TE LO DICO SOTTOVOCE

OGGI PARLIAMO DI.........ARGOMENTI ESTIVI


AMICI CARI.....I SOLITI POST SO CHE VENGO A NOIAALLORA VI RALLEGRO CON UNA VIGNETTAPOI....DOPO IL PIACERE ...ANCHE IL BELLO....SPERO DI AVER INTERPRETATOIL VOSTRO SPIRITO ESITIVOAUGURONDO  A CHI PARTEBUONE VACANZE......CHI RESTA SARA' QUI CON NOI !!!!CHE VI TERREMO COMPAGNIA....... 
 ED ORA.....VI VORREI PARLARE DEL VASARINEL SUO 500 esimo COMPLEANNO30 LUGLIO 1511 
 Esattamente mezzo millennio fa, il 30 luglio 1511, la nascita di Giorgio Vasari in una casa di Arezzo in cui si lavorava la ceramica, una casa di “vasai” appunto, di “vasari”, consegnava alla storia un personaggio del tutto particolare. Nell’occasione celebrativa, la rivisitazione della vita e delle opere di questo protagonista del Cinquecento ce ne ripropone la poliedrica personalità: pittore, scenografo, architetto, urbanista, e soprattutto storico della vicenda artistica rinascimentale. Al di là delle moltissime opere d’arte, dell’impronta che gli devono città come Firenze, Arezzo, Pisa, il monumento più importante che ci ha lasciato è infatti un libro, anzi un’”opera gigantesca”, come la definisce lo storico della letteratura Giulio Ferroni: le “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori”.Si pensi alla fortuna di questa vera e propria enciclopedia delle arti, che Vasari pubblicò in due successive edizioni nel 1550 e nel ’68. Nella seconda edizione l’autore estese il suo sguardo oltre la scuola toscana protagonista troppo esclusiva della prima. Con il trattato introduttivo sulle tecniche artistiche e le centosessantotto biografie, l’opera rivelò all’Europa la magia del Rinascimento: oltre alle diciotto ristampe italiane che si succedettero in breve tempo, ne ebbe complessivamente otto in francese, tedesco, inglese e olandese. Mezzo millennio più tardi, le “Vite” sono oggi riproposte in Italia da tre editori: Newton Compton, Einaudi, Rusconi.
Le vite Le vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori è una serie di biografie di artisti, scritta nel XVI secolo dal pittore e architetto fiorentino Giorgio Vasari. Il titolo viene spesso abbreviato in Le Vite. Il trattato del Vasari è il primo libro organico di storia dell'arte che ci sia pervenuto    
  Le molte iniziative del cinquecentesimo anniversario, dai convegni alle mostre ai cicli di letture, comprendono anche l’emissione di un francobollo da parte di Poste Italiane: riporta la figura centrale di uno splendido affresco, che Vasari realizzò a Firenze nella chiesa della Santissima Annunziata: “San Luca dipinge la Vergine”. Le visite guidate ai luoghi dell’artista a cominciare dalla sua casa di Arezzo, ci restituiscono la figura di un intellettuale a tutto tondo. Un pittore che non pretende di essere Michelangelo, da lui indicato nelle “Vite” come il culmine insuperabile della creazione artistica, ma che avendo perfettamente compreso le caratteristiche di quella “maniera”, come la definisce con un termine che entrerà nel linguaggio comune sulle cose dell’arte, la ripropone con raffinata perizia. Un architetto che ha profondamente inciso sull’evoluzione urbanistica: nel complesso degli Uffizi e del “corridoio vasariano” a Firenze, nella piazza dei Cavalieri a Pisa, nella piazza della sua città natale che oggi porta il suo nome. Qui non ebbe timore d’imporla, la sua “maniera”, accostando la luminosa architettura cinquecentesca delle Logge a quel contesto medievale. Grazie alla patina del tempo, oggi quell’accostamento ci sembra naturale, ma all’epoca fu una sfida.
C’è anche un Vasari non più fruibile, se non indirettamente attraverso le testimonianze dei contemporanei. È l’artista dell’effimero, lo scenografo, il creatore di fastosi arredamenti urbani in occasione di eventi storici, come l’incoronazione dell’imperatore Carlo V a Bologna o i due matrimoni fiorentini che legarono i Medici agli Asburgo: prima le nozze del duca Alessandro con Margherita, la figlia di Carlo V, quindi quelle di Francesco, il figlio e successore del granduca Cosimo I, con Giovanna d’Austria. In quest’ultima occasione la capitale toscana era stata arricchita di due opere tutt’altro che effimere: il corridoio di Vasari e la fontana del Nettuno.
Ma l’artista aretino, regista degli allestimenti con cui Firenze accoglieva la principessa asburgica, aveva voluto arricchire la città con un trionfo di decorazioni allegoriche, dalle sculture ai pannelli dipinti che rivestivano tutte le case lungo il percorso di Giovanna che non offrissero facciate artisticamente decorate.
 Il capitolo di Vasari scenografo ci racconta l’incontro con un altro personaggio della sua città: Pietro Aretino, il poeta dei “Sonetti lussuriosi” che lo chiamò a Venezia chiedendogli di curare le scene per la “Talanta”, la commedia che preparava per il carnevale del 1542. Nella sofisticata città dei Dogi, questa cooperazione teatrale dei due intellettuali aretini suscitò un ammirato interesse   
   COMPRENDO CHE LA LUNGHEZZA DEL POST...POSSA DARE ANSIA ....MA MERITA LEGGERLO CON CALMA ASSAPORANDENE OGNI SUA RIGA...VI LASCIO IL TEMPO DI LEGGERVELOE SIN DA ORA VI RINGRAZIOVI LASCIO ANCORA UN PENSIERO DEL VASARI....Molte persone sbeffando e schernendo altrui, si pascono di uno ingiusto diletto, che il più delle volte viene loro in danno. VASARI UN CARO E AFFETTUOSO ABBRACCIODA MINA