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                      LA SPEZIERIA DI S.MARIA DELLA SCALA A ROMA Era uno dei luoghi più conosciuti dai residenti di Trastevere, dove il popolo si recava per trovare sollievi e rimedi per malattie e disturbi fisici, la Spezieria di Santa Maria della Scala, fra le più antiche farmacie romane
Situata all'interno del convento dei Carmelitani Scalzi, sorge accanto alla Chiesa di Santa Maria della Scala, fatta costruire alla fine del '500 da Papa Clemente VIII. La farmacia, o meglio conosciuta come 'Spezieria di S. Maria della Scala', operò costantemente fino al 1954, quando i frati carmelitani la trasferirono al piano terra e abbandonarono la loro attività di chimici e di ricercatori scientifici. La spezieria nel corso del tempo salì di considerazione e divenne anche la "farmacia dei papi", che però imposero l'obbligo della presenza fra i religiosi di frati laureati in medicinaBen presto divenne più popolare e vi accorrevano anche i cosiddetti viperai che portavano il sangue e la carne delle vipere come antidoto ai morsi dei serpenti. Negli scaffali settecenteschi della sala delle vendite, arricchita da tendaggi dorati sia dipinti che reali, ricettari ed erbari sono disposti come se la spezieria fosse tutt’ora attiva. Sembra di vedere all’opera dietro il bancone Fra Basilio, di cui si conserva un prezioso cimelio, il Trattato delli semplici, rarissimo erbario di piante medicinali risalente al 1755. Il più famoso speziale del tempo è raffigurato in un quadro di Pier Leone Ghezzi, conservato nell’atrio d’ingresso, in atto di insegnare ai suoi discepoli chimica, botanica e farmaceutica.
Gli ambienti dell’antica spezieria, il cui arredo è rimasto invariato dal 1700, sono diversi e irregolari. Il primo è la sala delle vendite con varie scaffalature in legno e un soffitto arricchito da tendaggi dorati sia dipinti che reali. Al centro è posto lo stemma dell’Ordine accompagnato da fiori. Sugli scaffali si trovano ancora vasi sferici, rocchetti, tempietti per le bilance, torrette di distillazione, mortai e pestelli, barattoli in ceramica, ed altri strumenti utilizzati sia per la mescitura delle polveri e dei liquidi che per la loro conservazioneTra i cimeli più singolari si conserva il vaso della theriaca - dal greco “therion” usato per indicare la vipera o gli animali velenosi in genere - un farmaco inventato da Mitridate, re del Ponto, infallibile contro i veleni. Composta da ben 57 sostanze diverse, con alla base carne di vipera, e perfezionata dal medico di Nerone Andromaco il Vecchio, la theriaca era il rimedio sovrano per molteplici malattie: dalle coliche addominali all’insonnia, dalle febbri maligne all’emicrania.Alcuni di questi decotti sono stati artigianalmente prodotti fino al XX secolo, quando le medicine allopatiche e industriali hanno sostituito quelle naturali.
In una piccola sala dietro il bancone di vendita, venivano custodite le sostanze semplici dentro scatole di legno di sandalo, inattaccabili dai tarli. Sulle ante degli armadi sono dipinti i padri della medicina da Ippocrate, Galeno, Avicenna, Mitridate e Andromaco. Anche l’interno degli armadi è dipinto dove vi sono ritratti Vittorio Emanuele I e la mogie Maria Teresa d’Austria, in ricordo di una visita effettuata dai reali nel 1802, e in un altro sportello Umberto I principe di Piemonte con la duchessa d’Aosta Elena, sempre visitatori della farmacia.
Particolarmente significativo un grande erbario dove venivano elencate tutte le erbe medicamentose di cui si conservava sulla pagina un esempio essiccato, attribuito al carmelitano frà Basilio della Concezione (1727-1804), noto farmacista attivo all'interno della Spezieria. Negli ambienti retrostanti vi era il laboratorio vero e proprio, dove non venivano preparati solo i distillati medicamentosi, ma anche alcuni liquori tutt'ora venduti. In queste stanze sono conservate ancora oggi centrifughe, imbottigliatrici, diversi caldai di differenti misure per i decotti, presse per la spremitura, torchi e setacci e in una piccola stanzetta anche una sterilizzatrice e una pilloliera che trasformava gli impasti in pillole
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