politica desiana

Formigoni indagato


E la lega avvisa Formigoni:elezioni anticipate possibili nel 2013Ma il PDL lancia messaggi di avvertimento:"Scelte politiche e di governo condivise con la lega"Come dire: se affondiamo affonderete tutti
Continua l'agonia dei nostri politicidella Regione LombardiaFormigoni indagatoMa il governatore replica: "Non ne so nulla"
La poltrona di Formigoni era stata di recente salvata dalla lega durante una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Adesso nasce lo stesso interrogativoche colse la lega desiana con la sfiducia a Mariani.Si accorgeranno che c'è qualcosa che non va e staccheranno la spina?Formigoni: arroganza al potere.di Guglielmo PepeNon c’è limite all’arroganza di chi è al potere da troppo tempo. E la dimostrazione piena di questo assunto l’ha data oggi il presidente della Regione che ha negato di essere indagato dalla Procura di Milano, e finché non riceve alcuna comunicazione in merito, ha ragione a dirlo. Ma è la considerazione successiva che lascia perplessi, se non di stucco. “Anche se fossi indagato non mi dimetterei” dice Formigoni.Bene: è proprio un atteggiamento spocchioso come questo a dare più fastidio ai cittadini e ad alimentare la cosiddetta antipolitica, che poi è in realtà antipartitocrazia.Tra l’altro il presidente della Regione, comportandosi così sembra voler mettere in pratica “il cosiddetto muoia Sansone con tutti i filistei”. Perché se il Pdl ha qualche speranza di recuperare consensi, l’unica strada è quella del rinnovamento politico e generazionale. E Formigoni dovrebbe essere tra i primi nella lista del necessario cambiamento.Se fossi dell’opposizione neppure insisterei a chiedere le dimissioni – che dovrebbero essere automatiche se sottoposto ad indagine – perché questa arroganza contribuirà ad affondare l’immagine del presidente della Regione.Riporto quanto scritto nei giorni scorsi sul sistema sanitario lombardo “Anche se il presidente della Regione, l’immarcescibile Formigoni, non vuole ammetterlo, e gli uomini coinvolti negli scandali rientrano nel suo giro amicale e amministrativo. L’ultimo caso vede protagonista un “fedelissimo”, Carlo Lucchina, direttore della sanità lombarda, indagato per turbativa d’asta e associazione per delinquere con altre 27 persone: avrebbero favorito grandi società nella sperimentazione di prodotti ospedalieri. Due mesi fa era finito in manette l’ex assessore regionale alla sanità, Antonio Simone, per un giro di fondi neri legati alla Fondazione Maugeri, mentre a novembre del 2011 era stato arrestato Pierangelo Daccò, amico di Formigoni, coinvolto nella bancarotta del San Raffaele (1,4 miliardi di euro). Probabilmente anche in altre Regioni c’è corruzione, inefficienza. Ma nel cuore del Nord stanno avvenendo episodi a ripetizione, e la salute dei cittadini viene in parte strumentalizzata per ruberie, truffe, inganni. La più pesante responsabilità di Formigoni non è solo nelle vacanze e nei viaggi fatti a spese del faccendiere Daccò, ma soprattutto nella scarsa vigilanza e trasparenza sull’uso del denaro pubblico. Lui non c’era? E se c’era dormiva?”.Ora Formigoni vuole resistere, resistere, resistere. Ma poteva dirlo Borrelli, perché la magistratura era solida e compatta. Che lo metta in pratica Formigoni mentre la sanità lombarda affonda sotto i colpi della giustizia, fa soltanto ridere. Lui sarà contento. I suoi amici di partito non credo proprio.