Disincontrata

I miei nuovi amici.


C’è una porta bianca, la aprono e mi fanno passare. Gentili questi signori. Hanno la faccia simpatica e indossano un camice bianco. Le persone che conosco sono vestite quasi tutte così. Ma grandi queste finestre, però ci sono le sbarre, peccato. Un odore forte nel naso mentre Piera mi accompagna a conoscere gli altri. Lei è bella, ha una collana brutta però come quella della nonna. No, quella era più lunga con tante palline e una croce in fondo. Che male che faceva sbattuta sulle gambe. Ma te Piera sei brava, non mi fai male vero? Vado a conoscere i miei amici. Uno mi dice “casa”, ha i capelli bianchi come i miei, dopo mi ripete "casa"; quello in fondo alla stanza indossa un casco che però non è quello per andare in motocicletta, no è più morbido. C’è anche una signora che si sta toccando addosso e Piera la sgrida, allora la signora va al termosifone, seduta per terra, tiene la fronte al caldo. L’uomo più grasso mi guarda, anche io lo guardo e lui si avvicina. Non stringermi così forte il braccio che mi fai male. Ernesto, non lo guardare più quell'uomo, mi dice Piera. Questi sono i miei amici, poi ne arrivano altri. Loro li posso guardare. Anche quello nudo, che cammina con le mutande calate e ride, ride forte. Forse è un gioco. Mi piacciono i giochi, che bello! Gli uomini con il camice bianco mi osservano. Piera va da loro e sorride. No, Piera resta con me. Le urlo…vieni! Vieni, vieni…Piera vieni…Vieni qui…Piera vieni qui!!! Mi metto a piangere ma Piera non arriva. Vengono due uomini di quelli con il camice. Mi prendono per le braccia e mi portano via…Piera…vieni…vieni Piera…vieniiii…!!