TE LO DICO SOTTOVOCE

OGGI PARLIAMO DI........UNA FAVOLA DI QUARTIERE


 Come una favola la Nostra storia inizia così.... In una piccola area urbana di Roma, un’ architetto Gino Coppedè ha progettato un quartiere
situandolo nel quartiere Trieste, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento.... a due passi dal celebre Piper..Ci si ritrova  improvvisamente catapultati dove i vari stili si fondono nell’illogicitàdi una vera e propria scenografia fuori dal tempo. Il Quartiere si apre trionfalmente dal lato di via Tagliamento  dove l'imponente arco , che unisce fra loro i cosiddetti palazzi degli ambasciatori, vi accoglierà incorniciando questo sorprendente paesaggio architettonico come ad indicare una simbolica via di passaggio verso un tempo sospeso.
  Il maestoso lampadario in ferro battuto, complemento d'arredo piuttosto insolito per una collocazione in esterni vedi fotoDue torri riccamente decorate a fregi, statue e balaustre sormontano l’arco. Sopra la torre di destra si ammira un’edicola sacra una Madonna con Bambino il quale non si rivolge alla Madre bensì ad un ideale passante, come una sorta di benvenuto.Proseguendo lungo via Brenta si arriva al fulcro del quartiere: Piazza Mincio. Proprio nel centro della piazza, nel 1924, era stata installata la Fontana delle Rane      
  Le vasche della fontana sono popolate, appunto, da rane: quattro nella conca inferiore, che versano l’acqua nelle conchiglie sorrette dalle quattro coppie di figure, ed altre otto che, sul bordo della conca superiore, sembrano star per saltare verso lo zampillo centralel’ape sul bordo della vasca è un richiamo affettuoso e riconoscente alla Fontana delle Api del Bernini. Una curiosità i Beatles si tuffarono vestiti nella fontana dopo un concerto al Piper Tra le altre costruzioni più famose spicca  
 
  Il Villino delle Fate, il più appariscente dei villini presenti nel quartiere, presenta nella facciata e nei muri perimetrali uno spazio architettonico ritmato da loggiati irregolari, arconi e semiarconi, scalinate e tettoie. Svariati i materiali usati per l’esterno: marmo, travertino, laterizio, terracotta smaltata e vetro. Ed in più il gioco di luce-ombra creato dagli alberi di alto fusto, dai cespugli, dalle palmette, conferisce al tutto una splendida atmosfera surreale.La magia neogotica evocata dagli edifici e lo spettrale aspetto notturno hanno ispirato più di una pellicola. Ricostruito fedelmente nella scenografia di “Cabiria” (Pastrone, 1914), il quartiere Coppedè ha decisamente ammaliato il regista horror Dario Argento che lo renderà la location di due tra i suoi più famosi lungometraggi: “Inferno” e “L’uccello dalle piume di cristallo”.Ad infittire l’inquietudine ed il mistero intorno al luogo, lo strano suicidio dell’architetto, che muore a soli cinquant’anni lasciando molti lavori incompiuti e in odore di quel satanismo che, per qualche scuola di pensiero, è diventato la chiave di lettura di molti dei suoi eccentrici lavori.quello che rende affascinante questo angolo di Roma è proprio quella sottile inquietudine che accompagna la sua indecifrabilità, il frutto di un genio che con la sua opera ha creato uno stile che, in suo onore e per ovvie impossibilità classificative, è riconosciuto ancora oggi con il nome di "stile Coppedè".
  
 e come una favola.....La Storia di un Quartiere s'incastonacome questa colonna...nei Nostri tempilasciando all'immaginazione....la Vita che si svolgeva tra quei palazzi e quelle murache ancora ora san dire moltoa chi osserva con attenzione.... 
 (gif reperite dal Web.......storia conosciutadalla nostra Cara Baby....(romana verace)e postatoto dalla sottoscritta Minache vi Augura di poter visitare un QUARTIREmeraviglioso.....)