Diritti e Dignità

Introduzione


Da poco tempo, le maggiori testate giornalistiche hanno riportato i dati PIL dei paesi ricchi e industrializzati, che si assestano intorno ad una media di 25mila euro annui, contro i 500 dollari pro-capite di un abitante in un paese in via di sviluppo (rapporto 1/60), dimenticando, nel contempo, di segnalare che nel primo semestre del 2010, a seguito di una forte riduzione dei terreni coltivabili e per il conseguente tracollo di produzione agricola dei cereali, oltre a una forte domanda interna, il nostro paese (insieme ad altri, quali p.e. l’Egitto), ha comperato circa 10 milioni di tonnellate di grano dai grandi paesi produttori mondiali. La nostra ricca società consuma i beni del pianeta in modo irresponsabile e, paradossalmente, ne richiede una quantità sempre maggiore. Questo modello di sviluppo partorisce ogni giorno sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. Il cittadino della civiltà occidentale (cioè noi) assiste al depauperamento delle risorse della terra (che è di tutti) e alla continua erosione del proprio potere di acquisto sia per i consumi materiali che per quelli intellettuali. La qualità della vita e il benessere che abbiamo auspicato per tutti noi cittadini, è divenuto il consumo cieco di una produzione senza controllo. In opposizione a questa perversa prospettiva, una rete di cittadini tenta di organizzarsi, con l’aiuto di associazioni di consumatori presenti sul territorio, per iniziative di sviluppo sostenibile, di risparmio energetico ed energie rinnovabili, per avviare quei processi virtuosi  quali le spese alternative e la reciproca mutualità di prodotti, da affiancare alle tante idee e culture che circolano nel campo delle cosiddette bio-diversità, per arrivare a spendere meno, sprecare in minor grado e inquinare, conseguentemente, in quantità inferiore. Tutto questo è soltanto una goccia d’acqua nell’articolata struttura di sistema globalizzato, ma una goccia d’acqua unita ad una goccia d’acqua, unita ad una goccia d’acqua..... beh, si sa come va a finire!. Anche la nostra Associazione dovrà tuffarsi in queste acque per progetti che ci portino a risparmiare su prodotti materiali e culturali, privilegiando la qualità dei beni e dei servizi, tentando di eliminare il più possibile gli sprechi. L’apertura delle iniziative è, al momento, rinviata a data da destinarsi. Ma ci aspettiamo copiose e curiose collaborazioni.