Disincontrata

Dal libro "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini.


Si volta portandosi una mano alla nuca, ha una barbetta rada su una faccia scavata da bambino magro. Poi mi avrebbe detto che la testa gli pulsava, che gli occhi erano due bracieri per tutte le raffiche di neve che aveva preso durante il giorno. Si avvicina, fa un passo verso di noi. Poi mi avrebbe detto che era perché mi aveva vista, nonostante gli occhi, nonostante la stanchezza. Ed era stato attratto, senza nessun pensiero, come il toro dal rosso. Lo guardo anch'io, lo aspetto mentre si avvicina. Non si può mai dire cosa...cosa sia esattamente, è una membrana, forse una prigione fin dall' inizio. Una vita ha viaggiato lontano da noi incontro alla nostra, ne abbiamo sentito il vento, l'odore di una sosta. Il suo sudore, la sua fatica erano entro di noi. Era per noi lo sforzo. Restiamo fermi come insetti a sentire quel battito simultaneo di cose. Ho le guance rosse, c'è troppo fumo, troppi gomiti, troppe voci. Non c'è più nulla. Solo la macchia di quel golf che camminava verso di me. I miei occhi in un attimo bruciano i contorni di quella carne. E mi sembra di sentirgli l' anima, ecco tutto.