Creato da beppe_dinverno il 22/11/2007
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E' successo 2

17/10/2011
La lotta degli indignati è appena cominciata.

9/10/2011
Il Papa è stato in Calabria. Parlando al pubblico ha invitato i cattolici ad impegnarsi di più in politica. Se è un invito a seguire le posizionidi Casini è da sottoscrivere.

21/5/2011
Benedetto XVI ha voluto parlare con gli astronauti in viaggio sopaziale. Li sapeva un po' più vicini al Signore. Chissà se li ha inidiati.

1/5/2011
Non s'è capito se oggi era la festa del lavoro o quella di Giovanni XXIII.

7/4/2011
Ieri a Milano è cominciato il processo sul sexygate meneghino. Sempre ieri, al senato è stata dicussa una legge per l'aumento dei testi  della difesa e alla camera una legge per abbreviare la prescrizione per reati commessi da incensurati.

24/3/2011
Passa il tempo, e tutto cambia: 'goblizzazione', 'più Mercato e meno Stato', 'finanza creativa' è roba vecchia'; è tempo di 'terremoto' 'contaminazione' e 'guerra'.
  
 

16/3/2011
"Ho sempre avuto vicino a me la mia fidanzatina...se avessi fatto tutto quello che dicono, mi avrebbe cavato li occhi..." (C. Tito - Il coloquio - Repubblica di oggi, p.15). 

8/3/2011
Oggi le donne festeggiano. Il popolo libico è sotto le cannonate del suo capo di governo. Il nostro Presidente del Consiglio è convalescente per un intervento chirurgico. Auguri alle donne, per maggiori spazi, al popolo libico per la libertà, al Presidente del Consiglio, per nuove idee.
 

3/3/2011
Berlusconi è un ottimo comunicatore? E' vero in parte. Il linguaggio che, spesso lo tradisce. E' il caso delle parole spese recentemente sulla scuola. Voleva dire che la scuola pubblica deve competere con quella privata. E, invece, per essere efatico, ha usato il verbo 'inculcare' (imprimere con forza), che, come s'è visto, ha prodotto una comunicazione poco felice.

 

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E' successo 1

20/2/2011
Roberto Vecchioni, un grande umanista che sa cantare, ha vinto il Festival con una nuova bella canzone. Chi sa fare una cosa, se ci si mette, sa farne anche altre 

9/2/2011
"Dobbiamo prepararci ad un futuro incerto in cui  sarà necessario un nuovo vasto spettro di attività militari per poter vincere le prossime guerre". (M. Mullen, capo degli Stati Maggiori USA)

1/2/2011
Il TG1 delle 13.30 un giornalista ha detto: non è nomale, che in un paese normale si pequisisca la sede di un giornale. Chissà che pensa per quanto accade nel nostro paese!

29/1/2011
Fortunati coloro che un tempo celebrvano il 'celodurismo' ed ora invitano ad abbassare i toni.

22/1/2011 
Oggigiorno la parola d'ordine è: 'vergogna'. Da attribuire, non al 'bunga bunga',  ma alle sue conseguenze (indagini, apprezzamenti, spiegazioni ecc.).

21/1/2011 
Se un pazzo cerca di sterminare la razza umana, e l'1% della popolazione sopravvive, l'evento, aumentando lo spazio vitale di chi resta, preserverà più a lungo l'umanità. Se un eroe blocca il pazzo, l'umanità si estinguerà prima. (W.Wells)

19/1/2011-
Qualche sera fa un noto comico di una trasmissione televisiva ha detto più o meno: smontato in televisione il teorema dei PM di Milano. Stamattina un giornale dà la stessa informazione in prima pagina.

18/1/2011 
Non so se 'milonga' e 'bunga bunga' sono locali o quello che ci si fa dentro.

17/1/2011 
Il 2012 è l'anno della fine del mondo, come previsto dai Maya? No, davvero! E' che che quel popolo antico ha fatto un clendario che si ferma all'anno che verrà. Nessuno può dire se e in che senso il mondo può finire, Essendo esso una mevigliosa infinità, il cui senso sfugge a noi che ci siamo dentro

16/1/2011 
Una news di libero reca il titolo: 'Malati? Solo agli occhi dei medici'. Non è proprio così. Ci sono tanti ottimi medici. Però è impressione diffusa che tanti di loro, al pari di altri tipi di professionasti non danno valore aggiunto al proprio delicato lavoro professionale.

15/1/2011 
Il Presidente del Consiglio è nuovamente indagato. Mi domando: ci possono essere Presidenti del Consiglio indagabili?

14/1/2011 
Notizia del TG3 locale: in una camera mortuaria della Calabria sono state 'trafugate' dentiere di cadaveri, e vendute a dentisti. L'associazione di categoria ha smentito. In qualche manifestazione pubblica sentiremo dire: 'ma la Calabria non è solo questo'.

13/1/2011
 Per legge ho dovuto ordinare l'abbattimento di due palme bellissime infettate dal 'punteruolo rosso'. Che tristezza

 

 

Benvenuto.

Post n°28 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da beppe_dinverno

Well come new year, well come!
Se la pioggia scrosciante
feconda le colline,
perché a primavera
rinascano le mammole,
da offrire al nuovo amore,
come se fosse l'ultimo.

 

 

 
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Saluti a te.

Post n°29 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da beppe_dinverno

Saluti a te Barack Hussein Obama,
prodigio dell'America,
che con te si fa umile
e tende la mano.

E' tempesta, ma tu sciogli le vele
della tua intelligenza
e dell'amore
che traspare dagli occhi.

Allontana dal tempio della vita
gli avidi mercanti,
abbraccia i fratelli...

...e salvaci.

 
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A Eluana Englaro.

Post n°30 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da beppe_dinverno

Quella notte di pioggia,
che morte ti cercava
con tristi semi fervidi...
...e tu corresti incontro.

Mille ne pose nel tuo cuore caldo,
cingendoti col braccio la cintrura.
E ambigua cantò:
- fiore del tempo,
vieni tra i fiori eterni
ad eclissarli con il tuo splendore.

Che beffarda lusinga!

Fra sinistri latrati,
malinconico geme padre muto: 
piange il tuo corpo silente...

...per sempre.

 
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Ancora omaggio a Lan

Post n°31 pubblicato il 17 Marzo 2009 da beppe_dinverno
Foto di beppe_dinverno

  

Tu puoi uccidere me, ma non l'idea che è in me.

(Cliccare per leggere)

 
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Quando.

Post n°32 pubblicato il 06 Maggio 2009 da beppe_dinverno

Quando,
a voce spenta,
telefonando,
hai detto ch'eri in ospedale,
è morto il tempo.

Al capezzale,
ho visto gli occhi chiusi e ho chiuso i miei,
ho confuso col tuo il mio silenzio.

La febbre ti danzava sulle labbra...
né sentivi le dita fra i capelli:
giacevi solo, nelle tue paure,
e i sogni ti lasciavano...
un nodo in gola ha frenato il pianto.

Poi, finalmente hai sorriso,
e ho riso anch'io.

 
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Ferragosto 2009.

Post n°34 pubblicato il 15 Agosto 2009 da beppe_dinverno

Brillano sul mare
brevi linee sottili...

E tu,
ebra di solleone,
abbracci l'orizzonte...

Sicura del profumo che diffondi.

 

 
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ho già capito...

Post n°35 pubblicato il 21 Novembre 2009 da beppe_dinverno
Foto di beppe_dinverno

 

Ho gia capito che…

 

  • non posso esigere l’amore di qualcuno, per il momento posso dar solo buone ragioni perché piaccio e aver pazienza che la vita faccia il resto.
  • non importa quanto certe cose siano importanti per me, c’è gente che non da nulla ed io non mi sforzerò di convincerla…
  • posso impiegare anni a costruire una verità e distruggerla in qualche secondo…
  • posso usare il mio charme per 15 minuti, dopo di che devo sapere di che cosa sto parlando…
  • posso fare qualcosa in un minuto e risponderne per tutta la vita…
  • ci vorrà molto tempo perché io diventi la persona che desidero essere e devo aver pazienza…
  • posso andare oltre quanto ho detto fin qui.
  • gli eroi sono quelli che sanno cosa devono fare in questo momnto, indipendentemente dalla paura...
  • devo scegliere se controllare il mio pensiero, o farmi controllare da lui.
  • perdonare costa fatica...piaccio a molti, ma non significa che loro lo dichiarino...…
  • posso infuriarmi, irritarmi, ma non ho il diritto di essere crudele…
  • mai posso dire a un bambino che i suoi sogni sono impossibili…
  • il mio migliore amico ogni tanto mi farà male ed io mi ci dovrò abituare…
  • non è sufficiente essere perdonata dagli altri, devo perdonarmi io per prima…
  • anche se il mio cuore stesse soffrendo, il mondo non si fermerà…

 

 
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Analisi semiseria di una lettera di dirigente pubblico

Post n°36 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da beppe_dinverno

1.Testo della lettera.
Oggetto: richiesta preventivo spese per aumento potenza energia elettrica.
Premesso che la scrivente ha urgente necessità di modificare la disponibilità del proprio impianto elettrico, per le aumentate esigenze di questi uffici, si prega di voler trasmettere il preventivo della spesa occorrente a variare la potenza dell’impianto stesso.
Con l’occasione si precisa che detta modifica dovrà avvenire al piano terra aumentando da 15 a 25 Kw la potenza di erogazione di energia, mentre al primo piano dovrà essere elevata da 20 a 25 Kw.
Ringraziando per la cortese sollecitudine si porgono distinti saluti.
Il Direttore - firmato: illeggibile.

2. Esame.
Tralasciando gli errori grammaticali (perchè all’oggetto mancano tanti articoli e preposizioni?) e sintattici (soggetto della quarta frase del secondo periodo doveva essere ‘la potenza’ e non ‘la modifica’) e l’uso della punteggiatura, alquanto approssimativa, propongo la seguente analisi del testo. Semiseria e personale, s'intende.


a) Il tono della lettera è enfatico.
L’enfasi, come è noto, è la figura retorica che ricorre quando una parola, una frase, un concetto vengono messi in particolare evidenza, dilatandone il significato e/o il senso oltre una dimensione efficace.
Nel testo è enfatico il primo periodo, innanzi tutto laddove l’esigenza di modificare l’impianto elettrico viene sospinta alla dignità di premessa deputata a sostenere il discorso; in secondo luogo, nel qualificare ‘urgente’ l’esigenza. In effetti la rappresentazione del pensiero che si voleva raggiungesse il destinatario (commissione di un lavoro) non necessitava né di una premessa di sostegno, né di una improvvisata dichiarazione d’urgenza.
L’enfasi continua, ancora, con l’espressione “con l’occasione” e l’avverbio “mentre” del secondo periodo e con la frase “si ringrazia per cortese sollecitudine” del terzo. ‘Con l’occasione’ sarebbe stata utile e, magari, elegante per introdurre un nuovo pensiero. Invece, ahinoi! precede semplicemente una precisazione del pensiero già espresso. Pertanto è ridondante. Al posto di ‘mentre’, poi, sarebbe stato meglio un ‘punto e virgola’. Quanto alla ‘cortese sollecitudine’ essa è data per scontata prima ancora d’essere chiesta ed ottenuta.

b) La costruzione del pensiero segue, in un certo senso, il metodo delle approssimazioni successive: il metodo, tipico della ricerca scientifica che, all’osso, consiste nell’indagare i fenomeni per gradi. Se correttamente utilizzato, conduce, via, via, a conoscenze sempre più approssimate alla verità. Per la scienza è un’opzione valida, per ciò che concerne il pensiero, invece, testimonia una certa difficoltà ad esprimerlo. Quando occorre, si mettono insieme i concetti immediatamente disponibili e se il risultato appare insoddisfacente si va alla ricerca di altri concetti, quali che siano, e spesso inadeguati. Nel primo periodo della lettera è espresso un pensiero di senso compiuto: c’è la necessità di modificare l’impianto elettrico, si chiede un preventivo. Ma ci si accorge subito che, nei termini in cui è espresso, non è sufficiente a dar senso alla comunicazione. Allora si aggiunge un altro ‘pezzo’, una precisazione, che precisazione non è, atteso che si tratta di un pensiero nuovo: la specificazione del lavoro occorrente. A tal punto giunge una terza approssimazione, la cortese sollecitudine, che è ancora manca e che, per la fretta di chiudere il testo, è relegata nella approssimazione numero quattro, rappresentata dal ringraziamento.
Così la sostanza della comunicazione, cioè la commissione di un lavoro di un certo tipo, a fatica, finalmente è raggiunta.

c) Lo svolgimento degli argomenti, per costruire il pensiero, fa pensare alla ‘poligonale’.
In topografia, la poligonale è una curva spezzata, che si ottiene collegando punti successivi di una superficie, notevoli e preventivamente determinati. I tratti di curva fra un punto e l’altro sono detti ‘allineamenti’. Una poligonale può essere chiusa od aperta, secondo che l’ultimo punto coincide, o non, con il primo. La determinazione di una poligonale chiusa è un’operazione più o meno complessa, in dipendenza della predeterminazione dei punti.
Ponendo le seguenti uguaglianze:
-  punti = concetti;
- allineamenti = modo di esprimere i concetti;
- poligonale = pensiero,
è possibile procedere ad un’analisi, per così dire, topografica della lettera.
Il testo consta di tre periodi.
Nel primo si rinvengono tre concetti:
- dichiarazione di una premessa: l’urgente necessità di modificare l’impianto elettrico (primo punto della poligonale);
- motivazione della premessa: le aumentate esigenze (di potenza elettrica) dell’ufficio (secondo punto);
- richiesta di un preventivo di spesa (terzo punto).
I concetti (punti) necessari ad esprimere il pensiero di questo periodo sarebbero stati il primo ed il terzo, e sarebbero stati allineabili direttamente. Il secondo concetto è superfluo. Inoltre, essendo stato interposto fra gli altri due, non consente un allineamento diretto di tutti e tre.
Il secondo periodo esprime un unico concetto, rappresentato dalla precisazione della modifica occorrente: “…dovrà avvenire ecc.” (quarto punto). Com’è evidente, il concetto è stato reperito occasionalmente. Ne deriva che, rispetto ai precedenti, è eversivo e, pertanto, non allineabile.
Il terzo periodo, in una sola frase compendia tre concetti: un ringraziamento, il riferimento ad una cortese sollecitudine ed un saluto (quinto, sesto e settimo punto).
Il primo ed il terzo concetto, essendo direttamente collegabili, sono anche allineabili. Il secondo, essendo stato inserito nel contesto artatamente, non è allineabile né con il primo né con il terzo.
Ne deriva che, con l’approccio discusso, il testo della lettera appare come una poligonale non chiusa.
Vale a dire: un pensiero tortuoso.  

 
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Tristezza

Post n°37 pubblicato il 15 Gennaio 2011 da beppe_dinverno
Foto di beppe_dinverno

Sarete abbattute e seppellite. 
Non vi
vedrò
cadere lentamente,
preda di bocche avide,
a succhiarvi le membra
fino a quando
le maestose chiome,
amiche di penseri vagabondi,
collasseranno.

E quando la finestra di ponente
sembrerà una cornice senza tela,
vivrò...
dolcissimo
ricordo che non muore.

 
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Il yin e Yang della Cina.

Post n°38 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da beppe_dinverno

1.Confucio, vissuto nel periodo 781 - 477 a.c., ha influenzato la cultura cinese dal tempo delle guerre fra gli stati feudali, fino alla nascita dell’impero. Poi è stato oscurato dalla Repubblica Popolare e dal Maoismo.
La sua filosofia si basava sull’etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell’autorità familiare e gerarchica, sull’onestà e la sincerità.
Per 61° della Repbblica Popolare in piazza Tien An men,  di fronte alla gigantografia di Mao Tse Dong, posta sulle mura che delimitano la Città Proibita, è stata eretta una grande statua del grande filosofo.
L’avvenimento ci dice che la Cina è sulla via della definitiva composizione della sua matrice culturale antica (il Confucianesimo) e di quella più recente (il Maoismo).
In perfetto spirito Yin e Yang? A me pare di si.

2.Secondo la tradizione, Yin e Yang sono i due aspetti sotto cui sono osservabili tutte le cose. Yin rappresenta il femminile, la notte, il buio, il riposo, l'inverno ecc; Yang, invece rappresenta: il maschile, il giorno, la luce, l'attività, l'estate ecc. Come è evidente, si tratta di opposti. (Sottile visione maschilista, forse). Ma per i Cinesi sono anche complmentari e necessari. Perché, insieme, rendono l'armonia.
Esattamente quello che racconta la storia cinese dalla caduta della Rivoluzione Culturale in poi: sviluppo (scintifico, tecnologico, economico) e continuità culturale. 

3.Perché da noi una simile concezione delle cose non alberga e si privilegiano gli assoluti?

 
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Vergogna?

Post n°39 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da beppe_dinverno

Se a taluno sono addebitati reati non c’è da godere. Forse c’è addirittura da dispiacersi. Ma può succedere. E quando succede o si dimostra che si è innocenti, o si paga.
Un procedimento giudiziario si avvia con le indagini disposte da un magistrato inquirente. Le sua azione è un obbligo costituzionale ed è diretta ad accertare se taluno ha posto in essere fatti che integrano uno o più reati. In caso positivo si va giudizio, e qui un magistrato giudicante, sentiti accusa e difesa, se ritiene che il reato è stato commesso, condanna, nel caso contrario assolve.

Le indagini, tutte, si svolgono secondo un protocollo normativo articolato e complesso. Sicché, per esempio, la scelta e la valutazione delle stesse (circa l’adeguatezza, l’estensione  e altro) compete al magistrato inquirente e ogni giudizio esterno - fosse anche di un organismo autorevole, ma estraneo alla giurisdizione - esula dalla sua fisiologia ed è ridondante..
Si annota ancora che:
- il magistrato inquirente deve fornire prove dell’accusa, senza vessare o insultare l’indagato;
- il magistrato giudicante, deve essere terzo fra accusa e difesa, ascoltare le loro tesi, valutare i fatti, decidere sugli stessi, e condannare o assolvere;
- l’indagato e l’imputato hanno diritto e libertà di difesa e sono innocenti fino a sentenza inappellabile.
 Il ‘meccanismo’ della giustizia, in pillole, è tutto in queste frasi. Per cui, non ci sarebbe nulla di strano se l’indagato e/o l’imputato invece di parlare per strada o in televisione, andassero dai propri magistrati a dire: senta signor magistrato, ‘lei non è il mio giudice naturale’, oppure ‘lei è in errore perché il fatto non mi riguarda’, oppure ‘il fatto non è reato’; oppure ancora: sono colpevole e sono pronto a pagare.
Sarebbe questa la via più giusta da seguire. Che sarebbe anche - detto en passant - la via per accorciare i processi.

In questi giorni in Italia non si discute d'altro, che dei guai giudiziari del Presidente del Consiglio. I contendenti si dividono in due fazioni: quelli che sono a favore del modo di essere della giurisdizione, come sopra succintamente descritta e quelli che ritengono che in queste ragioni si celano interessi persecutori, vessatori e altro, all’unico scopo di spodestare l’indagato, sovvertendo così il voto popolare.
Entrare in questa discussione sarebbe eccessivo. Qui basta ricordare che:
- il richiamo al voto è fuor di luogo, perché sé è vero che è un’investitura, dovrebbe essere anche vero che le persone investite dovrebbero essere insospettabili e, se sospettati, dovrebbero lasciare;
- la magistratura deve solo inquisire per presunti reati, giudicare, condannare o assolvere, secondo legge;
- la magistratura è imparziale;
- ogni altra questione è prouderié.

In questa vicenda, però, c’è un aspetto che incuriosisce: gli argomenti che spendono coloro che sono schierati contro le ragioni della giustizia sono sempre, o quasi, inscritti in una parola d’ordine (diffusa con velina?): ‘vergogna’.
Di tal che sono ‘vergogna’:
- le indagini,
- la numerosità delle stesse,
- i mezzi di cui si servono,
- l’uso del linguaggio appropriato per certe moderne attività lucrative,
- le valutazioni etiche di comportamenti quanto meno ancien regim.
E’ strategia difensiva? Va bene!
Però, attenzione: se tutto ciò che consegue dalla formulazione di un’ipotesi di reato è ‘vergogna’, è peregrino pensare che possa essere ‘vergogna’ lo stesso occuparsi si simili ipotesi di reato e/o doversene occupare a proposito di un capo di governo?

 

 

 
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S.Valentino 2011

Post n°41 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da beppe_dinverno

L'amore è Assoluto.

E'
un valzer
di Strauss. 

 
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A proposito di etica

Post n°42 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da beppe_dinverno

Su ‘D’, settimale di ‘La Repubblica del 19 febbraio 2011, è stata pubblicata una lettera di una lettrice al curatore della rubrica “Risponde Umberto Galimberti”, nella quale, a proposito del nostro Presidente del Consiglio si sostiene quel che segue.
-  Sui temi ‘politici’ all’ordine del giorno la Chiesa fa del cerchiobottismo, con ciò aggirando la parola dei vangeli, che, specialmente per alcuni peccati, è molto puntuale.
- alcuni cattolici (che io definirei partigiani) pur di stare dalla parte di ‘alcuni’ peccatori, dei vangeli ricordano solo l’episodio dell’adultera: ‘chi è senza peccato scagli  la prima pietra’, dimenticando tutti gli altri in cui esecrabili peccati sono additati al ludibrio e condannati senza appello.
Nella risposta che ha dato il curatore della rubrica:
- quanto sostenuto dalla lettrice di ‘D’ è diluito, per così dire, nel tema generale dell’etica, con un pizzico di sufficienza: siamo proprio tutti cattolici, per noi l’etica è solo quella riferibile alla sfera sessuale e trascuriamo tutte le altre forme. Poiché il curatore non aggiunge altro, alla fine dei conti non sappiamo cosa per lui sia etico e cosa non lo sia;
- il comportamento della chiesa, in merito a questioni sulle quali essa ritiene di doversi esprimere, è giustificato con un pensiero di Dostoewskij: se non fosse per la Chiesa, di Gesù nessuno avrebbe più memoria.  Un pensiero che, autorevole per quanto si voglia, non ritengo possa essere considerato esaustivo di un tema così delicato, se è vero che tanti credenti sono tali per fede e tanti cattolici per scelta razionale.
E’ esagerato pensare che a fronte di tesi ineccepibili, si risponde sempre e solo con distinguo politicamente corretti, per paura di non disturbare il conducente?
Avremo mai il coraggio di decidere da che parte stare, come ha fatto la lettrice di ‘D’?      

 
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Schopenhauer e l'onore

Post n°43 pubblicato il 31 Marzo 2011 da beppe_dinverno

Scrive Arthur Schopenahauer (L’arte di Farsi Rispettare - Adelphi, pp. 44 - 46): “L’onore privato di un uomo è l’opinione altrui che egli sia assolutamente probo, cioè rispetti realmente tutti i diritti degli altri, e che quindi non si servirà mai di mezzi scorretti o illeciti per ottenere proprietà o altri vantaggi, non si permetterà nessuna forma di raggiri o di ricatto, manterrà la parola data e onorerà gli impegni assunti, e infine come privato cittadino, dimostrerà ovunque rispetto della legge.
L’onore pubblico è l’opinione generale degli altri secondo la quale colui che ricopre una carica pubblica possiede davvero tutte le qualità a ciò necessarie, e in tutte le circostanze soddisfa puntualmente le incombenze del suo ufficio. Quanto più vasta e importante è la sfera d’influenza di un uomo nello Stato - cioè quanto più elevata e influente è la posizione che occupa - tanta più alta deve essere l’opinione sulle capacità intellettuali e sulle qualità morali che lo rendono idoneo ad essa… “
Il filosofo scrive ancora (p.34): “A prima vista ciò che determina l’opinione generale che gli altri hanno di noi, cioè l’onore, non è la nostra vera natura, ma quella apparente;  è la vera solo nella misura in cui quella apparente coincide con essa.”

Nella prima citazione Schopenahauer annota che l’onore non è una caratteristica intrinseca delle persone o dei funzionari pubblici, ma è l’opinione che hanno di loro tutti quelli che vi entrano in contatto.
Nella seconda sottolinea che l’opinione che si ha di noi, cioè l’onore, ci è tributato non per quello che effettivamente siamo, ma per quello che sembriamo.
Il libro è la trascrizione di un trattatello intitolato ‘Abbozzo di un trattato sull’onore’,  mai pubblicato come tale, ed utilizzato dall’autore come capitolo del volume ‘Aforismi sulla saggezza della vita’ del 1851.
Pensate cosa avrebbe scritto oggigiorno sapendo che ci sono persone che occupano cariche pubbliche fra indagini giudiziarie e vaffan… parlamentari!

  

 
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Bentornato Marx.

Post n°44 pubblicato il 01 Maggio 2011 da beppe_dinverno

Qualche giorno fa, durante la solita visita serale in libreria, ho trovato un titolo che mi ha incuriosito, e l’ho comprato. Sto parlando di BENTORNATO MARX di Diego Fusaro, docente all’Università S.Raffaele di Milano, edito da Bompiani.
Pur trattando del profilo filosofico del multiforme pensiero del celebre intellettuale tedesco, che non è una passeggiata, il testo, a mio avviso, è abbstanza accessibile, e la lettura è un’occasione per convenire con l'autore che effettivamente, per tanti aspetti, Marx è ancora attuale e può insegnarci tante cose. A dispetto della vulgata che lo vorrebbe definitivamente morto, e sepolto fra i ferri vecchi della storia.

Secondo Fusaro, dietro questa litania si cela l’auspicio che ‘tale trapasso abbia luogo davvero, perché il morto in questione è ancora in forse e non cessa di seminare il panico tra i vivi. Chi si ostina a ripetere, in nome di Dio e del Mercato che Marx è morto, lo fa… perché assillato dal suo spettro: esso continua infatti a denunciare le contraddizioni di un mondo capovolto, di una realtà spettrale che - sospesa in un incantesimo di alienazione e sfruttamento, di feticismo e di mercificazione universale - abbiamo prodotto noi stessi…’ .
Peraltro, ‘il fallimento delle sue profezie non intacca… l’esattezza delle denunce da lui formulate, e la sua critica radicale del capitalismo rappresenta ancora lo strumento concettuale più forte per criticar la società esistente e le contraddizioni che la permeano’. (Seconda di copertina del libro in questione).

In estrema sintesi la tesi del libro è che Marx non ha mai inteso fondare una ‘dottrina’. La sua ricerca ha mirato piuttosto a sottoporre a critica la società del suo tempo - che si avviava al capitalismo - per svelarne le contraddizioni e per individuare gli strumenti necessari per trasformarla. Il c.d. maxismo è ciò che è venuto dopo di lui, ad opera di Engels, passando per Kautskj, Lenin, Stalin, per finire ad altri intellettuali del c.d. ‘Socialismo reale’ e non.
La critica è dunque, la chiave di lettura del pensiero di Marx. Con la seguente precisazione.
La critica, intesa come analisi di un oggetto per l'intrinseca funzione,  non è un’invenzione maxiana. Il metodo critico, in questo senso, era già alla base della filosofia di Hegel. E da questa Marx è partito. Ad un certo punto, però, si è reso conto che la critica Hegeliana non dava conto di ciò che la realtà poteva nascondere dietro l'apparenza. Per questo era necessario un lavoro di smascheramento, egiungere - come dire - una ‘verità più vera'. Di qui la categoria di 'critica maxiana', che a differenza di quella di Hegel, basata solo sull'elemento della conoscenza, giunge a questo l'elemento della demistificazione.
Per  quali fini? Per trasformare la realtà che la critica disvela. E qui s’innesta il discorso maxiano sulla c.d. prassi rivoluzionaria.
Ma questa è altra storia, che l‘autore prende in considerazione solo marginalmente.

 
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Gratta il liberista...

Post n°46 pubblicato il 23 Maggio 2011 da beppe_dinverno

Il  20 maggio scorso Roberto Perotti,  giovane professore dell’università Bocconi, ha pubblicato sul Sole 24 Ore un articolo dall’impegnativo titolo “La solitudine di un liberista”, per sostenere che  per un liberista scegliere fra i candidati a sindaco del Comune di Milano è un dilemma pressoché irrisolvibile, atteso che uno non è liberista per cultura (Pisapia, immaginiamo) e l’altro (la Moratti) pur dichiarandosi liberista non lo è nei fatti.
Il professore fa un lungo elenco delle scelte che un liberista dovrebbe o non dovrebbe fare. Si va dalla concezione della famiglia, all’organizzazione scolastica, al ruolo della magistratura, alle risposte da dare all’imprenditoria privata; dalla conduzione dei governi, nazionale e locali, alla gestione degli immigrati, alla considerazione delle culture e delle religioni altre. Di queste scelte non v’è traccia nelle parole e nei comportamenti della parte politica alla quale la Moratti appartiene. Ergo…

L’articolo ha suscitato molto interesse, e tanti lettori del giornale, il giorno successivo, hanno inviato commenti, di consenso e di dissenso, tutti interessati a discutere il merito, e nessuno velato di polemica. Uno solo è stato fuori tono: quello del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. E non perché si aprisse con una apostrofazione di pessimo gusto: il pensiero del professore sarebbe un “editto di condanna sommaria del Berlusconismo’, (le volgarità in ambiente sodale sono sempre in agguato) ma soprattutto perché fatto di parole in libertà, che non raggiungono la dignità di obiezioni pertinenti.

Vediamo.
All’apostrofazione di cui sopra il Ministro ha fatto seguire un rimprovero: “…di fronte alla scelta secca tra due candidati e due modi radicalmente opposti di governare, i cittadini avrebbero bisogno più delle riflessioni pacate  meno degli sfoghi degli editorialisti indipendenti”. Come dire: proprio ora che c’è da scongiurare il pericolo (comunista?) tu editorialista indipendente (il corsivo è del ministro, per negare l’indipendenza del professor Perotti) ti metti a fare il monellaccio? Insomma il Ministro, a fronte di una riflessione seria e forse turbata, non ha saputo obiettare altro, se non la miserevole frase fatta: ‘non disturbare il conducente’.
Ma non si è fermato qui il Ministro.  “Il voto - ha detto - non deve dar luogo non alla città ideale, ma a quella possibile nelle condizioni date”. Perché un gioco al ribasso non si sa. E non si sa nemmeno di quali condizioni si tratta. Che il Ministro si riferisse al pantano in cui è immerso il paese, a causa di un governo centrato del problemi del suo capo e del tutto avulso da quelli dei cittadini? O forse il Ministro ha snocciolato parole senza controllo, se è vero che ha aggiunto: “Milano è terra aperta e cosmopolita, consapevole che l’incontro con qualunque nuovo venuto si realizza solo (sic!) nell’affermazione della propria identità, dell’ordine e della sicurezza”, senza rendersi che se una città vuole essere aperta e cosmopolita non deve realizzarsi ‘nell’affermazione della propria identità’, e se lo fa nega l’obiettivo che crede di perseguire?

Accecato dal berlusconismo ‘in pericolo’, il ministro non si è reso conto che nel tentativo di apparire liberista, ha finito per mostrare il più vieto conservatorismo.

 
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E' cominciata...

Post n°47 pubblicato il 05 Luglio 2011 da beppe_dinverno

...una lunga estate non troppo calda. D'interassante non succederà quasi nulla. Anche i fatti della politica saranno stantii. Meglio un paio di libri allora. Arrivederci a settembre.

 
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Autunno.

Post n°48 pubblicato il 10 Ottobre 2011 da beppe_dinverno

Sciamano
per le strade
 
ragazzi
abbronzati.

Asia
nel parco
aspetta Federico
che fra poco
la bacerà
felice.

 

 
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Quella clip dimenticata.

Post n°49 pubblicato il 17 Ottobre 2011 da beppe_dinverno

Sere fa STRISCIA LA NOTIZIA, per alimentare la rubrica I NUOVI MOSTRI, ha riesumato una vecchia clip su un  alterco fra Giuliano Ferrara e Giulio Tremonti: questi h usato il termine dialettale ‘menate’; Ferrara, le espressioni ‘non faccia il professorino’ e ‘menate lo dice a sua sorella’.
Stendendo un velo pietoso sui motivi reconditi per cui il giornale di Ricci ha ricordato l’episodio (mostrando un Tremonti pavido al cospetto di un unto dal Signore, in questo momento porta acqua al mulino del signore), ci piace fare qualche rapida considerazione di merito.

Tremonti non ci piace, almeno perché ancora mette le sue competenze al servizio di un governo sciatto, che tra l’altro non ha gli strumenti necessari per apprezzarle.
Però, non ci sfugge che la sua azione ha dato visibilità e credibilità internazionale al governo e al paese. La seconda necessaria per non finire come la Grecia.

Ferrara  è 'quasi un caso'.
Per alcuni episodi che lo hanno visto protagonista (al Maurizio Costanzo show voleva dare un ‘cazzottone’ a Gimpaolo Pansa, quando era alla trasmissione serale de ‘La 7’ si imbavagliò) in passto ci ha fatto tenerezza: si succedevano due millenni e lui che ancora pensava in termini di violenza.
Ma, riflettendo meglio oggigiorno, non possiamo fare a meno di concludere che il personaggio è stato ed è prigioniero di due desideri: ‘essere’ ed ‘esserci’. Quando, volteggiava da comunista, a radicale a socialista, voleva ‘essere’. Non essendoci riuscito, adesso, vestendo i panni dell’ateo devoto, di colui che ‘è con’ Berlusconi,di direttore di giornale, sempre che ‘Il Foglio’ possa considerarsi un giornale, di conduttore televisivo, pur sapendo che sono in pochi ad accorgersi di lui, tenta di ‘esserci’.
Ha fatto del male? Fa del male? Ma no! E' innocuo.
Fortebraccio di uno come lui avrebbe detto: …quando XY ha bisogno di esprimere il proprio pensiero, apre la bocca e parla, prende la penna e scrive… scivolando beatamente lungo i sentieri del nulla….
Noi diciamo solo: lasciamogli perseguire le sue aspirazioni. In solitaria.    

 

 
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Arcavacata e il Duende

Post n°50 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da beppe_dinverno

1. Il 22 gennaio scorso, al Teatro Auditorium dell’Università della Calabria è andato in scena ‘Cercando Picasso’, per la regia di Antonio Calenda, con Giorgio Albertazzi e la ‘Martha Grahm Dance Company’: uno spettacolo incredibilmente bello, d’impatto, che ha tenuto il pubblico senza respiro fino alla conclusione, per riservare a questo momento applausi tutt'altro che di circostanza.
Mentre sapientemente si alternavano recitazione e danza, il protagonista ha ricordato, quasi a sé stesso, come la maestria geniale di Picasso fosse da ricondurre al potere del Duende che certamente lo possedeva.
Tuttavia, il risultato, al di là della fantasmagoria di colori della scena, forse non è stato colto appieno da tutto il pubblico presente, per via che il Duende è un’idea abbastanza complicata, una forza misteriosa inafferrabile al di fuori dell'io, una categoria che sfugge alla cultura di massa.

2. Linguisticamente Duende è una parola del castigliano, impossibile da rendere in italiano. Il suo significato profondo, per quel che ci pare aver capito, è una sorta di mistica, quasi una filosofia del popolo andaluso, evocata in più occasioni dal compianto intellettuale spagnolo Federico Garcia Lorca, prima di scomparire tragicamente nel pieno della vita, ad opera del fanatismo fascista.

3. Il mio primo personale incontro col Duende l’ho avuto nel 2007. Ero a Siena, e mi è capitata tra le mani una locandina della stagione teatrale della città (http://www.comunedi siena.it/main.aspid=4550) , nella quale ho letto che “…il Duende è uno stato d’essere, una caratteristica che accomuna l’arte in continua ricerca, evoluzione, mutazione… (secondo Federico Garçia Lorca) quando un artista mostra il Duende non ha rivali”.
Non ho capito gran ché, ma visto che si parlava di Lorca, il mio poeta preferito (le sue poesie per me sono sempre state energia pura che non sapevo decifrare), ho voluto saperne di più. Sono ritornato sui testi, ed ora sul Duende posso dire qualcosa.
Nel 1928, in occasione di una Lettura tenuta a Buonos Aires (F.G. Lorca - Juego y teoria del Duende - 1933), Lorca dichiarò che quando abbandonò la Residencia de Estudiantes di Madrid, lo fece perché annoiato dal constatare che il sontuoso salone era il luogo che la vecchia aristocrazia spagnola animava col pretesto di assistere a conferenze, in realtà, per ‘correggere la propria frivolezza’.  Detto nel suo ‘sentire’, in quello che si faceva nella Residenzia de Estudiantes non c’era Duende.
E da qui partì lo sfogo lirico sul Duende.
“ In tutta l’Andalusia… la gente parla costantemente di Duende, e lo scopre appena compare con istinto efficace…tutto ciò che ha suoni neri ha Duende … così, dunque, il Duende è un potere non un agire… un potere misterioso che tutti sentono e che nessun filosofo spiega… il Duende di cui parlo - misterioso e trasalito - discende da quell’allegrissimo demonio di Socrate - marmo e sale, che lo graffiò indignato il giorno in cui prese la cicuta - e dall’altro malinconico diavoletto di Cartesio… il quale stufo di cerchi e di linee se ne andò per i canali a sentir cantare i marinai ubriachi…”.
Per Lorca, dunque, il Duende è una categoria mentale che caratterizza il popolo andaluso; non si conquista con l’esercizio (con l’agire); conferisce un potere misterioso che nessuno sa spiegare; risale ai primordi della cultura umana, e non s’inventa.
E Lorca così ha chiuso la conferenza argentina.
“Tutte le arti, come pure i paesi sono capaci di Duende, di angelo e di musa; e se la Germania… ha musa e l’italia un angelo permanente, la Spagna è in tutti i tempi mossa dal Duende. In tutti i paesi la morte è un fine. Giunge e si chiudono le tende. In Spagna si aprono...”.
Dal che mi sembra di capire che sostanza il Duende è la capacità - di chi la possiede - di sentire la forza di considerare vita e morte un unico misterioso teorema umano.

4. La conclusione che forse possiamo trarre è che il Duende è la cultura storicamente determinata di un popolo.  Non sapremmo come leggere diversamente le conclusioni della conferenza argentina.

 

 
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