DIAMOCI UNA ZAMPA

Post N° 115


COSA VUOL DIRE MANGIARE CARNE OGGI  : VEGETARISMO COME SCELTA ETICA E LUOGHI COMUNI DA SFATARE.Mi  presento. Mi chiamo Arianna e sono vegetariana, anzi per l’esattezza vegana.  La reazione più frequente alla mia affermazione è:- “Cosa sei tuuuu?!?!?!?? -          “ sono vegana, non mangio tutti i prodotti animali e loro derivati”-           “e cosa mangi allora, solo insalata?In effetti sono tanti i luoghi comuni da sfatare e il tema è molto vasto. Chi, come me ha scelto di  non mangiare più carne lo ha fatto innanzitutto per gli animali. Questi ultimi, denominati dall’Uomo “da carne” sono essere senzienti, dotati di consapevolezza e quindi  capaci di provare emozioni e sentimenti nello stesso identico modo dei cosiddetti animali “d’affezione” cioè cani e gatti.  Questa è una  classificazione del regno animale operata dall’Uomo, come se ci fossero animali di serie A per cui è previsto il reato penale di maltrattamento, e animali di serie B,  che quotidianamente vengono incatenati, privati totalmente delle loro esigenze fisiologiche, di ogni istinto affettivo e sessuale, mutilati e infine uccisi senza compassione. Insomma trattati come COSE da smontare come in una generica catena di montaggio ( in questo caso di smontaggio) industriale.Ho potuto constatare personalmente che la maggior parte della gente non è affatto consapevole di quello che si nasconde dietro alla produzione dell’hamburger o della salsiccia e così via.. Questi “prodotti”, prima di finire sul banco del supermercato sono esseri viventi, che nella loro breve   “vita”  urlano e piangono per il dolore e per la paura. I macelli sono sempre nascosti alla vista del pubblico e oggi quasi tutti gli allevamenti sono di tipo intensivo: capannoni ad illuminazione artificiale; animali in spazi sovraffollati; alimenti chimici e innaturali; costanti terapie antibiotiche ed ormonali; aria satura di sostanze chimiche  per scacciare mosche e altri insetti. Queste condizioni rendono gli animali molto aggressivi portandoli persino ad episodi di cannibalismo, ad esempio galline che si uccidono beccandosi tra loro o suini che si divorano la coda l’un altro. Siccome l’Uomo ha una soluzione per tutto, ha pensato bene di “risolvere” il problema menomando gli animali: ai maiali vengono tagliati i denti e la coda e strappati i testicoli, ai pulcini viene tagliato il becco, ai vitelli le corna e relative radici.  Il tutto spesso e volentieri senza anestesia perché questa è costosa e fa perdere tempo. Un’altra geniale soluzione studiata appositamente per incrementare il tasso di crescita e la velocità di “maturazione” dei capi di bestiame è stata la somministrazione di midollo spinale di pecore infettate dalla scrapie (malattia che colpisce il  sistema nervoso simile alla BSE), creando così la nuova variante BSE del morbo. In questo modo l’Uomo ha reso cannibale un animale che per sua natura è erbivoro, con tutte le conseguenze che tutti noi ben ricordiamo.Si dice che il tempo è denaro. Mai come in questo caso lo è. Per legge, gli animali, prima di essere uccisi devono essere storditi. Ma a causa della velocità della linea di produzione, spesso non vengono storditi nella maniera giusta e sono quindi coscienti. Evito di parlare della macellazione, basta solo dire che la maggior parte degli animali muore “pezzo dopo pezzo” e ogni animale assiste allo scempio di quello che lo precede, ne sente le urla e l’odore del sangue. Tutto questo nell’indifferenza spietata del macellaio. Ora probabilmente alcuni penseranno che è comunque lecito o naturale fare ciò perché queste bestie vengono allevate apposta  per fornire cibo. Voglio precisare che in questo non c’è nulla di naturale poichè  questi animali in natura non esisterebbero nemmeno: esisterebbero solo specie selvatiche quali lepri, cinghiali, bufali ecc… Il maiale così come lo conosciamo tutti è stato fatto nascere  dall’uomo senza tanti peli perché  più pratico da macellare !  L’Uomo di certo possiede il potere di fare ciò che vuole sulle bestie, le tratta con superiorità solo per la loro incompletezza. Ma questo non significa che ne abbia il diritto. Gli animali sono proprietà della Terra e noi umani siamo solo una delle tante altre specie presenti su questo pianeta. Un’altra obiezione che si potrebbe sollevare ora è che anche gli animali uccidono per mangiare. Di certo gli animali carnivori non possono scegliere di mangiare cose diverse dalla carne, ma l’uomo, per la conformazione del suo organismo non è carnivoro, (basti pensare che l’intestino di un animale carnivoro è molto più corto di quello dell’uomo per espellere con la massima velocità la carne, inoltre i carnivori hanno diversa conformazione dentale e fisica  adatti a utilizzare la carne anche come fonte glucidica) e inoltre ha la possibilità di scegliere tra numerosi alimenti. Nell’antichità l’alimentazione dell’uomo era costituita soprattutto da frutti, noci, germogli, foglie teneri, tuberi e radici anche perché cacciare gli animali era un’opera complessa e pericolosa. La carne è stata introdotta nell’ epoca delle glaciazioni per necessità, in seguito a eventi climatici che portarono alla drastica riduzione di vegetazione spontanea. Lo scotto da pagare però fu l’accorciamento della vita media. Un altro luogo comune da sfatare è che le mucche soffrano se non vengono munte e che il latte che producono verrebbe buttato via se non consumato da noi. La mucca è un mammifero e, come ogni mammifero (umani compresi), produce latte in seguito a gravidanza, per i suoi cuccioli, e smette di produrlo quando questi terminano lo svezzamento. Quello che avviene nella produzione del latte è questo: la mucca, a circa 2 anni di età partorisce il primo vitello iniziando così a produrre latte. I vitellini vengono strappati alla madre perché ovviamente non ne bevano il latte (e messi in box larghi pochi cm in cui non hanno nemmeno lo spazio per coricarsi, alimentati con una dieta inadeguata per renderli anemici e far sì che la loro carne sia bianca e tenera come piace ai consumatori, e dopo 6 mesi macellati). La mucca viene munta meccanicamente e costretta a produrre 10 volte di più la quantità di latte necessaria in natura per nutrire il vitello. Per continuare a produrre latte, dopo circa un anno la mucca è ingravidata nuovamente. Ogni anno un terzo delle mucche “da latte” soffre di mastiti (dolorosa infiammazione delle mammelle). A circa 7 anni l’animale viene macellato, quando cioè inizia a rendere meno e per l’allevatore diventa più redditizio sostituirlo con uno più giovane (in natura la mucca vivrebbe dai 20 a 40 anni). Voglio far notare che l’Uomo è l’unico essere vivente che beve il latte di un’altra specie e ben oltre il tempo dello svezzamento ! Questa è la dimostrazione che non è una cosa per niente naturale ma introdotta per questioni pratiche e soprattutto economiche. Il latte viene consigliato  contro l’osteoporosi ma il calcio presente in questo alimento contiene proteine animali, acide, che per essere smaltite consumano calcio. Un’altra affermazione che spesso mi sento dire è che anche i vegetali soffrono… Questa dichiarazione mi fa sempre un po’ arrabbiare perché dubito che chi mi pone questa domanda ( che pone per giunta ridendo ) abbia veramente a cuore la sofferenza di un vegetale poiché non considera nemmeno quella degli animali che scientificamente sono capaci di provare emozioni e sentimenti.  I vegetali non sono dotati di un sistema nervoso quindi di certo non provano il dolore che sentono i maiali quando vengono sgozzati ! Vorrei scrivere altre mille cose ma è impossibile trattare ogni aspetto di questa scelta oltre che alimentare, di vita. Non ho fatto accenno alla questione salutistica della dieta vegetariana perché è molto ampia. Dico solo che il prof. Umberto Veronesi, direttore per 18 anni dell’ Istituto nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori è vegetariano. Inoltre L'American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada affermano che le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e che comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Per ulteriori approfondimenti rimando al sito www.scienzavegetariana.it.Concludo riportando due citazioni che riassumono in poche frasi le motivazioni etiche che stanno dietro al vegetarismo e all’animalismo in generale. La prima è tratta da “Ecocidio ascesa e caduta della cultura della carne”di Jeremy Rifkin, economista e vegetariano, è il fondatore e presidente della Foundation on Economic Trends (FOET) e presidente della Greenhouse Crisis Foundation: “E’ mia personale convinzione che, nel ventiduesimo e nel ventitreesimo secolo, i nostri pronipoti saranno sconcertati e perplessi nell’apprendere che i loro antenati consumavano carne di altre creature viventi. Questa antica pratica, con i rituali che la accompagnavano, saranno considerati manifestazioni primitive di un barbaro passato, superato negli anni che seguirono all’epidemia della mucca pazza.”L’ultima citazione è del filosofo e giurista Jeremy Bentham (1748- 1832) : “Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. I francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è un motivo per cui un essere umano debba essere abbandonato senza riparazione ai capricci di un torturatore. Si potrà un giorno giungere a riconoscere che il numero delle gambe, la villosità della pelle, o la terminazione dell'osso sacro sono motivi egualmente insufficienti per abbandonare un essere sensibile allo stesso fato. Che altro dovrebbe tracciare la linea invalicabile? La facoltà di ragionare o forse quella del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?". Arianna