don't come knoking

North Vietnam 5 - Alone


Sono sceso dal bus e mi sono ritrovato a non sapere dov'ero.Non è una sensazione tra le più piacevoli quando arrivi in una città che non conosci, dove nessuno parla inglese e dove sta calando l'oscurità.E dove ti rendi presto conto che sei stato scaricato davanti all'ingresso della stazione degli autobus, non certo il luogo più sicuro di notte in una città asiatica. O forse è solo suggestione.Fatto sta che cerco di allontanarmi.Facile a dirlo con zaino grande, zaino piccolo e nessuna idea sul dove alloggiare.Mi allontano quel tanto che basta dalla stazione degli autobus cioè attraverso la strada per cercare un posto dove sedermi a far mente locale.Le città non predisposte a ricevere turisti, e Dien Bien Phu non è che una città di passaggio per transitare nel vicinissimo Laos, non hanno ovviamente i locali che piacciono ai turisti occidentali. Quelli con i tavolini nel dehor dove sorseggiare una birra fresca magari sgranocchiando un pugno di noccioline.Trovo solo un paio di ristorantini da stazione degli autobus.La forma è quella dei negozietti asiatici, praticamente un garage con saracinesca e una manciata di tavolini, un frigo con le birre e un pentolone che bolle sul gas.L'esigenza di fermarmi viene amplificata dalla necessità di andare in bagno.Ne scelgo uno a caso e valuto di lasciare i bagagli incustoditi per il tempo di esplicare.Viaggiare da soli è bello ma ha anche i suoi inconvenienti.E questo è uno di quelli.Chiaramente non hanno il cesso e mi dirottano sul locale di fianco.Non è un problema perché come quasi tutti i locali in questa parte di mondo non si sa dove finisce uno e inizia l'altro. Cioè in pratica si è tutti una grande famiglia, e il cesso è di tutti.Ritorno al mio tavolino e i bagagli sono ancora li.Forse sono io che mio faccio troppi problemi. Come sempre.Intanto il tempo passa e non ho ancora risolto il mio problema contingente.Dove andare a dormire.Non sono mica a Pechino Express dove complici gli operatori video si trova sempre n posto per la notte.Consulto la fotocopia della Lonely Planet, cerco su Travel Fish ma non ci sono grandi indicazioni. Riesco finalmente a individuare una zona dove ci dovrebbero essere una serie di guesthouse per morti di fame come me.Non è neanche troppo lontana di li.Mi incammino sul marciapiede che abbandono subito.Si sa come sono i marciapiedi da queste parti del mondo...Costeggio la strada e il relativo traffico ma quando arrivo a un ponte dove le strada stringe e conseguentemente aumenta il traffico, scelgo di nuovo il marciapiede.In 10 minuti raggiungo la strada delle guest house.Non ho molta voglia di cercare e mi accaso alla prima che trovo.Hai Anh 1, da non confondere con Hai Anh 2 la porta accanto o con Hai Anh 3, due porte più in la.Hall simile al ristorante appena lasciato, cioè un lungo garage dove la notte troveranno ricovero un auto e svariati motorini.Ma per 6 euro ho a disposizione due letti, un bagno con doccia e acqua calda.Cosa volere di più dalla vita.Tipo una cena penso tra me e me.E' dalla colazione che non mangio.Esco nella strada delle guesthouse speranzoso di trovare miriadi di ristorantini.Dopo pochi metri mi ricordo che la città non è predisposta per i turisti stranieri.I pochi ristoranti sono molto basici, un pentolone sul gas, un po' di verdura esposta e null'altro. C'è anche una specie di self service dove la roba esposta ha visto tempi migliori.Opto per un ristorantino del pentolone e ordino l'unica cosa che so ordinare: un piatto di pho.Zuppa di noodle a colazione e zuppa di noodle a cena.E una birra calda.Per fortuna che sono stanco perché la città non offre nulla per la sera.Un attimo di sconforto.Viene fuori il turista che è in me e vorrei le comodità del turista.Poi mi ricordo che fingo di essere un viaggiatore e mi dirigo mogio verso la mia guest house, la numero 1 si intende!Ho ancora fame e per strada mi fermo a una bancarella per un panino di wurstel e cetriolo (che tra l'altro odio).Rientro in camera presto anche perché la giornata è stata lunga con le sue 9 ore di viaggio.Domani sarò un altro giorno e in viaggio sono sempre fiducioso sul domani.