Dis-incanti

Jean-Paul. Ritorno dell'identico? L Terza Guerra Mondiale e la Germania


Post 731Ben prima di Dostoevskji e di Woytila Goethe: "Angedenken an das Schöne ist das Heil der Erdensöhne", nel ricordo e nella contemplazione del Bello è la salvezza dei figli della terra. Questo il mio Buongiorno a tutti gli ipuisti nel giorno della chiusura del Corso, dedicato alla lettura pedagogica di Nietzsche, in compagnia di Johann Paul Richter (Jean-Paul) da Friedrich irriso come "fato in veste da camera"*l moderno oppio dei popoli, il calcio, fa più danni e meno miracoli dell'antico, la religione. Per conto mio preferisco del buon assenzio, quello dei Poètes maudits. Ne rifanno dell'ottimo i benedettini di Sant'Anselmo all'Aventino e Sarandrea di Collepardo*A proposito dei malumori serpeggianti nell’Europa dis-unita nei confronti della Germania. “Una cosa si impara dalla storia: che nessuno ha mai imparato niente dalla storia”. Così’ Hegel. Ma è bene subito anche aggiungere: perché nessuno può imparare nulla dalla storia, per il semplice motivo che lo Spirito, nel suo perenne autoporsi, nel suo perenne divenire, mai si ripete (checché ne pensi l’amico Friedrich dell’ewige Rückehrt des Gleiches, dell’eterno ritorno dell’identico). Solo apparentemente si danno identiche circostanze, identiche cause, identici effetti, al massimo repliche, vichianamente, di forme, mai di contenuti. Quello che sto per dire vale dunque come pura e semplice descrizione del fatto, di ciò che è stato, riguarda la crociana storia come pensiero e non la storia come azione. Se una terza guerra mondiale dovesse scoppiare, non sarebbe né per la Cina, né per il Medio Oriente, né per l’Ucraina, né per l’Africa inquieta, ma ancora una volta per la Germania. Ci vollero due guerre mondiali (per non dire di quella del 1870 tra Germania appena unita e Napoleone III) perché le potenze occidentali prendessero atto del cambiato equilibrio politico ed economico avvenuto per l’affacciarsi sulla scena europea e del mondo di una Nazione giovane, ricca, determinata, bisognosa di sfoghi commerciali e di sbocchi al mare. Guerre, tranne quella del ’70, dalle quali la nuova potenza uscì sulla carta distrutta, per poi in breve risorgere sempre più forte, sempre più ricca. E’ da augurarsi che, per evitare nuovi inutili eccidi, il mondo, America Francia Inghilterra in primis, non si facciano riprendere dalla smania guerrafondaia e dal desiderio di riprendersi quanto hanno irrimediabilmente perso. In barba agli eterni ritorni non ci si bagna mai nella stessa acqua, pur se factum infectum fieri nequit.  Il mondo intero ancora una volta coalizzato contro la Germania sarebbe per il mondo l’estrema iattura.*Altre fuggevoli riflessioni quasi in tema.Ho l’impressione che, in Europa almeno, la democrazia, nel suo senso di governo del popolo nel suo complesso, o almeno della sua maggioranza, abbia fatto il suo tempo. Che democrazia è quella  in cui oltre la metà della popolazione si astiene dal voto? La strada intrapresa sembra essere quella delle oligarchie e, saltata a pie’ pari  la “platonica”, nei due sensi del termine, aristocrazia della cultura, delle oligarchie plutocratiche. Il paradosso è che partecipazione popolare massiva, più o meno falsa, alla vita pubblica si ha oggi solo nei paesi monocratici, cioè assolutistici che, guarda caso, si autodefiniscono democratici per antonomasia. Essendo stata la democrazia moderna contrabbandata come la forma meno imperfetta di sistema politico, che pensare dei ritorni a forme di convivenza in cui le regole sono quelle del branco, quelle del potere del più forte? O è stato sempre cos’? Per davvero nulla cambia? O, paradosso dei paradossi, tutto sta perché tutto muta, e tutto muta perché  tutto sta? Essere e divenire coincidono? Il divenire è, l’ essere diviene? Pace fatta tra Eraclito e Parmenide? Aristotele, per quel che può ancora valere il suo parere, la pensava all’incirca così.(Trovo queste riflessioni un morcelage sconclusionato, incoerente e contraddittorio. Ma oggi non mi viene nulla di meglio) ___________ Chàirete Dàimones! Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)