Disincontrata

Sabrina aspetta l'inverno.


-         Era ora che venisse giù un po’ d’ acqua!-         Eh si… sembrava primavera! Bella stagione per carità, ma ad ottobre mi sarebbe piaciuto anche mangiare due funghi!      I funghi non erano nati nelle montagne vicine, i cappotti erano ancora nella parte superiore dell’ armadio e di sera si facevano ancora passeggiate senza bisogno di stringersi. “L’inverno è la stagione dell’amore, non la primavera!” dicevano le nonne.Anche Sabrina trovava il freddo una buona condizione per abbracciarsi con il proprio uomo e camminare afferrando la mano con la mano, il corpo con le braccia, le labbra con la bocca.Mentre al mercato si disquisiva di sottobosco, lei tra i mandarini, i vestiti usati e quegli odori polverosi, sembrava per nulla preoccupata di quel freddo che stava per arrivare,”…perché dal Nord durante la settimana si sposterà nell’ Italia centrale”. L’idea della città intravista tra le sciarpe e i colletti dei cappotti non le dispiaceva affatto, riteneva che ciò conferisse alle stesse strade di sempre un’atmosfera nostalgica che la spingesse a prendere carta e penna appena tornata a casa. Scrivere sul freddo, su chi al freddo ci vive chiedendoti una moneta, su chi lo attraversa velocemente per sfuggirgli, su chi come lei legge i fenomeni in chiave romantica e lo considera un ottimo pretesto per essere avvolta da un caldissimo abbraccio.