Dis-incanti

L'Iside cristiana. Grande musica a L'Aquila e Farfa (ISA e Lo Muscio-John Hackett)


Post 740   Stamane il sole è "radiante cum grande splendore", i due ibiscus del giardino del Frainile, rosa e fuxia, sono in piena fioritura, le roselline resistono testarde, le noci maturano sui rami folti, i grossi fichi (i 'follacciani') sull'albero ormai mutilo dell'orto adiacente di 'Mastrognente". Al borgo iniziano i festeggiamenti dell'Iside cristiana sotto il bel titolo di Illuminata (che suona sì illuminata da Dio, come la luna dal sole, Iside da Osiride, ma anche aperta, comprensiva, tollerante, disponibile, quasi ...illuminista). Inoltre la Rocca di Carsoli m'ha avuto per la mia solitaria passeggiata quotidiana tra il verde cupo del bosco e il silenzio incontaminato. Una gran bell'inizio di giornata. Cosa voglio di più? *Il 24 luglio  a L'Aquila, nel controverso ma a me non discaro Auditorium del Parco o del Castello di Renzo Piano, Anteprima del XV Festival "Le pietre che cantano. Il sorriso degli Dei", direzione artistica di Luisa Prayer, con l’esibizione dell'Orchestra dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese, coro del Conservatorio "A. Casella" di L’Aquila, solisti dei Conservatori di Bologna Parma e L’Aquila.Il programma  prevede un percorso drammaturgico  semiscenico sul mito di Orfeo (da me -neopagano lirico,  laureato con una tesi, poi pubblicata, su Gabriel Marcel, il filosofo  del metaproblematico  che afferma il mito di Orfeo e di Euridice essere al cuore stesso del suo pensiero- fra tutti prediletto) con musiche tratte da Orfeo ed Euridice di Gluck e da L’anima del filosofo ossia Orfeo e Euridice di Haydn. Che dire: indubbiamente l’orchestra aquilana è all’altezza della sua fama, ma i giovani protagonisti, lodevoli per avercela messa tutta, lasciano assai a desiderare. Troppo acerbi e impacciati, e nella voce e nella tenuta scenica. Nel ruolo di Orfeo bravino il mezzo soprano che lo interpreta in Gluck, scarso assai l’interprete maschile, tenore, in Haydn. Euridice poi, la stessa soprano nei due ruoli, non ha potenza di voce, anzi par di voce  non averne affatto; il fisico da anoressica non le giova. Una vera sorpresa il soprano Rita Alloggia  che  interpreta la parte del Genio in Haydn e quella di Amore in Gluck: voce forte e possente, chiara ed agile nei gorgheggi, non meno impegnativi di quelli del Flauto magico mozartiano. A buon motivo, pur non essendo la protagonista principale, è stata la più applaudita. Queste mie riserve nulla vogliono togliere all’importanza di un’iniziativa unica nel suo genere, non fosse che per il suo alto valore divulgativo e didattico. Non si farà mai abbastanza per riavvicinare questo nostro mondo distratto e rumoroso, i giovani in primis, al mito, sorgente alla quale più fortunate generazioni umane si sono abbeverate e di cui hanno nutrito la propria interiorità e la propria creatività. Scrive Cesare Scarton nella presentazione del programma di sala:“Il mito di Orfeo ed Euridice ha appassionato moltissimi artisti, poeti e musicisti.. Da Monteverdi a Gluck, da Sartorio a Haydn, da Offenbach a Casella, tanto per rimanere in campo musicale. Ugualmente forte l’influsso esercitato su poeti e letterati, da Poliziano a Rilke, da Campana a Buzzati a Pavese. Ricchissima anche l’iconografia e tra le tante trasposizioni in scultura e pittura basterà citare il Paesaggio con Orfeo ed Euridice di Nicolas Poussin, le due statue di Orfeo ed Euridice scolpite da un giovane Antonio Canova e due bellissimi quadri di Gustave Moreau…”E riferendosi alle scelte stilistiche della curatrice:“Una essenzialità questa che vuole essere anche la cifra stilistica di questa serata che intende richiamarsi a quella “quieta grandezza e nobile semplicità” che per Winckelmann è il carattere più profondo dell’arte greca e che nella musica di Haydn e Luck trova perfetto riscontro”.Le prossime tappe del Festival saranno: Ocre mercoledì 6 agosto ore 21, VIAGGIO A CORINTO, dedicato alla poetessa Maria Luisa Spaziani; Tione degli Abruzzi 11 agosto ore 16-19, TEMPESTE, trilogia della rinascita; Rocca di Mezzo 14 agosto ore 18, RISCRITTURE/RILETTURE DEL MITO, e alle 21 IL CANTO DEI PROFUGHI – Italia fugiens; Rocca di Mezzo 18 Agosto ore 21, CONCERTO DI MEZZA ESTATE. Gli altri Strauss; Rocca di Mezzo 19 agosto ore 18, DAL SIRENTE ALL’OLIMPO – una spedizione alpinistica, e alle ore21, NAPOLEONE MAGICO IMPERATORE; Ocre 21 Agosto ore 19, QUESTIONI DI STILE. DAL ROMANTICISMO IL CLASSICISMO. A seguire CONCERtO DEL QUARTETTO PROMETEO, ABSCHED/COMMIATO; Rocca di Mezzo 23 Agosto ore 21, Divagazioni sul mito, MITICO JAZZ, con Lino Patruno e il suo LINO PATRUNO JAZZ SHOW.Occasioni uniche per regalarsi un mese di vacanze musicali con Vacuna, da cui vaco, da cui vacanza, dea del riposo dell’anima, dell’estasi, della contemplazione.*Nelle ore antecedenti al concerto un violento acquazzone mi ha impedito di godere appieno di un’Aquila finalmente risvegliata da un funereo torpore quinquennale. Ormai la città storica è tutto un cantiere, alcuni locali riaprono e la presenza di giovani e meno giovani residenti, non solo di turisti curiosi di vedere i disastrosi effetti del terremoto, al Corso, dà la consolante idea di una resurrezione. L’Aquila sta per riprendere il  volo dal suo nido che Gran Sasso e Sirente contengono: San Bernardino, il Duomo, la Chiesa delle Anime sante e Santa Maria di Collemaggio presto riapriranno i battenti, il forte spagnolo i suoi musei, la fontana luminosa dalle due gigantesche contadine bronzee nude  sorreggenti una grande conca tornerà a dare il benvenuto al turista innamorato dell’Abruzzo attonito dinnanzi alla porta antica della città federiciana. *Altro evento straordinario al quale ho avuto il piacere di partecipare è  il concerto finale dell’International Organ Summer Festival in Rome di Marco Lo Muscio. In una chiesa finalmente colma  di appassionati in ogni ordine di posti, la basilica della prestigiosa, ricchissima di storia, Abbazia di Farfa, l’organo di Marco duetta con il flauto  verticale di John Hackett, con suo fratello Steve il più grande rappresentante del Rock progressive. Ne  risulta un concerto che definirò mistico, così delicato e profondo nelle sue connotazioni “religiose”, sia nelle parti solistiche dei singoli strumenti, che in quelle, la maggior parte, in cui il duo si esibisce insieme. Bisogna dare atto a Marco Lo Muscio di star rivoluzionamdo l’uso tradizionale dell’organo, per lo più impiegato in musiche nate per esso soprattutto a fini liturgici. La bravura del Maestro è il saper conquistare al  più completo  degli strumenti una copiosa produzione “profana” che dalle sue dotte trascrizioni del profano perde il carattere e si inserisce con somma naturalezza nel filone della “Musica da Chiesa”. I classici Caccini Telemann Buttstett Haendel Gluck fraternizzano con grande naturalezza con i Lo Muscio, John e Steve Hacket, Jean Langlais (ed un benedettino, Massimo Lapponi, suonato da Marco per dovere d’ospitalità in quanto appartenete alla comunità di Farfa) quasi rinunciando ognuno umilmente al proprio marchio d’origine, ai propri tratti inconfondibili e alle proprie caratteristiche. Il “Preludio in fa minore” di Caccini, la “Sonata in Fa maggiore” di Telemann, le “Fughe in mi minore e in sol minore” di Buttstett, il “Minuetto e  danza ‘degli Spiriti Beati’” di Gluck si disposano con somma naturalezza, per la perizia degli arrangiamenti lomusciani, con “White Prelude” e “The White Tree” di  Lo Muscio, “Le Chant du Rissignol” di Lapponi, l’“Overnight snow” di John Hacket, l’“Hairless Heart” di Steve Hacket, e “ Tre Pezzi per flauto ed organo” di Jean Langlais.A Farfa ho rinnovato il patto d’amore con Frau Musika, la gran Dama cui fin dalla nascita fui promesso; un patto  che si rinsalderà via via  fin che morte non ci separi, o  definitivamente ci unisca, l’uno nell’altra, isotteo-tristaniano ertrinken versinken unbewusst, hoechte Lust, dissolvendo.                                                                                            Chàirete Dàimones!