Dis-incanti

...e Sindaco fu!


Post 842Ricevo da un anonimo e volentieri pubblico."Ebbene sì. Da vivarese puro sangue, che nessuna culturale contaminazione è riuscito a corrompere, vado superbo di Beatrice, il neo- sindaco di Vivaro, plebiscitariamente chiamata alla guida della piccola comunità. Perché, più che di un voto, si è trattato di una presa d'atto, di un riconoscimento per quanto finora Beatrice per Vivaro ha rappresentato. A Vivaro ella ha dedicato i suoi anni migliori, come pubblica amministratrice, per circa vent'anni, e come animatrice culturale; sempre dimessa umile sorridente, disponibile e onnipresente, ha saputo contemperare i suoi doveri civici con quelli gravosi scolastici e familiari, con una forza che la sua gracilità non avrebbe mai lasciato immaginare. Non solo: da donna di cultura animata da una grande passione per la ricerca, innamorata della terra dei suoi avi, al recupero e alla salvaguardia delle tradizioni e dei costumi di essa ha dedicato, raccogliendo l'eredità del suo amico ed estimatore Don Gioacchino Di Nicola, numerosi volumi, curando la ripubblicazione di vecchi documenti (vedi la storia di Vivaro sotto la dominazione francese dell'Alessandri e la Vita del Cardinal Di Pietro del Presutti), la pubblicazione della voluminosa raccolta di poesie dialettali, curata e tradotta da Gabriele Moglioni e da Giulio Sforza introdotta, Sòle ranena e pennecchie, di Vittorio Peruzzi, e del Vocabulariu ‘ella lengua iuarana antica del prof Giuseppe Peruzzi; o lei stessa scrivendoli, come Vivaro la Terra la Gente, I Vivaresi e il canto popolare (in collaborazione con Francesco Petrucci), Me parea mill'anni, cronaca delle vicende della scuola elementare di Vivaro tra gli anni venti e cinquanta, quali risultano dai diari e dai resoconti di fine anno degli insegnanti; senza contare la ventina di calendari-almanacchi da lei compilati, e pubblicati dall'Associazione culturale di Varia Umanità e Musica ‘Vivarium' in collaborazione con Comune e Pro-Loco, ognuno illustrante un aspetto della civiltà contadina vivarese. Come si vede, una robusta serie di produzioni che rappresentano non solo un prezioso materiale di riflessione per l'antropologo culturale, ma la testimonianza di un tempo-che-fu guardato non tanto col commosso rimpianto, l' inutile geremiade di chi lo ritenga definitivamente perduto, ma con la passione di chi lo vede recuperabile nei suoi valori fondamentali, quali nuovi punti di partenza, pedane di lancio per un salto verso un futuro che almeno freni ed arresti la fatale decadenza a cui la nostra beata terra equa sembra dai nefasti eventi di una malintesa globalizzazione condannata.Complimenti dunque a Beatrice e alla sua squadra, ai suoi leali avversari, al popolo tutto di Vivaro che, infrangendo secolari tabù, le ha concesso ampia fiducia; ed auguri infiniti perché le difficoltà, inevitabili anche nell'amministrazione di una pur minima comunità, alle quali andrà incontro, non ne fiacchino impegno ed entusiasmo; che anzi la corroborino nella sua volontà indomita e la ricarichino di energie. Come del gigante Anteo, si possa di lei dire che vires resumit in nuda tellure iacens, riprende energia e vigore abbandonata e distesa, anima e corpo, fra le braccia della sua Terra, sua Madre"._______________________Chàirete Dàimones!Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)