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Riccardo Riki alla ricerca del tempo (poetico) non perduto

Post n°993 pubblicato il 09 Ottobre 2018 da giuliosforza

Post 914

    Nuove (antiche) liriche di Riccardo Riki

    Torna Riccardi Riki alle ricerca del suo tempo poetico non perduto, torna di lontano, dalla profondità dei suoi vent’anni. Anni vicini e lontani, di contestazione e d’amore, soprattutto d’amore. E di pensari lirici, gentiliani pensieri pensanti, Atto, non fatto, e heideggeriana denkende Dichtung, poesia pensante e pensiero poetante. Puro Poièin.

    Fa bene Riki a regalarci  la sua musa  adolescenziale e giovanile, ché questo sono  FLASHBACK 1 e FLASHBACK 2 freschissimi di stampa (Fabio Croce editore, Roma, settembre 2018, pp. 114 ciascuno).  Sostenne in qualche parte Goethe che chiunque scriva ha già detto tutto nel suo primo libro. I libri che seguiranno non saranno che variazioni sul tema, approfondimenti, arricchimenti, maturazioni, stili nuovi, reinterpretazioni, magari ripensamenti, se non vere e proprie palinodie. Ciò è vero anche per Riccardo Riki la cui ultima fatica ripropone le prime liriche della sua operosa giovinezza, rimaste inedite per diventare ora la sua sesta raccolta dopo Dietro di me (1972), Vivien (1988), L’alba rossa di Hailey, Omaggio ad Ezra Pound (2015, quattro ristampe), Tè a New York e L’ultimo amore (2017), senza considerare un testo di poesia teatrale sperimentato con inserti jazz dal vivo nel 1989, Amore blu. Tempi e ritmi del 2000.

Da quando conobbi Riccardo Riki (Riccardo Barboni) nei lontani anni sessanta. potei anno per anno, periodo creativo per periodo creativo, verificare per quel che lo riguarda la verità dell’opinione goethiana:  come la sua crescita letteraria traduca liricamente i suoi bioritmi, si trasformi e maturi, si arricchisca e come è delle crisalidi in nuove forme trapassi (…quasi entomata in difetto -Purg, X, 128- …nati a formar l’angelica farfalla  -ivi, 125), ma  sempre della crisalide mantenendo natura e potenzialità. Più giovanilmente piani e descrittivi e narrativi, in contenuto e stile , i primi versi, sempre più profondi e criptici, nello spirito di un classico ermetismo trapassante in modernissimo simbolismo, gli ultimi. Tra Flashback e L’Alba rossa di Haley. Omaggio a Ezra Pound sembra esserci un abisso, ma abisso non c’è: dalla stessa polla discendono i rami dei ruscelli in cui la poetica rikiana va volta a volta determinandosi e diramandosi. Lo stesso Riki ne dà una conferma esemplare nei due brani che riporta in  quarta di copertina dei due volumi di Flashback , due brani, da Cielo arabo l’uno, da Temo che qualche sventura l’altro, in cui le metamorfosi sono più evidenti: “…avevo perduto quel corpo inventato / in quel tratto di deserto dietro una duna / che mutava come una brezza leggera / e di fronte alle sponde gialle / di quella notte fredda /il cielo mandava una stella / sopra la vecchia tenda / della tribù isolana…”; e in Flashback : “Temo che qualche sventura / possa accadere al nostro amore / ma penso anche che qualcosa di bello / debba aleggiare intorno a noi / ­-adorata Lù- / perché ogni strada conduce lontano / e qui ogni ramo /un grosso ramo d’oro / resisterà al vento, alla neve, alla pioggia / ma i tuoi occhi sono spenti / o accesi con sofferenza / e il corpo di domani attende ancora / in religioso silenzio / da più giorni / il contatto di ieri”.

E scorrendo via via i titoli delle or brevissime e contratte liriche, or più diffuse e distese, si ha l’impressione di un vero e proprio Bildungsreise, di viaggio di formazione, di un giovanile Grand Tour attorno alla  propria anima e all’anima della Terra  mediante il Grand Tour nelle più svariate regioni del mondo, che si fanno metafore di un ininterrotto periplo attorno al cuore: ché soprattutto d’amore e di viaggi dilatati a metafore di un infinito periplo attorno alle frastagliatissime coste del mondo interiore rendono conto le liriche, nelle quali è avvertibile il godimento sensuale e sensuoso di chi  attraverso la poesia ha riconquistato quella primordiale totalità che ogni essere umano per strade diverse, ma sempre  affannosamente (“…la poesia è una tempesta nel cervello: / se non reggi quella tempesta / non provare a mettere in mano  la penna, / e posa i remi”) persegue, e che solo la poesia, novalisianamente capace di trovare le strade riposte dell’essenza e di discoprirne il mistero, sembra negli esiti poter garantire. Nella prosa che precede la raccolta , la protagonista Norma, all’apice del piacere così si rivolge ad Augusto:”Sono felice, perché ho vicino la metà che cercavo”, ove l’eco s’avverte delle parole poste da Platone in bocca ad Aristofane nel Simposio , allorché il commediografo espone il mito dell’uomo primigenio come  essere rotondo mono o bisessuale, che  un cataclisma cosmico spezza in due parti sicché ognuna non si plachi finché non abbia ritrovata l’altra ricomponendo con essa l’unità e totalità originarie, e dichiara in questa ricerca affannosa, in questa spasmodica tensione consistere l’Eros. Riconquistare attraverso l’amore la propria metà vagante per gli universi; attraverso Eros, figlio di Penia e di Poros, di mancanza e acquisto,  come tensione ed anelito al Tutto, tentare la ricomposizione dell’ unità e totalità originarie. Dalla prima lirica (‘Una lucertola si muove’) all’ultima /(‘Il mutilatino del Cairo’) che chiude il primo volume, tale tragitto è rinvenibile. Ma lo stesso itinerario spirituale (un itinerario della mente e del cuore ad Eros) descrive Flashback II, che si apre con ‘Ancora. Dialoghi per una poesia teatrale’ e si conclude con ‘Il gioco non finisce’ (“Certo, Lù, la partita sul piano sessuale / ce la siamo giocata / Tutta /E adesso? / Non ci resta che ricominciare a contare”).

Nell’avvertenza premessa ai due volumetti Riki tiene ad evidenziare la natura protoavanguardistica della sua produzione poetica, soprattutto di quella della maturità. Io non me ne proccuperei. Ogni vera poesia è di per sé protoavanguardistica, come protoavanguardistica è ogni nuova esistenza, quale modo nuovo di porsi dell’essere, nuovo modo di trapassarsi e in nuove forme annunciarsi.  Sono nella sua Attuosità la verità e la bellezza della poesia, anche della poesia di Riki. Anche nella poesia di Riki Ens et verum et bonum et pulchrum convertuntur. Avanguardia, postavanguardia etc. sono solo sterili ed astratte categorie della mente. L’Atto poietico è eterno.

________________________

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 

 

 
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thirsenos1
thirsenos1 il 23/10/18 alle 00:16 via WEB
...Che io sia esiliato da ogni Verità, solo folle! Solo Poeta !... Il primato della poesis ?
(Rispondi)
giuliosforza
giuliosforza il 23/10/18 alle 19:42 via WEB
Direi proprio di sì, caro Thirsenos! Saluti
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Jes il 10/11/18 alle 13:36 via WEB
The poetry script is very interesting for me.
(Rispondi)
 
giuliosforza
giuliosforza il 24/11/18 alle 09:45 via WEB
Grazie di cuore per il suo accesso al mio modesto blog, chiunque lei sia.
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