TE LO DICO SOTTOVOCE

OGGI PARLIAMO DI.....


Nella zona più occidentale del Comune di Duino Aurisina in provincia di Trieste, nella regione Friuli-Venezia Giulia su un isolato sperone di roccia che strapiomba sul mare per una trentina di metri, si erge il possente e maestoso Castello di Duino, che domina strategicamente ogni accesso. E' completamente circondato da una fitta macchia mediterranea che rende ancor più suggestiva l'austera costruzione
 A poca distanza si scorgono i ruderi, consumati dal vento e dalla salsedine, della primitiva fortezza, detta il Castello Vecchio; è quanto resta dopo la distruzione nel 1476 da parte dei Turchi.L'antico mastio era di piccole proporzioni, su un aspro scoglio di bianche rocce, collegato tuttavia alla terra da uno stretto passaggio fortificato. Non lo si vede dall'interno, ma solo dal mare.Il nucleo del castello era costituito da una torre rettangolare e doveva essere ben difeso da una cinta muraria. Probabilmente il castello medievale, inizialmente in possesso di un cavaliere, risale al X sec.Constava di una torre rettangolare, anche sede del castellano, attraversata da un sottopassaggio a volta. Una stretta scala, parte scavata nella roccia e parte costruita ad arte, saliva all'interno del castello passando sotto l'arco della torre, alte e grosse mura lo proteggevano dal lato rivolto verso il mare. La torre era a due piani, ora si vede solo il primo e le rovine del secondo. Non c'è più neanche il piano sopra l'arco, di cui rimane solo la parte inferiore, probabilmente adibita a cappella, come testimoniano affreshi antichi che ne decorano la volta. L'accesso al piano superiore avveniva per mezzo di scale esterne: nelle mura ci sono gli incavi quadrati. Probabilmente erano mobili, per rendere inattaccabile il piccolo edificio. 
 Nel piccolo cortile c'è traccia di un altro edificio, chiuso dalle mura che circondavano completamente tutto il perimetro irregolare dello scoglio, lungo le quali corrono alcuni camminamenti strettissimi scavati nella roccia e collegati tra di loro.Castello era veramente inespugnabile: i Duinesi si difesero dagli attacchi dei Veneziani nel 1369, durante la guerra per la loro conquista di Trieste, procurando ai Veneti gravi danni, utilizzando piccole imbarcazioni veloci usate dai corsari adriatici, i "gabardelli duinati".Nel 1389 il Capitano di Trieste, Ugone di Duino, chiese al Duca d'Austria Alberto il permesso di costruirne uno più grande vicino ed abbandonò quello vecchio, usato nel 1478 dai Cavalieri di Rosa Croce in difesa contro le scorrerie mussulmane ed in quell'occasione gravemente danneggiatoRestano ancora i ruderi e sia dal nuovo Castello, che dal mare hanno uno strano effetto suggestivo.Si dice che su di uno di questi scogli Dante amasse sedersi la sera e proprio qui ebbe l'ispirazione dei famosi versi " l'ora che volge il disio, ai navicanti e 'ntenerisce il core"…Ma per i Triestini il Castello vecchio affascina per uno spuntone di roccia che si staglia dalla parete chiamato la "Dama Bianca".L'aspetto attuale del castello è il frutto di successivi ampliamenti e ristrutturazioni, per motivi difensivi - come nel '600 contro i Turchi - o per ricostruire le strutture danneggiate dalle azioni di guerra: imponenti restauri sono stati necessari negli anni Venti, dopo il bombardamento dei cannoni italiani nel settembre 1917, e negli anni Cinquanta, dopo il secondo conflitto mondialeL'ultimo erede della casata è il figlio di Raimondo, il principe Carlo Alessandro della Torre e Tasso, che oggi risiede nel castello con la sua famiglia La leggenda della Dama Bianca  Tanto tempo fa, nella rocca di Duino viveva un cavaliere malvagio che disprezzava la sua sposa gentile e virtuosa. Questa gli perdonava tutte le sue offese e sperava di poter intenerire il suo cuore con parole amorevoli. L'uomo invece s'era stancato della moglie a tal punto da escogitare un piano per disfarsene.Una sera la attirò su una roccia sotto le muraglie del castello per spingerla in mare. La castellana rivolse lo sguardo al cielo, ma il suo grido disperato rimase interrotto: nel suo grande dolore era rimasta pietrificata. Da quel giorno, verso l'ora degli spiriti la Dama Bianca si stacca dalla roccia e comincia a vagare. Per tre volte appare e scompare nelle cupe sale del castello. Passa attraverso le porte serrate, vaga di sala in sala finché non ritrova la culla in cui un tempo dormiva suo figlio. Lì la Bianca Dama rimane in un silenzio profondo finché all' alba abbandona quella culla e ritorna alla sua roccia, dove il dolore la trasforma nuovamente in pietra.Altri narrano di un candelabro romano che si trova in una sala del castello e che ogni notte arde ed attraversa i saloni, mentre le porte si aprono da sole. E' la Dama Bianca che lo regge quando, invisibile, vaga per il castello
 L'immagine di pietra di DuinoQuesta è un'altra leggenda: la sorella del conte Ugo IV di Duino, Elisabetta, aveva fama di essere la più bella di tutta la zona. Ella stessa ne era ben conscia e desiderava vedersi immortalata su una roccia a Duino. Incaricò un giovane scultore della esecuzione di quell'opera. Così, ai piedi della ripida parete rocciosa sotto il castello, venne ancorata una zattera su cui venne innalzata un'impalcatura fino all' altezza di un blocco di pietre, risaltante per la sua tonalità più chiara, che aveva vagamente la sagoma di una persona. Su quel blocco doveva essere scolpita l'immagine senza veli della fiera Elisabetta. Infatti nel suo orgoglio pensava di sfidare in quel modo il patriarca di Aquileia Ludovico della Torre, che durante una visita a Duino le aveva detto che doveva considerare la propria bellezza un dono del cielo da tenere velata, se mai si fosse recata nella Basilica di Aquileia.Ora quel bellissimo volto, scolpito nella roccia e visibile fino ad Aquileia, avrebbe dovuto dimostrare in quale conto la caparbia sorella del castellano teneva le parole del patriarca.Ma quando il giovane scultore si accinse ad eseguire il volto di Elisabetta, che lui adorava ardentemente, di colpo le forze gli vennero meno, tutta la sua maestria lo abbandonò e da un giorno all'altro scomparve.L'opera rimase incompiuta: un'immagine femminile con il suo viso velato e irriconoscibile. Nessun artista accettò di riprendere il lavoro: la gente mormorava di una punizione del cielo per la superbia di Elisabetta e per il suo rifiuto di accettare l'ordine del patriarca.La Dama velata è tuttora visibile lì, sulle rocce di Duino. UNA CURIOSITA'
 Attraverso il grande parco con i suoi viali ricchi di statue e reperti archeologici, di terrazze aperte sull'immensità del mare si accede anche al bunker costruito durante la seconda guerra mondiale che, in seguito ad un'opera di restauro, è stato trasformato in un mini-museo con cimeli d'epoca che sono esposti in una grande sala scavata a 18 metri di profondità.il Castello di Duino è sempre più considerato la location ideale per mostre, concerti, congressi, set cinematografici. dal web
ALLA PROSSIMA...UN KISSBLUEBABY