Disincontrata

Le train de l'amour.


 Come sempre è in ritardo, ed io che ho pranzato velocemente come tutti i venerdì, ormai dovrei saperlo che i ferrovieri hanno meno fretta di me. Ho uno zaino con lo stretto necessario: un paio di maglioni, qualcosa da metterci sotto, soldi, cellulare, chiavi di casa. Poi ho anche qualcosa in più come le caramelle balsamiche per la gola, la spazzola termica. Non si sa mai, potrebbero servire. Tutto potrebbe servire, ma porto solo qualcosa con me.Arriva il treno, grigio, senza graffiti. Io invece mi sento un po’ colorata. Nonostante i trentacinque minuti di attesa, il vento freddo che sento attraversare la sciarpa, le espressioni non troppo felici degli altri passeggeri. Mi viene in mente una canzone che dice…”da che punto guardi il mondo tutto dipende”…Non la posso canticchiare ma ci penso, si, penso che possa essere la colonna sonora di molte mie giornate e a volte di periodi più lunghi. Chiudo gli occhi e siamo già arrivati nella città dove aspetterò un altro treno. Ho dormito fino ad adesso e a svegliarmi c’è una stazione più affollata di quella della mia città. In quest’ora che deve passare osserverò il rumore della gente, le loro tinte forti, gli sguardi assenti e quelli curiosi. C’è chi sta in silenzio come me , del resto, non è consuetudine parlare da soli, io lo farei, in fondo quando sono a casa da sola a volte mi capita, ma quando sei in mezzo alla gente non puoi fare tutto ciò che ti passa per la testa.Ciuf, ciuf, ciuf…dai arriva! Ciuf…fa così il treno, no? Quando ero bambina faceva così. Ecco che è arrivato un treno carico di…passeggeri. Assonnati e un po’ nervosi. Ansiosi, frettolosi passeggeri che scendono dal treno e lo svuotano. Un posto finestrino è mio, altre persone salgono su ma di queste solo una piccolissima parte mi farà compagnia fino alla fine del viaggio. Cosa me ne farò poi del posto finestrino proprio non lo so, visto che non guardo quasi mai cosa ci sta al di là del vetro. A volte intravedo un po’ di piante, campi enormi e ogni tanto mi soffermo sui panni tesi ad asciugare fuori dalle finestre, un segno di vita in quei vecchi palazzi che sembrano crollare.Con un libro, un quaderno ed una penna, il mio pc almeno fino a quando dura la batteria, con tutte queste cose passo le tre ore che mi avvicinano al tuo paesello. Sperduto paesello, ma ti dovevano mandare a lavorare così lontano? Al telefono ti dico che sto per arrivare perché in questo momento sono a…c’è buio ma credo di essere proprio qui; tra due fermate arrivo. Arrivoooo….eccoti. Ti guardo, mi vedi? Mi guardi. Che bello vederti. Eccomi. Sono arrivata. Sono da te...baciami amore.