IO e IO

Post N° 261


Epicuro. Il piacere è a portata di mano341 a.C. Epicuro nasce a Samo in una famiglia di coloni ateniesi abbastanza modesti.Tra il 320 e il 310 a.C. Si reca ad Atene, dove studia filosofia e segue le lezioni di Pamfilo, discepolo di Platone, poi di Nausifane, allievo del materialista Democrito.310-309 a.C. Fonda la propria scuola filosofica, prima a Mitilene, nell’isola di Lesbo, e poi a Lampasso, in Asia.306 a.C. Stabilisce la scuola ad Atene in una proprietà chiamata Il giardino, che lascerà in eredità ai suoi discepoli. Contrariamente ad altri filosofi, Epicuro accetta nella sua scuola anche le donne e gli schiavi.300-280 a.C. Scrive numerosi trattati, di cui soltanto una piccola parte è arrivata a noi.271 a.C. Muore ad Atene circondato dai suoi discepoli, tra atroci sofferenze che si sforza di dimenticare, conformemente ai suoi principi, con l’aiuto del vino.Essere felici è possibile. Questo è il nucleo centrale del pensiero di Epicuro. E la ricetta del filosofo greco, dopo oltre 2000 anni, suona sorprendentemente attuale. Oggi “epicureo” è diventato sinonimo di edonista, ma se il filosofo greco esorta a ricercare il piacere, non è certo alla sfrenatezza e alle gioie dei sensi che allude. Il vero piacere, quello che rende l’uomo felice e lo fa diventare saggio, è la libertà dal dolore e l’atarassia, cioè l’assenza dei turbamenti e delle inquietudini dell’animo. Raggiungere questo stato di pace interiore è possibile: basta abbandonare le paure senza oggetto e i desideri di cose inutili, come la ricchezza e il potere. In un’epoca di edonismo sfrenato e consumismo come quella che stiamo vivendo, il messaggio di Epicuro appare rivoluzionario...I concetti chiave del suo messaggio1. Ricercare la felicitàPer Epicuro la filosofia è un medicamento, un trattamento, una terapia che serve per arrivare alla felicità, fine ultimo dell’uomo. Per essere felici bisogna innanzitutto liberarsi dalle opinioni irragionevoli, quelle che turbano l'animo e non hanno fondamento alcuno nella realtà. Le idee infondate che ci separano dalla felicità sono innanzitutto quelle sugli dei, sulla morte e sul dolore. È sbagliato pensare che gli dei ci osservino e ci giudichino, perché gli dei esistono, ma non si preoccupano affatto di noi e delle nostre azioni. Siamo noi soli infatti a decidere quello che succede sulla terra.2. Non temere la morteLa cosa che temiamo più di qualsiasi altra è la morte. Con la morte finisce la nostra vita e non sappiamo che cosa ci aspetta dopo. Ma il terrore della morte è soltanto un’illusione. Secondo Epicuro, infatti, noi siamo un insieme di atomi. Con la morte gli atomi, che sono eterni, non scompaiono, ma il nostro organismo si disgrega. Dato che il nostro legame con il mondo esiste soltanto attraverso le sensazioni che il nostro corpo ci trasmette, quando queste svaniscono, non esiste più niente: quando le sensazioni si spengono, lo stesso accade ai pensieri e tutto si affievolisce fino a spegnersi. “Quando ci siamo noi, la morte non c’è, quando c’è la morte non ci siamo noi”, per dirla con Epicuro. E se la morte non è niente, allora di certo non la possiamo temere, visto che non ha senso temere qualcosa che non ha alcuna consistenza.3. Sopportare il doloreNella filosofia di Epicuro non c’è masochismo: il dolore non è mai buono in sé e non va mai ricercato. Può accadere che lo si scelga, come una tappa inevitabile per raggiungere il bene, come nel caso di un intervento chirurgico, ma più spesso capita che il dolore arrivi senza essere stato cercato. In questi casi è necessario saperlo tollerare al meglio. Per farlo ci sono due modi possibili. Il primo consiste nel convincersi che i dolori che durano sono sopportabili e che i più intensi non durano, perché o finiscono dopo poco, oppure ci portano in fretta alla morte e svaniscono. Il secondo modo per sopportare il dolore presente è di ricordare i piaceri passati.4. Limitare i desideriIl punto di partenza e d'arrivo è il corpo, che conosce il bene, cioè il piacere, e il male, cioè il dolore. Ricercando il piacere, ma soprattutto evitando il dolore, potremo essere felici e raggiungere l’“atarassia”, che è l’assenza di turbamento. Soddisfare i bisogni del corpo non è difficile: perché tutto ciò che gli serve sono acqua, un po’ di nutrimento, un letto al riparo. Essere felici, quindi, è possibile. Basta non cedere ai desideri illimitati, senza necessità vitale, come la ricchezza o il potere, e alla dipendenza dal lusso e dalle raffinatezze. Basta, insomma, possedere le poche cose che sono necessarie al nostro corpo per stare bene.5. Coltivare l'amiciziaNiente è più dolce e più profondamente umano, secondo Epicuro, dell’amicizia. Niente, dunque, vale il piacere delle discussioni, delle risate e dei momenti condivisi con le persone che ci sono care, che amiamo e che quindi ci amano. Quella di Epicuro non è una filosofia del godimento solitario, ma una apologia dell’amicizia tra gli uomini.