Giardino dei Vampiri

The Beginning of the End


 
Lenoire Nel cuore delle tenebre, nel luogo ove le anime dannate lanciano il loro inutile grido verso il cielo, sorge il mio giardino. I mattoni del suo muro di cinta altro non sono che le ossa spezzate della razza mortale; le rigogliose piante che scaturiscono dalla terra sono bagnate dalle lacrime sanguigne degli angeli. Fantasmi dagli occhi muti osservano gli ignari malcapitati che ivi giungono, mentre le creature dell'Inferno già pregustano il loro lauto banchetto.Ah sciocchi, poveri, pazzi mortali, convinti che l'ignoranza sia un bene prezioso! La disconoscenza li ha spesso portati da me, sull'orlo del baratro fatale. Molti hanno pregato un Dio ormai cieco e sordo per non visitare la terra di confine che separa la vita dalla morte, ma altrettanti sono stati costretti a compiere il grande salto. E io ero là ad attenderli, nel mio abbraccio immortale. Poiché io sono assieme accusa, giuria, giudice e carnefice; dolore è il mio secondo nome. Sono Dark Heart, messaggera degli Inferi. Da millenni vigilo senza remore sul pozzo senza fine delle speranze infrante, sul calvario dei sogni perduti. Lascio di rado la mia dimora oscura, non abbandono mai il mio profondo antro di perdizione. Solo il dolore estremo e la pena più profonda possono strapparmi al mio trono insanguinato. Ammantata dalla notte, più nera veglia soligna sul simulacro e sulle vestigia di quello che un tempo fu l'unico compagno della mia triste sorte, su colui che una volta chiamavo fratello adorato. Nei primi lunghi secoli della mia non-vita fu davvero l'unica creatura che sia mai riuscita a scalfire il mio cuore di ghiaccio, la sola in grado di cogliermi realmente di sorpresa con un timido sorriso posato sulle labbra sottili o una piccola lacrima d'argento sulla punta di spillo delle ciglia nere. Il suo corpo gelido e marmoreo ora splende sotto i raggi cinerei di una pallida e invidiosa luna e la mia voce roca si perde nel vento furioso ora che alle mie labbra vermiglie sfugge il suo nome...Alexis. Ah, pazzo e incauto piccolo angelo! Avrei dovuto impedirtelo! Avrei dovuto distoglierti dal tuo assurdo piano, anche se l'ultimo barlume della tua umanità urlava a gran voce quell'estremo e blasfemo atto! Non ho saputo fermarti anche se i miei immensi e arcani poteri avrebbero sicuramente potuto; la verità è che anch'io desideravo la sua morte, la agognavo con tutte le mie dannate forze! Volevo che quel bastardo soffrisse, che patisse la stessa pena e la stessa disperazione che aveva riservato per le nostre miserevoli vite mortali e per le nostre imperfette esistenze maledette. Quando hai avvolto il nostro odiato maestro Artemius nella tua stretta immortale il mio oscuro cuore ha ripreso a battere i suoi tetri rintocchi per una piccola frazione di secondo, e quando le tue zanne immacolate hanno perforato il suo sudicio collo immortale ho creduto che mi mancasse il terreno sotto i piedi. Per questo me ne sono rimasta ferma, immobile come una statua di cera, le nocche bianche ancorate al mio trono di morte. Solo i miei occhi bui erano fissi nei tuoi, e ora mi rendo conto che in quell'ultimo istante hai cercato impercettibilmente il mio assenso a procedere. Hai bevuto il suo nettare, il suo nero sangue, fino all'ultima sudicia goccia. Poi è accaduto qualcosa, qualcosa di sconvolgente, qualcosa che nemmeno io riesco a spiegare: la morte è entrata in te e tu sei diventato la pietra fredda e dura che la mia mano accarezza anche adesso. Il nostro odiato maestro si è trasformato in polvere e le sue ceneri hanno danzato un vorticoso walzer attorno al mio capo coronato di spine prima di essere disperse dal soffio dell'ovest. Allora mi sono accasciata al suolo umido e sono rimasta distesa lì, a singhiozzare e a ridere istericamente in faccia al cielo plumbeo di ottobre. Quando la ragione ha sfiorato di nuovo la mia anima stanca ho alfine compreso l'unica cosa che rimaneva da fare; così ti ho portato qui, sotto il cielo d'Irlanda, a riposare timido e silente sotto le rose e... Un mortale...no, anzi UNA mortale... Incede lenta, la gamba trascinata a stento e un bellissimo violino nella mano destra... Che sfrontata! Come osa varcare i cancelli della mia antica umana magione?!?   ...continua...