Dionea in Love!

SAINT-ANGE, 2004 - Pascal Lauger


Una co-produzione franco-rumena che si colloga nel genere delle case infestate, anzi, degli istituti infestati. Genere saturo ormai, che offre sempre meno possibilità espressive e di suspence.
   Saint-Ange, nome dell'orfanotrofio in cui si svolge, si lascia guardare nonostante il luogo comune continuo: questo perché i rumori, le riprese, le luci, le scenografie non sono al posto giusto e la composizione complessiva dell'immagine è sempre ottima. Tuttavia è carente la sceneggiatura e i momenti di vero thrilling sono al massimo due e sempre di mestiere: il fantasma che appare di dietro con il classico colpo orchestrale dopo che la tensione si rilassa, o  lo spavento per una cosa che poi spaventosa non è. Il tutto è relegato a regia e attori, ottimi in ogni sequenza, anche se il volto angelico di Virginie Ledoyen risulta ogni tanto fuori luogo e inadeguato (l'abbiamo preferita in The beach), come inutile e senza utilità risulta la pur ottima interpretazione di Lou Doillon,
ragazza isterica, unica sopravvissuta ai bambini della guerra (che poi si scoprirà - forse - essere stati affogati e soppressi come gattini).Il film si svolge lasciandosi cmq seguire, ma nell'ultima mezz'ora, quando ossia si scoprono gli altarini del vecchio orfanotrofio, tutto perde di senso. Il film viene distrutto da un finale che, pur regalandoci delle immagini a effetto molto efficaci, distrugge ogni coerenza, ogni catarsi o ogni catastrofismo di convenzione. Cosa vogliono "i bambini che fanno paura"? Non si sa. Perché finisce in quel modo? Non si sa. La co-protagonista cosa
c'entra in tutto questo? Non si sa. La pessima direttrice e la governante? Non si sa. I personaggi sono semplici funzioni in uno sfondo horror di codice, ma nulla più. Un peccato sprecare quelle potenzialità spaventevoli, ottime invece in pellicole come Darkness, o anche come Fragile. Il film sembra comunque essere un'opera prima, per cui non ci possiamo lamentare.