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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da piagos

In sintesi
Fra sentire ed ascoltare esiste una fondamentale differenza: sentire é un processo passivo, involontario, fisiologico; ascoltare un processo attivo, cosciente, psicologico e globale, in cui ogni dimensione della persona viene coinvolta. Ascoltare richiede attenzione ("tensione verso" l'oggetto d'ascolto), attivata dal desiderio di comprendere e comunicare e sostenuta da volontà, concentrazione, memoria, capacità di analisi e di scelta; in definitiva richiede mobilitazione di tutto l'essere, con i processi psichici e corporei che lo caratterizzano.
Un avvenimento traumatico non elaborato può interferire nella funzione d'ascolto.
Questo approccio si propone di aiutare ad esprimere le proprie potenzialità fisiche ed intellettuali, sviluppando le capacità di ascoltare, comunicare, pensare, parlare, cantare, imparare, muoversi e di accompagnare e sostenere la (ri)costruzione dell'equilibrio psicofisico e del dialogo fra mente, cuore e corpo.
http://www.tomatis-lugano.ch/Prof._Tomatis1.jpgIl Metodo della Pedagogia dell'Ascolto, o audiopsicofonologico, é stato ideato dal prof. Alfred Tomatis (1920 - 2001), Dottore in Medicina, specializzato in otorinolaringologia e foniatria.

Subito dopo la guerra, il Dott. Tomatis, svolgendo ricerche sulla sordità professionale presso i laboratori di audiologia dell'Aeronautica francese e più tardi presso il suo studio medico, ebbe modo di constatare che esiste una relazione fra audizione e fonazione, fra audizione e soma e fra audizione e psichismo: schema uditivo, voce, linguaggio, corpo e psiche sono realtà strettamente legate, poiché ad un'alterazione dell'una corrisponde inevitabilmente una modificazione dell'altra.
La storia:
Il Dott. Tomatis scoperse la relazione fra audizione e fonazione quando, confrontando audiogrammi e fonogrammi dei suoi pazienti all'aeronautica militare, constatò che la sordità professionale (meccanismo di difesa, non riconducibile ad una lesione di tipo organico, quindi reversibile) provocata dalla lunga permanenza accanto a macchine rumorose (reattori), comportava dei traumatismi uditivi, che si riflettevano nella qualità della voce: per un medesimo soggetto le frequenze che mancavano negli audiogrammi erano le stesse che mancavano nei fonogrammi.
Confrontando poi fonogrammi e audiogrammi dei cantanti che gli facevano visita nel suo studio privato (essendo Tomatis figlio di un cantante lirico, essi credevano che egli avrebbe potuto comprendere e risolvere i loro problemi di voce meglio di chiunque altro) constatò nuovamente che coloro che avevano "perduto" la voce presentavano parallelamente dei traumatismi uditivi, peraltro responsabili di una certa sordità, anch'essa professionale: essendo i più vicini ascoltatori della loro voce, che al massimo della potenza può raggiungere i 140 db, si erano rovinati le orecchie. Infatti, un suono che, "ascoltato" alla distanza di 1 m, ha un’intensità di 130 db, alla fonte ha un'intensità di 150 db. Nel caso di un cantante si tratta dell’interno del cranio!
Nel 1957 i risultati delle sue ricerche vennero pubblicati all'Accademia delle Scienze e all'Accademia di Medicina di Parigi, sotto il nome di "Effetto Tomatis" e riassunti in tre leggi che pure portano il suo nome:
• La voce contiene ciò che l'orecchio sente, ossia non si può riprodurre con la voce le frequenze che non si sentono.
• Se si dà all'orecchio la possibilità di intendere correttamente, si migliora istantaneamente ed inconsciamente l'emissione vocale.
• Si può trasformare la fonazione con una stimolazione uditiva intrattenuta per un certo periodo (legge di rimanenza).
Col tempo, proseguendo le sue ricerche e avvalendosi di altre discipline quali la psicologia e la pedagogia, il Dott. Tomatis portò alla luce ulteriori funzioni dell'orecchio, fino allora insospettate. Questo gli permise di spiegare non solo la relazione fra audizione e fonazione ma anche quella fra audizione e soma e fra audizione e psichismo.
L'orecchio infatti, non solo si occupa di percepire i suoni (dai 16 ai 20'000 Hz), distinguere gli alti dai bassi, il timbro, la durata e l'intensità, ma anche di:
• Localizzarli, definendone l'origine spaziale.
• Analizzarli senza distorsioni.
• Fungere da filtro, prestando attenzione ai suoni che si vogliono sentire da quelli che non si vogliono sentire.
• Grazie alla coclea (a forma di chiocciola e situata nella parte interna dell’orecchio): similmente ad una dinamo, trasmettere energia al cervello, attraverso il lavoro di analisi dei suoni acuti. La coclea é infatti rivestita di più di 24.000 cellule che rispondono alle stimolazioni delle alte frequenze, mentre solo qualche decina si occupa dell'analisi dei suoni gravi; questo lavoro di analisi si trasforma in impulso nervoso che, trasmesso al cervello sottoforma di energia, viene poi distribuita a tutto il corpo.
I suoni gravi, oltre che essere poco dinamizzanti, se ritmati inducono il corpo a muoversi (il vestibolo -v. sotto- reagisce al ritmo), causando una perdita di energia uguale a quella fornita.
Vivere in ambienti insonorizzati o poveri di suoni dinamizzanti o non trovarsi nella possibilità di analizzarli, comporta alla lunga stanchezza, mancanza di concentrazione e attenzione, astenia e può condurre la persona a stati depressivi.
• Grazie al vestibolo (situato nella parte interna dell’orecchio e collegato alla coclea):
o similmente ad un'antenna, rilevare informazioni provenienti dai movimenti muscolari;
o mantenere l'equilibrio e la verticalità, fornendo la base per un'acquisizione corretta della postura;
o regolare la tonicità muscolare (il vestibolo tiene sotto controllo quasi tutti i muscoli del corpo);
o coordinare il movimento (come la marcia, la scrittura, lo sport, ...);
o percepire il ritmo e le cadenze, indispensabili per poter parlare, cantare, ballare a ...ritmo;
o acquisire progressivamente lo schema corporeo (sapere dove si trovano le parti del corpo e posizionarle nello spazio).
• Regolare l'equilibrio neurovegetativo.
• Controllare la fonazione: timbro, cadenza, ritmo, giustezza, musicalità.
• Sviluppare l'autocontrollo vocale tramite la mira dei suoni dall'orecchio destro: questo permette di mandare le informazioni, tramite il nervo acustico, al centro del linguaggio, situato nell'emisfero sinistro, e da qui agli organi della fonazione; mirare i suoni con l'orecchio sinistro comporta un passaggio supplementare dall'emisfero destro all'emisfero sinistro (l'emisfero destro non è in grado di dare un significato alle parole) con un ritardo compreso fra 0,05 e 0,40 secondi (0,15 secondi di ritardo provocano la balbuzie).
Essere uditivamente lateralizzati a destra permette inoltre un maggior controllo delle risposte emotive: ansietà, frustrazione, tensione, aggressività,... .
• Ascoltare.
I campi di applicazione:
I campi di applicazione del Metodo sono molteplici e vanno dal trattamento dei problemi di origine psicomotoria, a quelli di stress, di apprendimento, di comportamento, di linguaggio, ...
http://www.tomatis-lugano.ch/bambino2.jpgIl Metodo é d’aiuto ai bambini e agli adolescenti che hanno difficoltà scolastiche, difficoltà spesso legate ad un orecchio bloccato o chiuso, quindi ad un ascolto perturbato, che influisce sulle capacità di attenzione, di concentrazione, di memoria e di analisi. Concretamente, tali difficoltà possono tradursi in problemi di comportamento (aggressività, isolamento, disadattamento, affaticamento, ...), di linguaggio (articolazione, ritmo, ritardo), di lettura, di scrittura (dislessia, disortografia) e di calcolo.
Come detto, grazie alla sua parte interna, l’orecchio controlla l'equilibrio, la verticalità, l’attività muscolare volontaria e involontaria, la coordinazione del movimento, la padronanza del corpo e permette l'acquisizione dello schema corporeo: poiché esiste una relazione fra capacità d'ascolto e postura, il Metodo è rivolto anche a coloro che presentano disturbi del portamento e motori.
Tramite il nervo auricolare, il nervo vago si inserisce sul timpano. Questo nervo, chiamato anche "nervo dell’angoscia", risente e reagisce ad ogni situazione conflittuale e di stress, generando disturbi specifici a carico degli organi o apparati da lui innervati (sistema digerente, respiratorio, cardiaco, ...). Per questo motivo, il Metodo trova applicazione nel campo della psicosomatica: si é constatato che le sedute d’ascolto, agendo sul timpano, diminuiscono la tensione nervosa, l’irritabilità, l’apprensione, l’inquietudine, portando sollievo alle somatizzazioni ad esse connesse.
Un’applicazione interessante é quella che si realizza nel campo delle lingue straniere.
Ad ogni lingua corrisponde un tipo di audizione, in quanto ogni lingua utilizza preferenzialmente una banda di frequenza, che la caratterizza: l’orecchio di un italiano é diverso da quello di un francese, di un inglese o di un russo.
L’Orecchio Elettronico permette di modulare l’orecchio dell’individuo sulla banda di frequenza della lingua che egli desidera imparare.
Avere il dono delle lingue non é dunque altro che avere il dono di ascoltare. Potenzialmente, "siamo tutti nati poliglotti".

http://www.tomatis-lugano.ch/feto_con_casco.jpghttp://www.tomatis-lugano.ch/mamma1.jpgDurante la gravidanza, le sedute d'ascolto (al 6° e all'8° mese) esercitano sulla futura madre un’azione rilassante e dinamizzante che le permette di affrontare meglio il parto, sia dal profilo fisico che psichico; più tardi, il bambino che ha beneficiato di questa importante esperienza sensoriale (il feto "sente" a partire dal quarto mese), dormirà e mangerà meglio.

Altre discipline che beneficiano dell’uso dell’Orecchio Elettronico sono: l’otorinolaringologia, l'osteopatia, la gerontologia, la pedagogia, la psicologia, la psichiatria e le espressioni artistiche in genere (musica, canto, ...).
Le sedute:
La prima visita al Centro viene dedicata ad un test dell’ascolto e ad un colloquio. Insieme si discute riguardo al test, i motivi della visita, le aspettative e i possibili ambiti in cui il Metodo può essere d’aiuto.
Se la persona decide di intraprendere una rieducazione all’ascolto, viene definito un percorso sonico individualizzato.
Controlli regolari permettono di adattare la programmazione ai ritmi di ognuno, che possono essere più o meno intensi.
In generale:
prima sessione: quindici sedute di due ore al giorno
pausa (3-6 settimane)
seconda sessione: otto sedute di due ore al giorno
pausa (3-6 settimane)
terza sessione: otto sedute di due ore al giorno
La prima e la seconda sessione sono indispensabili per creare un minimo effetto di rimanenza; le sessioni possono essere più o meno numerose a seconda dell’evoluzione di ognuno.
http://www.tomatis-lugano.ch/signora2.jpgDurante le sedute di ascolto passivo, si é invitati a svolgere attività rilassanti, quali disegnare, colorare, giocare, cucire, ricamare o semplicemente riposare.
http://www.tomatis-lugano.ch/bambino1.jpgQuando subentra la fase attiva, il soggetto svolge sedute in cabina, dove ripete parole o frasi o legge (lo studente può ripetere le sue lezioni ad alta voce), utilizzando un microfono e una cuffia collegati all’Orecchio Elettronico.

Se i fruitori del Metodo sono bambini o giovani adolescenti, i genitori (o uno dei due) sono tenuti a seguire il bambino e a sottoporsi (gratuitamente) ad una programmazione di accompagnamento, allo scopo di comprendere l’azione del suono sul figlio, in particolare a livello di comportamento, di sonno e di appetito.
Il supporto sonoro:
Mozart e i canti gregoriani.
Numerosi brani di svariati compositori sono stati sperimentati dal prof. Tomatis nel corso delle sue ricerche, nell'intento di trovare quelli che meglio potevano servire allo scopo del metodo, per constatare che solo Mozart riesce a dare lo stesso tipo di risposte neurofisiologiche e psicologiche su persone appartenenti a culture diverse.
I benefici effetti che la musica di Mozart produce a livello della vita neurovegetativa (sonno e appetito), della motricità e della gestualità, della creatività, della vigilanza (attenzione e concentrazione), della memoria e del comportamento, si spiegano con il modo in cui questa musica è stata composta, ossia con ciò che vi è stato inserito dal suo compositore:
premettendo che tutte le orecchie del mondo sono identiche al momento della nascita, sia sul piano anatomico che dal punto di vista fisiologico e che le differenze sensibili si manifestano in funzione dell'ambiente sonoro in cui vengono immerse dalla nascita, di Mozart si può dire che, in quell'ambiente familiare in cui la musica era l'attività principale di tutti, sin dal grembo materno egli ha codificato nel suo sistema nervoso ritmi e melodie, fissandoli su (e attraverso) quelli suoi fisiologici (cardiaci e respiratori): grazie a condizioni familiari e sociali favorevoli, Mozart ha potuto quindi mettere in valore i suoi doni e conservare le caratteristiche del suo ascolto che, rimasto intatto nel tempo, può essere considerato universale; inoltre, cominciando a comporre la sua musica molto giovane (3 anni e mezzo), Mozart vi riproduceva non solo i propri ritmi fisiologici di bambino, ma anche la gioia, la giocosità, la curiosità, la varietà e la vitalità che caratterizzano questa fase della vita.
Le caratteristiche elencate, poiché universali, vanno a toccare il nucleo più profondo e autentico di ognuno, aiutandolo così ad entrare all'ascolto di se stesso, a ritrovare e a riattivare quel tempo in cui in cui i diversi tipi di condizionamento non avevano ancora marcato lo psichismo.
Analizzando la base ritmica soggiacente alle composizioni di Mozart, si constata che essa batte ogni mezzo secondo, determinando una modulazione di 120 pulsazioni al minuto: questo potrebbe spiegare perché in chi ascolta la sua musica, specialmente quando è trattata dall'Orecchio Elettronico, si possa osservare un leggero aumento del battito cardiaco e una maggiore vigilanza, senza che questo sia accompagnato da eccitazione nervosa.
L'altro tipo di musica utilizzato, il canto gregoriano dell'abbazia di Solesmes, ha la caratteristica di aprire la respirazione rendendola più calma e più profonda, rallentando così il ritmo cardiaco e favorendo uno stato di calma e di rilassamento generale.
Analisi effettuate su vari canti registrati all'abbazia di Solesmes, mostrano delle caratteristiche uniche: il ritmo è lento e tranquillo, a intervalli regolari, all'interno dei quali si percepiscono delle pulsazioni ogni secondo, ossia sessanta pulsazioni al minuto.
Come dice scherzosamente Tomatis: Mozart diviso due!
Bibliografia di A. Tomatis (alcuni titoli):
In Italiano:
L'orecchio e la vita; Ed. Baldini & Castoldi
L'orecchio e la voce; Ed. Baldini & Castoldi
Perchè Mozart; Ibis
Ascoltare l'Universo, Dal Big Bang a Mozart; Ed. Baldini & Castoldi
Centro Tomatis®
di Isabella Robadey
Salita dei Frati 3a
6900 Lugano
Tel.: + 41 91 921 27 21
e-mail: centro@tomatis-lugano.ch

Sito da cui è tratto il materiale: http://www.tomatis-lugano.ch/index.html


The Mozart Center: Tomatis Method (Musical Therapy) (sito inglese)

 
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