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LE LANGHE ... BRA....

Post n°348 pubblicato il 26 Maggio 2015 da S_O_T_T_O_V_O_C_E

 

 

 

 

Nel dialetto piemontese il termine Langa indica particolarmente le colline, dai morbidi profili che si rincorrono percorrendo le strade della Langa, caratterizzando il paesaggio che da Alba scende verso sud fino ai pendii settentrionali dei monti liguri.
E' una terra di noccioleti e di vigneti in gran maggioranza, i quali donano vini che vengano esportati in tutto il mondo e non solo in Italia. Vini come il Barolo, Nebbiolo, Arneis, Freisa, Barbera.
Le Langhe in età medioevale videro sorgere una miriade di castelli, chiese, abbazie e nei secoli successivi ville, palazzi, borghi contadini, casalori.
Nomi illustri di scrittori spiccano Pavese, Fenoglio,e Revelli.




Partiamo dalla visita alla cittadina di Bra. Uscendo a Marene dall'autostrada Torino/Savona si percorre la statale che porta alla cittadina famosa negli ultimi anni per la manifestazione CheeseBra (è una manifestazione biennale ed è incentrata su ogni tipo di formaggio prodotto dalla zona).



La chiesa di Santa Chiara : Vero capolavoro del rococò piemontese, la chiesa del complesso conventuale delle Clarisse è progettata da Bernardo Antonio Vittone, e costruita tra il 1742 e il 1748, con impianto a croce greca e quattro grandi pilastri che s'innalzano a sostenere una doppia cupola traforata e un cupolino. Modello esplicito dell'idea vittoniana è il progetto per il Sant'Andrea di Chieri di Filippo Juvarra, ripreso e portato qui ad un grado di perfezione assoluto. La decorazione interna risulta particolarmente suggestiva perchè è esaltata dai giochi di luce creati dalle aperture della doppia cupola, mentre la decorazione a stucchi e affreschi di Pietro Paolo Operti contribuisce alla ricchezza dell'apparato decorativo.





Il Museo della scrittura meccanica unico nel suo genere, ospita una vastissima collezione di antiche macchine da scrivere ad oggi esposte oltre 300, restaurate e conservate perfettamente, curate nei minimi dettagli e funzionanti. La collezione, raccolta con passione da Domenico Scarzello, contempla macchine da scrivere di tutte le epoche e provenienti da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Canada, Europa, paesi ex sovietici e Giappone fino al nord Africa e appartengono a diversi periodi storici, partendo dal 1873 fino ad arrivare al primo computer. Uno spazio ad hoc - e non poteva essere altrimenti!  è dedicato alla Olivetti, la prima fabbrica italiana per la produzione delle macchine da scrivere.



Il Museo della bicicletta raccoglie una importante e variegata collezione, unica nel suo genere, messa insieme grazie alle donazioni di atleti e privati.
Accanto a pezzi antichi e di valore - come la bicicletta del bersagliere del 1900, quella da corsa del 1935 usata da Gino Bartali e Fausto Coppi, o ancora la bici del vigile del fuoco, del panettiere e molte altre - il Museo custodisce alcune maglie storiche e celebri come la maglia rosa con cui Marco Pantani ha vinto il Giro d'Italia 1998, la maglia della Bianchi indossata dal Campionissimo Fausto Coppi nel dopoguerra, quella della Nazionale dei professionisti del 1996 e della società di Torino dedicata a Serse Coppi, fratello di Fausto.
Uno spazio è dedicato agli ex professionisti della provincia di Cuneo, con le maglie del braidese Matteo Cravero e di altri ancora in attività tra cui Marco Osella e Miculà Dematteis.
In mostra poi le maglie iridate di Giuseppe Saronni, Stefan Roche, Gianni Bugno e Mario Cipollini accompagnate dagli articoli dei giornali e foto originali dell'epoca





Il Museo del giocattolo
La collezione di questo museo, una raccolta estremamente importante per quantità e qualità di pezzi (più di mille, alcuni dei quali unici), è di proprietà dell'antiquario braidese Michele Chiesa che ha deciso di affidarla al Comune di Bra.

La collezione inizia "quasi per gioco" da un deposito di vecchi giocattoli che Michele Chiesa decide di non vendere bensì di ampliare. Nell'arco di trent'anni l'antiquario l'ha arricchita con oggetti che suscitavano in lui particolari emozioni e che riusciva ad acquistare a basso costo, poiché allora i giocattoli non erano ancora considerati importanti .
Con il passare del tempo il "gioco" si trasforma in passione e la curiosità lo spinge a cercare, con l'aiuto del figlio Giovanni, pezzi sempre più rari e particolari.





Il Museo Craveri è il più importante Museo di Storia Naturale della provincia di Cuneo. Nasce come collezione privata nella prima metà del Ottocento ad opera dell'avv. Angelo Craveri, Sottosegretario di Stato nel Regno di Re Carlo Felice.
L'interesse per le collezioni naturalistiche gli venne trasmesso dall'amico Franco Andrea Bonelli, celebre naturalista e fondatore del Museo Zoologico dell'Università di Torino.
I suoi primi due figli, Federico ed Ettore, educati all'amore per la Natura, incrementarono a tal punto l'opera paterna da poter essere considerati i veri fondatori del Museo e della ricerca scientifica che esso svolge.
Le Collezioni si accrebbero così velocemente che, già nel 1843, casa Craveri fu innalzata di un piano riservato al Museo e, nel 1861, dopo il rientro di Federico dall'America, fu ulteriormente ampliata, per dare spazio sia a Federico sia alle nuove raccolte.
Alla morte di Ettore (1884) tutte le Collezioni passarono a Federico e, dopo la sua morte (1890), il Museo fu donato dagli eredi al Comune di Bra e, nel 1919, Euclide Milano ne utilizzò due piani per il Museo di Storia, Archeologia e Arte. Solamente nel 1972, con la scelta di Palazzo Traversa per questa seconda sezione, ha ripreso l'originaria impostazione di Museo di Storia Naturale, distribuendo le esposizioni su tutti i tre piani anziché uno.
Negli edifici a fronte trovano spazio gli uffici, la Biblioteca scientifica, il Laboratorio di ecologia e i magazzini dove vengono conservate la maggior parte delle collezioni.






Il Museo Civico Palazzo Traversa: è allestito nelle sale di Palazzo Traversa, il cui nucleo originario tardogotico si data intorno alla metà del XV secolo; l'edificio ha visto nei secoli passaggi di proprietà e subito rimaneggiamenti sino alla donazione a favore del Comune di Bra, che ne ha curato il restauro (sec. XX).
Erede del "Museo Popolare di Storia e d'Arte Braidese", fondato da Euclide Milano ed inaugurato nel 1919 (nella stessa sede del Museo Craveri), ha conservato l'originaria sezione archeologica dedicata alla città romana di Pollentia, a cui si sono aggiunti reperti di età tardo-antica e medioevale.
Sono state invece accorpate le sezioni a carattere artistico e storico, comprendenti opere d'arte di ambito locale, che datano dal XVII al XX secolo, ed eterogenee raccolte testimonianti diversi aspetti delle vicende del nostro territorio e del collezionismo locale.



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