il senso della vita

Un'amore d'altri tempi


C'era una volta due giovani, un uomo di nome Livio e una donna di nome Elide e la loro bellissima storia d'amore. Livio lavorava in un paesino vicino al Parco Nazionale d'Abruzzo, di nome Alfedena e proprio in quel paesino tutti gli anni andava in villeggiatura lei, Elide; si erano già visti in giro per le vie, ma non si erano ancora parlati. Così, durante una sera d'estate e più precisamente la notte tra il 21 e il 22 di Agosto, era solito riunirsi in gruppi per raggiungere a piedi il Santuario della Madonna di Canneto, entrambi partirono con compagnie diverse ma arrivati al Santuario, Livio si avvicinò a Elide offrnedogli un po' di Anisetta e Elide per contraccambiare la gentilezza, gli offrì del caffè, questo fu il loro primo incontro ufficiale, ma allora le cose non andavano come oggi e così si salutarono più o meno in quella sera d'estate.Livio, l'anno dopo quando rivide Elide, non voleva assolutamente farsela scappare, ormai si piacevano e così continò questa bellissima amicizia e dato il suo trasferimento ad Avezzano fù più facile vedersi anche nell'inverno. E proprio durante l'inverno, Livio si trovò a Roma, nei giorni in cui la mamma di Elide festeggiava il 25° anno di matrimonio, così visto che era un amico, fu invitato a pranzare in famiglia; è chiaro che qualcuno ebbe da ridire e nel paesino si malignava che ci fosse stato il fidanzamento ufficiale, ma non era così, si fidanzarono solo l'anno successivo. Livio scriveva sempre tante lettere a Elide, ne scrisse più di duemila e gli raccontava quello che succedeva, si amavano tanto, ma di un'amore puro.Passarono sei anni, ormai lui viveva a Firenze, mentre Elide stava sempre a Roma; aveva trent'anni e voleva formarsi una famiglia, vivere con la donna che amava, ma sua mamma e la sua famiglia non erano d'accordo sulle nozze. Il duce regalava duemila lire alle coppie di sposi e per l'epoca erano tanti, così Livio scrisse una bellissima lettera alla sua mamma, dove spiegava le ragioni della  scelta di prendere Elide come moglie, chiedendo alla madre il permesso per sposarsi, non avrebbe vissuto con Elide per un anno, ma avrebbe aspettato questo momento che tanto desiderava, in segno di profondo rispetto, ma almeno avrebbe preso questi soldi che facevano comodo a loro, giovane coppia.Furono rimandati indietro i confetti e nel giorno del loro matrimonio il 19 gennaio del 1936, c'erano solo i parenti della sposa, non venne nessuno ne dei suoi fratelli ne la madre, solo una zia, immagino solo il dispiacere. Partirono per un breve viaggio di nozze e una volta tornati ognuno, come promesso fece ritorno a casa propria.  Il fratello di Livio parlò di lui come la pecora nera della famiglia, solo due anni più tardi la mamma di Livio si riappacificò con Elide.Finalmente dopo un anno andarono a vivere insieme in un appartamento ammobiliato a Firenze, un anno ancora e comprono la loro casina, con le duemila lire, acquistarono la camera da letto. Elide rimase incinta di Elisa e quando Elisa ebbe compiuto due anni, nacque Anna, ma la vita si sà che riserva sempre prove e così dopo solo sei mesi dalla nascita della piccola, Livio dovette partire per la guerra.Elide con due bambine tornò a Roma, fece ritorno a Firenze solo a settembre dell'anno successivo, pensando che Livio rientrasse dalla guerra e invece dovette attendere un altro anno, sotto i bombardamenti, prima di poterlo riabbracciare.Finalmente un po' di pace, per questa famiglia, vissero questi anni felici e quando Elide ebbe quarant'anni, nacque Carlo, l'ultimo figlio. Pensare che Livio fu l'unico di sette fratelli ad avere dei figli.Dedico questo post. nel giorno in cui mio nonno è morto molti anni fa, il 2 ottobre, giorno degli angeli, da poco festa dei nonni. Non è semplice scrivere la storia di una vita in poche righe, ma era tanto che avevo voglia di raccontarla, la mia nonnina spesso ci ha narrato di questo grande amore, ed è bello quando parla lei, perchè rivede e rivive l'emozioni di quei tempi. Domenica al telefono, prima di riattaccare, mi ha detto una cosa bellissima che mi ha colpito molto, mi ha detto: Una famiglia guidata da Dio.Ora la mia nonna ha 96 anni, un esempio per tutti noi, di vita sana, dedita ai figli, al lavoro e soprattutto vicino a Dio, una grande donna. E così 3 figli, 10 nipoti e 15 pronipoti, questa è la bella famiglia di cui va orgogliosa. Vi voglio bene nonni.Ilaria