Creato da ildiariodellalinda il 05/04/2006
 

il senso della vita

per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).

 

 

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Supporto ospedaliero, la mia riflessione:

Post n°88 pubblicato il 25 Maggio 2006 da ildiariodellalinda
 

Premetto che ho partorito le mie tre bambine sempre nel solito ospedale e che le altre due gravidanze dopo la morte della Linda sono state seguite dai dottori e dalle ostetriche che lavoravano li. Ho trovato persone splendide, persone che amano il loro lavoro e ci mettono così tanto amore nel farlo che hanno reso le mie travagliate  gravidanze più serene ed è con il cuore che ringrazio Denise, Francesca e Laura per quello che hanno fatto per me.

Detto questo, quando tornarono in sala parto e chiamarono mio marito per dargli la notizia della morte della Linda, in modo che fosse lui a dirmelo, scoppio un po' di trambusto, stavo male io, mio marito ma anche loro erano sconvolti e lavoravano tra pianti e disperazione (Denise, la ragazza che mi aveva fatto partorire lavorava in sala parto da una settimana). Io firmai le dimissioni, non avevo intenzione di tornare in reparto, magari tra pance e bambini, ed ecco che fui abbandonata, ma non dalle persone, dalla struttura.
Andai tre giorni dopo a ritirare il foglio dell'autopsia e poi a togliermi i punti, io tempestavo la gente di domande e nessuno sapeva rispondermi, ero così frustrata che pensavo fosse stata colpa mia.
Ad agosto facemmo la consulenza genetica ed anche li, niente risposte ... nessuno sapeva dirmi niente, un caso mi dicevano ... un caso tra milioni ...

Poi rimasi incinta della Siria e con tutti i sensi di colpa che mi portavo dietro, non mi feci colpi di sole, non pulivo con detersivi che pensavo facessero male ... NON MI DAVO NEMMENO LO SMALTO ALLE UNGHIE !

Poi per sbaglio rimasi incinta della Livia e così mi trovai a fare una consulenza a tossicologia perchè avevo assunto farmaci in gravidanza (prima di sapere che ero incinta) ed ecco che saltarono fuori tutti i dubbi della morte della Linda, portai le cartelle, le ecografie e finalmente le domande ebbero una risposta.
Uscii da quel consulto devastata ma libera dai sensi di colpa che mi avevano attanagliato per così tanti anni, sensi di colpa che avevano rovinato anche le gravidanze successive.

Allora io mi chiedo, perchè quando succede una cosa del genere l'ospedale non ti fornisce un supporto, qualcuno che guidi i tuoi dubbi verso risposte più o meno certe, una pesona che ti ascolti e ti sappia indirizzare verso altre strutture, magari ti consigli uno psicologo, non poteva esserci qualcuno che mi diceva, subito dopo la morte: "signora se ha dubbi di questo genere perché non prova a chiamare tossicologia?"  

PERCHE' UNA STRUTTURA COME UN OSPEDALE TI ABBANDONA A DUBBI E INCERTEZZE !

Commenti al Post:
tonalex
tonalex il 25/05/06 alle 22:42 via WEB
ciao carissima...mi chiamo alexandra con immenso piacere ti lascio questo mio saluto. ho letto con attenzione questo tuo ultimo post e devo dire che sono rimasta positivamente colpita dal tuo racconto e concordo con te su quello che dicevi a proposito delle strutture che ci lasciano spesso in balia delle onde...spero di ritrovarti presto, mi dispiace immensamente per l'accaduto, ti sono vicina con il cuore...
 
honeymamy
honeymamy il 25/05/06 alle 22:50 via WEB
PERCHè SIAMO ANCORA INDIETRO INDIETRO, CARA ILA. una cultura della cura e della presa in carico del paziente dovrebbe fondarsi su basi olistiche: l'uomo è uno, unità psicosomatica e pertanto va curato in ogni suo aspetto. questo non x voler medicalizzare tutto, ma perchè si da ancora poca importanza agli stati mentali che accompagnano le esperienze ospedaliere. Io ne conosco tante di storie come la tua, magari non x una gravidanza ma x altre patologie. bisogna pretendere ed impegnarsi tutti. e testimoniare così come fai tu.
 
ildiariodellalinda
ildiariodellalinda il 25/05/06 alle 22:53 via WEB
Ho scritto questo post perchè lo trovavo importante denunciare un disagio mio, ma che purtroppo è di molti. E mi chiedevo come mai fosse scivolato indifferente, senza nemmeno un commento. Grazie per essere passate ed aver lasciato un segno.
 
 
chiaretta_1974
chiaretta_1974 il 29/05/06 alle 00:15 via WEB
i miei post più seri e veri sono poco o nulla commentati (se vuoi te li indico...), uno adirittura restò senza commenti.. credo che di fronte a certe cose la gente resti senza parole e forse a ragione. Mi resteà sempre impresso il tuo commento al mio post sul senso di colpa. io e te forse siamo un po' diverse...e non siamo le uniche vedo...
 
faiky
faiky il 26/05/06 alle 11:03 via WEB
ho avuto anch'io un'esperienza simile...domande a cui devono ancora rispondermi dopo 8 anni, un caso diverso dal tuo si trattava di mio padre e della sua malattia,una corsa a cesena a consegnare un barattolino con dentro il suo tumore...è toccato a noi, loro forse non avevano i mezzi!sono arrivate delle risposte terribili da cesena:metastasi avanzate, gli hanno fatto milioni di accertamenti,raggi,tac,risonanza...niente, tolto quello tutto a posto.Abbiamo chiesto spiegazioni, nessuno ce ne ha mai date!A volte ho pensato che in quello scatolino ci fosse "qualcosa"che non avesse niente a che fare con mio padre, che avessero sbagliato a darmelo e tacessero per quello.Per fortuna mio padre è guarito a prova che l'esito dell'esame istologico non era giusto.
 
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Della serie "tutti possono pubblicare un libro", ecco la mia storia e quella della mia bambina che è iniziata con un diario della gravidanza, diventato poi una terapia al dolore del tutto personale, passata dopo 4 anni e 1/2 su una pagina web ed ora un libro. Così uno può leggere tutto su internet, oppure con due pagine sul divano. Senza nessuna pretesa quello che con una parola un po' grossa posso chiamarlo:

 

Il mio libro: "il diario della Linda"

 

 

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... la mia storia e quella della Linda, la bambina che mi ha cambiato la vita con il suo breve e luminoso passaggio !  

 

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