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Sandwich spagnolo. È quello in cui finisce Valentino Rossi, stretto sul podio (il 100mo per lui in carriera!) di Jerez de la Frontera tra la Honda di Dani Pedrosa e la Yamaha del compagno/rivale Jorge Lorenzo. È un pomeriggio, quello di Jerez, che permette di vedere meglio e più in profondità nel futuro del Motomondiale, rispetto alle abbaglianti luci artificiali di Losail. E allora Valentino può sorridere per la ritrovata competitività del suo abbinamento Yamaha/Bridgestone, mentre le Honda si confermano affidabili con la gommatura Michelin. Pomeriggio nero, nerissimo, per la Ducati, col campione del mondo Stoner che a stento resta in piedi dopo aver esplorato in lungo e largo la ghiaia delle vie di fuga di Jerez, e Melandri confinato nele retrovie per tutto il weekend. In classifica mondiale guida ora Pedrosa (41 punti), davanti a Lorenzo (36), Rossi (31) e Stoner (30). L'appuntamento per la rivincita è il 13 aprile in Portogallo, all'Estoril.
Dominio Dani – Ci mette un istante, al via, Pedrosa, per soffiare la prima piazza a Lorenzo, che pure aveva conquistato la pole position. Per il talento iberico della Honda Repsol comincia così una cavalcata verso il successo (il quinto in MotoGp, il primo a Jerez) in cui non incontra praticamente rivali. Merito anche del suo manager Puig, che dai box gli segnala vantaggi più esigui di quanto non siano in realtà, per evitare che il suo pupillo presti il fianco alla rimonta di Valentino. Il distacco del pesarese quasi non arriva mai sotto i 3 secondi. Per Pedrosa la vittoria davanti a 130mila suoi connazionali sugli spalti vuol dire anche leadership mondiale, dopo il terzo posto in Qatar. Per la Honda, la giornata positiva è completata dal quarto posto del redivivo Hayden.
Ducati k.o. - Pomeriggio da dimenticare, invece, per la Ducati campione del mondo. Casey Stoner, imperatore in carica, conferma in gara le difficoltà delle qualifiche (era partito dal settimo posto). Due gravi errori per il fenomeno australiano, che prima al terzo e poi al penultimo giro va lungo su due tornanti: incertezze che lo relegano all'11mo posto, ma almeno quello che fino a due anni fa era soprannominato "Rolling Stoner" resta in piedi e porta a casa qualche punticino. Relegato nelle zone meno nobili dell'ordine di arrivo (12mo a due secondi dal compagno di scuderia) anche Marco Melandri, ancora alle prese con un sofferto apprendistato in sella alla rossa di Borgo Panigale.
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