Le diciotto lune

Partito!


Partito.Lo aveva detto, dichiarato, e questa mattina è partito! Cosa avreste pensato quando uno dei vostri amici più intimi, compagno di giochi e avventure da sempre vi dice “parto, vado in America.”? Beh, penso che fin da subito non ci dareste peso, pensereste che è un’idea malsana di una mente bacata, una mente che supponete di conoscere fin troppo bene.Eppure col tempo non è più una chiacchiera, la chiacchiera diventa voce e la voce, notizia. Poi appare il biglietto “Milano Linate – Londra – Chicago –San Diego” e con lui una data: 19 febbraio 2007 ore 12:00.La chiacchiera diventa realtà. Lo zaino è pronto. Incredibile, una vita, ventiquattro anni in uno zaino da montagna pigiati insieme ai ricordi, alle avventure e ai giochi di quando si era più piccoli. Questa mattina ore 5:00 è notte fonda a Lisignago, lo zaino è grosso, occupa tutto il baule della 207 che lo porterà verso il suo “sogno americano”. I primi chilometri sono i più normali, quante volte li abbiamo fatti assieme, poi si entra in autostrada, la sensazione di qualcosa di diverso incomincia a farsi avanti, solo lui, lui che ha sempre avuto un carattere forte, sembra non provare una particolare emozione. Certo. Si parla del più e del meno, si beve il caffè all’autogrill pensando che probabilmente un espresso così chissà quando lo berrà di nuovo.  E poi via, verso l’aeroporto.Siamo in anticipo, il check-in è solo tra un paio d’ore, lo scalo è pieno di facce addormentate che trainano il loro Trolley su e giù per il lungo corridoio. Ispezione: Passaporto, documenti, denaro, tutto a posto. Il check-in apre, lo zaino incellofanato scorre lungo il rullo trasportatore, lo avrebbe rivisto soltanto 19 ore dopo. C’è ancora il tempo di una birra, l’ultima birra nel “bel paese” al banco del bar, poi il tempo è finito, è ora di imbarcarsi, il momento dei tanto temuti saluti, e l’emozione è grande, talmente grande da essere captata anche dall’uomo che ha sempre avuto un carattere forte, deciso. Un abbraccio, poche parole preparate a tavolino ed imparate a memoria, una risposta scontata. Poi si gira, con l’entusiasmo di sempre si avvia verso il metal detector, un ultimo saluto da lontano, poi silenzio…Buona vita Moris…