TE LO DICO SOTTOVOCE

OGGI PARLIAMO DI..........SALSE DI NIRANO


 
 Pensando a luoghi alieni, cioè luoghi che non sembrano appartenere al pianeta terra si pensa a mete esotiche in luoghi difficilmente raggiungibili. Pochi sanno invece che qualche luogo alieno lo abbiamo anche nella nostra cara Italia, come ad esempio una località poco conosciuta in provincia di Modena. A Nirano infatti c'è un fenomeno particolare, quello dei vulcani di fango. D'improvviso in mezzo alle colline dell'Appennino modenese ci si trova proiettate su qualche luna di Giove e dintorni, con un paesaggio irreale, costellato da vulcani che eruttano fango grigio. Nirano, località abitata già in epoca romana, si trova nella parte sud-est del territorio comunale di Fiorano Modenese, ad una ventina di chilometri da Modena, fra Sassuolo e Maranello. La sua notorietà odierna è legata alla presenza delle salse, dal latino salsus che significa salato, ovvero di particolari sorgenti d’acqua fredda più o meno fangosa e salata. Vi gorgogliano bolle che contengono una miscela di idrocarburi gassosi, soprattutto metano, spesso insieme anche a piccole quantità di idrocarburi liquidi che, sul fango, possono dar luogo alla formazione di macchie, veli o aloni iridescenti. A seconda della densità del fango, le bolle possono avere differenti dimensioni e forme, e, sempre in base alla densità, variano anche gli apparati che lo emettono. Possono essere dei coni sporgenti dal terreno, sorta di vulcanetti alti fino ad alcuni metri, oppure delle polle, pozzanghere sorgive larghe da pochi centimetri a qualche metro. E proprio a causa della forma dei coni dai quali escono fango e metano, le salse sono state a lungo apparentate erroneamente ai vulcani.
 Il campo delle salse di Nirano è il più vasto dell’Emilia-Romagna, occupando un’estensione di circa 10 ettari. Le acque emesse sono molto salate, come quelle del mare. Infatti sono rimaste imprigionate nelle profondità della terra da quando, più di un milione di anni fa, il mare Adriatico sommergeva l’attuale pianura con le acque del Golfo Padano. Testimoni della presenza del mare in queste zone sono i resti fossili di conchiglie e pesci mescolati alla terra delle colline o incastonati nella pietra, così come l’acqua che esce dalle salse. Acque salmastre, infatti, impregnano le rocce in profondità e, poco alla volta, spinte dalle pressioni sotterranee, tendono a risalire in superficie lungo le spaccature naturali che si sono create nello strato roccioso. Per la grande quantità di sale disciolto, quando l’acqua evapora e il fango si essicca, soprattutto in estate, sulla superficie si formano larghe patine ed efflorescenze biancastre. L’ambiente delle salse risulta difficile e selettivo per piante, fiori e arbusti. Qui si sono ricreati infatti microambienti molto simili a quelli delle zone costiere marine o salmastre, che favoriscono la crescita di associazioni vegetali assai interessanti e, in alcuni casi, uniche. Le specie vegetali si dispongono per fasce concentriche intorno ai punti di emissione dei fanghi, in relazione alle quantità di sali contenuti nel suolo. La fauna della riserva non differisce da quella delle aree circostanti. Non è difficile incontrare o scorgere specie quali il capriolo e l’istrice. Tra quelle di interesse comunitario troviamo numerosi uccelli e rapaci. Nei laghetti e nelle paludi è possibile scorgere il tritone crestato, oltre a svariate specie di invertebrati e ad anfibi.
Se pensi di poter fare una cosa falla.Nell’azione c’è genialità, potenza, magia. (Wolfgang Goethe)
 DAL WEBLink utili per approfondire le notizie  http://www.geologiaeturismo.it/node/204http://www.visitmodena.it