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Post N° 116


 TIBET E GIOCHI OLIMPICI: Quest’ anno i Giochi Olimpici si terranno in Cina, precisamente a Pechino. La notizia non è stata accolta di buon grado da tutti i paesi del mondo. Il motivo principale di questo malcontento è causato dalle vicende che vedono in prima persona la Cina come potenza che si oppone alla libertà del Tibet. Numerosi cinesi sono scesi in piazza in diverse città per protestare contro l'indipendenza del Tibet e per lanciare il boicottaggio dei prodotti francesi in seguito alle proteste anti-cinesi durante il percorso della fiaccola olimpica a Parigi. In numerosi paesi di tutto il mondo infatti sono in atto proteste pacifiche contro queste olimpiadi a sostegno dei tibetani, a favore della loro libertà. Il percorso della fiaccola ha subito drastici cambiamenti per le numerose proteste insorte in India, a Pargi e in tante altre città. Un numero imprecisato di monaci tibetani sono stati arrestati, maltrattati e continuano a essere sottomessi dal dominio cinese. Questi avvenimenti tragici riguardanti tibet e cina, inducono ad accrescere la pressione sui leader di tutto il mondo affinché non presenzino alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici. Il conflitto tra Cina e Tibet ha origini lontane. Infatti nel 1950 La repubblica popolare cinese invase il Tibet creando così un atto di inequivocabile aggressione e violazione delle leggi internazionali vigenti. Il Dalai Lama, capo politico e spirituale del Tibet, tentò una pacifica convivenza con i cinesi, ma le mire colonialiste della Cina diventarono sempre più evidenti. La sistematica politica di sottomissione del popolo tibetano segnò l’inizio della repressione cinese cui si contrappose l’insorgere della resistenza popolare. Il 10 Marzo 1959 il malcontento dei tibetani sfociò in un’aperta rivolta nazionale. L’Esercito di Liberazione Popolare stroncò l’insurrezione con estrema brutalità uccidendo, tra il marzo e l’ottobre di quell’anno, solo nel Tibet centrale, più di 87.000 civili. Il Dalai Lama, seguito da circa 100.000 tibetani, fu costretto a fuggire dal Tibet e chiese asilo politico in India dove fu costituito un governo tibetano in esilio fondato su principi democratici. Attualmente, il numero dei rifugiati supera le 135.000 unità e l’afflusso dei profughi che lasciano il paese per sfuggire alle persecuzioni cinesi non conosce sosta. In Tibet, a dispetto delle severe punizioni, la resistenza continua.L’occupazione cinese presenta tutte le caratteristiche del dominio coloniale: Oltre 1.000.000 Tibetani sono morti a causa dell’occupazione. Il 90% del patrimonio artistico e architettonico tibetano, inclusi circa seimila monumenti tra templi, monasteri è stato distrutto. La Cina ha depredato il Tibet delle sue enormi ricchezze naturali. Lo scarico dei rifiuti nucleari e la massiccia deforestazione hanno danneggiato in modo irreversibile l’ambiente e il fragile ecosistema del paese. Il massiccio afflusso di immigrati cinesi sta minacciando la sopravvivenza dell’identità tibetana e ha ridotto la popolazione locale a una minoranza all’interno del proprio paese. Mentre prosegue la pratica della sterilizzazione e degli aborti forzati delle donne tibetane, la sistematica politica di discriminazione attuata dalle autorità cinesi ha emarginato la popolazione tibetana in tutti i settori, da quello scolastico a quello religioso e lavorativo.Lo sviluppo economico in atto in Tibet arreca benefici quasi esclusivamente ai coloni cinesi e non ai Tibetani. Nonostante i numerosi appelli a favore del Tibet dalla comunità internazionale il diritto alla libertà di parola del popolo tibetano è stato e continua incessantemente a essere violato; miglialia di tibetani sono tuttora imprigionati, torturati e condannati senza processo. Le condizioni carcerarie sono disumane, Le donne tibetane sono costrette a subire involontariamente la sterilizzazione e l'aborto. ATTUALMENTE In Tibet la situazione rimane grave. Continua l’afflusso dei coloni cinesi che hanno ormai ridotto i tibetani ad una minoranza all’interno del loro paese, con una presenza di sette milioni e mezzo di coloni han contro sei milioni di tibetani. Le attività religiose e la libertà di culto sono fortemente ostacolate. Risulta ovvio quindi come il “miracolo economico”cinese non rechi alcun concreto vantaggio ai tibetani che sono progressivamente emarginati dal punto di vista sia economico che sociale. Le stesse grandiose infrastrutture (gasdotti, ferrovie, aeroporti), volute dal governo di Pechino, non sono di beneficio alla popolazione tibetana: favorendo, di fatto, l’afflusso di nuovi coloni, costituiscono un’ulteriore minaccia alla cultura e alle tradizioni peculiari del paese oltre a comprometterne seriamente l’equilibrio ambientale. Nonostante gli stretti controlli esercitati dalla polizia e dall’esercito, pacifiche dimostrazioni si susseguono sia all’interno della Regione Autonoma Tibetana, in particolare a Lhasa, sia nelle altre Regioni (Kham e Amdo). Questi sono i motivi storici e attuali del perché sono insorte in tutto il mondo queste proteste contro le olimpiadi. La Cina con questi giochi olimpici sta mettendo sotto silenzio problemi ben più gravi come la violazione dei diritti umani dei tibetani. Queste vicende toccano profondamente l’animo dell’opinione pubblica scatenando un forte appoggio per il popolo tibetano; sono fatti importanti che segneranno indelebilmente la storia, eventi rilevanti che non vanno assolutamente trascurati o dimenticati. SARAps-tutte le notizie sono prese dal  sito : http://www.italiatibet.org/history/tibethistory.htm