Dis-incanti

Ricordi ed altro


Post 841Albeggia. Ed io, recluso nella mia cella al Frainile (fuori diluvia, par che sia Novembre non primavera avanzata, anche la Natura piange con me lo sfascio di una Repubblica inutilmente nel suo settantesimo celebrata, rabbrividiscono dalle loro pareti Bach Beethoven Schubert Verdi Wieland Goethe Bruno Nietzsche Courbet Kodaly D'Annunzio...Sforza) m'abbandono, in uno strano stato d'animo misto di malinconia, nostalgia, sereno e ironico disincanto, ai ricordi.In un giorno uggioso, simile a questo, dell'ottobre 1944, qualche mese dopo la ‘liberazione' di Roma, in groppa a uno dei cavalli di zio Amedeo (lo storico cavallo caprino di nome Pippo che in quella circostanza tentò nuovamente ma inutilmente di strapparmi al destino scaraventandomi in una scarpata di pietre e rovi tra il primo e il secondo ponte di Vallinfreda, in località detta Cupaiu, dopo averci provato, qualche anno prima, con una zampata assestatami in fronte, mal sopportando che gli tirassi per gioco la coda), abbandonai i miei colli per recarmi al collegio, situato nei pressi di Porta Pia, nel quale s'era deciso che io proseguissi gli studi. Ivi s'usava, due volte a settimana, nei pomeriggi del giovedì e della domenica, uscire ‘a passeggio', diretti per lo più in una delle ville romane, la Borghese l' Ada la Glori, frequentate soprattutto da soldati ‘alleati' avvinazzati e da ragazze di vita che offrivano, tra trilli e frullii (quelli dei respighiani Pini di Roma) i loro amori venali coram populo tra le folte siepi, dalle quali si scorgevano emergere giovanottoni sbracati, per lo più di colore nero od olivastro, americani africani indiani, in atto di ricomporsi dopo la foia dell'atto carnale: per l'undicenne collegiale una davvero simpatica ‘educazione sentimentale'', una delicata iniziazione al sesso. Qualche altra volta si percorreva, cantando, tutta la via Nomentana fino ai prati della Bufalotta, della Cesarina, della Marcigliana, ove si picniccheggiava attorno a rozzi tavoli sorretti da bossoli di proiettili di cannoni antiaerei, di cui era stata colà una postazione, da noi stessi incoscientemente con mezzi rustici svuotati, s'immagini con quali rischi, delle polveri. Di quei prati ora ben poco rimane, disordinati quartieri popolari, borghesi e medioborghesi, ne hanno preso il posto; e in uno di questi quartieri il caso ha voluto ch'io venissi a trascorrere la mia vecchiaia, dopo avervi a lungo vissuto amato, procreato, ma anche molto sofferto e sacrato, tra gli anni sessanta e novanta. In uno dei volumi delle mie poesiole (pomposamente sottotitolate Liriche dell'immanenza), quello che s'intitola Aqua Nuntia Aquae Iuliae, trova spazio anche una breve autobiografia, Puerizia infanzia fanciullezza e prima adolescenza di Atem, ove con più dovizia di particolari gli eventi dei miei anni infantili sono narrati. E non è detto che, gli iddii permettendo, non riprenda a narrare gli eventi della mia turbinosa e meravigliosa vita da essi ripartendo, fino ai giorni di questa turpe e stupenda vecchiezza, ad maiorem Dei gloriam e ad perennem ...mei memoriam. Anche non ne venisse una Dichtung und Warheit, il vecchio amor nostro Goethe forse non se ne dispiacerebbe; e non se ne dispiacerebbero nemmeno, forse, fra tanto altro abbondante ciarpame autobiografico, le patrie lettere!P. S. Dovessi davvero scriverla, la mia autobiografia, la titolerei Dichtung Musik und Wahreit, Poesia Musica e Verità; si tratterebbe così solo di un mezzo plagio, Musik non essendo presente nel titolo goethiano. Oppure potrei dirla Vitam impendere Pulchro, spendere la vita per il Bello, se non avessi già dato questo titolo ad un altro dei miei libercoli semiautobiografico. Preoccupazione superflua: decido di rimandare la mia autobiografia alla prossima vita, nella speranza che sia più meritevole di esser narrata._______________________ Chàirete Dàimones!Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)