Corri Forrest Corri!

Pagine d'album: la Francigena (la sera prima)


24/4/2008 Il cenacolo dei Franceschi All’arrivo a Siena come previsto gli amici avevano organizzato una bella cena da Papei. Dopo aver lasciato la macchina del Demiurgo a bagno Vignoni (dove contiamo di arrivare in fondo alla nostra camminata) siamo giunti a bordo della mia Punto all’Ostello di Siena che era già sera. Giusto il tempo di buttare gli zaini in camera e via, al ristorante. Da Papei troviamo la compagnia già con le ginocchia sotto il tavolo. Io ho sempre pensato che i senesi sono dei fuori di testa (S.P.Q.S. si legge in giro per la città), ma ogni volta che ci ho a che fare mi stupiscono sempre di più. Perché? Ad attendere me e il Demiurgo c’erano: Francesco, Francesco, Francesco e la ragazza di Francesco. Fantasia eh? L’ultima volta che ero venuto a Siena, ero andato dalle parti di Colle Val D’Elsa a cena. In macchina ero con Francesco, Francesco, Francesco e Francesco. E notare che solo 2 Franceschi corrispondono a quelli di prima. Aggiungo che purtroppo un amico non è riuscito a raggiungerci: Francesco. Ma a parte queste coincidenze anagrafiche, questa serata sarà tramandata ai posteri (nei racconti, nei canti epici e nelle ballate) per il nuovo record personale di bistecca alla fiorentina. Ecco, una così proprio non l’avevo mai vista: 2 Kg e 2 etti. In sostanza un bue a cui avevano giusto mozzato corna e gambe. Ce la siamo spazzolati in tre, ma sarebbe stato meglio farlo in due visto il languorino che ci è rimasto. L’argomento vino è meglio non affrontarlo neppure. Si è parlato del nostro viaggio di domani. Francesco (F1) ci darà il via a colazione da Nannini. Non so che idea si siano fatti di questo nostro viaggetto itinerante a piedi. Ne abbiamo parlato, abbiamo cercato di spiegarglielo. “Non puoi dire di aver visto veramente un posto se non ci hai camminato”, dico, citando la massima scritta sul giubbotto di Michelangelo, grande guida escursionistica e amico impareggiabile. “Non ti mettere in cammino se la bocca ùn sa di vino!”. Con questa massima ben più prosaica, e con sguardo felice, Francesco (F1) ci riporta subito ad una dimensione a noi più consona.