TE LO DICO SOTTOVOCE

OGGI PARLIAMO .......DI PALLIDI ....(MONTI)


 MONTI PALLIDI“ LE DOLOMITI “ un mare di monti ….
 
 Un re all'Alpe di Siusi Centenario del sentiero Federico Augusto. Il famoso sentiero che dall'Alpe di Siusi porta a Passo Sella era stato inaugurato in data 30 luglio 1911. Esso porta il nome di Federico Augusto III, ultimo re sassoneIl re sassone Federico Augusto III era un amante delle Dolomiti e da un punto di vista paesaggistico e da un punto di vista escursionistico. Durante il volgere del secolo scorso soggiornò spesso tra le Dolomiti, dove intraprese numerose escursioni. Da benefattore il re sassone ha contribuito in modo notevole alla costruzione dell'Alta Via sul versante sud del gruppo del Sasso Lungo. Il Sentiero che dal Rifugio Sasso Piatto presso il Giogo di Fassa  porta attraverso la Val Duron al Giogo del Sella porta il nome di re Federico Augusto. E regale è anche il panorama che si schiude agli occhi degli escursionistiIn occasione del centenario del sentiero dedicato a re Federico Augusto, saranno installate tre tavole commemorative, che contengono aneddoti sul re oltre ad una precisa descrizione del sentiero.  Ma non è solo il succitato sentiero a ricordare il passaggio di re Federico Augusto di Sassonia III, ma alle falde dello Sciliar vi è il Tour di Laranza. Durante i suoi soggiorni tra le Dolomiti, spesso risiedeva a Siusi allo Sciliar, dove amava recarsi nel bosco di Laranza. La sua meta preferita era un punto panoramico sul versante occidentale, dal quale si hanno vedute magnifiche sulla Val D'Isarco e l'Altipiano del Renon. I residenti ben presto lo nominarono "Vedetta del re”  Alcuni ritrovamenti testimoniano l’esistenza di forme di vita su queste terre, ma in generale si possono formulare soltanto delle ipotesi in proposito.Dei reperti ritrovati in Val Gardena anni fa hanno però attirato l’attenzione degli archeologi: presso "Plan de Frea" sono stati trovati degli oggetti risalenti all’età primitiva. Gli archeologi li fanno risalire intorno all’anno 6000 a.C. Si tratta di punte di frecce, aghi e altri utensili che rappresentano i ritrovamenti preistorici più antichi di tutta la zona dolomitica. Erano solo cacciatori che nei mesi estivi cercavano una sistemazione provvisoria sotto l’enorme roccia presso "Plan de Frea" (sotto il Passo Gardena)? È molto probabile come ipotesi, poiché nei mesi invernali è assai improbabile una permanenza fissa in questa zona. A parte questo ritrovamento unico, il passato della Val Gardena rimane ancora all’oscuro.   Le vallate ladine dolomitiche sono ricche di tradizioni fin dai tempi più antichi. Avvenimenti nell'ambito familiare, celebrazioni e feste nel corso dell'anno erano accompagnati da usanze dal contenuto profondo e simbolico. Oggigiorno molti di questi usi sono andati persi oppure hanno perso il significato più profondo e originale. Perciò si rende necessario un lavoro di ricerca in vecchi volumi per riscoprire usi e costumi di tempi andati, come p.es. il libro "Das Grödner Thal" di Franz Moroder-Lenert. Anche lo scorrere delle stagioni dava vari accenti alle vecchie tradizioni gardenesi. Si nota che il periodo più adatto per la nascita di nuovi usi e costumi era quello invernale, ove i lavori nei campi subivano una pausa e le persone avevano più tempo a disposizione.    Costumi tipici gardenesi  Caratteristici per la Val Gardena sono senza dubbio i costumi tipici gardenesi. La ricchezza e l'originalità di questi costumi sono dovute al fatto che gli antenati avevano la possibilità, girando per il mondo, di conoscere cose nuove e di acquistare sete, nastri, stoffe, pizzi e gioielli. Il costume gardenese è ancora oggi uno dei costumi più ricchi e interessanti di tutto l'arco alpino e viene portato in occasione di processioni, grandi feste religiose e cortei folcloristici.    
 26 giugno 2009 il «World Heritage Committee» ha inserito le Dolomiti nella lista del Patrimonio Universale dell'Umanità UNESCO, come bene naturale da salvaguardare.