Dionea in Love!

TEATRO PER LA SCUOLA


Perché il teatro a scuola? Perché il teatro in una materna o in una elementare? Paolo Grassi dà la risposta proprio nell'idea di laboratorio teatrale: non un luogo dove si formano attori, ma un luogo dove si forma il pubblico, perché il teatro è un fatto sociale, anzi, più propriamente, un servizio sociale.Ecco quindi l'importanza del teatro nelle scuole primarie: si forma ludicamente la persone, l'individuo, l'uomo consapevole. Mai come oggi questo è necessario.Ecco perché grandissimi intellettuali, artisti e scrittori non hanno  mai smesso di lavorare in teatro per l'infanzia. Non solo Gianni Rodari; ricordiamo Bruno Munari , pittore e scultore; il grande Lele Luzzati ; Dino Buzzati; il grandissimo Orazio Costa  usava il metodo mimico per bambini e disabili... Insomma, ce ne sono.Il teatro a scuola è il luogo dove il bambino si esprime al meglio, per la stessa idea di simulazione che è intrinseca al gioco, ma lo fa in fase formativa e didattica; la lezione diventa un laboratorio su se stesso per il bimbo e un luogo privilegiato d'osservazione per gli insegnanti, che possono capire al meglio i propri alunni e quindi indirizzare e ottimizzare i percorsi didattici. Certo, per questo è necessario la giusta divisione delle parti: nessun maestro elementare dovrebbe occuparsi del teatro, ma avere un filo diretto con l'insegnante di teatro, che deve essere uno specialista, un teatrante professionista con provata capacità - non necessariamente con esperienza, se le qualità sono eccellenti! - non il solito univeritario con la piccola laure in Storia del teatro o Discipline dello Spettacolo, che, ribadiamo, hanno ben poco a che fare con il teatro. Il filo che unisce il corpo insegnati al teatro deve essere stretto, continuo, sempre in consulta. L'attenzione deve essere sul bambino. Allora si riesce a fare del teatro a scuola un qualcosa di sensato.Miracolosi in questo senso saranno i risultati. Certo, fatto così è molto più faticoso e meno pretenzioso: ora tutti i laboratori sono supponenti scuole per attori (ma quando mai? Due ore a settimana?), luoghi in cui gli insegnanti - raramente veri teatranti - si sentono registi provetti, i genitori scaricano sui figli le loro aspettative egoistiche e tutto è finalizzato al saggio finale che viene visto come la summa massima del teatro universale...Ecco, noi combattiamo tutto questo. Il bambino deve rimanere tale. Gli insegnanti sono al suo servizio. E' l'amore che ci porta a fare quello che facciamo, sennò ci sono un sacco di altri lavori meno difficili e meno faticosi. Non si insegna perché a teatro non si lavora. Non si lavora a teatro perché si scegli alla fine di insegnare.