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Vicende politiche ed altro

Post n°1015 pubblicato il 10 Settembre 2019 da giuliosforza

Post 936

 

   Risveglio, sereno e melanconico insieme, con Gustav Mahler (Lieder einer fahrenden Gesellen) e Richard Strauss (Till Eugenspigels lustige Streiche), di cui si celebra il settantesimo della morte. I due  tardoromantici a me sì cari mi  tengono compagnia per una lunga ora coi canti d’amore e di dolore d’un passeggiatore solitario confidati a una natura indifferente, e le birichinate esilaranti del giamburrasca tedesco. Grazie a Gustav e a  Richard suonano a festa oggi, di prima mattina, le campane del mio cuore.

 *  

   Alla festicciola del mio compleanno, dopo lo spegnimento delle due candeline, le mie figlie, i miei nipoti, i miei generi si sono benignamente prestati a brindare, anziché col solito Happy Birthday che odio, con la declamazione del Chàirete Dàimones (con l'aggiunta di tou pappou, del nonno) e del Namastè, stampati in ricchi caratteri a colori sul dritto e sul retro della maglietta donatemi anni addietro dalle miei allieve a dai miei allievi dell'IPU che hanno allietato e rasserenato i miei ultimi anni di insegnamento dopo il pensionamento dall'Università di Roma Tre. Ai miei cari si univano (ne avvertivo la presenza) tutti gli Amici, che vivamente ringrazio per la loro affettuosa partecipazione al mio 86° genetliaco che il più piccolo e birbone dei miei nipoti, Jacopo, ha invertito in...68°. Quod velint di!  

   * 

   Chi non conosce i Mephisto Walzer di Liszt, così mefistofelicamente, genialmente, ironici? Ad essi si ispira nel titolo una rubrichetta redazionale settimanale del Sole 24 Ore domenicale che fa molto sorridere ma anche molto pensare. La rubrichetta non ha firma. Questa volta si intitola Rousseau e il cavallo binario, il suo argomento è attualissimo (come un altro di Sergio Fabbrini, esposto in prima pagina politica, dai cui contenuti completamente dissento, sul Conte Due, e che - servilistica ‘genuflessioncella d’uso?’- titola “Un governo europeo, non fatto in Europa”). La rubrichetta che fa sorridere e pensare, e con la quale una tantum consento in toto (tranne che nel fanfalucche con doppia c) oltre che esser breve è assai densa e culturalmente ben fondata. La riporto integralmente, nella speranza che piaccia anche a voi, come è piaciuta a me.

   “Rousseau e il cavallo binario.

   “Nella formazione del nuovo Governo il grande successo mediatico l’ha ottenuto la piattaforma Rousseau. Al di là del merito sostanziale di Renzi che, complice Grillo, con un sulfureo colpo di coda se l’è inventata. E senza che, incredibile auditu, nessun tarantolato del PD si mettesse di traverso. Rousseau è forse sconosciuto ai più degli 80mila che hanno votato, in gran parte dotati di un Q.I. analogo a quello di chi cade sulle domande più elementari di un quiz tv. Chissà se l’abile Casaleggio avrà fornito loro una preventiva quick reference, per informarli che Rousseau, filosofo e musicista ginevrino (1712-1778), fu con Voltaire tra i primi a sviluppare l’ideale illuminista del “sapere aude”, firmato Kant: osare far valere la propria intelligenza, e non credere a fede, miti, leggende. Tutte fanfalucche del passato. Tra i due fu subito dissidio, umano e intellettuale. Voltaire (1694-1778) laico e pieno di ironia, anticlericale al punto di addebitare al Padreterno la strage - dopo il terrificante terremoto che distrusse Lisbona, “mentre Parigi balla” (1755) - accusò con un celebre pamphlet Leibniz, convinto di vivere “nel migliore dei mondi possibili” (Teodicea) e difese la necessità di un sovrano illuminato e colto. Al contrario Rousseau credeva nella sovranità del popolo (Contratto Sociale) e nella forza della natura bruta, tout court. Mentre Montesquieu predicava quella separazione dei poteri, tra legislativo, esecutivo, giudiziario (Lo spirito delle leggi, 1768) ancor oggi non raggiunta. E intanto mirava a una monarchia costituzionale. A fronte di tanto pensiero, che dire della nascita di un governo decisa da un sondaggio incostituzionale e irrituale, al quale i vertici del Paese si sono di fatto affidati? Se invece di dire sì gli 80mila avessero detto no, cosa sarebbe successo? Diabolica domanda binaria: tertium non datur. Simile in tutto alla mente del cavallo, che sceglie sempre in modo duale: salto oppure no. Giro a sinistra o giro dritto. Disarcionando a volte anche il miglior cavaliere. Rassegniamoci a vivere nella semplificazione comunicativa più assoluta, col solo vantaggio di annullare ogni ridondanza. Ma allora, perché non creare una piattaforma Voltaire, a bilanciare la Rousseau? Il diavolo solo lo sa, semel in anno licet insanire”.  

  * 

 

    Dal giorno del mio ultimo post parecchie vicissitudini, personali e non, si sono accavallate: fra le altre la perdita irrecuperabile di molti documenti, che non avevo avuto l’accortezza di salvare, dal mio ordinateur (oggi mi piace dare soddisfazione agli amici francesi che rivendicano giustamente al genio pascaliano l'intuizione prima di questo benedetto aggeggio che ci complica e semplifica la vita) andato in tilt. Ma le vicende politiche italiche soprattutto hanno occupato l’interesse dei media (latinamente detto), e ad esse io stesso sono stato, seppur saltuariamente, obbligato a prestare attenzione. Ne son seguite delle polemicucce fra me e alcuni miei vivaci amici di fb, fra i quali Leandro Teodori, il più critico, Adelmo Sforza e Augusto Cara ho scelto a rappresentarli. Ho omesso naturalmente i commenti positivi, non sempre frutto di una precisa coscienza critica.   

 Io

   Conte e il suo governo: resa vigliacca e incondizionata alla Merkel, a Trump e, dulcis in fundo, meglio in cauda venenum, a Bergoglio. Realpolitik? Ciò non attenua il mio senso di vergogna e di schifo.

 Augusto Cara 

 

   Altri governi in passato, ci hanno fatto vergognare di più, per alcuni, vergogna è addirittura un eufemismo. Con tutto il rispetto e l'amore che posso.

 Adelmo Sforza 

 

    Il pieno della vergogna era piuttosto il precedente, con un seminatore di odio e zizzania attivo 24h/24, 7 giorni su 7!

 Io

    ...Che la vostra insania politica riporterà presto al governo. Parola di anarchico. Ci penserà la ‘vesana plebs’.

  Leandro Teodori

   Bravo Giulio. A parte la resa ai c.d "poteri forti" europei, tutta da dimostrare (confondete le opinioni con la realtà) che cos'era meglio? I pieni poteri a Salvini? La libertà di ammazzare (finendo poi in galera)? La flat tax (che preleva dai redditi bassi per regalare soldi a quelli alti)? Il reato di soccorso in mare, contrario a tutte le leggi internazionali, all'umanità (dall'antichità classica ad oggi, dove alla "Mater deorum" protettrice dei naviganti si va alle molte "madonne di porto salvo", sparse in tutto il meridione) e alla dignità umana? Volete a tutti i costi che, sotto varie forme, ritorni il Nazismo? Mi meraviglio di te, Giulio! Ho sempre pensato, a torto evidentemente, che le persone colte, di qualsiasi opinione politica siano, cerchino la verità. Guarda, a scanso di equivoci, anch'io sono contrario a un governo "costi quel che costi", sia perché il PD non è mai stato il mio partito, sia, e soprattutto, perché i 5S, a dispetto di alcuni loro "punti" condivisibili, hanno condiviso 14 mesi di governo con quella merda di Salvini, e lo rivendicano. Quindi, o vengono a miti consigli, magari influenzando anche positivamente il PD e rinunciando alle leggi più efferate approvate con la Lega, o per me possono andare anche a quel paese. E se poi le plebe mal vissuta (e abbandonata ahimè dalla Sinistra) manderà al potere Salvini, amen. Vorrà dire che lo combatteremo a viso aperto. In questo la penso un po' come Calenda.

 Io

 

   Caro il mio Leandro. Non so se io sia una persona colta o no, ma so che una persona autenticamente colta non cerca dogmaticamente una verità su cui accomodarsi, ma delle ipotesi via via da verficare e da contestare. Santo relativismo. Non per nulla dopo che ...'sforziano’' sono nicciano!

  Leandro Teodori 

 

   Sono d'accordo sul principio, solo che mi sembra di percepire un certo appiattimento sulle varie vulgate propalate da Salvini e dalle migliaia di finti account che gli fanno da grancassa. Ma forse è un'impressione errata.  Inizio modulo

    Ed io in barba a Merkel Trump Bergoglio Mattarella Conte Di Maio Zingaretti Salvini e alle loro ciurme mi tuffo con Isotta nell'oceano dell'Amore-Morte (Wagner, 'Tristano e Isotta', dalle 10 su rai5): "Nel flusso ondeggiante / nell'armonia risonante / nello spirante universo/ del respiro del mondo - annegare, / inabissarmi / senza coscienza / suprema voluttà!".

 

   Chiudo qui con la mia del resto inusuale parentesi 'politica'. Io mi muovo sul piano filosofico, alcuni dei miei amici si muovono su quello 'ideologico', che suona 'dogmatico'. Tra i due piani non può darsi comunicazione. Amici come prima, se possibile, ma bando agli insulti e alle coprolalie. E chàirete, sempre, dàimones! Chàirete xènoi!

*

   Da ormai quasi cento anni uno spettro si aggira per l’Europa, soprattutto per l’Italia: lo spettro del Fascismo, reale o immaginario, in ogni occasione evocato e agitato da storici, politici, sociologi, romanzieri, cineasti, commediografi; un fascismo reale o inventato, storico o di fantasia, quale serbatoio inesauribile ove attingere a piene mani e di cui lautamente nutrirsi; che bisogna quindi tener vivo, ad ogni costo, perché noi si viva. Io, che ho quasi cent’anni e che il Fascismo ho respirato negli anni più delicati e ricettivi  della vita di un uomo (l’infanzia, la fanciullezza, la prima adolescenza); che l’ho bevuto, posso ben dirlo, col latte di mia madre, io non ne posso proprio più. Possibile che i pennisti (altra parola non so inventarmi in luogo di quella offensiva che mi verrebbe da scrivere, pennaioli se non pennivendoli) di casa nostra non trovino qualcosa di nuovo su cui esercitarsi, qualcosa di nuovo su cui reinventarsi, qualcosa di nuovo di cui alimentarsi? O davvero il Fascismo è una categoria dello Spirito eterna ed immutabile (ma nella teoria hegeliana del farsi perenne dello Spirito, nel processo dell’Idea, nulla è immutabile, tutto su se medesimo concresce, tutto si autopone e nell’atto stesso dell’autoporsi si supera e si rinnova in un perenne processo di Aufhebung); o è così meschino e così povero il nostro tempo da non aver altro, i pennisti, su cui esercitare la propria energia creativa, ri-flettere (come ‘chinar la mente’, genu-flettersi). pro-gettare (come iacěre, gettar la propria anima oltre l’ostacolo)? Mai dimenticare, è lo slogan dei pennisti. D’accordo, ma purché non sia l’alibi del non pensare (pensieri nuovi, quelli che rinnovano la faccia della terra) e del non fare (il fare del fiat, quello che manet, sì, in aeternum, ma sempre nova facit omnia). Basta con ‘fascismo’, un parola ormai lisa che non significa più niente e significa tutto, e, soprattutto, serve a confondere le idee quando non a coprire ogni tipo di prevaricazione.

 *

   Non chiedetemi ulteriori opinioni sulla situazione politica italiana. Non so chi frega chi per disposizione di chi. Franco-tedeschi, americani, vaticani? A quali giornali credere? Ma ai giornali arriva la verità? A quali?

______________

Chàirete Dàimones!

Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

 

 
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