Corri Forrest Corri!

Burgos, sera del 10 agosto


A Belorado ho lasciato uno dei miei migliori ricordi del Camino.La serata e' stata fantastica. Dopo una mangiata "internazionale" organizzata in giardino ho avuto modo di suonare un po' la chitarra. Per semplificare posso dire che gli italiani erano partecipi (cantavano con me), i francesi e gli spagnoli seguivano con una certa ammirazione, mentre i tedeschi tradivano piuttosto un atteggiamento di curiosita. Non c'erano fra noi dei particolari appassionati di De Gregori, me ne sono accorto quando nel passaggio "questa canzone la vorrei veder volare, sopra i tetti a Paravento per poterti consolare" ho girato gli occhi sugli astanti ma nessuno pare si sia accorto della personale licenza al testo.La stessa sera ho conosciuto Eva, ragazza catalana che strimpella un po' la chitarra. Le ho procurato un pletro improvvisato (ho ritagliato una scheda telefonica) e abbiamo chiacchierato un po' in quello strano idioma catalano-italiano che comincia ad essermi familiare. Eva e' una geologa di circa 26 anni, e' qui col ragazzo insieme ad un gruppo di 15 persone. Noto che appena puo' tenta di instaurare una conversazione con me.Oggi l'arrivo a Burgos e' stato particolarmente faticoso. La citta' conta infatti quasi 200000 abitanti, e attraversarla tutta, da periferia est a periferia sud, ha comportato una marcia sull'asfalto di circa 3 ore. Burgos e' tuttavia una citta' fantastic... una citta in cui vivere. Ho preso alloggio nell'albergue posto all'interno del grande parco della citta', in mezzo al verde. Per mangiare abbiamo usufruito della mensa universitaria. Con 4 euro abbiamo fatto pasto completo. Qui in Spagna sono un pezzo avanto rispetto a noi. I servizi universitari sono impeccabili, anzi, direi di altissimo livello. La mensa poteva sembrare un ristorante di lusso per noi, ubicato all'interno di uno splendido campus universitario che comprende strutture gotiche perfettamente conservate e parchi verdissimi e molto curati.Non posso non segnalare la magnificenza della cattedrale di Burgos, una delle piu' famose e ricche d'Europa. Incredibile la sedimentazione di stili e la ricchezza delle opere che vi sono conservate. Peccato avere cosi' poco tempo per visitare questa sorprendente citta'.Stasera ho procurato qualche bottoglia di vino tino per "bagnare" adeguatamente l'addio del gruppo di catalani di cui fa parte Eva, che domani lascia il camino e rientra a Barcellona. Devo dire che mi dispiace.Domani il Camino entra davvero nel vivo. Iniziano le famigerate Mesetas, altopiani completamente a grano per centinaia di chilometri dove l'unica ombra possibile e' quella del tuo cappello. Ho un po' di timore ma anche di eccitazione per questo brusco cambiamento di paesaggio e di condizioni ambientali. Dalle comodita' di Burgos domani si passera' a una delle zone piu' selvagge d'Europa, dove non c'e' l'ombra di una casa per decine di chilometri.Fisicamente sto benissimo, credo che il mio corpo ora abbia trovato un suo equilibrio nella sollecitazione di questo cammino forzato e prolungato. Ma da domani, e per una settimana, sara' soprattutto una prova psicologica, dove la mente e il cuore devono dimostrarsi saldi nell'affrontare le solitudini e i silenzi di questi posti.Camminando con Arianna oggi ho saputo che poco prima di Santiago si trova una grande croce di ferro in corrispondenza del punto piu' alto di tutto il Camino. In quel luogo e' possibile lasciare un oggetto che simboleggi qualcosa da lasciarsi alle spalle nella vita. Arianna si e' offerta di portare un oggetto per me, se voglio, fino la' e depositarlo. Sto pensando se sia il caso.. ho una fototessera nel portafoglio che non e' la mia.. ma voglio prendermi un po' di tempo per decidere. Leon, la fine del mio cammino, e' a una settimana da qui. Allora decidero' cosa fare.Diego