don't come knoking

North Vietnam 10 -Tinozza formato small


E' più o meno l'ora di pranzo quando arrivoAnzi, un po' abbondante direi.La cosa mi è indifferente perché il concetto di pranzo mi è abbastanza oscuro quando viaggio.A meno che piova che Dio la manda e allora mi fermo a mangiare.Più per far passare il tempo che per reale fame.Pochi minuti e sono in strada.In albergo sono l'unico ospite e dopo pochi minuti sto vagolando per il paese e mi rendo conto che in paese sono l'unico straniero.Il paese consta di una piazza centrale, quella del mercato settimanale, adiacente al mercato coperto quotidiano. Nella piazza convergono la strada principale che ho percorso al mattino e che prosegue per non so dove, una strada a quella perpendicolare che sarà quella che percorrerò il giorno dopo con il bus e un'altra strada perpendicolare alla principale ma nell'altra direzione che penso vada a perdersi in qualche remoto villaggio sulle montagne.A parte il mercato non vedo altri posti per poter mangiare, nel caso volessi farlo.Poco prima della piazza arrivando dalla strada principale si vede sulla destra un laghetto artificiale con tanto di barchette e qualche baruccio sulla sponda. Nessuno sulle barche e nessuno nei bar. Per ordinare una birra devo farmi sentire perché non c'è nessuno neanche dei proprietari.Ma al bar ci andrò dopo.Prima vado ad esplorare un po' l'ambiente dirigendomi per una stradina secondaria verso l'aperta campagna.Percorro una stradina in discesa che mi porta verso le risaie, ovunque mi giro vedo dei cani apparentemente non minacciosi.Dico apparentemente perché il motivo per cui rientrerò sui miei passi tra un'oretta sarà un cane ringhioso che mi bloccherà la strada.Ma andiamo con ordine.Questi sono mansueti e posso procedere tranquillamente.In meno di mezz'ora sono in aperta campagna in mezzo alle risaie. Il riso è ormai raccolto e viene trebbiato in mezzo ai campi. Il paesaggio è affascinante. Un altipiano circondato da monti dove bufali pascolano placidi in mezzo alle risaie ormai secche e dove il verde degli steli di riso tende al giallo quando non è già del tutto giallo. Ai margini delle risaie e ai piedi dei monti sorgono le abitazioni.Mi dirigo verso un vicino villaggio.La strada si interrompe presso un fiumiciattolo.Stanno lavorando ad un ponte carrozzabile che andrà a sostituire la passarella sospesa su cui possono passare solo le motorbike e sulla quale sto passando io in questo momento.Incrocio una signora anziana che reca sulla schiena un immenso covone di paglia di riso, i vestiti sono un misto di tradizione e moderno con gli immancabili (come scoprirò presto) stivali di gomma. Al collo e alle orecchie i tradizionali monili di argento.I giovani le passano di fianco in motorbike senza notarla.Oltre il ponte entro in un villaggio la cui strada centrale acciottolata sale verso il culmine della collina oltre la quale non so cosa ci sia. Ed è la curiosità di vedere il panorama oltre la collina che mi spinge fino a quando un cane ringhioso mi sbarra la strada. Non mi fido a passare e torno indietro.Il villaggio sembra povero, un solo negozietto e molta gente che lungo la strada pulisce il riso versandolo da un recipiente tenuto in alto con le mani in modo che all'aria le impurità più leggere se ne volino via. Alcuni per velocizzare il lavoro usano un ventilatore.Intanto torno in prossimità del torrente dove alcuni bambini giocano nell'acqua e mi vengono incontro felici. O meglio stanno ridendo. Potrei anche pensare che ridano di me ma è più poetico immaginarli felici nella natura .E in effetti penso che sia proprio così.O almeno spero ....Torno in paese, mi bevo un paio di birre e vado a cercare la guest house dove viene preparato un bagno balsamico, tanto piacevole secondo alcuni report letti.Con grande fatica la trovo anche con l'uso di google map, anche perché si tratta di una casa privata e anche abbastanza imboscata rispetto alla strada principale.Prenoto un bagno e la cena.La tinozza è piena di acqua bollente ed emana un incredibile profumo di erbe.Si preannuncia finalmente un piacevole momento di relax e di estraniamento dalla realtà immerso nei fumi della mia tinozza.Ma c'è sempre un ma.La tinozza è piccola. Non riesco a stare seduto.Sto rannicchiato ma dopo un po' mi fanno male i polpacci per la posizione, cerco di cambiare spesso l'appoggio per trovare un po' di sollievo e alla fine son costretto ad uscire.Sarebbe stata un'esperienza meravigliosa .....Mi rivesto e mentre aspetto la cena incontro l'unico ragazzo occidentale del paese.E' tutto sgaruppato perché è caduto dalla moto e si è fermato li per la notte.La sistemazione è molto spartana, dei materassi messi a terra in un dormitorio e il bagno condiviso è fuori dalla capanna. Questa è una vera guest house e non un alberghetto travestito.Intanto arriva l'ora di cena.Una roba infinita.Per chi è poi abituato a mangiare un piatto, massimo due al giorno, questa sera ci tutti i presupposti per una grande abbuffata.Pesci alla brace, maiale marinato alle erbette, tofu, patate fritte, verdure di ogni tipo, una grande zuppa su un fornello a centro tavola dove ognuno intinge le proprie verdure e la propria carne.Dulcis in fundo, ed è proprio il caso di dirlo mi viene offerto del vino di produzione locale. Un vino dolciastro simil sangria.Mangio come un porcello.Forse esagero come mi accorgerò la sera in camera.E per finire pure un massaggio.Costo dell'operazione?4 euro il bagno, 4 euro la cena e 4 euro il massaggio.Gratis l'opportunità di vivere una sera in famiglia tribale.