Dis-incanti

Puccini e Verdi secondo Bistolfi


 1094  Ho conosciuto per caso in questi giorni, vagando inquieto wanderer per la Rete, un signore e studioso straordinario, di quelli che una volta in vita ti avviene, se sei fortunato, di incontrare. Si tratta di Luca Bistolfi, uno scrittore e un critico letterario e musicale non appigionato che scrive su varie testate e riviste, quelle che sono in grado di reggere la sua poliedrica cultura e le sue strepitose bordate. Io lo ho incontrato su Pangea, che si auto presenta come “Rivista avventuriera di cultura & idee”, fondata da Luca Alberto Lo Presti e diretta da Davide Brullo. Cercavo qualcosa di nuovo e diverso su Puccini nel suo centenario. E guardate un po’ che ti trovo? Leggete e stupite alla lettura di “Giacomo Puccini: sia lode al gigante della musica seria (ma la bibliografia è avvilente)”. La rivista è on line ed è gratuita.   Io che in gioventù mi godetti gli stroncatori Papini Soffici Prezzolini Giuliotti ed altri in campo estetico-filosofico-letterario, ho goduto compiaciuto alla lettura di un lungo articolo del critico musicale Luca Bistolfi pubblicato sulla rivista on line di libera consultazione “Pangea. Rivista avventuriera di cultura e idee”. Lucidità, informazione, verve di tale genere non ci è dato più che rarissimamente incontrare in questi tempi di massificazione rimbecillente. Che poi le stroncature del pangeatico riguardino i denigratori di Puccini a vantaggio del Bussetano mi fa doppiamente piacere. Il Lucchese non ha niente, proprio niente da invidiargli, e tanto meno da dovergli. Altre arie egli respirò, frequentò altri lidi, quelli che spalancavano a Frau Musika e ai suoi devoti ben altri orizzonti. Diceva il vecchio Verdi del giovane Puccini, credendo gliene tornasse a disdoro, che era più un sinfonista che un melodista, e aggiungendo che un’opera lirica dove predomini l’armonia a scapito della melodia è come un monumento dalla grande base e dalla picciola statua. Immagine certo efficace ma inadeguata; lo stesso Verdi dall’Otello in poi se ne sarebbe accorto e faticò non poco per arrivare ad autosuperarsi e in qualche modo autonegarsi, che dio sia lodato, nel Fallstaff. Io che circa Verdi ho sempre quasi in tutto condiviso il giudizio irridente di Richard Strauss, e dai suoi cieli il grande Marzio Pieri me ne perdoni, Verdi, chi? Il musicista dello zumpapa zumpapa?, leggo con soddisfazione le bordate di Bistolfi contro certa critica musicale. I non verdiani andranno in sollucchero. Ma anche i verdiani ne usciranno, se non convertiti e meno inca, un poco, lo spero, illuminati.   Nel suo lungo saggio Bistolfi parte da Virgilio Bernardoni e le sue riflessioni sul centenario puccininiano, e ne prende spunto per denunciare l’inadeguatezza, quando non la falsità e la malevolenza, della maggior parte della critica pucciniana, a partire da Massimo Mila, attraverso toscanini Alfano Berio e altri, per arrivare a Julian Budden e Dieter Schickling che salva dalla condanna videnziandone e lodandone i meriti e la sagacia. Ecco come presenta Schickling:   "Quando nel 2008 su un quotidiano romano salutai l’arrivo dello Schickling, uscito per i centocinquant’anni della nascita e ad oggi il miglior libro in circolazione, chiudevo il contributo augurandomi di veder presto o tardi sorgere la monografia che rendesse giustizia al più grande operista italiano moderno. Sperai adesso di trovarla in Bernardoni. Ma a distanza d’oltre tre lustri debbo constatare ancora la presenza di lavori bensì volenterosi ma inutile fatica di praticoni e orecchianti. Sicché, oltre di leggervi lo Schickling, il mio consiglio è di farvi da voi il vostro Puccini, senza alcunché sperare da critici e storici. Qualche traccia adesso l’avete”. Buona lettura https://www.pangea.news/giacomo-puccini-centenario-morte/  *    Un sogno mai sognato     Uno stato totalitario politico-clericale non identificato bandisce un concorso senza tema per una carica non identificata. Partecipazione obbligatoria. Io cerco di esimermi fuggendo. Bloccato, son trascinato in manette alle segrete, come una volta si diceva. Obbligato a scrivere sotto lo sguardo minaccioso dei carcerieri scelgo il mio tema: All’inizio era il Non Senso, e il Senso era presso Dio, e il non Senso era Dio. Condannato al capestro per blasfemia e torturato, mi rifiuto di abiurare. Al momento dell’esecuzione un dardo infuocato, sceso come fulmine dal cielo, colpisce  la corda e la spezza:  son salvo per bontà di un …sensatissimo Iddio.    Questo il mio sogno di stanotte. Son sano e non vaneggio._________________ Ho conosciuto per caso in questi giorni, vagando inquieto wanderer per la Rete, un signore e studioso straordinario, di quelli che una volta in vita ti avviene, se sei fortunato, di incontrare. Si tratta di Luca Bistolfi, uno scrittore e un critico letterario e musicale non appigionato che scrive su varie testate e riviste, quelle che sono in grado di reggere la sua poliedrica cultura e le sue strepitose bordate. Io lo ho incontrato su Pangea, che si auto presenta come “Rivista avventuriera di cultura & idee”, fondata da Luca Alberto Lo Presti e diretta da Davide Brullo. Cercavo qualcosa di nuovo e diverso su Puccini nel suo centenario. E guardate un po’ che ti trovo? Leggete e stupite alla lettura di “Giacomo Puccini: sia lode al gigante della musica seria (ma la bibliografia è avvilente)”. La rivista è on line ed è gratuita.   Io che in gioventù mi godetti gli stroncatori Papini Soffici Prezzolini Giuliotti ed altri in campo estetico-filosofico-letterario, ho goduto compiaciuto alla lettura di un lungo articolo del critico musicale Luca Bistolfi pubblicato sulla rivista on line di libera consultazione “Pangea. Rivista avventuriera di cultura e idee”. Lucidità, informazione, verve di tale genere non ci è dato più che rarissimamente incontrare in questi tempi di massificazione rimbecillente. Che poi le stroncature del pangeatico riguardino i denigratori di Puccini a vantaggio del Bussetano mi fa doppiamente piacere. Il Lucchese non ha niente, proprio niente da invidiargli, e tanto meno da dovergli. Altre arie egli respirò, frequentò altri lidi, quelli che spalancavano a Frau Musika e ai suoi devoti ben altri orizzonti. Diceva il vecchio Verdi del giovane Puccini, credendo gliene tornasse a disdoro, che era più un sinfonista che un melodista, e aggiungendo che un’opera lirica dove predomini l’armonia a scapito della melodia è come un monumento dalla grande base e dalla picciola statua. Immagine certo efficace ma inadeguata; lo stesso Verdi dall’Otello in poi se ne sarebbe accorto e faticò non poco per arrivare ad autosuperarsi e in qualche modo autonegarsi, che dio sia lodato, nel Fallstaff. Io che circa Verdi ho sempre quasi in tutto condiviso il giudizio irridente di Richard Strauss, e dai suoi cieli il grande Marzio Pieri me ne perdoni, Verdi, chi? Il musicista dello zumpapa zumpapa?, leggo con soddisfazione le bordate di Bistolfi contro certa critica musicale. I non verdiani andranno in sollucchero. Ma anche i verdiani ne usciranno, se non convertiti e meno inca, un poco, lo spero, illuminati.   Nel suo lungo saggio Bistolfi parte da Virgilio Bernardoni e le sue riflessioni sul centenario puccininiano, e ne pre nde spunto per denunciare l’inadeguatezza, quando non la falsità e la malevolenza della maggior parte della critica pucciniana della critica pucciniana, con esclusione di  a partire da Massimo Mila, attraverso toscanini Alfano Berio e altri per arriveare a Julian Budden e Dieter Schickling. Col quale egli schiudeQuando nel 2008 su un quotidiano romano salutai l’arrivo dello Schickling, uscito per i centocinquant’anni della nascita e ad oggi il miglior libro in circolazione, chiudevo il contributo augurandomi di veder presto o tardi sorgere la monografia che rendesse giustizia al più grande operista italiano moderno. Sperai adesso di trovarla in Bernardoni. Ma a distanza d’oltre tre lustri debbo constatare ancora la presenza di lavori bensì volenterosi ma inutile fatica di praticoni e orecchianti. Sicché, oltre di leggervi lo Schickling, il mio consiglio è di farvi da voi il vostro Puccini, senza alcunché sperare da critici e storici. Qualche traccia adesso l’avete”. Buona lettura https://www.pangea.news/giacomo-puccini-centenario-morte/     Chàirete Dàimones!   Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)