TE LO DICO SOTTOVOCE

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Il castello della Pietra è un'antica fortificazione sita nel comune ligure di Vobbia, ubicato nell'omonima valle tributaria del torrente Scrivia, in provincia di Genova« Grixio dragon chasciù pietrificoo,ch'o tegne ancon potense de magia,ecco da Vobbia rapida e sonante... o Castello da Pria »(EDOARDO FIRPO)(« Grigio dragone quassù pietrificato,che ha ancora potenza di magia,ecco da Vobbia rapida e sonante... il Castello della Pietra »)  
Risalendo la Val Vobbia, dopo pochi chilometri dall'uscita autostradale di Isola del Cantone, si incontra il Castello della Pietra Guardando dal fondovalle il castello è comprensibile la scelta strategica della posizione, i due torrioni di roccia (puddinga, Conglomerato di Savignone) tra i quali è stato eretto lo rendono inespugnabile. Denominato come il principale monumento del territorio genovese, il castello della pietra compare nell’elenco dei monumenti nazionali Italiani.Secondo documenti non tanto recenti, il Castello fu costruito intorno all’anno 1000 dai Vescovi di Tortona, a difesa della Via del Sale, e nel 1050 fu ceduto ai Marchesi di Govi. Non si ha nessuna notizia del Castello fino al XIII secolo, quando un certo Opizzone della Pietra ne divenne proprietario. Nel 1518 passò sotto la guida della famiglia Spinola, per poi passare solo nel 1882 alla famiglia Botta Adorno e in seguito ai Cusani, prima di essere bruciato dalle truppe Napoleoniche.
  Il Castello così rimase abbandonato fino al 1919, quando la famiglia Beroldo ne prese possesso e lo riportò a uno stato sicuramente più “abitabile”, per poi donarlo nel 1979 al Comune di Vobbia. Negli anni immediatamente successivi, il Comune lo fece restaurare in maniera massiccia, e ora il Castello della Pietra è visitabile da tutti.Il restauro ha messo in luce i diversi corpi del manufatto storico, rendendo ipotizzabile la testimonianza del Vinzoni nel raffigurare il castello diviso in due corpi sul versante a sud, uno più elevato dell’altro, con i tetti a due spioventi, una torre, o parte di un muro alla fine del camminamento a ovest ed una posizione di vedetta quasi sulla sommità del torrione a nord.Nel ricostruire criticamente la definizione di spazi interni e le componenti architettoniche annullate dal degrado, i lavori sono stati condotti con rigore filologico denunciando sempre elementi di nuova introduzione per garantire così una chiara lettura delle parti preesistenti.
 L'intervento operato ha consentito una piena riappropriazione dell'organismo architettonico che, in perfetta simbiosi con la formazione rocciosa di conglomerato oligocenico, si articola in due corpi impostati a quote differenti. Si accede dall'avancorpo i cui tre piani di calpestio sono stati ripristinati introducendo, ai primitivi livelli di imposta, una struttura metallica essenziale ad elementi reticolari, e pannelli grigliati per conseguire anche un effetto di trasparenza e diffusa luminosità.Dall'ultimo piano dell'avancorpo si passa all'ampio salone centrale a pianta quadrata e soffitto voltato. Con il rifacimento della copertura che ripropone le tecniche della tradizione costruttiva più remota, si è ricercato un arioso sottotetto raggiungibile sia dal sottostante vano centrale sia dal camminamento di ronda.Decisamente singolare è la cisterna scavata nella viva roccia ai piedi del torrione ovest in adiacenza al salone centrale sotto il cui pavimento è presente ancora un'altra cisterna.Il castello è raggiungibile soltanto a piedi tramite un sentiero nel bosco e una scalinata nella roccia conglomeratica che ne forma la base.I misteri che si porta dietro questo luogo affascinante e misterioso sono però molto vasti..Sotto al castello, lungo la strada provinciale che porta al paese, ci s'imbatte nel leggendario ponte di Zan, costruito intorno al 1250. Alla passerella sono legate storie popolari che accrescono la suggestione del visitatore. La leggenda più famosa narra che il diavolo terminò, l'opera della costruzione del ponte in una sola notte prendendosi in cambio l'anima del primo passante.UNA CURIOSITA'...DAL WEB