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Creato da giuliosforza il 28/11/2008
Riflessione filosofico-poetico-musicale
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Così dalla rete:
“Uno dei capolavori del compositore ceco Leos Janacek: è “La piccola volpe astuta”, tratto dal romanzo di Rudolf Tesnohlidek, che Rai Cultura propone giovedì 16 febbraio alle 10 su Rai 5, nell’allestimento andato in scena al Teatro Comunale di Firenze del 2011.
L’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino sono guidati dal grande direttore giapponese Seiji Ozawa. Composta nel 1924, l’opera rappresenta il sentimento di fiducia nella natura, fonte di libertà e autenticità. L’allestimento del regista francese Laurent Pelly restituisce alla perfezione la dimensione favolistica del lavoro. Cona interpretazione di Isabel Bayrakdarian.
….
Le avventure della volpe Bystrouška, meglio conosciuta come La piccola volpe astuta, è un’opera in tre atti di Leoš Janáček. Il libretto, dello stesso compositore, è basato su una storia a fumetti apparsa sul quotidiano Lidové noviny disegnato da Stanislav Lolek, a sua volta basato da un racconto di Rudolf Těsnohlídek.
L’ispirazione per la composizione dell’opera venne offerta al compositore dalla domestica Maria Stejskalova, assidua lettrice del quotidiano locale Lidové noviny.[1] Sfogliando il giornale, Janáček si imbatté nelle puntate del romanzo per ragazzi La volpe Bystrouska di Rudolf Těsnholídek, illustrato da Stanislav Lolek.
Il compositore, che da tempo meditava sul tema del conflitto tra uomo e natura, sollecitato anche dalla letteratura del proprio paese (Kafka in primis), decise di mettere in musica lo strano soggetto, un vero unicum nella produzione operistica mondiale, eguagliato solo in parte dal fiabesco (che
debutterà l’anno dopo quest’opera) L’Enfant et les sortilèges di Maurice Ravel. Dopo alcuni incontri con Těsnholídek, Janáček lavorò alla composizione della nuova opera tra il 1922 e il 1924, e nel novembre dello stesso anno l’opera è rappresentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Brno. L’opera è una delle più conosciute del compositore ceco, ed appare frequentemente nei repertori dei teatri mondiali. Dell’opera esiste anche una Suite sinfonica, curata da Václav Talich, amico e collega del compositore.
La traduzione letterale del titolo Příhodi lišky Bystroušky è Le avventure della volpe Orecchiuccio-aguzzo. Alla prima rappresentazione italiana, avvenuta alla Scala nel 1958, l’opera è stata proposta al pubblico con il titolo Le avventure della volpe Briscola. In seguito a un’altra rappresentazione scaligera, avvenuta nel 2003, il titolo appare nei cartelloni italiani col titolo La piccola volpe astuta”.
Confesso che la visione della favola di Janacek in TV ha rappresentato per me una vera novità. Avevo iniziato a frequentare il compositore ceco all’epoca del nostro (mio e della mia immortale Maria Teresa Luciani) ‘Laboratorio di Educazione all’Ascolto’, per altro mai spingendomi oltre la Marcia Funebre, Taras Bulba e Pellegrinaggio dell’anima. Ma sicuramente mi inganna la memoria. Sarebbe stato strano che Maria Teresa, sensibilissima ai problemi educativi dell’infanzia (aveva, dopo essersi laureata, per molto tempo insegnato nelle elementari e in una classe di bambini oncologici ricoverati al ‘Bambin Gesù’, fino a quando non ne richiesi il comando presso la mia cattedra di Pedagogia Generale) proprio la bella favola trascurasse. Quel che ne ho visto in questi giorni me la fa preferire in freschezza a L’Enfant et le sortilège raveliano: una vera festa della Natura tutta che anche la realistica scenografia esalta, evidenziandone l’implicita concezione filosofica che la sottende: la celebrazione dell’unità, panteisticamente intesa, del Creato, che nemmeno la volpe astuta con tutti le sue furbesche prevaricazioni riesce a sconvolgere.
Una vera festa anche per il bambino novantenne per il quale crescere, come vuole l’assunto della favola di Richard Bach, non è uscire d’infanzia.
*
Grido di dolore.
Mi viene segnalato da più parti che copie delle mie raccolte poetiche (Canti di Pan e ritmi del thiaso, L'Evita', Aqua Nuntia Aquae Iuliae) che non sono in commercio avendole io stampate a mie spese per farne dono-ricordo agli amici, si trovano in vendita in Internet. La cosa prima che offendermi mi affligge: begli amici coloro che fanno mercato d'un atto di stima d'amicizia e d'amore! Dei miei libri, quelli che non recano indicazione di casa editrice sono proprietà dell’Associazione Culturale di Varia Umanità e Musica 'Vivarium' e in copertina recano, in luogo dell’Editrice, l'indicazione 'Metanoesi'. Ve ne prego, se i miei libri non vi piacciono dateli alle fiamme, condannateli con me al rogo, ma non vendeteli! Non umiliatemi fino a questo punto, non fatene mercato, non fatene 'mammona d'iniquita'!
Qualche commento:
Inquietante! Ecco l'amicizia... La mia forte solidarietà.
Sicuramente è stata letta e per atto di generosità hanno voluto condividere e diffondere il suo pensiero. Un abbraccio affettuoso.
Paolo Statuti:
Caro Giulio, dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio!
Sono senza parole!
Ecco alcune offerte della Rete:
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POESIA AUTOGRAFO SFORZA GIULIO L'EVITÁ ALTRE LIRICHE NEOCLASSICHE | eBay
Di Vitam impendere Pulchro, che è dell’editrice Anicia, hanno cambiato addirittura copertina e titolo introducendovi uno strafalcione, scrivendo imprendere anziché impendere!
Presso alcune case editrici è un fenomeno purtroppo diffuso, si appropriano dei testi ad insaputa degli autori. Amazon addirittura li fa ristampare all’estero in formati spesso bruttissimi. La vendita su ebay o altre piattaforme da parte di privati dei tuoi libri è deplorevole, anche perché contengono dediche…non dispiacerti, chi li comprerà avrà scelto di averti con se’.
incredibile!
Pazzesco!!!
…non ragioniam di lor, ma guarda e passa...
…questo però già lo sai! Un abbraccio di solidarietà! Ieri le indimenticabili Bruniadi
*
A tutti i nostalgici delle nostre serate bruniane e dei nostri goliardici "brindisi libertini", dal Gianicolo, "sulla Roma addormentata dei necropompi, dei necrofori, dei tafei" dedico questo ricordo di:
“MARTEDI 17, CDXV del Rogo, intorno alle 16, sarò, con qualsiasi tempo, al Campo de' Fiori presso il Suo monumento. Sarebbe per me una grande gioia incontrarvi qualcuno di voi.
*
Trilussa
INNA NANNA DE LA GUERA
(1914)
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili.
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
*
Dedicato ai miei amici enofili:
“Lo dolce ber che mai non m’avria sazio” (Purg., XXXIII, 128)
Non troppo enofili, però.
__________________
Chàirete Dàimones!
Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)
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