Errani e i rimborsi regionali

Errani prova a metterci un coperchio per coprire lo scandalo dei rimborsi in Regione Emilia-Romagna

Ci sta provando in tutti i modi Vasco Errani a mettere un coperchio sulla spinosa vicenda dei rimborsi regionali. Il combattivo presidente dell’Emilia Romagna ha deciso di farsi paladino dei diritti e delle prerogative dei ‘suoi’ consiglieri regionali, da proteggere e tutelare da controlli indebiti. Una determinazione che è andata fino alla Corte costituzionale. E la scorsa settimana ecco un intervento tanto discreto quanto deciso, con due emendamenti inviati alle Commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera dei deputati, intente a convertire in legge il Decreto sui risparmi nella Pubblica amministrazione. Il governatore ha inviato un documento di tre pagine, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, in cui ha chiesto ai deputati del Pd di procedere, di fatto, a un colpo di spugna nella normativa esistente che riguarda i controlli della Corte dei conti sulla “gestione finanziaria degli enti territoriali”. Normativa stabilita nel 2012 dal governo Monti con un decreto, il 174/2012, che mirava a dare una risposta agli scandali dei vari Fiorito o della giunta Formigoni. Dopo il clamore di Lazio e Lombardia, le inchieste sono partite ovunque. Anche nella rinomata Emilia Romagna in cui Errani governa da quasi 15 anni. Sotto la lente della Corte dei conti sono finiti 1,8 milioni di euro di spese “non a norma”. Un consigliere Idv, ad esempio, ha speso 25 mila euro in soli sei mesi; la cognata di Pierferdinando Casini, Silvia Noé, si è fatta rimborsare cene fatte per beneficienza. Il capogruppo Pd ha portato a rimborso 1.100 euro pagati per due notti in un hotel a Venezia.

 

La paghetta di Calderoli - Il Giornalettismo

L’indignatissimo Roberto Calderoli faceva notare qualche tempo fa che lui dava un sacco di soldi alla Lega, e la casa che il partito gli pagava a Roma (in una zona di gran lusso) era quindi cosa dovuta. Oggi, scrive il Giornale, spuntano altri 2200 euro dati senza giustificativi: 

Le ricevute mensili, firmate dal senatore leghista, sono contenute nel memoriale che l’ex tesoriere della Lega al Senato, Piergiorgio Stiffoni, cacciato malamente dal partito, ha raccolto e tiene pronto per i pm di Roma, quando lo chiameranno. Dalle carte emergecheCalderoli,subitodopolacaduta del governo di cui era ministro della Semplificazione (suo sottosegretario era Francesco Belsito), quindi a metà novembre 2011, chiese ed ottenne dalla tesoreria della Lega al Senatoun contributo mensile di 2mila euro, oltre ovviamente allo stipendio da senatoreeall’affitto per l’appartamento a Roma (pari a 2.200 euro mensili).

Il primo mese la «paghetta» è stata trasferita con bonifico bancario, ma nei mesi successivi (almeno quattro) il contributo è stato dato cash, in contanti, all’attuale triumvirodellaLega, cui Stiffoni faceva firmare ricevute senza un giustificativo:

Forse una compensazione per il surplus di lavoro fatto da Calderoli come coordinatore nazionale delle segreterie (incarico per il quale «non ho mai percepito un’indennità », ha già spiegato Calderoli, visto che per anni la Lega gli ha riconosciuto «soltanto un rimborso per le spese sostenute »che,tra l’altro,«è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso»), o per l’introito da ministro che era venuto a mancare causa caduta governo. I gruppi parlamentari possono usare i soldi messi a disposizione dal Senato e dalla Camera (in tutto 70 milioni l’anno), come credono, all’internodicertiparametri.

Quindi la Lega può benissimo scegliere di dare ogni mese 2mila euro in contanti ad un suo importante esponente:

Queste uscite sono ora al vaglio della società di revisione esterna PriceWaterhouseCoopers, ingaggiata dalla Lega per analizzare i conti dell’ex tesoriere Stiffoni, e l’indagine si sta concludendo in modo positivo, nel senso chenonmancherebbeuneuroei contisarebbero tutti in regola (ma allora perché Stiffoni è stato espulso dalla Lega come fosse un ladro?).

 

BREAKING NEWS

LEGA -
Giro di soldi del tesoriere
Da: Il Giornale

I COLONNELLI
E il legame tra Belsito e Bonet è solido. Tanto che sarà il faccendiere a occuparsi di investire a Cipro i 6 milioni di euro prelevati dalle casse di via Bellerio, e depositati su un conto gestito da un altro indagato: Paolo Scala, sentito ieri dai pm milanesi. Un personaggio (e un interrogatorio) chiave, tanto che il suo verbale è stato secretato. Ma la gestione «allegra» della cassa da parte di Belsito non sarebbe stata sconosciuta all’interno della Lega. Nell’informativa consegnata dai carabinieri del Noe alla procura di Napoli, infatti, compaiono alcune intercettazioni che riguardano Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Una delle ipotesi investigative è che le spericolate operazioni finanziarie possano aver ricevuto la benedizione da qualcuno che siede ai piani alti del Carroccio. Maroni e Calderoli, al telefono con Belsito, discutono degli investimenti fatti con i fondi del Carroccio dall’ex tesoriere. Lui che, in un’altra conversazione del 24 febbraio, spiega a Romolo Girardelli (il contatto fra Belsito e gli uomini della ’ndrangheta) che «per sé non aveva preso nulla, perché sono serviti a soddisfare le esigenze di altri».

IL VORTICE DI MILIONI
Come si fa a far sparire un po’ di denaro? I pm seguono gli affari di Bonet con la Siram. E notano qualcosa di strano. In particolare, il 24 febbraio del 2010. Quando 3,4 milioni di euro viaggiano dall’azienda energetica alla Polare. Lo stesso giorno, 3,2 milioni passano dalla Polare alla Fintecno (altra società del gruppo), assieme ad altri 152mila euro. Nell’arco delle 12 ore, Fintecno retrocede a Siram 2,9 milioni, e 138mila euro. «Il trasferimento di denaro fra le società è alquanto astruso e per certi aspetti incomprensibile e illogico». Insomma, sarebbe tutto falso. Un giochino per creare crediti di imposta. E fondi neri usati anche, secondo i pm, per oliare lo sponsor politico.

Secondo gli inquirenti si tratterebbe delle «esigenze personali dei familiari di Umberto Bossi». Si tratterebbe di oltre 200mila euro per i figli del Senatùr e di una cifra tra i 200 e i 300mila euro per le spese del SinPa, il sindacato padano fondato da Rosi Mauro. Un’ombra sulla trasparenza degli investimenti la gettano le parole di Scala, intercettato al telefono. «Tranquillo», dice a Bonet a proposito degli investimenti a Cipro. I soldi «non hanno problemi a entrare e non avranno problemi a uscire. Escono dall’Italia, ma prima di arrivare dove devono arrivare fanno due processi di filtrazione, per cui la cosa è tranquilla».
 

Formigoni scarica
gli arrestati:
“Forse un errore candidarli”

SCARICA gli ex assessori arrestati, a dimettersi per gli scandali non pensa neppure. Conta di arrivare a fine mandato, a meno che non si apra una chance per le Politiche. Roberto Formigoni, presidente della Regione, ieri è stato chiaro parlando delle disavventure giudiziarie degli ex assessori Franco Nicoli Cristiani e Massimo Ponzoni: «Non a caso forse, e lo sottolineo con una certa malizia, dal 2010 entrambi non sono più membri di giunta: questa è stata la mia decisione». Alla domanda se sia stato un errore candidarli, Formigoni precisa: «Probabilmente è stato un errore, con il senno di poi. Però la compilazione delle liste spetta ai partiti, e i due hanno raccolto decine di migliaia di preferenze. I fatti contestati risalgono a dopo le elezioni. Qualcosa non ha funzionato, ma si deve distinguere le responsabilità politiche da quelle personali. Inoltre vale sempre il principio di innocenza ».

E per il futuro: «Mancano tre anni alla scadenza della legislatura che onorerò fino alla fine. Ma è chiaro che io sono anche un dirigente di partito: quando e se ci saranno le elezioni politiche anticipate, valuterò col partito e con me stesso la decisione migliore». Nonostante le inchieste, Formigoni dipinge il Pdl come il «partito degli onesti: ogni volta che viene trovato qualcuno che ha tradito per noi è una sconfitta». Non manca la stoccata ai giudici: «La Lombardia è la Regione più virtuosa d’Italia ed è anche quella in cui la magistratura trova due o tre casi di corruzione. Chissà cosa accadrà nelle altre regioni meno virtuose. Peccato che lì la magistratura non sia altrettanto efficiente ». A commentare le frasi di Formigoni il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina: «Le parole del governatore rimangono insufficienti — spiega — rispetto al tema politico emerso con forza in questi giorni. E che la Lombardia abbia urgente bisogno di un’agenda di cambiamento profondo, che questa esperienza amministrativa non è in grado di dare, credo sia ormai convinzione assai diffusa».

Ieri, tra l’altro, è iniziato il processo a un altro ex assessore, Piergianni Prosperini, arrestato mentre era in carica. I consiglieri regionali Pippo Civati del Pd e Chiara Cremonesi di Sel chiedono che la Regione si costituisca parte civile nel processo: «Che Regione Lombardia scelga di non costituirsi parte civile nel processo a Prosperini grida vendetta». Formigoni, ieri, ha anche parlato d’altro, per dimostrare «che noi lavoriamo per aiutare i cittadini lombardi, nonostante la campagna mediatica scatenata in questi giorni». Ecco quindi una bozza di legge «per sviluppare l’economia lombarda», puntando sull’istruzione, sulla digitalizzazione e sul risparmio energetico.

 

Breaking News

Il Sindaco e Perri
si scambiano accuse sull'immobile 
PTB ceduto al comune

Il governo va sotto 3 volte:
Voto contro di FLI con l'opposizione

L'IRA di Bossi. Il governo non deve telefonare alla polizia.
Dobbiamo prepararci. Il governo tecnico è alle porte. E noi andremo all'opposizione. Per certi versi è pure un bene». La sua analisi è spietata. E non lascia spazio a vie di fuga. Fini valuta la rottura col Pdl, ma vuole arrivarci sulla giustizia e non sul Rubygate

Napolitano:
Bordata a Berlusconi.
Bocciato il lodo
ALFANO retroattivo

PDL - Volano gli stracci dopo il divorzio Berlusconi-FINI

Anche la fiducia del 29 settembre passa:
Ma Futuro e Libertà è determinate:
E la lega sente odore di bruciato
Bossi pessimista sul futuro


MAGGIORANZE A RISCHIO -
Il Pdl contava fino ad oggi su 271 deputati, secondo quanto riportato dal sito Internet della Camera , che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora di una trentina di finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega Nord non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati. Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati. Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l'Italia; sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche. Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente. L'Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo. Al Senato attualmente il Pdl conta 145 aderenti. La maggioranza può contare anche su 26 leghisti e su 3 aderenti all'Mpa per un totale di 171 senatori su una maggioranza assoluta, al netto dei senatori a vita, di 158 voti. I finiani qui dovrebbero essere tra i 10 e i 14.

 

The LAST NEWS

L'AUTOGOL DEL PDL E IL CONTROPIEDE DELLA LEGA NORD. IN AUTUNNO LA "PULIZIA ETNICA" DEL CARROCCIO IN BRIANZA INIZIA DA QUI.
Tempi duri per la PDL - Il Sindaco è avvisato?

Davanti alla debolezza degli organi provinciali del Pdl, la Lega Nord o meglio Cesarino Monti dà il meglio si sè. E' come lasciare Milito o meglio Kakà dei tempi d'oro (vista la militanza milanista del Leone di Lazzate) dieci metri di vantaggio ini contropiede. Il prezzo per tenere a galla la baracca sgangherata della coalizione desiana era un assessorato in più al Carroccio. Prima dell'inchiesta sulla 'ndrangheta. Ora le quotazioni dell'appoggio leghista sono in rapida e continua salita. L'ossigeno costa sempre più caro. Tutti a casa e candidato sindaco padano doc. Un modo per fare pulizia all'interno del Pdl come sostiene da giorni il senatore Monti. E il Popolo delle Libertà come un puglie suonato al primo round non può che incassare messo nell'angolo dalle liti interne e dalla mancanza di una leadership  provinciale in grado di tenere testa ai "pugni leghisti". Il Pdl non è riuscito nemmeno a tenere una linea comune davanti all'onda che ha spazzato via il "cardinale nero" e 40 anni di politica amministrativa. La brutta pagina del consiglio comunale pieno di botte e insulti si poteva evitare, ma ormai a Desio e dintorni nel Pdl ciascuno ragiona per sè. E il primo cittadino in mezzo a prendere botte da una parte all'altra. Quanto potrà durare? Non arriva al panettone dicono i maligni. La Lega si frega le mani per un progetto più ampio che punta all'intera Brianza. Del resto chi è senza peccato (in zona) scagli la prima pietra. Cesarino da Lazzate ne ha un'intera montagna di scorta.
Editoriale di Marco Pirola, direttore de "L'esagono" - tratto dall'uscita del 26 luglio 2010

Nelle carte spuntano anche
i nomi di Perri e Pezzano
I soldi nascosti nei tubi
da Il Cittadino M&B - QUI

 

 

 

Altre News

Il Coordinamento Cittadino di Desio
strappa una promessa al SINDACO:
Presto una ORDINANZA PER LA SICUREZZA CON IL SERVIZIO PERMANENTE DI POLIZIA SERALE CON TURNO 
DALLE 19 ALLE 24.

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Arrivano primi commenti
sulle nomine A.L.S.I
al post 191
.

***

da Il Giorno del 21 Giu 2010
articolo di Alessandro Crisafulli

Desio. non solo il PAM: per il PD passaggi poco chiari su altri terreni

PRESTO sul tavolo della magistratura che indaga sul Pgt di Desio arriverà altra carta. Che potrebbe, secondo la minoranza, scottare. Riguarda un terreno proprio a fianco di quello della Pam. «A seguito dell’acquisizione da parte della Procura di Monza di copia della variante industriale al Prg approvata nel 2004 - ha detto Lucrezia Ricchiuti del Pd - chiediamo a questa Amministrazione di sospendere immediatamente la procedura del piano attuativo D4, in quanto da una visura storica della proprietà si evidenziano numerosi passaggi riconducibili a persone e società attualmente sotto indagine. Chiediamo inoltre di trasmettere tutti gli atti alla Procura». E la Ricchiuti ha fatto poi nomi e cognomi: «Qui, dove nascerebbero due medie strutture di vendita - ha detto - nei vari passaggi di proprietà risultano la Mais srl e la Guado srl, quindi Ponzoni e il suo commercialista Sergio Pennati». «Il Piano attuativo è conforme al Pgt - ha replicato l’assessore all’urbanistica Michele Vitale - trasparente e legale».

 

 

Editoriale - Lega: la nuova via comunicativa

Conoscendo bene le indicazioni di partito che "suggerivano" SEMPRE e SOLO autorizzate le dichiarazioni del segretario cittadino, vedere adesso il capogruppo VILLA agire per nome e per conto del provinciale (il Giorno del 3 luglio) la dice lunga sulla evoluzione politica desiana.
I punti di vista politici del segretario MOTTA (seduto in giunta), di fatto, vengono puntualmente precisati dal capogruppo. Qualche cambiamento sta avvenendo. E qualche sorpresa è alle porte. Altrimenti, che senso avrebbe la "doppia anima" leghista?

 

La Giunta difende il PGT

da Il Giorno
articolo di
ALESSANDRO CRISAFULLI

— DESIO — 31 maggio 2010
C’È TENSIONE palpabile, in Comune a Desio, per l’inchiesta della magistratura monzese sulla presunta mazzetta al consigliere regionale Massimo Ponzoni per un intervento edilizio compreso nel Piano di governo del territorio. Tensione moltiplicatasi con la visita, giovedì mattina, della Guardia di Finanza di Milano, che è rimasta fino al primo pomeriggio chiusa negli uffici del settore Tecnico, dove ha sigillato alcuni armadi e da dove ha portato via del materiale di suo interesse, lasciando all’Amministrazione un verbale di quanto fatto.

Eppure, il sindaco Giampiero Mariani e la giunta di centrodestra cercano di allentare la pressione. Lo hanno fatto con un comunicato stampa: «Le spiacevoli vicende degli ultimi giorni non hanno certo rallentato la nostra coesione politica e non frenano i nostri sforzi per lavorare per una Desio migliore - scrivono -. Proprio il Pgt, approvato circa un anno fa, è lo strumento base di programmazione e di sviluppo in cui crediamo fermamente e su cui abbiamo lavorato in condivisione con la società civile e le parti sociali. In quel documento, nato da un grande sforzo progettuale realizzato coi migliori urbanisti del Politecnico di Milano e verificato all’insegna della condivisione politica e della partecipazione popolare, è racchiuso il disegno della Desio del futuro, in un nuovo sviluppo equilibrato della città che raddoppierà il verde fruibile dai cittadini, che avrà nuovi servizi, parchi e infrastrutture. Una città che crescerà, in maniera organica e di qualità, rimanendo a misura d’uomo».

UNO STRUMENTO che vide il timbro della maggioranza di centrodestra, più il consigliere indipendente Michele Vitale (oggi assessore all’urbanistica). Mentre l’opposizione fece pollice verso, così come sollevò dei dubbi la Provincia e ci fu la richiesta di un referendum per cancellarlo, da parte del Comitato «Più Desio meno cemento». «Auguriamo che l’indagine della magistratura possa al più presto chiarire ogni aspetto - prosegue la giunta - sia sulle procedure sia sulla correttezza delle persone coinvolte, in modo tale che l’attuazione del Pgt - già avviata - possa manifestarsi nello svolgimento della vicenda amministrativa con tutti i suoi effetti sia di bilancio sia di programmazione. Ribadiamo la nostra serenità garantendo massima collaborazione alla magistratura».

 

La lega vota tutto sperando nel federalismo

da Fatto Quotidiano di Gianni Barbacetto (30 Maggio 2010)

Matteo Salvini, direttore di Radio Padania e leader emergente della Lega, non ha dubbi: “Il Pdl? È una strana bestia. Adesso Roberto Formigoni se la prende con la manovra economica, dice che taglia i soldi alle Regioni e dunque impedisce il federalismo. Non è vero, e lui lo sa. La polemica di Formigoni non è contro la Lega, ma tutta dentro il Pdl. Non so quali siano i suoi obiettivi: per quanto mi sforzi, non riesco proprio a capirli”. Eppure lui, il “Celeste”, presidente della Lombardia per la quarta volta, le aveva cantate chiare: “La manovra varata dal governo mette il federalismo a rischio. Le Regioni dovranno sopportare il 45 per cento del carico dei tagli, 10 miliardi in due anni su un totale di 24”. E ancora: “Occorre ripartire i tagli diversamente”. Come a dire: cari amici della Lega, caro Giulio Tremonti, caro Silvio Berlusconi, pensateci bene. Questa vostra manovra ci indebolisce, lascia i “governatori” – e noi del centrodestra più degli altri – esposti a ogni critica e al rischio di una grave perdita di consenso: saremo noi, in queste condizioni, a dover tagliare i servizi ai cittadini.

GUERRA CIVILE. “È una polemica interna al Pdl, quella di Formigoni”, ribadisce Salvini. “Per una ragione semplice: il federalismo non costa una lira in più. Sposta solo le risorse da Roma ai territori. Dunque non ha senso urlare che il federalismo è a rischio. Il federalismo si farà: anzi, i momenti di crisi sono quelli in cui si può prendere più forza e fare le riforme più coraggiose”. Il quotidiano della Lega, la Padania, lo ribadisce da giorni e ieri, sabato, lo ha scritto esplicitamente nel suo titolo d’apertura, in prima pagina: “Il federalismo accelera. Anche la gente lo vuole”. E subito sotto: “Calderoli: a giugno i decreti su costi standard in sanità e autonomia impositiva”. Bisogna correre, dicono in coro i ministri padani: “Non sono d’accordo con Formigoni. La manovra è una sfida, uno stimolo per accelerare”, dichiara il ministro dell’Interno Roberto Maroni. E Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, preme l’acceleratore sui decreti attuativi: “Bisogna portare a giugno, oltre al decreto legislativo sull’autonomia impositiva degli enti locali, anche quello sui costi e i fabbisogni standard”. Lo scontro, evidentemente, è tra chi ritiene che il federalismo abbia un costo e che dunque sia irrealizzabile ora la manovra fa stringere la cinghia proprio e soprattutto alle Regioni – e chi invece è convinto che si trasferisce quel che c’è, e se è meno non importa: si trasferirà alle Regioni quel poco che c’è. Tanto, le Regioni che interessano alla Lega sono comunque le più ricche d’Italia: Lombardia, Veneto, Piemonte...A soffrire davvero saranno quelle più povere. Intanto i leghisti difendono le Province, mentre i deputati finiani del Pdl propongono, dalle pagine del Secolo d’Italia e con portabandiera il deputato Santo Versace, la loro abolizione totale. Il testo della manovra, finalmente disponibile dopo tre giorni di sintesi, annunci e chiacchiere senza una formulazione precisa, ribadisce che saranno abolite le province sotto i 220 mila abitanti

 

La notizia

Ponzoni indagato
(Il Giornale, 25 Maggio 2010)

Una brutta storia di mazzette e scelte urbanistiche: e sullo sfondo l’ombra della malavita organizzata e dei suoi interessi nella politica e nel mattone. Al centro dell’inchiesta l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni, che alle elezioni di due mesi fa era risultato, con 11.069 preferenze, il primo degli eletti nelle liste del Popolo della libertà di Monza e della Brianza.
A condurre l’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica di Monza, Walter Mapelli. L’avviso di garanzia per corruzione è stato notificato la scorsa settimana dai militari della Guardia di finanza. Ma - ed è il dettaglio più inquietante - l’inchiesta è gestita da Mapelli insieme ai suoi colleghi del pool antimafia della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Non si tratta, dunque, di una ordinaria storia di malcostume amministrativo. Ponzoni, infatti, avrebbe ricevuto un pagamento di 250mila euro da parte di un gruppo interessato a un’operazione urbanistica a Desio. Quel gruppo, secondo l’accusa, era a sua volta ricollegabile alle cosche.

È su questi soggetti, e in particolare sul clan Iamonte-Moscato che le procure di Milano e Monza stanno conducendo da oltre un anno una indagine assai vasta. Nell’ambito di questa indagine sono emersi i nomi di Ponzoni e di un altro personaggio assai in vista della politica brianzola: Rosario Perri, un geometra calabrese, a lungo in servizio all’ufficio tecnico del Comune di Desio, che solo in tarda età ha compiuto il salto di qualità scegliendo la politica nei ranghi del Pdl e diventando dapprima presidente del Parco delle Groane e poi assessore nella nuova provincia di Monza. A Perri è andata una delle deleghe più ambite, quella al Personale, agli Affari generali e alle società partecipate. Di Ponzoni, Perri è stato uno dei grandi elettori alle ultime regionali: «Gli dobbiamo riconoscenza e dobbiamo assegnargli il massimo delle preferenze» aveva detto inaugurando la sede di Desio del comitato a sostegno del candidato Pdl.
Ponzoni, sia come assessore regionale che come coordinatore del Pdl locale, ha sempre avuto molta voce in capitolo nelle scelte rilevanti della politica e dell’urbanistica brianzola. Ed è in relazione ad alcune di queste scelte che sarebbe scattata l’incriminazione per corruzione per un pagamento di 250mila euro da parte di un gruppo interessato all’operazione e a sua volta collegabile alle cosche. Di una operazione urbanistica su un area in via Molinara, a Desio, si parlava in alcune intercettazioni realizzate nel 2008 in cui tale Fortunato Stellitano, poi arrestato per associazione mafiosa, tranquillizzava gli interlocutori: «Martedì vado a trovare Massimo che è assessore all’ambiente, mi faccio fare lo svincolo ed è a posto». 

 

Sotto la lente

Nuova convenzione non firmata
Ecocity in stallo prima del disastro
(Da Il Cittadino del
29 marzo 2010)


Villasanta - Il progetto Ecocity? Era già bloccato prima del disastro Lombarda Petroli. E, secondo indiscrezioni, la causa sarebbe da addebitare a un mancato accordo tra Addamiano (proprietario della porzione industriale ma destinato ad acquisire l'intera area) e Giuseppe Tagliabue, legale rappresentante della Lombarda Petroli, storico titolare dell'ex raffineria e ancora proprietario della metà circa dell'area. I due imprenditori sono legati da rapporti di interesse da qualche anno, da quando gli Addamiano hanno messo gli occhi sull'area. Addamiano ha comprato la porzione industriale nel 2008, ma l'obiettivo era quello di completare l'acquisto, di ottenere variazioni sul progetto di riqualificazione del 2004 (concordato tra Comune e Tagliabue e formalmente ancora in vigore) e di realizzare le opere. In attesa che venissero perfezionati gli accordi con l'amministrazione comunale e variato il progetto con un incremento di residenziale da 3mila a 33mila metri cubi, Addamiano è partito con la porzione che risultava uguale sia nel vecchio progetto che in Ecocity. Ebbene, tutto quanto si poteva fare è stato fatto. In data 23 febbraio, senza la nuova convenzione che doveva essere firmata da Comune, Tagliabue e Addamiano, quest'ultimo non avrebbe potuto realizzare più nemmeno mezzo capannone, senza il rischio di commettere un abuso edilizio.

E perché allora l'appuntamento per la firma non è mai stato fissato? Secondo fonti ben informate, pare che Tagliabue, alla luce delle voci sulle difficoltà finanziarie di Addamiano, abbia sostenuto di non voler firmare una convenzione che lo impegnerebbe a completare le opere, nel caso di insolvenza del gruppo immobiliare.Nonostante le smentite ufficiali, tra l'altro, i due imprenditori pare non avessero rapporti idilliaci. E a confermarlo è un ex dipendente Lombarda: “Ogni volta che qualcuno di noi doveva recarsi nell'area di Addamiano o viceversa - ha detto - c'erano resistenze, diffidenza e qualche attrito”. Ecocity insomma appare sempre più irrealizzabile.

“Se davvero Tagliabue si è messo di traverso - ha commentato Guido Battistini, ex assessore all'Urbanistica della Lista per Villasanta - il futuro del progetto è compromesso. L'unica possibilità sarebbe stralciare e mandare avanti la parte industriale del disegno, ma a quel punto, senza il residenziale, al costruttore non converrebbe”. Intanto sono scaduti anche i tempi della bonifica che Tagliabue avrebbe dovuto concludere entro il 2009, stando alla convenzione del 2004. Nelle casse pubbliche infine giacciono 21 milioni di euro: una fidejussione versata da Addamiano (o Tagliabue) sul cui futuro non si possono fare previsioni.
Valeria Pinoia

 

Notizie dalla provincia

L'Assessore provinciale Antonino Brambilla consulente di Idra e di Berlusconi?
da il Cittadino MB del 22/02/2010

Arcore - L'assessore provinciale alla tutela del territorio è consulente di Berlusconi per il progetto Milano 4? Lo affermano - e lo chiedono - i consiglieri di Monza e Brianza del Pd dopo avere ascoltato il presidente del parco Valle del Lambro, Emiliano Ronzoni, in commissione. «Oggi in commissione urbanistica - scrivono in un comunicato Gigi Ponti e Mimmo Guerriero - il presidente del Parco della Valle del Lambro ha riferito che alla riunione sul cosiddetto progetto ‘Milano 4' con il sindaco di Arcore, che l'ha promossa, e l'immobiliare Idra, ha partecipato in qualità di consulente di quest'ultima il vicepresidente della Provincia e assessore al territorio e parchi avvocato Antonino Brambilla». La commissione urbanistica si è tenuta questa mattina, lunedì 22 febbraio, a Monza e aveva in programma l'audizione di Ronzoni, programmata in una serie di incontri con i presidenti dei parchi brianzoli. Il Pd ha fatto domande sul progetto di Idra, immobiliare della famiglia Berlusconi, che prevederebbe l'edificazione di 150 mila metri cubi di edilizia residenziale nel comune di Arcore, nel territorio che rientra nel parco regionale e che confina con Villa San Martino, residenza del presidente del consiglio. «Chiediamo al presidente della Provincia Allevi – aggiungono gli esponenti del Pd – di riferire nel prossimo consiglio chiarendo il ruolo del vicepresidente Brambilla in merito a un'evidente incompatibilità sotto il profilo politico. Siamo fortemente stupiti di fronte alla sovrapposizione di ruoli di difensore delle aree protette brianzole e consulente di una società immobiliare che punta a costruire, in questo caso all'interno di un parco di pregio».

 

Ponzoni interrogato per 10 ore su Montecity. "Sono tranquillo"
(da Il Cittadino - 18 Nov. 2009)

L’assessore regionale desiano Massimo Ponzoni, coordinatore provinciale del Pdl, interrogato in Procura a Milano per 10 ore, come testimone nell’ambito dell’inchiesta sull’area Montecity-Santa Giulia di Milano, per cui sono finiti in carcere Giuseppe Grossi “il re delle bonifiche”, Rosanna Gariboldi, ex assessore pavese e moglie del deputato del Pdl Giancarlo Abelli e altre tre persone. Come riportato oggi dal Corriere della Sera, Ponzoni ha risposto alle domande dei pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, nella sede della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza a Milano, in piazzetta Umanitaria, lo scorso 7 novembre. “E’ vero, sono stato chiamato in Procura” ci conferma il politico brianzolo. L’inchiesta riguarda la bonifica dell’area di Santa Giulia, alla periferia est di Milano: Grossi è accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed evasione fiscale per 22 milioni di euro. Secondo l’accusa, i soldi sarebbero stati accumulati nei paradisi fiscali all’estero, gonfiando i costi di bonifica. La Gariboldi è accusata di ricilclaggio, per aver messo a disposizione dell’imprenditore il suo conto corrente di Montecarlo. Per entrambi, i giudici hanno rifiutato la richiesta di scarcerazione, ritenendoli “professionalità criminose, capaci di complesse deliberazioni delittuose”. L’indagine prosegue. L’assessore Ponzoni è stato convocato in Procura a testimoniare sui fatti. E gli sarebbero stati chiesti chiarimenti anche sui suoi rapporti d’affari con la Gariboldi, con cui aveva una società immobiliare. “Sono tranquillo e sereno” spiega Ponzoni. “Sono stato chiamato in qualità di assessore e ho spiegato quello che potevo conoscere". Presto saranno sentiti anche i suoi predecessori, che hanno avuto la delega all’ambiente, perché le indagini riguardano anche il passato.
Paola Farina

 

Seguendo la stampa

Fondi neri per le bonifiche. Monguzzi: Ponzoni riferisca in consiglio regionale

(Adnkronos) - ''Queste operazioni immobiliari, sempre secondo quanto ricostruito dal settimanale, - riferiscono- avrebbero avuto luogo tra Meda e Gallarate e sarebbero state interrotte a fine luglio di fronte alle prime indiscrezioni relative proprio all'indagine della magistratura sulle bonifiche del quartiere Santa Giulia di Milano".

"Dobbiamo quindi rilevare - continuano Agostinelli e Monguzzi - che non solo la Regione Lombardia ha messo a disposizione di Grossi, per la bonifica della ex-Sisas di Pioltello, un aumento dei costi di 44 milioni di euro, da sommarsi ai 120 gia' autorizzati e scambiati con la possibilita' di realizzare il piu' grande centro commerciale d'Europa sull'area, quando la suddetta indagine era gia' in corso, come abbiamo denunciato martedi' in Consiglio. Ma che lo ha fatto mentre era chiaro il coinvolgimento dell'assessore regionale alla partita in affari milionari privati con la Gariboldi. Ecco perche' forse martedi' in Aula l'assessore Ponzoni e' stato cosi' reticente sulla nostra interrogazione. Certo e' che - concludono - di fronte a tali novita', pretendiamo risposte approfondite".

 

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Commenti, giudizi e proposte della politica desiana e dintorni

 

 
« siamo alle solite. Fopo ...non è cambiato nulla »

due pesi e tante misure

Post n°607 pubblicato il 06 Maggio 2014 da puntobox

Quando Calderoli mostrò
quella maglietta..
Adesso la sinistra
sulle magliette per Speziale
o il dito di Fassino tace...

Quando adesso stare al potere suggerisce
di abbandonare le battaglie populiste.
Maturità oppure..... 

 
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nonsonofesso il 06/05/14 alle 20:34 via WEB
PD "a carogna" nonsonofesso
 
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Per Ponzoni chiesti otto anni

Massimo Ponzoni rischia una condanna da otto anni e tre mesi. L’ex Segretario di Presidenza di Regione Lombardia ed ex assessore Provinciale di Monza e Brianza è imputato per corruzione, concussione, peculato, appropriazione e bancarotta fraudolenta. Questa la richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Donata Costa, avanzato al termine di una lunga requisitoria iniziata questa mattina alle nove e trenta e terminata nel pomeriggio. Per gli altri imputati a processo, il Pm ha richiesto condanne dai tre anni e due mesi a quattro anni ed otto mesi. Massimo Ponzoni si dice fiducioso per la sentenza.

 

Caso Pellicano - Ponzoni resta in carcere

(ANSA) - ROMA, 24 MAG - Resta in carcere l'ex assessore regionale lombardo del Pdl, Massimo Ponzoni, in cella dal 17 gennaio scorso nell'ambito dell'inchiesta della procura di Monza, a seguito del crac della società Il Pellicano. Lo ha deciso la Cassazione confermando l'ordinanza di custodia emessa dal gip del tribunale di Monza. Secondo i legali di Ponzoni non vi erano motivazioni a sostegno dell'arresto. Una tesi respinta dalla Cassazione: "sia pure in termini di minimalità", il gip ha esposto le sue ragioni.

 

La difesa di Ponzoni

(AGI) - Milano, 25 mag. - "E' un'accusa priva di fondamento": cosi', tramite il suo legale, l'ex assessore della Regione Lombardia, Massimo Ponzoni, si difende dall'accusa della Procura di Monza che gli contesta di aver intascato una tangente da 250mila euro per una variante al pgt (piano governo e territorio) di Desio e Seregno. Secondo quanto riportato oggi da 'Il Giornale', a Ponzoni, recordman di preferenze alle ultime elezioni nel collegio di Monza - Brianza, e' stato notificato un avviso di garanzia per corruzione dalla Guardia di Finanza nei giorni scorsi. "Contrariamente a quanto scritto dal quotidiano - precisa l'avvocato Luca Ricci, difensore dell'esponente del Pdl - non risulta un collegamento tra l'inchiesta del pm di Monza Walter Mapelli e un'indagine sulla criminalita' organizzata della Dda di Milano. L'avviso di garanzia ha un contenuto molto generico". Secondo l'accusa, Ponzoni avrebbe agito per far ottenere all'imprenditore Filippo Duzioni delle varianti al piano urbanistico dei comuni di Seregno e Desio in Brianza. "Abbiamo gia' chiesto al pm di Monza di essere sentiti al piu' presto - prosegue Ricci - anche 'al buio', cioe' senza conoscere gli atti dell'inchiesta, al fine di poter fornire ogni spiegazione". (AGI) Cli/Car

 

da blogosfere

Il caso di Renzo Bossi candidato
Una precisazione sul nuovo "caso Renzo Bossi". Abbiamo telefonato in Lega Nord per avere lumi in merito alla reale candidatura o meno del figlio del senatur indicato qualche giorno fa come possibile successore di Piergianni prosperini.

La sede di Milano di via Bellerio ci ha confermato le parole di Giancarlo Giorgetti, che ieri aveva specificato che "Renzo Bossi non sarà candidato nel listino". Di sicuro quindi Renzo non sarà inserito nel listino bloccato legato a Formigoni, che gli garantirebbe un posto assicurato.

Probabilmente però, lo si saprà solo tra qualche settimana, il figlio di Bossi potrà essere candidato in qualche provincia, sempre per le Regionali, e "si dovrà guadagnare il voto degli elettori come tutti gli altri candidati".

Troviamo conferma di questo sul numero di oggi de IlGiornale: non si sa ancora al momento "dove e come farlo correre". Secondo quanto riporta il quotidiano con il nome che ha

"potrebbe essere eletto dappertutto e non ha certo bisogno di farsi 'bloccare' nel listino, ovvero la quota di consiglieri certi legati alla vittoria del candidato presidente"

Solo che la candidatura di Renzo Bossi

"rischia di alterare più di un equilibrio e non solo all'interno della Lega. Se va a caccia di preferenze, ancor più che se si accomoda nell'elenco sicuro [...] La concorrenza di Renzo Bossi non sarebbe certo gradita agli altri aspiranti consiglieri e d'altra parte al Senatùr non può piacere neppure l'ipotesi di non spingerlo troppo, perché un'eventuale sconfitta sulle preferenze potrebbe essere giocata politicamente contro di lui"

Il figlio del leader della Lega potrebbe mettersi in lizza per Varese o Milano, ma in ogni caso la sua candidatura potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, per il partito e per gli alleati.

La Lega ha chiesto sei posti nel listino, ma il Pdl potrebbe offrirne solo quattro o al massimo a cinque. I conti non tornano se guardiamo la ridistribuzione dei posti in Regione di cui vi abbiamo parlato ieri, per cui qualcuno "sarà costretto a fare un passo indietro".

 

Appunti normativi

Se ne parla nel 2011 - Per ora la proposta di Caderoli viene rinviata
Proposti nella nuova finanziaria meno consiglieri comunali.
Il loro numero è ridotto del 20%. Viene anche stabilito che il numero massimo degli assessori comunali deve essere pari a un quarto di quello dei consiglieri, e il numero massimo degli assessori provinciali è determinato in misura pari ad un quinto del numero dei consiglieri provinciali. Nella precedente stesura dell'emendamento la riduzione di consiglieri ed assessori era solo una facoltà, non un obbligo.

 

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la FIERA di Desio.
Una agonia annunciata.
La Coop apre.
Partono le lamentele dei commercianti.
Siamo sicuri delle loro ragioni?
prossimamente sul blog

 

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Consiglio comunale sentenzia: Città sporca

Inutili gli sforzi di Gelsia, il Comune prepara pattugliamenti in borghese

— DESIO — 17/09/2009 - Il Giorno Articolo di Crisafulli

DESTRA, SINISTRA, CENTRO. Per una volta, in consiglio comunale, sono tutti d’accordo: la città è troppo sporca e, in particolare, le discariche abusive proliferano in maniera capillare ed esponenziale.
Nonostante i grandi sforzi degli uffici comunali e di Gelsia, costretti a un vero e proprio «tour de force» quotidiano per limitare l’assedio degli incivili.
Il Comune e la società di servizi infatti, stanno studiando un progetto di contrasto, basato su pattuglie in borghese e multe salatissime. A sollevare il problema, nella seduta di lunedì sera, ci ha pensato in modo soft Francesco Cortese del Pd («ci sono diversi giardinetti molto sporchi, come quello in zona Inps»), poi hanno rincarato la dose Sergio Mariani di Alternativa Verde («fra le altre cose, siamo la città delle discariche abusive»); Andrea Villa della Lega Nord («pessimi biglietti da visita per la nostra città in diverse aree periferiche») e Fabio Arosio degli Indipendenti, che si è proiettato sulle possibili soluzioni («sollecito un ordine del giorno per poter adottare provvedimenti serissimi, fino all’arresto, per i responsabili»).

IN EFFETTI, il quadro è desolante: si va dalla maxi discarica abusiva della ’ndrangheta in via Molinara alla vera «montagna» di rifiuti in via Leoncavallo. Attraverso un lungo viaggio dell’orrore, fra discariche di tutte le dimensioni e tutti i tipi: via Segantini, via Ferravilla, San Giorgio, via Don Sturzo, via Santi. Aree in alcuni casi «incancrenite» da tempo, in altri sporcate e pulite, risporcate e ripulite, in un costoso valzer fra incivili e addetti al servizio. Con presenze anche di materiali come batterie, olii, eternit. Un problema, come ripete il sindaco Giampiero Mariani, che hanno anche nei Comuni limitrofi, ma non con queste dimensioni. «Uffici e Gelsia abbiamo lavorato senza sosta - spiega l’assessore all’ecologia Biagio La Spada -, facendo sopralluoghi, pulendo, mettendo catene che poi sono state divelte. Adesso metteremo in alcuni casi dei new jersey, in altre zone scaveremo fossati, per impedire gli accessi. Ma stiamo studiando un progetto, con i vigili, che entro fine mese porterò in giunta e per il quale dovremo trovare le risorse economiche: insieme alla Protezione civile, faremo squadre di due uomini in borghese, negli orari mattutini o notturni, per controllare e cogliere in flagrante i responsabili, nelle aree chiave che conosciamo». Non solo: «Andremo a modificare i regolamenti - annuncia l’assessore - andando ad inasprire pesantemente le multe».

 

Formigoni ancora alla guida della Regione

Arcore:  Vertice elettorale PDL-Lega e Formigoni di nuovo candidato

- Cittadino M&B - 09 sett. 2009 - E' terminato alle 0.30 di ieri, lunedì 7 settembre, l'incontro ad Arcore, presso la residenza del consiglio Silvio Berlusconi, tra i vertici della Lega, lo stessopremier e il ministro del tesoro Giulio Tremonti. All'incontro hanno partecipato anche il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, la vicepresidente del senato, Rosi Mauro, il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota, il membro del consiglio di amministrazione di Expo, Leonardo Carioni e il parlamentare del Pdl Aldo Brancher.

L'incontro è stato "positivo" e si è concentrato "molto su metodo e strategia" per le prossime elezioni regionali, che verranno affrontate con la filosofia del "primum vincere, deinde filosofare". Lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, presente a Villa San Martino assieme al leader della Lega Umberto Bossi. Dall'incontro è emersa "determinazione a conseguire un risultato che per la Lega e il Pdl potrebbe avere dell'incredibile", spiega Calderoli, che aggiunge: "Proprio oggi abbiamo esaminato un sondaggio elettorale su tutto il territorio nazionale e sulle regionali che prefigura risultati ottimi per noi e per l'alleanza".

In sostanza, spiega Calderoli, l'accordo raggiunto a Villa San Martino prevede che la strategia che verrà adottata "non sarà tanto a quale forza politica attribuire i singoli candidati" alle presidenze ma chi è "il purosangue" in grado di vincere regione per regione: Quindi, "non si è parlato del numero di regioni di assegnare alla Lega, se due, tre o di più. Ma noi abbiamo i nostri assi nella manica, i nostri purosangue". Dopo l'incontro di stasera ce ne sarà uno analogo interno al Pdl, riferisce Calderoli. "Se questo è il principio che verrà sancito - conclude - avremo grandi soddisfazioni".

In giornata ci ha pensato Silvio Berlusconi a rivelare che Roberto Formigoni sarà di nuovo candidato alla Regione Lombardia in primavera.

 

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO......

Cesano Maderno. Un Consiglio Comunale da trentamila euro
(Corriere della Sera - 2 Ago 2009)

E' arrivato il conto del primo consiglio comunale del neo sindaco della Lega Nord di Cesano Maderno, Marina Romanò: 30 mila euro. Così ripartiti: 13.800 euro per le riprese video diffuse in diretta su uno schermo gigante e poi trasformate in una video- registrazione da collezionare; 3.800 euro per i paramenti rigorosamente verdi: 1.400 euro per un vademecum del perfetto consigliere comunale; altri 1.000 euro per una cartelletta in pelle da far trovare su ogni scranno consiliare. E per finire 10.000 euro per gli addobbi floreali e per gli straordinari agli agenti della polizia locale e alla scquadra di operai, montatori e facchini che hanno lavorato di sera. Un debutto in pompa magna che ha fatto finire al verde le casse del comune di cesano maderno ed è parso eccessivo in un momento nel quale tutti i sindaci sono alle prese con tagli e ristrettezze di bilancio.

 

SITUAZIONE FURTI
- Il sindaco e i partiti sulla piaga dei furti sono defilati. Solo in consiglio comunale elaborano documenti complessi sul controllo del territorio. E gli assessori a dire che non ci sono problemi. Usando una famosa frase "tutto funziona!".
Signori politici. Sig. Sindaco. A nessuno viene l'idea di convocare in consiglio in comandante dei Carabinieri per una relazione? Sarebbe un gesto di grande trasparenza. Anche per capire le difficoltà che hanno le forze di polizia a fronteggiare questo fenomeno. E il Sig.Sindaco è il primo cittadino che ha in carico questo aspetto per provvedere ad opportuni investimenti od azioni. Grazie. La redazione di politica desiana

Pedemontana
Lazzate, il senatore Monti
chiama a raccolta gli amministratori
lumbard contro l’ultimo progetto
UNA SCIAGURA per tutto il territorio: così il senatore leghista Cesarino Monti definisce l’ultima versione del tracciato di Pedemontana nella tratta Desio-Lazzate, quella che prevede la cancellazione della strada di arroccamento e concede ai soli residenti di Lentate, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno l’abolizione del pedaggio nella tratta in questione. Una sciagura da evitare a tutti i costi, anche a quello, prevedibile, di creare qualche problemino all’interno delle maggioranze di Governo, sia esso regionale o nazionale, in cui la Lega è protagonista.

 

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