Creato da giuliosforza il 28/11/2008
Riflessione filosofico-poetico-musicale

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2022 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

fantasma.ritrovatogiuliosforzam12ps12patrizia112maxnegronichioooooannaschettini2007kunta.mbraffaele.maspericotichPoetessa9avv.Balzfamaggiore2dony686cassetta2
 

Ultimi commenti

Non riesco a cancellare questo intruso faccendiere che...
Inviato da: Giulio Sforza
il 20/11/2023 alle 07:25
 
Forse nei sogni abbiamo una seconda vita
Inviato da: cassetta2
il 01/11/2023 alle 14:32
 
Ciao, sono una persona che offre prestiti internazionali. ...
Inviato da: Maël Loton
il 18/09/2023 alle 02:38
 
Ciao, sono una persona che offre prestiti internazionali. ...
Inviato da: Maël Loton
il 18/09/2023 alle 02:34
 
Ciao, sono una persona che offre prestiti internazionali. ...
Inviato da: Maël Loton
il 18/09/2023 alle 02:31
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 17/12/2022

Ronsard, elegia di Gastine. Coe e perché sono tornato erbivoro

Post n°1151 pubblicato il 17 Dicembre 2022 da giuliosforza

1050

   Filosofia e vita

   Come e perché sono tornato coscientemente onnivoro.

   Qualche anno fa caddi improvvisamente in una delle mie ricorrenti crisi, necessariamente implicanti radicali scelte di vita, anche alimentari. In seguito ad una di queste decisi di diventare vegetariano, se non vegano. Consumare carne e pesce, esseri animali in genere, mi era diventato insopportabile: ad ogni boccone le scene truculente della macellazione di pecore e maiali (soprattutto quelle di cui ero stato spettatore da piccolo al mio paese nel mattatoio rusticano all’aperto di un mio zio) mi riapparivano davanti agli occhi e non riuscivo ad ingoiare senza avere connati di stomaco. E sì che mi preparavo prelibatissimi pasti: come mi era successo con la musica (delle cui regole grammaticali e sintattiche nacqui, non so come -innatismo platonico?- già a conoscenza: mi sarebbe bastato in seguito, crescendo, attendere il risveglio delle conoscenze sopite, uscire dal coma procuratomi dal trauma della violenta caduta nel mondo delle apparenze, per scoprirmi edotto di regole musicali fondamentali, di essere in grado di muovermi con agio tra melodie, armonie, contrappunti), così senza bisogno di nessun Artusi, ero in grado di preparare le più elaborate ricette. La mia bravura nel cucinare era stata notata già in collegio, nel quale ero stato nel 1944, mio undicesimo anno di vita, esiliato, dove, quando mi annoiavo per le ricorrenti ‘litanie’ e le noiosissime lezioni (quasi tutte, per verità, per me noiose: io ero di mente e di memoria vivacissimo e in pochi minuti apprendevo e ritenevo quello che la maggior parte dei miei compagni impiegava giorni, se non settimane, a comprendere e ritenere) insegnanti umani e non carcerieri, anziché condannarmi alla tortura di un ascolto forzato, da cui per altro mi salvavo estraniandomi nelle mie fantasie poetiche e musicali, mi mandavano a collaborare, con mia somma gioia, col cuoco o ad esercitarmi al pianoforte e all’harmonium.

   Ma non trascorse un triennio che una crisi inversa mi ricondusse sulle vecchie posizioni. E perché ciò avvenisse, fondamentali furono l’incontro con una mia ex allieva alimentarista e lo strano colloquio che ne seguì, strano perché in esso si invertivano le parti: a filosofare era lei che, dopo aver provato a convincermi con argomenti scientifici, sostenendo ad esempio che, data la mia età avanzata, una improvvisa mutazione di abitudini alimentari avrebbe potuto sortire effetti nefasti, passò, con mia sorpresa, ad argomentazioni di ben altra natura. Abbandonò le motivazioni puramente mediche e, ben conoscendo i miei orientamenti filosofici (aveva frequentato per un anno la mia Facoltà e seguito i miei corsi) mi prese bruscamente in contropiede chiedendomi tra il serio e il faceto: ma tu non eri un convinto panteista? E per un panteista, per uno che alle due affermazioni 'Dio esiste', 'Dio non esiste', usa aggiungerne una terza, 'esiste solo Dio', non è ogni forma di vita, minerale vegetale animale, della stessa sostanza divina? Non dovresti avere, di fronte a una insalatina strappata al suo fusto e al suo orto, a una fragolina strappata al suo bosco, a una mora strappata al suo rovo, ad una ciliegia strappata al suo albero, a ogni albero strappato alla sua foresta, a tutto ciò infine di cui il giardino edenico primigenio fu bello, non dovresti avere lo stesso atteggiamento che hai di fronte a un agnellino, un coniglietto, un agnellino sgozzati? Non dovresti provare la stessa pietà al momento della loro consumazione? E proseguì, dimostrando di avere ancor freschi nella mente i miei insegnamenti: per un panteista nutrirsi di qualsivoglia degli alimenti che la natura ci appresti, non è forse un nutrirsi di Dio? Non ci hai sempre insegnato che mangiare e bere è come comunicarsi, che ogni fagia è antropofagia, ogni antropofagia panfagia, ogni panfagia teofagia? E non ricordi il tuo amatissimo e citatissimo ‘principe dei poeti', come i fratelli latini amano dirlo, Pierre de Ronsard, giusto orgoglio, dicevi, del Rinascimento francese, e la sua bella elegia “Contre les bücherons de la forêt de Gastine” scritta in occasione della deforestazione di un bosco a lui caro? E citò a questo punto la terza famosa strofa, modernizzata nell’ortografia (e da me musicata con una semplice melodia a canone che spesso intonavamo a mo’ di preghiera ad inizio lezione!) che i nostri combattivi Verdi di sicuro ignorano, altrimenti ne avrebbero fatto il loro inno, naturalmente fossero stati meno agitatori politici e più filosofi e poeti, filosofi poetanti e poeti filosofanti:

   "Écoute, bücheron, arrête un peu le bras;

   Ce ne sont pas des bois que tu jettes en bas;

   Ne vois-tu pas le sang lequel dégoutte à force+------

   Des nymphes qui vivaient dessous la dure écorse"?

   ("Ascolta, boscaiolo, ferma un poco il tuo braccio. Non è legno quello che stai abbattendo. Non vedi il sangue sgorgante a fiotti, delle ninfe che vivevano sotto la dura scorza?").

Nel seguito della lunga elegia (facilmente reperibile in rete nella sua ortografia originale) il poeta rimpiange con una serie infinita di toccanti immagini evocative la foresta, le sue ombre, gli animali e i pastori che vi trovavano riparo e ristoro, la sconsolata desolazione della vuota campagna assolata e desertica che ne prese le veci.

   Convinto dalla provocazione della mia allieva ritornai, seppur con senile parsimonia, alle vecchie abitudini alimentari, e da qualche tempo ormai, allorché solitario consumo il mio parco cibo, qualsiasi esso sia mi ricordo del mio panteismo, discorro celio canto o litigo o amoreggio col ‘cadaverino mascherato’ (come Voltaire, vegetariano, chiamava le vittime del ‘fiero pasto’) che sto variamente gustando. Davvero un bel gioco.

   P. S.

   Un altro esito ha avuto il mio panteismo, finalmente rivissuto in coerenza: reindosso con piacere e senza sensi di colpa già in questi primi freddi il mio antico ma incorrotto montone verace dalla caldissima lana e robustissima pelle. E che sollievo per le mie membra antiche lo stretto abbraccio del ‘divino’Ariete, che goduria, che eccitazione riudirne i robusti belati, essere eccitato spettatore delle sue animalesche furibonde foie!

   P. S. 2

   Apprendo con piacere che 'Pierre de Ronsard' è chiamata giustamente l’Edenrose, la rampicante rosa chiaro e bianca ornamento del mio giardino al Frainile (che suona ‘il posto delle fragole’: Ingmar Bergman è dunque un plagiatore) creata da Marie-Louise Meilland e introdotta in Francia da Mailland International nel 1985 come parte della collezione ‘Renaissance’.

__________________

 Chàirete Dàimones!

   Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

   Gelobt seist Du jederzeit, Frau Musika

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963