Sono a Kuala Lumpur, seconda capitale in due giorni. E domani sara' record: terza capitale in tre giorni e nanche troppo vicine! Ma andiamo con ordine. Ieri avevo da ingannare un qualcosina come 20 ore di attesa e allora mi sono preso il visto del Qatar e ho passato la giornata a Doha, la sua capitale. La solita citta' araba ricca e triste, almeno nella sua parte ricca. Che era ricca l'ho capito subito all'areroporto dove per pagare il visto accettavano solo la carta di credito. Una societa' che non considera la possbilita' che uno non abbia la carta di credito non mi piace gia' molto in partenza. Tempo mezzora e sono nel futuro. Futuro si ma quello del dopo bomba. Non c'e anima viva ed e' tutto un immenso cantiere. Sembra che da queste parti il grado di civilta' sia valutato in base al numero dei piani, ai lastroni di vetro che ricoprono tutti sti nuovi palazzi che giorno per giorno si protendono verso il cielo in imrobabili contorsioni architettoniche. Uno sembra infatti un enorme cavatappi tanto e' avvitato su se stesso, unaltro un'enorme clessidra. Mi sposto sul lungo mare e finalmente verso le nove comincio a vedere tutta una serie di occidentali in tenuta da jogging che si allenano forse per la maratona di Doha (che esiste veramente). Addirittuta un giapponese che marciava, ma in quanto giapu tutto gli e' permesso. Anche marciare come un deficiente sul lungomare di Doha. Per il resto tutto chiuso, nessuno in giro. Solo dopo un po' realizzo che e' venerdi e che mi trovo in un paese musulmano. In un parco cittadino vedo poi finalmente un po' di vita, famigliole al comlpeto che si apprestano al pic nic domenicale che qui si fa di venerdi'. Fanno quasi tenerezza questi omoni arabi che passeggiano e giocano con i loro bimbi. Il nostro immaginario li associa normalmente a brutali picchiatori di mogli nei migliori dei casi oppure ad ideatori dei piu' truci attentati. Prima lezione di questo viaggio: anche gli arabi amano i loro bimbi. Sta a vedere che sono addirittura persone (con buona pace di Mr. Bush jr). La giornata alquanto noiosa ha poi avuto una svolta positiva verso mezzogiorno piu' o meno al km 4,6 della passeggiata sul lungo mare (me misura 7 di km e ha tutti i km e i 100 m segnati ... per le ripetute?) quando mi sono imabattuto in un ragazzo che dal tono di voce e dal suo gesticolare al telefono ho subito identificato come italiano. Senetendo poi l'italica lingua non ho piu' avuto dubbi ... ovviamente. Massimo e' un ingengnere triestino che e' stato a Doha una settimana per tenere un corso a degli ingegneri locali. Da lui imparo che il Qatar deve tutta la sua fortuna e quindi tutti i suoi immensi grattacieli (che forse proprio una fortuna non sono) all'estrazione del gas e non al petrolio come pensavo io. Tutto e' in mano ad una azienda piu' o meno meta' pubblica e meta' privata, solo che la parte pubblica appartiene al sultano del Qatar, lui e' lo Stato. Tutti i ruoli dirigenziali sono in mano ai Qatarini, tutti i lavori di fatica sono in mano a Indiani e in numero minore a Cinesi che lavorano dalle 6 di mattina alle 6 di sera per qualcosa come 300 euri al mese. Sono loro penso la vera fortuna del Qatar. Pranzo nel Suq, visita al mercato e bus per l'aeroporto per la mia seconda notte in volo, cioe' praticamente in bianco. Ora sono tornato nel casino Di Kuala Lumpur. Solite cose. Merci taroccate (quelle che l'altra volta si erano portati a casa i solerti gendarmi della dogana di Nizza), massaggi, bancarelle con cibi vari e, come l'altra volta (e come l'altra volta ne sono sorpreso), una bancarella con i mundai (caldarroste per i foggiani). Non ho l'assillo di dovere visitare qualcosa e mi godo un paiodi birre in santa pace senza alcuna preoccupazione. Domani e' un'altro giorno, sara' una nuova nazione e una nuova storia. ps la mancanza degli spazi non e' colpa mia, non leggetolo tutto d'un fiato che puo' far male
Qatari gasati
Sono a Kuala Lumpur, seconda capitale in due giorni. E domani sara' record: terza capitale in tre giorni e nanche troppo vicine! Ma andiamo con ordine. Ieri avevo da ingannare un qualcosina come 20 ore di attesa e allora mi sono preso il visto del Qatar e ho passato la giornata a Doha, la sua capitale. La solita citta' araba ricca e triste, almeno nella sua parte ricca. Che era ricca l'ho capito subito all'areroporto dove per pagare il visto accettavano solo la carta di credito. Una societa' che non considera la possbilita' che uno non abbia la carta di credito non mi piace gia' molto in partenza. Tempo mezzora e sono nel futuro. Futuro si ma quello del dopo bomba. Non c'e anima viva ed e' tutto un immenso cantiere. Sembra che da queste parti il grado di civilta' sia valutato in base al numero dei piani, ai lastroni di vetro che ricoprono tutti sti nuovi palazzi che giorno per giorno si protendono verso il cielo in imrobabili contorsioni architettoniche. Uno sembra infatti un enorme cavatappi tanto e' avvitato su se stesso, unaltro un'enorme clessidra. Mi sposto sul lungo mare e finalmente verso le nove comincio a vedere tutta una serie di occidentali in tenuta da jogging che si allenano forse per la maratona di Doha (che esiste veramente). Addirittuta un giapponese che marciava, ma in quanto giapu tutto gli e' permesso. Anche marciare come un deficiente sul lungomare di Doha. Per il resto tutto chiuso, nessuno in giro. Solo dopo un po' realizzo che e' venerdi e che mi trovo in un paese musulmano. In un parco cittadino vedo poi finalmente un po' di vita, famigliole al comlpeto che si apprestano al pic nic domenicale che qui si fa di venerdi'. Fanno quasi tenerezza questi omoni arabi che passeggiano e giocano con i loro bimbi. Il nostro immaginario li associa normalmente a brutali picchiatori di mogli nei migliori dei casi oppure ad ideatori dei piu' truci attentati. Prima lezione di questo viaggio: anche gli arabi amano i loro bimbi. Sta a vedere che sono addirittura persone (con buona pace di Mr. Bush jr). La giornata alquanto noiosa ha poi avuto una svolta positiva verso mezzogiorno piu' o meno al km 4,6 della passeggiata sul lungo mare (me misura 7 di km e ha tutti i km e i 100 m segnati ... per le ripetute?) quando mi sono imabattuto in un ragazzo che dal tono di voce e dal suo gesticolare al telefono ho subito identificato come italiano. Senetendo poi l'italica lingua non ho piu' avuto dubbi ... ovviamente. Massimo e' un ingengnere triestino che e' stato a Doha una settimana per tenere un corso a degli ingegneri locali. Da lui imparo che il Qatar deve tutta la sua fortuna e quindi tutti i suoi immensi grattacieli (che forse proprio una fortuna non sono) all'estrazione del gas e non al petrolio come pensavo io. Tutto e' in mano ad una azienda piu' o meno meta' pubblica e meta' privata, solo che la parte pubblica appartiene al sultano del Qatar, lui e' lo Stato. Tutti i ruoli dirigenziali sono in mano ai Qatarini, tutti i lavori di fatica sono in mano a Indiani e in numero minore a Cinesi che lavorano dalle 6 di mattina alle 6 di sera per qualcosa come 300 euri al mese. Sono loro penso la vera fortuna del Qatar. Pranzo nel Suq, visita al mercato e bus per l'aeroporto per la mia seconda notte in volo, cioe' praticamente in bianco. Ora sono tornato nel casino Di Kuala Lumpur. Solite cose. Merci taroccate (quelle che l'altra volta si erano portati a casa i solerti gendarmi della dogana di Nizza), massaggi, bancarelle con cibi vari e, come l'altra volta (e come l'altra volta ne sono sorpreso), una bancarella con i mundai (caldarroste per i foggiani). Non ho l'assillo di dovere visitare qualcosa e mi godo un paiodi birre in santa pace senza alcuna preoccupazione. Domani e' un'altro giorno, sara' una nuova nazione e una nuova storia. ps la mancanza degli spazi non e' colpa mia, non leggetolo tutto d'un fiato che puo' far male