FIORI ALCOLICI

CREPUSCOLO

Oggi sono tornato a casa nel tramonto, non ho smesso un istante di pensare a tutto quello che sta scappando via sotto le nostre mani.Non riesco a smettere di pensare che tutto avrebbe potuto essere migliore e che stare qui a prenderci per il culo gli uni con gli altri non e' mai servito a niente.E invece si va avanti cosi'...la moltitudine pazza allo sbaraglio pochi furbi affaristi che si divertono nella loro perenne opera .Apro una birra e mentre la scolo continuo a pensare a tutti noi...insignificanti carogne e alla sodomia continua mentre il sole continua a scendere e la luna prende il suo posto.Per noi futili consolazioni ma neanche per loro c'e' grande appagamento...si magari un Ferrari oggi e una bara domani.Mi viene da pensare allo sguardo sodo e innocente della Gioconda.Dietro di lei solo il nostro disfacimento e la nostra sodomia reciproca.

DIECI PUSHER SUL LUNGOMARE

Dimmi che notte sta crescendo,
dieci uomini nel buio di cabine sfondate.
Sale piano del fumo,
e se guardi le luci di Ostia,
lo vedi salire...
Dieci Pusher sulla spiaggia,
parlano bestemmiando,
guardano sospetti e bevuti.
Dieci felpe di tuta,
mentre poco piu' in la',
il mare di Torvajanica.
Dieci medaglie d'oro,
aspettano i genitori.
Dieci bare tricolori in camera ardente,
l'orgoglio dei ministri commossi,
commossi loro poveretti...
dieci blue bar di campari.
Dieci segnali di pazzia sul lungomare,
fumo di sigaretta e iodio...

MI VA

mi va di piangere,
ma non riesco.
Mi va di guardare il cielo,
sdraiato in un cortile,
mi va di mordere il cuscino.
Mi va di mandare affanculo tutti,
mi va di sputare in faccia...
mi va il mirto di Sardegna.
Mi va che spaghetto diventi presidente,
Mi va di chiedere scusa a quella che in fondo mi voleva bene,
mi va di non ubriacarmi dopo dieci birre.
Mi vanno i fuochi d'artificio,
mi va il fiume che si mescola col mare.

I DISEGNI

La grande mano vincente,
che muove l'erba al vento,
non tiene conto dei perdenti.
Le vele controluce e le bandiere,
sono ancora li' sul lungomare,
eppure non sanno niente delle mie sconfitte.
I ragni scopano sui muri,
e i bicchieri aspettano la polvere,
domani vedremo altre navi di notte.
Le labbra sottili non respirano piu',
e il respiro era cosi' caldo,
come la luce di casa se fuori era buio.
Non voglio piu' ricordare gli anni ottanta,
e tutto lo schifo di carta da parati gialla,
e i monitor che spandevano colori.
Non mi vedrete mai piangere,
preferisco il buio e le parole sussurrate.