parlodime

11 settembre


 alla fine i piedi erano neri anche se non avevano tagli ed erano curati così come eravamo partiti, una marcia per dire che eravamo solidali con chi è costretto a fuggire da casa, sfidando il deserto, il mare che "è pieno di morti" e le montagne che inghiottono famiglie che cercano di scappareinsieme a noi c'erano migranti che anche loro senza scarpe ricordavano la loro fuga e il loro essere stati accolti dopo varie peripezie nella mia cittadina, come in tante altre , e con l'accoglienza un tentativo di integrazione nella scuola nel lavoro, nelle abitazioniper noi è stato facile ....camminavamo per strade che conosciamo, avevamo con noi le borse con le chiavi di casa, il portamonete con le carte, la patente, la carta d'identità....non correvamo, non fuggivamo.....passeggiavamo.....e i nostri cari erano o con noi o a casa ad attenderci, eravamo circondati da persone che parlano la nostra lingua e che ci considerano uguali a loro.......era poca cosa davvvero rispetto a quello che devono soffrire e vivere chi decide di partire, di scommettere tutto in un passaggio in una barca fatiscente o in un camion che ti porterà chissà dove e chissà quando.......a volte alle spalle hanno solo guerra o tanta fame e tanta disperazione..........come fai a dirgli che devono stare a casa?