO sul tavolo della magistratura che indaga sul Pgt di Desio arriverà altra carta. Che potrebbe, secondo la minoranza, scottare. Riguarda un terreno proprio a fianco di quello della Pam. «A seguito dell’acquisizione da parte della Procura di Monza di copia della variante industriale al Prg approvata nel 2004 - ha detto Lucrezia Ricchiuti del Pd - chiediamo a questa Amministrazione di sospendere immediatamente la procedura del piano attuativo D4, in quanto da una visura storica della proprietà si evidenziano numerosi passaggi riconducibili a persone e società attualmente sotto indagine. Chiediamo inoltre di trasmettere tutti gli atti alla Procura». E la Ricchiuti ha fatto poi nomi e cognomi: «Qui, dove nascerebbero due medie strutture di vendita - ha detto - nei vari passaggi di proprietà risultano la Mais srl e la Guado srl, quindi Ponzoni e il suo commercialista Sergio Pennati». «Il Piano attuativo è conforme al Pgt - ha replicato l’assessore all’urbanistica Michele Vitale - trasparente e legale».

 

 

Editoriale - Lega: la nuova via comunicativa

Conoscendo bene le indicazioni di partito che "suggerivano" SEMPRE e SOLO autorizzate le dichiarazioni del segretario cittadino, vedere adesso il capogruppo VILLA agire per nome e per conto del provinciale (il Giorno del 3 luglio) la dice lunga sulla evoluzione politica desiana.
I punti di vista politici del segretario MOTTA (seduto in giunta), di fatto, vengono puntualmente precisati dal capogruppo. Qualche cambiamento sta avvenendo. E qualche sorpresa è alle porte. Altrimenti, che senso avrebbe la "doppia anima" leghista?

 

La Giunta difende il PGT

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO — 31 maggio 2010
C’È TENSIONE palpabile, in Comune a Desio, per l’inchiesta della magistratura monzese sulla presunta mazzetta al consigliere regionale Massimo Ponzoni per un intervento edilizio compreso nel Piano di governo del territorio. Tensione moltiplicatasi con la visita, giovedì mattina, della Guardia di Finanza di Milano, che è rimasta fino al primo pomeriggio chiusa negli uffici del settore Tecnico, dove ha sigillato alcuni armadi e da dove ha portato via del materiale di suo interesse, lasciando all’Amministrazione un verbale di quanto fatto.

Eppure, il sindaco Giampiero Mariani e la giunta di centrodestra cercano di allentare la pressione. Lo hanno fatto con un comunicato stampa: «Le spiacevoli vicende degli ultimi giorni non hanno certo rallentato la nostra coesione politica e non frenano i nostri sforzi per lavorare per una Desio migliore - scrivono -. Proprio il Pgt, approvato circa un anno fa, è lo strumento base di programmazione e di sviluppo in cui crediamo fermamente e su cui abbiamo lavorato in condivisione con la società civile e le parti sociali. In quel documento, nato da un grande sforzo progettuale realizzato coi migliori urbanisti del Politecnico di Milano e verificato all’insegna della condivisione politica e della partecipazione popolare, è racchiuso il disegno della Desio del futuro, in un nuovo sviluppo equilibrato della città che raddoppierà il verde fruibile dai cittadini, che avrà nuovi servizi, parchi e infrastrutture. Una città che crescerà, in maniera organica e di qualità, rimanendo a misura d’uomo».

UNO STRUMENTO che vide il timbro della maggioranza di centrodestra, più il consigliere indipendente Michele Vitale (oggi assessore all’urbanistica). Mentre l’opposizione fece pollice verso, così come sollevò dei dubbi la Provincia e ci fu la richiesta di un referendum per cancellarlo, da parte del Comitato «Più Desio meno cemento». «Auguriamo che l’indagine della magistratura possa al più presto chiarire ogni aspetto - prosegue la giunta - sia sulle procedure sia sulla correttezza delle persone coinvolte, in modo tale che l’attuazione del Pgt - già avviata - possa manifestarsi nello svolgimento della vicenda amministrativa con tutti i suoi effetti sia di bilancio sia di programmazione. Ribadiamo la nostra serenità garantendo massima collaborazione alla magistratura».

 

La lega vota tutto sperando nel federalismo

da Fatto Quotidiano di Gianni Barbacetto (30 Maggio 2010)

Matteo Salvini, direttore di Radio Padania e leader emergente della Lega, non ha dubbi: “Il Pdl? È una strana bestia. Adesso Roberto Formigoni se la prende con la manovra economica, dice che taglia i soldi alle Regioni e dunque impedisce il federalismo. Non è vero, e lui lo sa. La polemica di Formigoni non è contro la Lega, ma tutta dentro il Pdl. Non so quali siano i suoi obiettivi: per quanto mi sforzi, non riesco proprio a capirli”. Eppure lui, il “Celeste”, presidente della Lombardia per la quarta volta, le aveva cantate chiare: “La manovra varata dal governo mette il federalismo a rischio. Le Regioni dovranno sopportare il 45 per cento del carico dei tagli, 10 miliardi in due anni su un totale di 24”. E ancora: “Occorre ripartire i tagli diversamente”. Come a dire: cari amici della Lega, caro Giulio Tremonti, caro Silvio Berlusconi, pensateci bene. Questa vostra manovra ci indebolisce, lascia i “governatori” – e noi del centrodestra più degli altri – esposti a ogni critica e al rischio di una grave perdita di consenso: saremo noi, in queste condizioni, a dover tagliare i servizi ai cittadini.

GUERRA CIVILE. “È una polemica interna al Pdl, quella di Formigoni”, ribadisce Salvini. “Per una ragione semplice: il federalismo non costa una lira in più. Sposta solo le risorse da Roma ai territori. Dunque non ha senso urlare che il federalismo è a rischio. Il federalismo si farà: anzi, i momenti di crisi sono quelli in cui si può prendere più forza e fare le riforme più coraggiose”. Il quotidiano della Lega, la Padania, lo ribadisce da giorni e ieri, sabato, lo ha scritto esplicitamente nel suo titolo d’apertura, in prima pagina: “Il federalismo accelera. Anche la gente lo vuole”. E subito sotto: “Calderoli: a giugno i decreti su costi standard in sanità e autonomia impositiva”. Bisogna correre, dicono in coro i ministri padani: “Non sono d’accordo con Formigoni. La manovra è una sfida, uno stimolo per accelerare”, dichiara il ministro dell’Interno Roberto Maroni. E Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, preme l’acceleratore sui decreti attuativi: “Bisogna portare a giugno, oltre al decreto legislativo sull’autonomia impositiva degli enti locali, anche quello sui costi e i fabbisogni standard”. Lo scontro, evidentemente, è tra chi ritiene che il federalismo abbia un costo e che dunque sia irrealizzabile ora la manovra fa stringere la cinghia proprio e soprattutto alle Regioni – e chi invece è convinto che si trasferisce quel che c’è, e se è meno non importa: si trasferirà alle Regioni quel poco che c’è. Tanto, le Regioni che interessano alla Lega sono comunque le più ricche d’Italia: Lombardia, Veneto, Piemonte...A soffrire davvero saranno quelle più povere. Intanto i leghisti difendono le Province, mentre i deputati finiani del Pdl propongono, dalle pagine del Secolo d’Italia e con portabandiera il deputato Santo Versace, la loro abolizione totale. Il testo della manovra, finalmente disponibile dopo tre giorni di sintesi, annunci e chiacchiere senza una formulazione precisa, ribadisce che saranno abolite le province sotto i 220 mila abitanti

 

La notizia

Ponzoni indagato
(Il Giornale, 25 Maggio 2010)

Una brutta storia di mazzette e scelte urbanistiche: e sullo sfondo l’ombra della malavita organizzata e dei suoi interessi nella politica e nel mattone. Al centro dell’inchiesta l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni, che alle elezioni di due mesi fa era risultato, con 11.069 preferenze, il primo degli eletti nelle liste del Popolo della libertà di Monza e della Brianza.
A condurre l’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Walter Mapelli. L’avviso di garanzia per corruzione è stato notificato la scorsa settimana dai militari della Guardia di finanza. Ma - ed è il dettaglio più inquietante - l’inchiesta è gestita da Mapelli insieme ai suoi colleghi del pool antimafia della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Non si tratta, dunque, di una ordinaria storia di malcostume amministrativo. Ponzoni, infatti, avrebbe ricevuto un pagamento di 250mila euro da parte di un gruppo interessato a un’operazione urbanistica a Desio. Quel gruppo, secondo l’accusa, era a sua volta ricollegabile alle cosche.

È su questi soggetti, e in particolare sul clan Iamonte-Moscato che le procure di Milano e Monza stanno conducendo da oltre un anno una indagine assai vasta. Nell’ambito di questa indagine sono emersi i nomi di Ponzoni e di un altro personaggio assai in vista della politica brianzola: Rosario Perri, un geometra calabrese, a lungo in servizio all’ufficio tecnico del Comune di Desio, che solo in tarda età ha compiuto il salto di qualità scegliendo la politica nei ranghi del Pdl e diventando dapprima presidente del Parco delle Groane e poi assessore nella nuova provincia di Monza. A Perri è andata una delle deleghe più ambite, quella al Personale, agli Affari generali e alle società partecipate. Di Ponzoni, Perri è stato uno dei grandi elettori alle ultime regionali: «Gli dobbiamo riconoscenza e dobbiamo assegnargli il massimo delle preferenze» aveva detto inaugurando la sede di Desio del comitato a sostegno del candidato Pdl.
Ponzoni, sia come assessore regionale che come coordinatore del Pdl locale, ha sempre avuto molta voce in capitolo nelle scelte rilevanti della politica e dell’urbanistica brianzola. Ed è in relazione ad alcune di queste scelte che sarebbe scattata l’incriminazione per corruzione per un pagamento di 250mila euro da parte di un gruppo interessato all’operazione e a sua volta collegabile alle cosche. Di una operazione urbanistica su un area in via Molinara, a Desio, si parlava in alcune intercettazioni realizzate nel 2008 in cui tale Fortunato Stellitano, poi arrestato per associazione mafiosa, tranquillizzava gli interlocutori: «Martedì vado a trovare Massimo che è assessore all’ambiente, mi faccio fare lo svincolo ed è a posto». 

 

Sotto la lente

Nuova convenzione non firmata
Ecocity in stallo prima del disastro
(Da Il Cittadino del
29 marzo 2010)


Villasanta - Il progetto Ecocity? Era già bloccato prima del disastro Lombarda Petroli. E, secondo indiscrezioni, la causa sarebbe da addebitare a un mancato accordo tra Addamiano (proprietario della porzione industriale ma destinato ad acquisire l'intera area) e Giuseppe Tagliabue, legale rappresentante della Lombarda Petroli, storico titolare dell'ex raffineria e ancora proprietario della metà circa dell'area. I due imprenditori sono legati da rapporti di interesse da qualche anno, da quando gli Addamiano hanno messo gli occhi sull'area. Addamiano ha comprato la porzione industriale nel 2008, ma l'obiettivo era quello di completare l'acquisto, di ottenere variazioni sul progetto di riqualificazione del 2004 (concordato tra Comune e Tagliabue e formalmente ancora in vigore) e di realizzare le opere. In attesa che venissero perfezionati gli accordi con l'amministrazione comunale e variato il progetto con un incremento di residenziale da 3mila a 33mila metri cubi, Addamiano è partito con la porzione che risultava uguale sia nel vecchio progetto che in Ecocity. Ebbene, tutto quanto si poteva fare è stato fatto. In data 23 febbraio, senza la nuova convenzione che doveva essere firmata da Comune, Tagliabue e Addamiano, quest'ultimo non avrebbe potuto realizzare più nemmeno mezzo capannone, senza il rischio di commettere un abuso edilizio.

E perché allora l'appuntamento per la firma non è mai stato fissato? Secondo fonti ben informate, pare che Tagliabue, alla luce delle voci sulle difficoltà finanziarie di Addamiano, abbia sostenuto di non voler firmare una convenzione che lo impegnerebbe a completare le opere, nel caso di insolvenza del gruppo immobiliare.Nonostante le smentite ufficiali, tra l'altro, i due imprenditori pare non avessero rapporti idilliaci. E a confermarlo è un ex dipendente Lombarda: “Ogni volta che qualcuno di noi doveva recarsi nell'area di Addamiano o viceversa - ha detto - c'erano resistenze, diffidenza e qualche attrito”. Ecocity insomma appare sempre più irrealizzabile.

“Se davvero Tagliabue si è messo di traverso - ha commentato Guido Battistini, ex assessore all'Urbanistica della Lista per Villasanta - il futuro del progetto è compromesso. L'unica possibilità sarebbe stralciare e mandare avanti la parte industriale del disegno, ma a quel punto, senza il residenziale, al costruttore non converrebbe”. Intanto sono scaduti anche i tempi della bonifica che Tagliabue avrebbe dovuto concludere entro il 2009, stando alla convenzione del 2004. Nelle casse pubbliche infine giacciono 21 milioni di euro: una fidejussione versata da Addamiano (o Tagliabue) sul cui futuro non si possono fare previsioni.
Valeria Pinoia

 

Notizie dalla provincia

L'Assessore provinciale Antonino Brambilla consulente di Idra e di Berlusconi?
da il Cittadino MB del 22/02/2010

Arcore - L'assessore provinciale alla tutela del territorio è consulente di Berlusconi per il progetto Milano 4? Lo affermano - e lo chiedono - i consiglieri di Monza e Brianza del Pd dopo avere ascoltato il presidente del parco Valle del Lambro, Emiliano Ronzoni, in commissione. «Oggi in commissione urbanistica - scrivono in un comunicato Gigi Ponti e Mimmo Guerriero - il presidente del Parco della Valle del Lambro ha riferito che alla riunione sul cosiddetto progetto ‘Milano 4' con il sindaco di Arcore, che l'ha promossa, e l'immobiliare Idra, ha partecipato in qualità di consulente di quest'ultima il vicepresidente della Provincia e assessore al territorio e parchi avvocato Antonino Brambilla». La commissione urbanistica si è tenuta questa mattina, lunedì 22 febbraio, a Monza e aveva in programma l'audizione di Ronzoni, programmata in una serie di incontri con i presidenti dei parchi brianzoli. Il Pd ha fatto domande sul progetto di Idra, immobiliare della famiglia Berlusconi, che prevederebbe l'edificazione di 150 mila metri cubi di edilizia residenziale nel comune di Arcore, nel territorio che rientra nel parco regionale e che confina con Villa San Martino, residenza del presidente del consiglio. «Chiediamo al presidente della Provincia Allevi – aggiungono gli esponenti del Pd – di riferire nel prossimo consiglio chiarendo il ruolo del vicepresidente Brambilla in merito a un'evidente incompatibilità sotto il profilo politico. Siamo fortemente stupiti di fronte alla sovrapposizione di ruoli di difensore delle aree protette brianzole e consulente di una società immobiliare che punta a costruire, in questo caso all'interno di un parco di pregio».

 

Ponzoni interrogato per 10 ore su Montecity. "Sono tranquillo"
(da Il Cittadino - 18 Nov. 2009)

L’assessore regionale desiano Massimo Ponzoni, coordinatore provinciale del Pdl, interrogato in Procura a Milano per 10 ore, come testimone nell’ambito dell’inchiesta sull’area Montecity-Santa Giulia di Milano, per cui sono finiti in carcere Giuseppe Grossi “il re delle bonifiche”, Rosanna Gariboldi, ex assessore pavese e moglie del deputato del Pdl Giancarlo Abelli e altre tre persone. Come riportato oggi dal Corriere della Sera, Ponzoni ha risposto alle domande dei pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, nella sede della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza a Milano, in piazzetta Umanitaria, lo scorso 7 novembre. “E’ vero, sono stato chiamato in Procura” ci conferma il politico brianzolo. L’inchiesta riguarda la bonifica dell’area di Santa Giulia, alla periferia est di Milano: Grossi è accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed evasione fiscale per 22 milioni di euro. Secondo l’accusa, i soldi sarebbero stati accumulati nei paradisi fiscali all’estero, gonfiando i costi di bonifica. La Gariboldi è accusata di ricilclaggio, per aver messo a disposizione dell’imprenditore il suo conto corrente di Montecarlo. Per entrambi, i giudici hanno rifiutato la richiesta di scarcerazione, ritenendoli “professionalità criminose, capaci di complesse deliberazioni delittuose”. L’indagine prosegue. L’assessore Ponzoni è stato convocato in Procura a testimoniare sui fatti. E gli sarebbero stati chiesti chiarimenti anche sui suoi rapporti d’affari con la Gariboldi, con cui aveva una società immobiliare. “Sono tranquillo e sereno” spiega Ponzoni. “Sono stato chiamato in qualità di assessore e ho spiegato quello che potevo conoscere". Presto saranno sentiti anche i suoi predecessori, che hanno avuto la delega all’ambiente, perché le indagini riguardano anche il passato.
Paola Farina

 

Seguendo la stampa

Fondi neri per le bonifiche. Monguzzi: Ponzoni riferisca in consiglio regionale

(Adnkronos) - ''Queste operazioni immobiliari, sempre secondo quanto ricostruito dal settimanale, - riferiscono- avrebbero avuto luogo tra Meda e Gallarate e sarebbero state interrotte a fine luglio di fronte alle prime indiscrezioni relative proprio all'indagine della magistratura sulle bonifiche del quartiere Santa Giulia di Milano".

"Dobbiamo quindi rilevare - continuano Agostinelli e Monguzzi - che non solo la Regione Lombardia ha messo a disposizione di Grossi, per la bonifica della ex-Sisas di Pioltello, un aumento dei costi di 44 milioni di euro, da sommarsi ai 120 gia' autorizzati e scambiati con la possibilita' di realizzare il piu' grande centro commerciale d'Europa sull'area, quando la suddetta indagine era gia' in corso, come abbiamo denunciato martedi' in Consiglio. Ma che lo ha fatto mentre era chiaro il coinvolgimento dell'assessore regionale alla partita in affari milionari privati con la Gariboldi. Ecco perche' forse martedi' in Aula l'assessore Ponzoni e' stato cosi' reticente sulla nostra interrogazione. Certo e' che - concludono - di fronte a tali novita', pretendiamo risposte approfondite".

 

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Commenti, giudizi e proposte della politica desiana e dintorni

 

 

PD di Desio e la senatrice Ricchiuti ai ferri... corti

Post n°625 pubblicato il 22 Ottobre 2014 da puntobox

Notizia da Desio in Padania e il Giornale di Desio
Lucrezia la disobbediente ha fatto infuriare Giorgio il segretario. Non deve tirare una buona aria all'interno del Partito Democratico di Desio, lo si capisce da tante cose: la beffa delle elezioni provinciali, che ha visto l'esclusione dal consiglio - per un pugno di voti - del candidato desiano, è solo uno dei tanti sintomi. Quello più clamoroso è lo scontro del segretario cittadino con la senatrice Ricchiuti.
La senatrice Lucrezia Ricchiuti

"Se continua così dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di dimettersi": a pronunciare questa frase - ripresa dal Giornale di Desio della scorsa settimana - è Giorgio Gerosa, segretario cittadino del PD. Una frase dura, un messaggio chiaro, una frattura netta. A far scattare la sua ira è stata la posizione di Lucrezia Ricchiuti che, disobbediendo alle linee del partito non ha votato la fiducia sul jobs act al governo Renzi. "Non sono stata votata per eliminare l'articolo 18 ma per difendere i lavoratori. Non condivido il fatto che sia stata chiesta la fiducia su un tema così importante", ha scritto la senatrice sul suo profilo Facebook che non ha risposto direttamente (almeno in pubblico) al suo segretario di circolo.

Una personalità forte quella della senatrice Ricchiuti, che partendo dalle memorabili battaglie in consiglio comunale è arrivata direttamente a Roma, diventando un punto di riferimento autorevole all'interno del PD grazie al suo ticket con Pippo Civati. Protagonista della politica desiana, ha saputo ritagliarsi un ruolo che l'ha lanciata sullo scacchiere nazionale, facendo il pieno di voti nelle primarie che hanno scelto la composizione delle liste dei candidati alle ultime elezioni politiche. Un pieno di voti grazie anche al sostegno del circolo desiano, che ad oggi sembra perso. Un problema per lei, che dovrà garantirsi sostegno ed appoggio da fuori città ed un problema per il PD desiano, che si aggiunge  alla mancata elezione in consiglio provinciale, alla gestione della crisi interna in giunta e consiglio comunale ed al malumore della cittadinanza.

Il Partito Democratico a Desio è isolato. Isolato dai circoli dei comuni limitrofi, che non hanno supportato la corsa desiana all'elezione del nuovo consiglio provinciale. Isolato in provincia di Monza e Brianza, il cui nuovo presidente Gigi Ponti (del PD) è l'artefice delle politiche sull'inceneritore alle quali il comune di Desio (guidato da Roberto Corti del PD) è fortemente contrario. Isolato dagli alleati di coalizione che governa la città con cui i dissapori non mancano. Isolato dai cittadini, che hanno perso fiducia in questa amministrazione. 

Chissà la senatrice come avrà preso la stoccata di Gerosa che, pur non essendo certamente un renziano (come non lo è tutto il circolo desiano dei democratici), da buon segretario ha difeso ciò che non condivide ed ha tirato le orecchie alla sua iscritta indisciplinata. Al momento, non è dato sapere.

 
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Risultati Elezioni Provinciali M&B

Post n°624 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da puntobox

Elezioni Provinciali Monza e Brianza: i risultati

13 ott 2014 - Da nuova brianza
Gigi Ponti è il nuovo presidente della Provincia. In Forza Italia clamoroso risultato di Romani, che supera (a sorpresa) Borgonovo.

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Elezioni provinciali Monza e Brianza. Nuovo presidente della provincia di Monza e Brianza è Gigi Ponti del Pd (nella foto). E dubbi di sorta non ce ne erano sin dall’inizio. Ora si fanno i conti dei consiglieri eletti con voto ponderale a seconda della rappresentanza di consiglieri comunali e sindaci ammessi al voto, gli unici ammessi al voto. Dei 16 scranni disponibili: Dieci seggi al Pd tre a Forza italia, due alla Lega Nord e uno alla Lista Civica. I conteggi sono ancora parziali, ma l’ipotesi è questa.

LEGA NORD – Tutto secondo ncopione nella Lega dove Andrea Monti, il figlio di Cesarino è riuscito a sorpassare Andrea Villa il candidato dei giovani padani del Carroccio. Risultati preferenza Lega: Andrea Monti 4214, Andrea Villa 2917, Ettore Motta 2667, Marina Romanò 1651, Fabio Meroni 1641, Paola Gregato 663, Emilio Merlo 108 Pozzoli 0.Disintegrato Fabio Meroni, il ras di Lissone che vede allontanarsi i tempi d’oro in cui si divideva la Brianza con Cesarino Monti.

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Paolo Romani e il figlio Federico (a destra), neo eletto in Provincia. 

FORZA ITALIA – Un pò meno scontata la battaglia interna a Forza Italia dove Federico Romani grazie all’appoggio del padre Paolo è riuscito non solo ad essere eletto, ma ad arrivare primo superando seppur di poco il quotatissimo Riccardo Borgonovo, sindaco di Concorezzo ciellino in odore di Ncd. Qualche voto è mancato all’interno dell’Ncd ed è cominciata la resa dei conti. Gabriele Volpe sostenuto dai vertici locali di Forza Italia come Fabrizio Sala, Gianni Faletra e Matteo Figini ha superato di un soffio Martina Sassoli che correva in solitaria avendo contro tutto il partito. Delusione, aspettative mancate da parte di quest’ultima, ma voglia di dare battaglia all’interno del partito per il rinnovamento. Un risultato che sposta gli equilibri interni di Fi verso paolo Romani che non solo ancora comanda in zona, ma detta le condizioni riuscendo a far eleggere il figlio praticamente sconosciuto ai grandi elettori. Fabrizio Sala si salva per il rotto della cuffia riuscendo a piazzare l’ex socialista Volpe espressione dei lissonesi di Franco Giordano e soprattutto Gianni Faletra. Era quello che più rischiava ed è stato “miracolato” un’altra volta. Risultati preferenze Forza Italia: Federico Romani 4446, Riccardo Borgonovo 4259, Gabriele Volpe 2497, Martina Sassoli 2124.

IMG_5571.JPG

LISTA CIVICA – Dai calcoli ancora in corso  è passato per il rotto della cuffia Rosario mancino di Fratelli d’Italia grazie all’appoggio determinante dell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro.

 
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Allarme rientrato...

Post n°622 pubblicato il 20 Settembre 2014 da puntobox

Tanto rumore per nulla?
Niente moschea a Desio

Da ilcittadino m&b on line

Non ci sarà nessuna moschea a Desio. Almeno, non nell’immediato. La commissione urbanistica comunale ha respinto la richiesta della comunità pakistana per la realizzazione di un centro islamico su un terreno privato, tra le vie Roma e Rossini, da acquistare a proprie spese.

 

I musulmani chiedevano il cambio della destinazione d’uso dell’area individuata, da verde ad area a servizi, edificabile. Non c’è stato nemmeno bisogno della discussione in consiglio comunale: il parere è arrivato dal primo passaggio tecnico previsto, quello, appunto, della commissione, nella fase dell’analisi delle osservazioni al Pgt.

Desio, non si farà alcuna moschea  Bocciata la richiesta dei pakistani

 

Il progetto, che sarà comunque valutato anche in consiglio comunale, è stato considerato non compatibile col Piano di governo del territorio. Cantano vittoria i partiti dell’opposizione (Lega Nord, Forza Italia, Lista Civica Per Desio) che nel fine settimana hanno raccolto 1500 firme contro la moschea. Esulta il “comitato” nato appositamente per contrastare la richiesta dei musulmani e che in pochi giorni ha riempito la città di volantini.

 

Non si scompone il sindaco Roberto Corti (espressione di una maggioranza formata da Pd, Desio Viva, Sinistra per Desio, Idv): “Tanto rumore per nulla” sono le sue prime parole. “La questione è stata montata ad arte da chi ha voluto speculare e ha raccontato, tra l’altro, tante falsità”. Tecnicamente, l’osservazione è stata respinta, “in linea con i criteri usati per tante altre osservazioni”. Fatta salva la legittimità della richiesta di un luogo di culto da parte dei musulmani, si è tenuto fede al principio di fermare il consumo di suolo.

 
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breaking news

Post n°621 pubblicato il 17 Luglio 2014 da puntobox

Desio, falsa osservazione al Pgt
Due persone citate a giudizio

  • Desio, falsa osservazione al Pgt  Due persone citate a giudizio
L’ex Itis di Desio (Foto by Vismara Pietro)
Il cittadino m&b on line - Desio -  16 luglio 2014

L’accusa è di falso in scrittura privata e per questo sono stati citati a giudizio dalla Procura di Monza. I guai con la giustizia sono per Valerio Barbirato, ex consigliere comunale della lista civica Desio 2000 e poi candidato della lista civica Per Desio alle ultime elezioni e Christian Vaccaro, che nel 2011 si candidò con i Popolari per Desio e che ora frequenta il gruppo della Lega Nord. L’udienza si terrà il 16 marzo 2015 nel Tribunale di Monza.

La vicenda risale al 2012 e vede come parte offesa il comune di Desio. Secondo le indagini del pm di Monza Giulia Rizzo, Barbirato e Vaccaro sarebbero gli autori di un’ osservazione alla Variante al Pgt presentata col nome di tre persone inesistenti, indicate come rappresentanti del comitato cittadino di studi “Libertas in veritate”, risultato inesistente.

Il documento è, precisamente, l’osservazione alla “variante puntuale al piano dei servizi e delle regole con esclusivo riguardo al compendio immobiliare compreso tra le vie Manzoni, Galeno e Ortigara”, ovvero alla variante urbanistica dell’edificio dell’ex Itis di proprietà comunale. L’obiettivo sarebbe stato quello di rallentare l’iter burocratico. Entrambi gli accusati, comunque proclamano la loro estraneità ai fatti.

Redazione online

 
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Storie di normale abusivismo

Post n°620 pubblicato il 15 Luglio 2014 da puntobox

Desio - Giù le palazzine dei Moscato.
Sottotetti abusivi «insanabili»
 

di Stefania Totaro da il Giorno del 12/07/2014

POTREBBERO essere abbattute le palazzine con i sottotetti abusivi dei Moscato in via Pallavicini abitate da 46 famiglie.
La notizia choc è emersa ieri alla ripresa del processo al Tribunale di Monza che vede Rosario Perri imputato per abuso in atti d’ufficio e omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale.

L’EX CAPO dell’ufficio edilizia privata e urbanistica del Comune di Desio ed ex assessore provinciale monzese (condannato a 5 anni e mezzo di reclusione nel processo al Tribunale di Monza per corruzione per le modifiche sospette al Pgt di Desio insieme all’ex assessore regionale Massimo Ponzoni e a 1 anno di reclusione per abuso in atti d’ufficio per la convenzione siglata con il gruppo Addamiano nel 2007 per la torre incompiuta da 22 piani) è accusato a vario titolo insieme al funzionario responsabile dell’ufficio edilizia privata e urbanistica Marino Arienti e al comandante della polizia locale di Desio Giuseppe Zuccalà. Al processo si è costituito parte civile il Comune di Desio. Sotto accusa gli interventi edilizi ritenuti abusivi relativi al 2007 (per cui i relativi reati di abuso edilizio e di falso sono già prescritti) come quelli in via Pallavicini a Desio di proprietà della società «La Capriola srl», i cui soci erano all’epoca i fratelli Natale, Annunziato e Giovanni Moscato, nipoti di Natale Iamonte dell’omonimo clan calabrese. Natale è stato per quasi vent’anni consigliere comunale Psi a Desio, ricoprendo anche l’incarico di assessore all’Urbanistica, invece Annunziato è stato arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione Infinito sulla ’ndrangheta in Brianza ed è stato condannato in primo e secondo grado per associazione di stampo mafioso.
Secondo l’accusa, rappresentata dai pm Salvatore Bellomo e Donata Costa, gli imputati, pur sapendo delle false dichiarazioni contenute nelle domande di condono edilizio presentate dagli imprenditori e a seguito dei provvedimenti di diniego del permesso di costruire, omettevano ognuno per quanto di sua competenza di effettuare gli opportuni accertamenti tecnici e di denunciare i reati di abuso edilizio all’autorità giudiziaria. Accuse contestate da tutti gli imputati.

DAL CANTO suo Rosario Perri si difende sostenendo che nel 2007 al Comune di Desio c’era il commissario prefettizio, che aveva dato alla polizia locale il compito di procedere. Ieri dai funzionari successori di Perri, sentiti come testimoni al processo, la notizia che sarebbe in corso con la Prefettura il progetto di demolizione delle palazzine perché gli abusi risulterebbero insanabili. Il processo riprende il 18 luglio con le ultime testimonianze, poi il 2 ottobre la discussione.

 
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balle del potere

Post n°619 pubblicato il 27 Giugno 2014 da puntobox

Immunità senatori, la verità di Calderoli
"Ecco la prova che il governo sapeva"

Il relatore leghista mostra al Fatto quotidiano il testo spedito
in Commissione Affari costituzionali
dal ministero di Maria Elena Boschi.
"Sull'articolo 68 l'esecutivo non ha fatto alcuna correzione"
Link
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/27/immunita-senato-calderoli-ecco-la-prova-che-il-governo-sapeva/1042369/

 
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Cosa succede a Desio

Post n°618 pubblicato il 22 Giugno 2014 da puntobox
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I Riformisti di Stefania Craxi
sbarcano a Desio
Lunedi 23 Giugno, ore 18:00
Hotel Selide - Appuntamento politico

 
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Camparada atto secondo

Post n°617 pubblicato il 19 Giugno 2014 da puntobox
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Le dimissioni in massa
a Camparada
per dare una poltrona
al leghista Fabio Meroni

Scoppia il caso Camparada
E anche i colleghi leghisiti prendono
le distanze da Meroni


Da: Il Giorno di Marco Dozio
ORMAI SI PARLA di «Caso Camparada». Ovvero le dimissioni in massa dei consiglieri di centrodestra per agevolare l’ingresso in aula di Fabio Meroni, lissonese, attuale assessore provinciale al Patrimonio per la Lega Nord, in lista alle ultime comunali camparadesi «per partecipare al dibattito e alle elezioni del prossimo Consiglio provinciale, visto che la legge Delrio preclude agli assessori la possibilità di votare», come ha spiegato al «Giorno».

Una posizione che ha suscitato perplessità tra gli stessi colleghi di partito. Andrea Monti, che siede al fianco di Meroni nella Giunta di Palazzo Grossi, si sarebbe comportato diversamente: «Il pasticcio che n’è scaturito è brutto e capisco gli amici e militanti colpiti dallo sconcerto. Non do suggerimenti, trattandosi di una persona politicamente più esperta di me. Ma se mi fossi trovato coinvolto in una vicenda simile mi sarei dimesso seduta stante, per evitare spiacevoli speculazioni. E lo avrei fatto non prima di aver stigmatizzato la condotta degli altri consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni, a cominciare dal candidato sindaco Mariangela Riva che si è dimostrata inadatta a ricoprire quel ruolo non essendosi nemmeno presentata al primo Consiglio comunale, fatto assolutamente inusuale».

Prende posizione anche Alessandro Corbetta, coordinatore dei Giovani Padani della Brianza: «Meroni dovrebbe rassegnare le dimissioni per fugare ogni dubbio».

Interviene nel dibattito interno anche Andrea Villa, ex numero uno del movimento giovanile e consigliere a Desio: «Condivido l’analisi di Andrea Monti perché la scelta di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale di Camparada dimostrerebbe che agli uomini della Lega Nord non interessano le poltrone, evitando di prestare il fianco a strumentalizzazioni. Si metterebbe così anche la parola fine a una polemica che sta gettando una cattiva luce sul nostro Movimento e si metterebbero a tacere le malelingue».

 
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fatalitą o negligenze?

Post n°616 pubblicato il 18 Giugno 2014 da puntobox

Tra furti e temporali
Desio alla ribalta della cronaca

Mentre i cittadini stanno subendo una serie di furti
nelle proprie abitazioni
(con i sindacati della pozia urbana a parlare dei propri principi)

Oggi un altra piaga colpisce la nostra città.
E' bastato un temporale per mandare in crisi
strade malmesse, rotonde perriane, sottopassi,
con gli automobilisti bloccati.

Colpa della casualità
o colpevoli negligenze?
A voi l'analisi della situazione

Una cosa è certa:
Giampiero Mariani sulle manutenzioni dei tombini
e delle strade era più avanti.....
Detto questo detto tutto

 
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La politica č anche questa

Post n°615 pubblicato il 17 Giugno 2014 da puntobox
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Quattro dimissioni nel comune di Camparada
per salvare la poltrona
a Fabio Meroni

Il cittadino m&B - Camparada

Il panorama politico di Camparada (2000 anime) riserva nuove e pietrificanti sorprese. Il nuovo quinquennio amministrativo si è aperto con il primo Consiglio comunale di mercoledì 11 giugno, straordinariamente gremito di cittadini. Ma la novità non è certo il riscoperto interesse collettivo per la vita amministrativa del paese ma piuttosto un’assenza rumorosa tra i banchi della minoranza. «Saluto tutti i presenti e auguro un buon lavoro- comunica Alberto Canobbio, consigliere di maggioranza-. Saluterei anche Mariangela Riva se solo fosse presente. Speriamo vivamente che questa assenza non giustificata non preannunci un uso strumentale della politica».

 

In prima fila in aula c’è Fabio Meroni, candidato con Riva alle elezioni nella lista “Progetto per Camparada”, ricordato come “colui che durante la presentazione della lista ha ammesso di candidarsi solo per mantenersi una poltrona in Provincia”. Secondo la legge Delrio il vincolo per il ritorno in Provincia sarebbe stato appunto l’elezione il 25 maggio in un consiglio comunale. Tanto che Meroni poche settimane fa dichiarava: “Mi piacerebbe candidarmi a Giussano ma so che lì difficilmente sarei eletto in quanto non del territorio, per questo opterei anche per una realtà come Camparada”

 

Purtroppo però la lista di Riva si è classificata terza ottenendo così un solo posto in Consiglio riservato alla candidata sindaco.

Ora quattro degli ex candidati del “Progetto”, (oltre al candidato sindaco, anche Maria Grazia Candido, Giovanni Villa e Roberto Ferrari), si sono tirati indietro per lasciare posto in Consiglio a Meroni con una classica manovra degna della peggio Italia. Le dimissioni di Riva e soci sono arrivate giovedì, e le parole di Canobbio riflettono il sentimento generale: “E’ una vaccata”.

 
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lista dei dissidenti

Post n°614 pubblicato il 12 Giugno 2014 da puntobox

I 14 dissidenti rientrano
dalla sospensione

Il PD caccia il dissidente Mineo
e 14 senatori del partito si sospendono
dal Senato

Tra questi c'è anche
la senatrice RICCHIUTI

Secondo Voi chi ha ragione
nella rivolta contro Renzi?

 
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Continua l'azione della magistratura

Post n°613 pubblicato il 04 Giugno 2014 da puntobox

Nuove tangenti per il
Mose di Venezia

La politica piena di straccioni e ladri.
Nessuno si salva. NESSUNO
Aspettiamo le novità

Breaking News (clicca qui sotto)
http://video.repubblica.it/rubriche/rnews/rnews-casicci-galan-e-gli-altri-ecco-cosa-c-e-dietro-lo-scandalo-mose/168045/166530

L'ex governatore del Veneto, Galan, indagato replica
L'ex governatore: "Totalmente estraneo a accuse".


Trattandosi di un deputato, gli atti della richiesta di arresto dovranno essere trasmessi alla Camera, dove Galan è presidente della Commissione cultura. "Sono estraneo ad accuse, voglio essere ascoltato",
ha detto Galan, che è coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto, dal 2005 al 2010.
"Mi riprometto di difendermi a tutto campo nelle sedi opportune con la serenità ed il convincimento che la mia posizione sarà interamente chiarita. Chiederò di essere ascoltato il prima possibile con la certezza di poter fornire prove inoppugnabili della mia estraneità".

 
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Europee 2014

Post n°612 pubblicato il 26 Maggio 2014 da puntobox

Il PD scopre RENZI
e stravince
La LN ottiene un (ottimo) risultato
tutto il resto è una deblacle elettorale
Male i grillini
e il centro-destra ai minimi storici

Il risultato è chiaro e limpido. Il centro-destra così come lo pensavamo
qualche anno fa è scomparso, dissolto, anche se
secondo Vincenzo Bella non è proprio così.
Colpa del cattivo governo. Probabilmente. A Desio è certo.

Abbiamo titolato l'ottimo risultato della lega.
Se guardiamo alle precedenti europee mancano 8 punti.
Ma quello che per la lega di Desio
rimane oramai una ossessione è passare quel 12%, dal quale non si schioda.
Colpa anche qui del cattivo governo durante l'appoggio a Giampiero Mariani?

Ma la sorpresa, non è tanto per il PD che sfrutta il consenso dei voti
provenienti dalla gestione Renzi,
è per i GRILLINI.
Un bello schiaffo davvero.

Quando si minacciano i tribunali mediatici, dovuti ad un fanatismo
e ad una ignoranza politica di base,
la vera sorpresa è stata una sconfitta annunciata.
Coloro che criticano adesso Grillo per la riunione blindata
con Farange della UKIP a Bruxelles (ma non erano i grillini i fanatici dello stream)
hanno un sacco di ragioni.
Non fosse altro che si tenta di trovare un accordo al parlamento europeo
quando in quello italiano non si vuole invece ragionare.
Non era Grillo dichiarare in caso di sconfitta era meglio lasciare?

Le solite litanie già viste e sentite. La politica si ripete cambiando faccia.
Ma la sostanza è che la poltrona fa più comodo dei principi.
Non fosse altro che anche Salvini, nemico degli incarichi doppi,
come segretario si è autocanditato per un posto in Europa.
(Come fece Maroni per diventare Governatore della Lombardia)

Qualcuno ci sta prendendo allora per i fondelli?
Riusciranno questi signori a cambiare qualcosa?
Tra qualche anno faremo l'analisi dei risultati.
Fino ad oggi, dopo venti anni di battaglie e di proclami,
siamo ancora dove eravamo. E forse siamo molto ma molto peggio.

Con la sinistra che raccoglie il voto di noi disperati
e traditi dalle promesse incompiute.
Con la sinistra che ci tartassa, come dice Garbo.
Forse i desiani si sono scoperti masochisti. 
Reagiamo perchè quel 12% della lega ferma al palo
è un sintomo di pura rassegnazione.
E forse un pò mi spaventa. Non c'è molto di buono in giro.

politica desiana 

 
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Europee 2014

Post n°611 pubblicato il 23 Maggio 2014 da puntobox

Adesso tocca a noi
Buon voto !!!

Videoblob  La campagna delle urla    Foto  La sfida tra i leader nelle piazze

 
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Noi siamo contro l'astensionismo

Post n°610 pubblicato il 20 Maggio 2014 da puntobox
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Elezioni Europee
Una serie di arresti della magistratura
sconvolgono la politica

NEWS - Non facciamo in tempo a dare le notizie che
oggi 21 maggio un altra notizia
(cittadino m&b e infonodo)
Giacinto Mariani candidato LN alle europee
e sindaco di Seregno va a processo
per appropriazione indebita.
L'interessato smentisce con comunicato stampa del 21 maggio
come il fatto non sussista. Gogna mediatica per una sentenza
del 5 novembre 2013 che di fatto nega l'appropriane indebita di Mariani. 

Anche oggi l'ennesimo arresto
Questa volta il presidente della regione Campania

Riuscirà la politica liberarsi dai ladri o presunti tali?
Prime ammissioni dei recenti arresti anche per l'Expo 2015
La regione Lombardia prende le distanze
ma tutte queste nomine sono di natura politica

Cosa è cambiato quindi dopo tangentopoli?
Allora era la Lega Nord ad urlare contro i politici corrotti.
Ora è Grillo a delegittimare la classe politica parassita.

E gli elettori, confusi e forse anche un pò rassegnati
non sanno che pesci prendere.
Ma andare a votare è un dovere morale.
Rinunciarvi significa arrendersi.
E questo blog invita tutti ad essere responsabili.

 
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Ciao Luigi Mariani

Post n°609 pubblicato il 16 Maggio 2014 da puntobox
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Luigi Mariani
ex sindaco di Desio
ci ha lasciato
Funerali oggi, venerdi 16 maggio ore 16:00 in Basilica

Nominato sindaco di Desio nella coalizione di centro-sinistra
dopo la caduta del leghista Fontana
ha governato la città dal 1995 al 2000

Personalmente e penso a nome di tutti va il nostro
sentito cordoglio.
Con Lui ho condiviso molti momenti, quando era sindaco e poi da consisigliere.
Battaglie in consiglio: tante
discussioni anche dure: alcune
La mia stima personale: sempre

Ciao LUIGI

 
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non č cambiato nulla

Post n°608 pubblicato il 14 Maggio 2014 da puntobox
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Regione Lombardia come Desio
La magistratura arriva prima dei politici
che non hanno visto nè sentito... nulla

Qualcuno mente oppure fa finta di non vedere oppure è colluso?
Una cosa è certa. In questi ultimi venti anni non è cambiato
proprio niente
Qualcuno ci ha costruito carriere politiche, altri hanno sprecato
referendum e raccolte firme per fare questo o quello.
Ma il risultato non è cambiato.

E adesso che Milano è governata dalla sinistra, ecco spuntare
vecchi personaggi tanto cari a quel colore politico.

Ne vedremo ancora delle belle.
Ma l'indignazione sale alle stelle (a cinque stelle...)
politica desiana

 
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due pesi e tante misure

Post n°607 pubblicato il 06 Maggio 2014 da puntobox
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Quando Calderoli mostrò
quella maglietta..
Adesso la sinistra
sulle magliette per Speziale
o il dito di Fassino tace...

Quando adesso stare al potere suggerisce
di abbandonare le battaglie populiste.
Maturità oppure..... 

 
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siamo alle solite. Fopo il Libano la Tunisia

Post n°606 pubblicato il 24 Aprile 2014 da puntobox
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Ponzoni come Craxi
Dopo la condanna a
10 anni e 6 mesi
manda i saluti dalla Tunisia

E pensare che qualche nostro politico locale ha fatto delle battaglie
per la legalità ricavandosi anche un posto al parlamento.

A che è servito tutto questo? Ricordate il pizzaiolo di Napoli,
suicida per una multa da 2000 euro che doveva pagare entro il giorno successivo?
La domanda è questa: la politica è un solo gioco di facciata
tanto per spostare le poltrone da destra a sinistra o viceversa?

Perchè nei fatti è tutto come prima.
Tranne per i disperati come Eddy il pizzaiolo.

 
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Corti attacca il centro-destra

Post n°605 pubblicato il 22 Aprile 2014 da puntobox

Desio - Processo Ponzoni.
Sindaco Corti:
«È il fallimento di chi ha deciso il destino del nostro territorio»

di Laura Ballabio da il Giorno del 20/04/2014

«LA POLITICA non deve aspettare i giudizi dei tribunali, deve agire prima, e in questo caso chi ha preso le decisioni in Brianza negli ultimi 15 anni ha fallito». Roberto Corti, sindaco di Desio, esprime con chiarezza il suo giudizio a poche ore dalla sentenza che ha visto condannare Massimo Ponzoni e tutti i principali protagonisti dell’inchiesta giudiziaria. «La sentenza si commenta da sola. Dal punto di vista politico però, non basta. Perché tutto quello che è successo non lo hanno fatto Perri e Ponzoni e gli imputati da soli - è stato il duro attacco del primo cittadino -. Troppo facile per la Lega Nord dire ora “abbiamo fatto bene a dimetterci nel 2010”. E quello che è successo prima nessuno se lo ricorda? Chi ha votato il Pgt o il cambio di destinazione d’uso della Pam? Perché Gabbani e Arienti sono stati messi alla porta? I segretari provinciali di allora, che hanno avallato tutte queste decisioni, non hanno niente da dire?».

Il commento politico di politica desiana
Questo è l'articolo di Laura Ballabio che ha intervistato a caldo il
sindaco Corti dopo l'arresto di Massimo Ponzoni.
Siamo del tutto d'accordo su questa analisi.
Anzi con un elemento aggiuntivo. Perchè l'origine dei mali ha una data precisa:
il 27 Novembre 2001, durante il governo Pugliese.
Nella sede di villa Labus (riunione di maggioranza) fu proposta la candidatura di Rosario PERRI a Direttore Generale con tanto di modifica statutaria per consentire la nomina perchè il candidato era privo dei titoli necessari.

In quella sede la proposta venne fatta dallo stesso
segretario della lega nord di allora,

e ci fu in sala un acceso dibattito anche di alcuni di FI e di AN sulla necessità e l'opportunità della nomina senza una discussione preventiva tra i gruppi.
Questa forzatura, sponsorizzata dagli allora segretari politici di secondo livello
(Ponzoni FI e Meroni LN) fu il primo passo per una sequenza di fatti
al registro delle cronache politiche.

Tra queste, da lì a poco, iniziò infatti la richiesta di una proposta di votare
il nuovo POLO FIERISTICO (Area PAM) con una seduta fiume
di maggioranza di tutti i consiglieri dei tre comuni (Lissone - Muggiò e Desio)
tenutasi a Lissone il 05 Marzo 2002,
organizzata dall'allora segretario provincia LN nella stessa aula consiliare lissonese.
(la proposta non passò e fu riproposta da Mariani come PAM)


VERO QUINDI DIRE CHE I SEGRETARI PROVINCIALI DI ALLORA 
NON HANNO NULLA DA DIRE. ANZI SEMMAI HANNO DETTO TROPPO.
Compresi quelli di adesso, aggiungiamo noi, silenziosi,
e privi di memoria storica sui fatti e sulle origine di certi errori.
Peccato che invece alcuni consiglieri sono stati brillantissimi a ricordare di essere stati i promotori ad abbattere il governo Mariani SOLO dopo l'inchiesta infinito.

Per dovere di cronaca, comunque, molti errori hanno coinvolto tutte le forze politiche. La nomina di Perri ad esempio, con la modifica statutaria che ne permetteva l'incarico,
fu votato all'UNANIMITA' dall'assemblea.
Errori di gioventù ? Ordini di partito ? Inesperienza ? Malafede?

Fate voi, ma il succo è che quando qualcuno pensa che la politica pensa essere utile
ai cittadini, di fatto, poi, sono i grandi interessi, legittimi o meno, a prevalere.
E il nostro grattacielo incompiuto e la discarica sono lì a dimostrarlo ancora una volta

politica desiana

 
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Per Ponzoni chiesti otto anni

Massimo Ponzoni rischia una condanna da otto anni e tre mesi. L’ex Segretario di Presidenza di Regione Lombardia ed ex assessore Provinciale di Monza e Brianza è imputato per corruzione, concussione, peculato, appropriazione e bancarotta fraudolenta. Questa la richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Donata Costa, avanzato al termine di una lunga requisitoria iniziata questa mattina alle nove e trenta e terminata nel pomeriggio. Per gli altri imputati a processo, il Pm ha richiesto condanne dai tre anni e due mesi a quattro anni ed otto mesi. Massimo Ponzoni si dice fiducioso per la sentenza.

 

Caso Pellicano - Ponzoni resta in carcere

(ANSA) - ROMA, 24 MAG - Resta in carcere l'ex assessore regionale lombardo del Pdl, Massimo Ponzoni, in cella dal 17 gennaio scorso nell'ambito dell'inchiesta della procura di Monza, a seguito del crac della società Il Pellicano. Lo ha deciso la Cassazione confermando l'ordinanza di custodia emessa dal gip del tribunale di Monza. Secondo i legali di Ponzoni non vi erano motivazioni a sostegno dell'arresto. Una tesi respinta dalla Cassazione: "sia pure in termini di minimalità", il gip ha esposto le sue ragioni.

 

La difesa di Ponzoni

(AGI) - Milano, 25 mag. - "E' un'accusa priva di fondamento": cosi', tramite il suo legale, l'ex assessore della Regione Lombardia, Massimo Ponzoni, si difende dall'accusa della Procura di Monza che gli contesta di aver intascato una tangente da 250mila euro per una variante al pgt (piano governo e territorio) di Desio e Seregno. Secondo quanto riportato oggi da 'Il Giornale', a Ponzoni, recordman di preferenze alle ultime elezioni nel collegio di Monza - Brianza, e' stato notificato un avviso di garanzia per corruzione dalla Guardia di Finanza nei giorni scorsi. "Contrariamente a quanto scritto dal quotidiano - precisa l'avvocato Luca Ricci, difensore dell'esponente del Pdl - non risulta un collegamento tra l'inchiesta del pm di Monza Walter Mapelli e un'indagine sulla criminalita' organizzata della Dda di Milano. L'avviso di garanzia ha un contenuto molto generico". Secondo l'accusa, Ponzoni avrebbe agito per far ottenere all'imprenditore Filippo Duzioni delle varianti al piano urbanistico dei comuni di Seregno e Desio in Brianza. "Abbiamo gia' chiesto al pm di Monza di essere sentiti al piu' presto - prosegue Ricci - anche 'al buio', cioe' senza conoscere gli atti dell'inchiesta, al fine di poter fornire ogni spiegazione". (AGI) Cli/Car

 

da blogosfere

Il caso di Renzo Bossi candidato
Una precisazione sul nuovo "caso Renzo Bossi". Abbiamo telefonato in Lega Nord per avere lumi in merito alla reale candidatura o meno del figlio del senatur indicato qualche giorno fa come possibile successore di Piergianni prosperini.

La sede di Milano di via Bellerio ci ha confermato le parole di Giancarlo Giorgetti, che ieri aveva specificato che "Renzo Bossi non sarà candidato nel listino". Di sicuro quindi Renzo non sarà inserito nel listino bloccato legato a Formigoni, che gli garantirebbe un posto assicurato.

Probabilmente però, lo si saprà solo tra qualche settimana, il figlio di Bossi potrà essere candidato in qualche provincia, sempre per le Regionali, e "si dovrà guadagnare il voto degli elettori come tutti gli altri candidati".

Troviamo conferma di questo sul numero di oggi de IlGiornale: non si sa ancora al momento "dove e come farlo correre". Secondo quanto riporta il quotidiano con il nome che ha

"potrebbe essere eletto dappertutto e non ha certo bisogno di farsi 'bloccare' nel listino, ovvero la quota di consiglieri certi legati alla vittoria del candidato presidente"

Solo che la candidatura di Renzo Bossi

"rischia di alterare più di un equilibrio e non solo all'interno della Lega. Se va a caccia di preferenze, ancor più che se si accomoda nell'elenco sicuro [...] La concorrenza di Renzo Bossi non sarebbe certo gradita agli altri aspiranti consiglieri e d'altra parte al Senatùr non può piacere neppure l'ipotesi di non spingerlo troppo, perché un'eventuale sconfitta sulle preferenze potrebbe essere giocata politicamente contro di lui"

Il figlio del leader della Lega potrebbe mettersi in lizza per Varese o Milano, ma in ogni caso la sua candidatura potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, per il partito e per gli alleati.

La Lega ha chiesto sei posti nel listino, ma il Pdl potrebbe offrirne solo quattro o al massimo a cinque. I conti non tornano se guardiamo la ridistribuzione dei posti in Regione di cui vi abbiamo parlato ieri, per cui qualcuno "sarà costretto a fare un passo indietro".

 

Appunti normativi

Se ne parla nel 2011 - Per ora la proposta di Caderoli viene rinviata
Proposti nella nuova finanziaria meno consiglieri comunali.
Il loro numero è ridotto del 20%. Viene anche stabilito che il numero massimo degli assessori comunali deve essere pari a un quarto di quello dei consiglieri, e il numero massimo degli assessori provinciali è determinato in misura pari ad un quinto del numero dei consiglieri provinciali. Nella precedente stesura dell'emendamento la riduzione di consiglieri ed assessori era solo una facoltà, non un obbligo.

 

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la FIERA di Desio.
Una agonia annunciata.
La Coop apre.
Partono le lamentele dei commercianti.
Siamo sicuri delle loro ragioni?
prossimamente sul blog

 

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Consiglio comunale sentenzia: Cittą sporca

Inutili gli sforzi di Gelsia, il Comune prepara pattugliamenti in borghese

— DESIO — 17/09/2009 - Il Giorno Articolo di Crisafulli

DESTRA, SINISTRA, CENTRO. Per una volta, in consiglio comunale, sono tutti d’accordo: la città è troppo sporca e, in particolare, le discariche abusive proliferano in maniera capillare ed esponenziale.
Nonostante i grandi sforzi degli uffici comunali e di Gelsia, costretti a un vero e proprio «tour de force» quotidiano per limitare l’assedio degli incivili.
Il Comune e la società di servizi infatti, stanno studiando un progetto di contrasto, basato su pattuglie in borghese e multe salatissime. A sollevare il problema, nella seduta di lunedì sera, ci ha pensato in modo soft Francesco Cortese del Pd («ci sono diversi giardinetti molto sporchi, come quello in zona Inps»), poi hanno rincarato la dose Sergio Mariani di Alternativa Verde («fra le altre cose, siamo la città delle discariche abusive»); Andrea Villa della Lega Nord («pessimi biglietti da visita per la nostra città in diverse aree periferiche») e Fabio Arosio degli Indipendenti, che si è proiettato sulle possibili soluzioni («sollecito un ordine del giorno per poter adottare provvedimenti serissimi, fino all’arresto, per i responsabili»).

IN EFFETTI, il quadro è desolante: si va dalla maxi discarica abusiva della ’ndrangheta in via Molinara alla vera «montagna» di rifiuti in via Leoncavallo. Attraverso un lungo viaggio dell’orrore, fra discariche di tutte le dimensioni e tutti i tipi: via Segantini, via Ferravilla, San Giorgio, via Don Sturzo, via Santi. Aree in alcuni casi «incancrenite» da tempo, in altri sporcate e pulite, risporcate e ripulite, in un costoso valzer fra incivili e addetti al servizio. Con presenze anche di materiali come batterie, olii, eternit. Un problema, come ripete il sindaco Giampiero Mariani, che hanno anche nei Comuni limitrofi, ma non con queste dimensioni. «Uffici e Gelsia abbiamo lavorato senza sosta - spiega l’assessore all’ecologia Biagio La Spada -, facendo sopralluoghi, pulendo, mettendo catene che poi sono state divelte. Adesso metteremo in alcuni casi dei new jersey, in altre zone scaveremo fossati, per impedire gli accessi. Ma stiamo studiando un progetto, con i vigili, che entro fine mese porterò in giunta e per il quale dovremo trovare le risorse economiche: insieme alla Protezione civile, faremo squadre di due uomini in borghese, negli orari mattutini o notturni, per controllare e cogliere in flagrante i responsabili, nelle aree chiave che conosciamo». Non solo: «Andremo a modificare i regolamenti - annuncia l’assessore - andando ad inasprire pesantemente le multe».

 

Formigoni ancora alla guida della Regione

Arcore:  Vertice elettorale PDL-Lega e Formigoni di nuovo candidato

- Cittadino M&B - 09 sett. 2009 - E' terminato alle 0.30 di ieri, lunedì 7 settembre, l'incontro ad Arcore, presso la residenza del consiglio Silvio Berlusconi, tra i vertici della Lega, lo stessopremier e il ministro del tesoro Giulio Tremonti. All'incontro hanno partecipato anche il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, la vicepresidente del senato, Rosi Mauro, il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota, il membro del consiglio di amministrazione di Expo, Leonardo Carioni e il parlamentare del Pdl Aldo Brancher.

L'incontro è stato "positivo" e si è concentrato "molto su metodo e strategia" per le prossime elezioni regionali, che verranno affrontate con la filosofia del "primum vincere, deinde filosofare". Lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, presente a Villa San Martino assieme al leader della Lega Umberto Bossi. Dall'incontro è emersa "determinazione a conseguire un risultato che per la Lega e il Pdl potrebbe avere dell'incredibile", spiega Calderoli, che aggiunge: "Proprio oggi abbiamo esaminato un sondaggio elettorale su tutto il territorio nazionale e sulle regionali che prefigura risultati ottimi per noi e per l'alleanza".

In sostanza, spiega Calderoli, l'accordo raggiunto a Villa San Martino prevede che la strategia che verrà adottata "non sarà tanto a quale forza politica attribuire i singoli candidati" alle presidenze ma chi è "il purosangue" in grado di vincere regione per regione: Quindi, "non si è parlato del numero di regioni di assegnare alla Lega, se due, tre o di più. Ma noi abbiamo i nostri assi nella manica, i nostri purosangue". Dopo l'incontro di stasera ce ne sarà uno analogo interno al Pdl, riferisce Calderoli. "Se questo è il principio che verrà sancito - conclude - avremo grandi soddisfazioni".

In giornata ci ha pensato Silvio Berlusconi a rivelare che Roberto Formigoni sarà di nuovo candidato alla Regione Lombardia in primavera.

 

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO......

Cesano Maderno. Un Consiglio Comunale da trentamila euro
(Corriere della Sera - 2 Ago 2009)

E' arrivato il conto del primo consiglio comunale del neo sindaco della Lega Nord di Cesano Maderno, Marina Romanò: 30 mila euro. Così ripartiti: 13.800 euro per le riprese video diffuse in diretta su uno schermo gigante e poi trasformate in una video- registrazione da collezionare; 3.800 euro per i paramenti rigorosamente verdi: 1.400 euro per un vademecum del perfetto consigliere comunale; altri 1.000 euro per una cartelletta in pelle da far trovare su ogni scranno consiliare. E per finire 10.000 euro per gli addobbi floreali e per gli straordinari agli agenti della polizia locale e alla scquadra di operai, montatori e facchini che hanno lavorato di sera. Un debutto in pompa magna che ha fatto finire al verde le casse del comune di cesano maderno ed è parso eccessivo in un momento nel quale tutti i sindaci sono alle prese con tagli e ristrettezze di bilancio.

 

SITUAZIONE FURTI
- Il sindaco e i partiti sulla piaga dei furti sono defilati. Solo in consiglio comunale elaborano documenti complessi sul controllo del territorio. E gli assessori a dire che non ci sono problemi. Usando una famosa frase "tutto funziona!".
Signori politici. Sig. Sindaco. A nessuno viene l'idea di convocare in consiglio in comandante dei Carabinieri per una relazione? Sarebbe un gesto di grande trasparenza. Anche per capire le difficoltà che hanno le forze di polizia a fronteggiare questo fenomeno. E il Sig.Sindaco è il primo cittadino che ha in carico questo aspetto per provvedere ad opportuni investimenti od azioni. Grazie. La redazione di politica desiana

Pedemontana
Lazzate, il senatore Monti
chiama a raccolta gli amministratori
lumbard contro l’ultimo progetto
UNA SCIAGURA per tutto il territorio: così il senatore leghista Cesarino Monti definisce l’ultima versione del tracciato di Pedemontana nella tratta Desio-Lazzate, quella che prevede la cancellazione della strada di arroccamento e concede ai soli residenti di Lentate, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno l’abolizione del pedaggio nella tratta in questione. Una sciagura da evitare a tutti i costi, anche a quello, prevedibile, di creare qualche problemino all’interno delle maggioranze di Governo, sia esso regionale o nazionale, in cui la Lega è protagonista.

 

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