Divagazioni

Le idee oggi


1. Una leggenda vuole che Platone, vecchio e malandato, forse con l’ansia della morte addosso, sognò di essere un cigno che sfuggiva al’inseguimento di alcuni cacciatori. Un’altra, per bocca del filosofo Simmia, spiega il fatto: verosimilmente gli inseguitori erano gli interpreti di Platone, che cercavano di catturarne il pensiero senza riuscirci, o meglio, riuscendovi solo in parte e, comunque, senza mai giungere ad una sistemazione univoca. Persino Aristotele, che di Platone era, per così dire, un lettore critico, è passato alla storia col quel ruolo. E’ quanto scrive il professor  Mauro Bonazzi della Statale di Milano in un libro da leggere (M.B. - Il Platonismo – Einaudi). Che dire! Persone ricche di gloria, persone che amiamo ancora, nonostante siano passati duemila anni e oltre, dibattevano le idee in maniera dialettica e con rispetto reciproco; e, se erano distanti nel tempo, non rottamavano. 2. Mi domando perché oggi i dottori, che sono medici, avvocati, professori; e ancora: politici, ministri, onorevoli, giornalisti, che hanno studiato, e che dovrebbero essere gli eredi non solo di Platone e Aristotele, ma dell’intera storia culturale, quando si incontrano - nelle sedi istituzionali, nei luoghi di lavoro, in televisione - riescono ad essere educati non più di cinque minuti, dopo di che sono sberleffi, sufficienze, e persino offese più o meno striscianti, in cui si disperde il merito dei problemi. E’ forse questo il motivo per cui il nostro paese manca di una classe dirigente? E forse questo il motivo perché siamo… in che cosa: nella palude? in mezzo al guado? dentro al tunnel? o in quale altra sciatta metafora che ci viene propinata quotidianamente fino alla noia? Beh, la mia risposta è si.