Dis-incanti

ancora della vexata quaestio


Post  210     Il mio precedente post ha suscitato su facebook una vivace discussione fra me e l’amico avvocato Vincenzo Laudanno che, da “laico” difensore delle tradizioni, usa l’argomento della tradizione anche nella complessa causa (ma già all’italiana risolta) del Crocifisso nelle scuole  per condannare Strasburgo. Quello della tradizione  è l’argomento più abusato nei dibattiti di questi giorni, e non solo da parte di politici populisti, scalmanati ed arruffoni, sostanzialmente analfabeti, come il La Russa del becero e bavoso attacco ad Odifreddi, ed a tutti quelli che come il grande matematico la pensano, durante un programma rai. Resto di sasso. Pura questione di rispetto delle tradizioni, dunque? M’aspettavo che il Crocifisso rappresentasse qualcosa di più che una banale tradizione.  Le tradizioni vanno e vengono, come nascono finiscono, l’una scaccia l’altra, la cristiana scacciò la pagana a me tanto cara, una nuova, neopagana e neo cristiana insieme, scaccerà, come è nei miei auspici, la cristiana…e così usque ad consummationem saeculi. Non è il Crocifisso un’Idea, addirittura una Idea archetipa, e come tale immortale anzi eterna? Non certo con l’Idea che i cristiani coltivano del Crocifisso è la mia polemica, ma con l’uso “storicistico”, strumentale e prevaricante, offensivo ed umiliante per l’atemporalità dell’Idea, che si fa del suo simbolo. Ma di ciò basta. Per quanto poi riguarda il “mio” Crocifisso, il più illustre martire del pensiero nuovo e libero, come per anni ne ho portato l’effigie sul petto continuo ora a portarne l’Idea eterna nel cuore e nelle carni, stigma sanguinante e profondo.     Chàirete Dàimones!