sposato e gay?

domenica 11 dicembre 2005


Le tre stradeDopo parecchi giorni, quasi due mesi, in cui avevo male ecco il primo giorno che i dolori al torace sono quasi sopportabili, merito della nuova terapia, ci vorranno ancora diversi giorni fino a quando riuscirò a trovare il dosaggio ottimale, ma è già meglio di niente. In casa poi, le cose sembra che vadano un po’ meglio, con mia moglie i litigi sono notevolmente diminuiti e ci si sopporta maggiormente. Ieri sera eravamo invitati ad una cena e, complice qualche bicchierino di vino, siamo riusciti, finalmente dopo più di un mese, ad avere un rapporto fisico. Con lei mi sono abituato così, se va bene è una volta al mese! a volte mi fermo a riflettere su questo sodalizio che dura da vent’anni. Probabilmente tutte le coppie dopo un periodo di tempo vanno un po’ in crisi. Bisogna anche dire che io non investo più di quel tanto per mantenere vivo questo rapporto, anche perché la mente, il più delle volte, è da qualche altra parte. Che fare dunque? Mi si prospettano sostanzialmente tre strade. La prima è quella di continuare come finora e quindi vivere male mandando giù rospi tutti i santi giorni. Poi come ieri e oggi, ecco un qualche spiraglio di apertura, ma è ancora troppo poco. Secondo scenario, il più netto: me ne vado e chiedo il divorzio. Scenario difficile da digerire perché ci sono di mezzo dei figli, specialmente l’ultimo, che ha 8 anni, non capirebbe e ne soffrirebbe. Resta quindi la soluzione estrema e per il momento è lì in attesa di sviluppi. Poi divorziare vuol dire rimanere solo anche perché ad oggi non vedo un compagno all’orizzonte. Non che la solitudine mi pesi particolarmente, non più di quello che peserebbe oggi. Un amico in questi giorni mi ha detto che vivo un paradosso, ossia quello della solitudine in mezzo ai miei cari. E’ vero! Terza ad ultima possibilità è quella di trovare nuovamente un compagno e quindi di vivere una specie di vita parallela, come ho già fatto per due volte. Questa possibilità, ammetto molto egoistica perché mi da il piacere della compagnia maschile e quello della sicurezza di una famiglia, è però quella che logora maggiormente. Bhe, comunque per il momento non c’è una grande scelta. Sono nella prima possibilità, ossia a casa a mandar giù rospi.Per cui vado avanti passando delle notti piene di dubbi, di pensieri, di pianti silenziosi. Ci sono delle volte che sono così triste, così giù di morale che avrei voglia di lasciare questo mondo. Sì avete letto bene, mi è capitato più volte di pensare che la morte potesse risolvere tutto questo maledetto casino. Poi penso al figlio più piccolo e a quello che i ha detto un amico “meglio un padre divorziato che uno morto” e d’incanto tutto passa. Ma in quei momenti la tristezza è immensa quasi incontenibile. E in quei momenti penso con sempre maggiore intensità ad un compagno che mi manca sempre di più. Un compagno a cui possa appoggiarmi, a cui possa spiegare e descrivere questa immensa rabbia che mi ritrovo dentro. Ad un compagno che può capirmi, sostenermi. Ma penso anche che potrei fare le stesse cose per lui. Insomma la malinconia regna sovrana. E poi, di questi periodi, continuo ad andare su Libero, continuo a vedere la posta e come ora leggo che non sono il solo a questo mondo ad avere questo problema. In parte è consolante, molto consolante.