Le antiche leggende ci raccontano che gli uomini avevano un solo linguaggio e si intendevano tra loro. La costruzione della torre di Babele e il tentativo di avvicinarsi a Dio, ci dicono, fu la causa della punizione divina con la dispersione degli uomini sulla terra e la confusione delle lingue. Così l’uomo non capì cosa diceva suo fratello e non riconobbe quello che una volta era suo amico. L’uomo continuò a dividersi con la lingua, con la razza, con il sesso, con la religione, con la politica, con la famiglia e chi più ne ha più ne metta. Non si sa se la storia ha confermato la leggenda ma, sicuramente, la storia che abbiamo vissuto conferma gli effetti della leggenda. Nelle immense diversità degli uomini di oggi c’è sempre la stessa madre, gli stessi bisogni e le stesse esigenze, come le medesime insoddisfazioni. Non vogliamo rivoluzionare la storia, vogliamo solo confutarla per capire, per capire gli altri, e capire noi stessi. Etnologi, sociologi e linguisti possono aiutarci e facilitare la riduzione delle distanze che hanno travagliato il confronto tra gli esseri umani ma, in ultima analisi, siamo noi a tessere la nostra trama, qui e altrove - l’abbiamo sempre fatto – e per far ciò riscontriamo ancora l’urgenza del confronto, dello sguardo, dell’azione dei cinque sensi e di quella fatale forza d’attrazione che e’ rappresentata dallo “sconosciuto” e, nello stesso tempo, uguale a noi. La critica ai nostri modelli di sviluppo, alla stessa idea di progresso e ai paradigmi culturali non possono ovviare alle domande che ci poniamo quotidianamente e alle quali diamo risposte superficiali e/o esclusive delle novità e diversità che questa nuova era ci pone dinanzi i nostri occhi. Prossimamente inizieremo in questa area tematica a proporre degli argomenti che negli ultimi decenni hanno compilato il concetto di solidarietà e di partecipazione, attraverso l’occlusione e l’inclusione, a volte forzata, del “diverso” da noi. Per far questo abbiamo necessità della vostra partecipazione e della vostra capacità di proposizione. Senza frontiere.
Introduzione
Le antiche leggende ci raccontano che gli uomini avevano un solo linguaggio e si intendevano tra loro. La costruzione della torre di Babele e il tentativo di avvicinarsi a Dio, ci dicono, fu la causa della punizione divina con la dispersione degli uomini sulla terra e la confusione delle lingue. Così l’uomo non capì cosa diceva suo fratello e non riconobbe quello che una volta era suo amico. L’uomo continuò a dividersi con la lingua, con la razza, con il sesso, con la religione, con la politica, con la famiglia e chi più ne ha più ne metta. Non si sa se la storia ha confermato la leggenda ma, sicuramente, la storia che abbiamo vissuto conferma gli effetti della leggenda. Nelle immense diversità degli uomini di oggi c’è sempre la stessa madre, gli stessi bisogni e le stesse esigenze, come le medesime insoddisfazioni. Non vogliamo rivoluzionare la storia, vogliamo solo confutarla per capire, per capire gli altri, e capire noi stessi. Etnologi, sociologi e linguisti possono aiutarci e facilitare la riduzione delle distanze che hanno travagliato il confronto tra gli esseri umani ma, in ultima analisi, siamo noi a tessere la nostra trama, qui e altrove - l’abbiamo sempre fatto – e per far ciò riscontriamo ancora l’urgenza del confronto, dello sguardo, dell’azione dei cinque sensi e di quella fatale forza d’attrazione che e’ rappresentata dallo “sconosciuto” e, nello stesso tempo, uguale a noi. La critica ai nostri modelli di sviluppo, alla stessa idea di progresso e ai paradigmi culturali non possono ovviare alle domande che ci poniamo quotidianamente e alle quali diamo risposte superficiali e/o esclusive delle novità e diversità che questa nuova era ci pone dinanzi i nostri occhi. Prossimamente inizieremo in questa area tematica a proporre degli argomenti che negli ultimi decenni hanno compilato il concetto di solidarietà e di partecipazione, attraverso l’occlusione e l’inclusione, a volte forzata, del “diverso” da noi. Per far questo abbiamo necessità della vostra partecipazione e della vostra capacità di proposizione. Senza frontiere.