De gustibus

Siamo ciò che mangiamo?


 "L'uomo è ciò che mangia" [L. Feuerbach] Così affermava il filosofo tedesco nella sua visione fondamentalmente materialistica dell'uomo e della realtà. Ma la frase originale, nella peculiarità linguistica germanica, si presta bene ad essere capovolta e ad esprimere un altro concetto: "l'uomo mangia ciò che è". 
Perché da una parte è vero, come sosteneva anche George Ohsawa, che ognuno di noi viene modificato e determinato anche dal cibo che ingerisce: non solo a livello biochimico, ma anche energetico, mentale e spirituale. Le sostanze che introduciamo nel nostro organismo, siano esse acqua, carboidrati, proteine o altro, sono un insieme di atomi e di molecole che modificano il nostro corpo fisico. E, nonostante tanti affermino ancora il contrario, sappiamo bene che una vitamina estratta da un frutto è ben diversa da una vitamina creata in laboratorio: esiste una gran differenza (che i nostri sensi tante volte avvertono chiaramente) tra un alimento naturale ed un prodotto di sintesi! Non solo: l'energia di quel cibo è decisamente diversa ed anch'essa, nel momento in cui ingeriamo un boccone, entra in contatto col nostro campo energetico e lo modifica. Non dimentichiamo, tuttavia, che siamo anche altro e che anche i nostri processi emotivi o cognitivi vengono influenzati da ciò che mettiamo in bocca (su che base lavorerebbero droghe e psicofarmaci?). Ricordiamo, infine, che anche la sfera spirituale risente di ciò che mangiamo, tanto che, da sempre, in ogni parte del mondo, le pratiche religiose e spirituali sono state accompagnate da digiuni, astinenze o diete particolari. Ciò che siamo, quindi, è determinato anche da ciò che mangiamo.Ma mangiamo anche per ciò che siamo, perché le nostre scelte alimentari, siano esse fondamentalmente istintive, sociali, culturali o altro, rispecchiano il nostro organismo fisico, il nostro livello energetico, le nostre emozioni, il nostro pensiero, perfino la nostra spiritualità.Non a caso possiamo rimanere prigionieri di "circoli viziosi" proprio attraverso il cibo. Ad esempio, un'eccessiva ingestione di determinati cibi, come farina bianca e zucchero, conduce ad una debolezza intestinale che facilita l'insediamento di parassiti: ma, al tempo stesso, chi è affetto da parassitosi intestinale tenderà a nutrirsi di zuccheri e farinacei raffinati, che nutrano proprio i parassiti da cui è afflitto!Se viviamo spesso una determinata emozione, ci insegna la Medicina Tradizionale Cinese, saremo più portati a cercare un cibo che, col suo sapore, stimolerà l'organo corrispondente a quell'emozione. E se in Quaresima da secoli si raccomanda l'astinenza dalla carne e durante il Ramadan quella dall'alcool, significa anche che se cerchiamo spesso carne o alcoolici il motivo risiede dentro di noi.Possiamo mangiare tutto e trarre nutrimento da qualsiasi cibo, come ci insegna la Medicina Tradizionale Indiana, ma, al tempo stesso, conoscere e scegliere i nostri alimenti ci permette, in libertà, di conoscere e scegliere chi vogliamo essere.